- Bieber, cosa ti sei messo oggi? Fanno schifo i tuoi vestiti. -
- Ma dai, non lo vedi che è un poveraccio? Non può permettersi niente.-
- Bieber, sei un poveraccio, uno sfigato morto di fame, fai schifo! -
- Già -, risate. - E sei pure gay! Checca, checca.-
Justin Bieber era lo sfigato per eccellenza della "Danford High School" di New York.

Lui, Zayn Malik, il bullo della scuola che picchiava sempre una ragazza.
Lei, Hope Smith, una ragazza indifesa che odiava andare a scuola perchè veniva picchiata.
Ad un certo punto le cose cambieranno...

Questa storia parla di due ragazzi:
-Isabella Federica Mollette
-Justin Drew Bieber
Due giovani,una scuola e molta,molta passione

Si allontanò poco da me e mi indicò la sua erezione “Guarda cosa hai fatto..” mi disse esasperato.
“Oh poverino..” dissi scendendo dal tavolo della cucina e inoltrandomi su per le scale.
“Dove vai?” mi chiese stranito guardandomi.
Mi tolsi la maglietta con un rapido gesto e la lasciai cadere per le scale “Non lo so..” e entrai nella mia stanza.

Allison una diciottene Londinese lunghi capelli biondi che scendevano sulle sue piccole spalle, occhi di un azzurro che faceva invidia al cielo di una calda giornata estiva senza nuvole e un corpo a dir poco perfetto. Faceva parte della nazionale di ginnastica artistica della Gran Bretagna e mai nessuno le aveva tolto un podio. Ma qualcuno arriva e le sconvolge la vita: Zayn Malik. Figlio della sua allenatrice. Sarà Zayn a rubarle il cuor eoppure sarà il suo migliore amico Louis!? Sceglierà la persona giosta!? O si pentirà della sua scelta!?

Ad un certo punto sento qualcuno sospirare un ‘oh, cazzo.’ .
So già chi è, siamo solo io e la sua voce inconfondibile in casa.
Si alza dal letto e corre al mio fianco, mi scruta da capo a piedi con gli occhi lucidi.
«S-sono sta-stato io?» chiede titubante, con la voce spezzata.
«Sì, Zayn, sei stato tu.» sbotto io, sull’orlo di una crisi di pianto.
Si prende in viso tra le mani, passa ai capelli e li tira come a volerli staccare uno ad uno.
Vedo le sue mani guance bagnarsi e alcune delle sue lacrime schiantarsi a terra.
Non provo pena, ‘sta volta.
Non lo perdonerò, ‘sta volta.
Non mi farò incantare dai suo occhi color caramello, ‘sta volta.