"Sapete qual'è la prova d'amore più valida che possiate fare ad una persona?
Non si tratta di dimostrarle la grandezza dei vostri sentimenti o il fatto che siano reali
Non si tratta di far loro un regalo importantissimo o dimostrare che per loro siete pronti a tutto.
La prova d'amore più valida che possiate fare è mettere nelle mani di chi amate la possibilità di scegliere se continuare a stare con voi oppure andarsene.
E’ lasciare sempre la porta aperta e fare in modo che sia lei a decidere di rimanere tutte le volte, nonostante tutto.
Le persone non sono uccelli da chiudere in gabbia.
E la libertà è il più grande gesto d'amore che possiamo fare a qualcuno.
Anche se fa male. Anche se non ci piace"

Vedendolo lì, con quei bambini, mi fece sentire ancora più in colpa di quanto già non mi sentissi.
Lo avevo fatto un'altra volta: avevo giudicato il libro dalla copertina.
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Può un sito d'incontri cambiarti la vita?

“Si chiama Chanel Roselynn Moore, ha 19 anni, abita al 918 di Lincoln Street a Dallas. Datti da fare, hai quattro mesi per portarmela a Tokyo al Palace Hotel.”

Non potevo innamorarmi di lui, non del fratello del mio ormai ex ragazzo.
∼∼∼
"Cazzo Justin, non possiamo, sei suo fratello!" sbottai incazzata.
"Bella, Jason è morto, fattene una ragione" urlò disperato.
∼∼∼
"Per quanto mi manchi mio fratello, non posso fare a meno di te, mi dispiace" sussurrò baciandomi subito dopo.
∼∼∼
"Sento che è tutto sbagliato." dissi.
"Non è sbagliato, noi non siamo sbagliati, ci siamo innamorati e non possiamo farcene una colpa"
∼∼∼
©bieber_ollg

Justin Bieber odiava se stesso, odiava la sua vita, tanto da averla cambiata.
Adesso era The White Smurf, uno dei giocatori più importanti della NBA.
Ma, a volte, il passato ritorna e bussa alla tua porta.
Letteralmente.
All Rights Reserved © Stiles Stilinski

“Ho una spalla slogata, porca puttana.” Dice Justin prontamente appena usciamo dalla parruccheria e ci incamminiamo verso il SUV che ci aspetta.
“Prenditi una ragazza e smetti di usare la tua mano.” Ribatto e la sua mano mi spinge contro il muro.
Non dovrebbe essere la guardia del corpo che impedisce che mi ferisca?

Solo la persona sbagliata, in un momento sbagliato, dalla persona sbagliata. Nella notte più sottovalutata, una ragazza si troverà da sola e incontrerà l'errore più grande della sua vita. Justin Bieber.
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«Pidge.» Mi afferrò per un braccio, bloccandomi.
Gli lanciai uno sguardo di disprezzo. «Che cazzo vuoi, Justin?»
«Te.»
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SEQUEL DI INSANE LOVE.
(Se non hai letto la prima storia, non puoi leggere questa.)
'Non puoi fuggire dal tuo destino, siamo destinati a stare insieme.'
Ti ricordi? Io e te...insieme per sempre.

Era bastata una notte a far cambiare tutto e tre parole a far nascere decine di domande. Era solo un assassino, o era addirittura pazzo?
Dai capitoli:
Erano passati tre anni dall'ultima volta che misi piede fuori dall'istituto, avevo rimosso ogni cosa del mondo esterno, fatta eccezione per la luce del sole, sebbene la vedessi di rado ultimamente.
Sapevo che avrei dovuto trascorrere soltanto altri due giorni in quella prigione, sapevo che mancava così poco alla fine, eppure non percepivo il desiderio di sentirmi libero. Non ero mai stato libero davvero.
A Jason McCann story.
Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo.

“Puoi entrare quando vuoi, ma non te ne potrai mai andare.”
Lessi più volte quella scritta, soffermandomi sulle ultime sei parole e non capendone a pieno il significato, ma una cosa fu certa, non mi lasciarono indifferente.
Jiley fanfiction
Trailer (made by drewsfaith): http://www.youtube.com/watch?v=s3mK81xsDMk
'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo.'

Era perfetto.
Aveva la carnagione così chiara che non riuscivo a capire come non si fosse abbronzato nemmeno un pochino durante le vacanze. Il naso piccolino e all’insù. Le labbra erano rosse e visibilmente carnose. ‘Secondo me sono morbidissime.’ Pensai.
Indossava dei jeans scoloriti a vita bassa. Quando si sedeva, come ora, uscivano tutti i boxer di fuori. Portava inutilmente una cinta scura che andava in contrasto con i boxer bianchi. Poi aveva una t-shirt grigia come il cappello e una giacchetta di pelle del colore della cintura. Ai piedi invece portava un paio di supra bianche che si abbinavano perfettamente con il suo intimo. ‘L’ha fatto a posta?’ Mi chiesi.
Sarebbe stato il ragazzo perfetto se non fosse stato per il suo brutto caratteraccio.
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Questo pezzo della storia è tratto dal primo capitolo. Che dire? Se volete saperne di più, leggete la mia storia!

Tutti gli adolescenti hanno una sola cosa in comune: i loro ormoni sono scatenati.
Alcuni adolescenti sanno controllarli, altri no.
Questi ‘altri’ sono il tesoro della scuola Lily Brooks e il nerd vittima di bullismo Justin Bieber.
Ma loro non sono così innocenti come sembrano.
Saranno capaci di controllare loro stessi, anche quando un venerdì notte rimarranno rinchiusi dentro lo spogliatoio della scuola?
[Fanfiction a contenuto maturo.]

«Ti è piaciuto, non è vero?» sorrisi voltandomi verso di lei e poggiando la testa sul braccio.
La ragazza davanti a me scoppiò a ridere, come avessi appena detto una battuta.
«Non male.» disse, infine, lasciandomi spiazzato.
«Non male?» alzai un sopracciglio, piuttosto sorpreso per il suo commento, l'avevo sbattuta come non avevo mai fatto con nessun'altra e non ero stato solo bravo, ero stato tremendamente divino. Ne ero certo. «Solo questo?»
«Dico solo che c'è di meglio.» la vidi coprirsi il seno con le lenzuola, mentre si voltava verso di me.
«Meglio di questo?» dissi indicandomi con il dito.
La vidi trattenere una risata con una smorfia.
«Mh, credo di si.» fece spallucce. «Non preoccuparti Bieber, non tutte possono pensare che tu sia il Dio del sesso.» nessuna ragazza aveva mai negato che io lo fossi, nessuna. Risi a quel suo commento - che consideravo totalmente falso - prima di allungarmi verso di lei e iniziando a mordicchiarle il collo.
«Allora, credo proprio che qui qualcuno abbia bisogno di rivedere i propri dubbi.» sussurrai spostando le lenzuola che dividevano i nostri corpi nudi.