''Non appena chiuse gli occhi iniziò a pensare a diversi modi per provocare Levi. Avrebbe potuto dire qualcosa di sconcertante per lasciarlo senza parole, o magari girare nudo per casa o cercare un contatto fisico con lui. La verità è che Levi gli sembrava qualcuno di impossibile da avvicinare o sedurre ed Eren adorava questo genere di sfide. Entro dieci mesi avrebbe fatto cadere quell’atteggiamento distaccato che l’uomo si portava sempre con sé.''

[LevixEren]
Ogni individuo è fautore del proprio avvenire, o semplicemente tutto è stato prestabilito, rendendo l'essere umano un'entità passiva, costretta nello scorrere degli eventi fino alla fine dei suoi giorni?
Eren proprio non riusciva a venirne a capo, ma una cosa era certa: che la sua vita fosse andata avanti in base alle scelte prese o meno, questa era stata costellata da una serie di delusioni e insoddisfazioni.

Infilò la mano in una tasca del cappotto per tirare fuori il portafogli e controllare se avesse o meno un biglietto del pullman. Doveva aver utilizzato l’ultimo quella mattina ma, fortunatamente, vide un’edicola lì vicino. La raggiunse e si avvicinò al bancone, chiedendo un po’ di biglietti. Mentre aspettava abbassò lo sguardo sui giornali, distrattamente. Lui non seguiva la moda, né qualche personaggio famoso perciò fu stupito quando adocchiò una figura familiare su una copertina.
Prese il giornale fra le mani e impallidì, schiudendo leggermente le labbra per la sorpresa. Che diavolo ci faceva Eren Jaeger, in costume, su una rivista!?

‘’Non puoi dire sul serio, Eren’’, commentò Armin mentre fissava l’amico con un’espressione sia disgustata che sorpresa per ciò che gli aveva appena confessato.
Si trovavano sul letto di quest’ultimo, sdraiati a pancia in su per poter guardare la pioggia che batteva sul vetro della finestra incastonata nel tetto. E mentre osservavano le gocce scivolare verso il basso, il silenzio era stato interrotto dalla confessione di Eren.
‘’Che male c’è a trovare attraente una persona?’’, domandò il ragazzo, evitando lo sguardo preoccupato del biondo e sentendo le proprie guance scaldarsi per l’imbarazzo.
‘’Nessuno se non fosse che avrà almeno dieci anni più di te ed è lo zio di Mikasa.''

[Eren/Levi] [Accenni alla JeanxMikasa]
Era da più di un mese ormai che Levi era partito per quello stupido viaggio di lavoro a Bruxelles.
...
Jean gli aveva proposto di coinvolgere il suo compagno in una video-chiamata a luci rosse. Inizialmente al castano parve una cosa da maniaci disperati e scartò subito l'idea. Ora invece gli sembrava la sua ultima spiaggia: forse era anche lui un maniaco disperato. Non poteva certamente far credere a Levi una cosa del genere, doveva suggerirgli l'idea indirettamente e vedere la sua reazione.

Dal testo:
- Questo schifo di mondo è come un enorme castello di vetro e noi siamo solo due piccole insignificanti crepe che quasi nessuno noterà. Ma tu l'hai fatto, Eren, tu mi hai visto, visto per davvero, e io ho visto te. Ci siamo trovati. E forse due crepe messe insieme possono far crollare l'intero castello.
Eren si trasferisce a Trost dopo che una tragedia distrugge completamente la sua vita. Lì incontrerà Levi, un uomo tormentato dal passato, dai ricordi, dai demoni che non hanno intenzione di lasciarlo in pace. Gli occhi limpidi e verdi di Eren lo colpiranno nel fondo, fin dentro l'anima.
[Ereri/Riren]

Tutta quell’innocenza lo infastidiva, lo frustrava, lo mandava fuori di testa. Lo faceva sentire cattivo, tiranno, desideroso di distruggere quello stupido e illusorio bagliore di speranza, quella soffocata richiesta d’aiuto, quel dolore misto a fiducia, come se si fosse aspettato una mano ad aiutarlo a risollevarsi in piedi, un sorriso di conforto, delle parole di consolazione.
[...]
Senza saperlo, la sua vita era diventata incredibilmente più emozionante da quando un semplice ragazzino era inciampato ai suoi piedi.
[Ereri]

La morte di sua madre non l’ha superata. Bene supererà la propria, e in maniera eccelsa anche dal momento che sarà troppo occupato ad essere cadavere per preoccuparsene.
Finisce il suo caffè e se ne torna nel letto completamente sfinito. Prende il telefono e scorre velocemente i pochi nomi in rubrica.
Se non con il suo psicoanalista, cercherà qualcun altro con cui passare l’ultimo giorno della sua esistenza.

Eren Jaeger, adolescente sociopatico e noto amante dei videogiochi, si ritrova a fare i conti con un'irritante e costante sensazione che lo porta a reagire sempre più impulsivamente a qualsiasi esperienza quotidiana. Ignaro di ciò che realmente sta accadendo nella sua vita, si convince che la causa di tutto quel nervosismo scaturisca da un particolare gioco di Simulazione che aveva scoperto poche settimane prima, senza neanche immaginare che il vero gioco sarebbe iniziato a breve e che il suo avversario avesse già un grande vantaggio su di lui.
"A differenza di tutti gli altri, ti ritroverai a desiderare che il tuo senpai non ti abbia mai notato".
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Yandere!Senpai!Levi x Kouhai!Eren

Questa storia parla di Naruto Uzumaki un giovane giornalista squattrinato di soli 24 anni, troppo preso dal lavoro per badare seriamente alla sua vita sentimentale, sempre alla perenne ricerca di un articolo che lo porti alla fama e al rispetto che merita, fidanzato con Hinata Hyuga una giovane ragazza di ricca famiglia, schiacciata dalle responsabilità addossate dal freddo padre nonché capo di numerose industrie e dal cugino invidioso del suo futuro successo lavorativo, l'unica persona che l'affianca tutto il giorno rivolgendole parole gentili e sorrisi incoraggianti è il suo autista privato, portatore di tranquillità ma anche di parecchio disagio.
Ma parla anche di Sasuke Uchiha, un poliziotto introverso e poco socievole che si imbatterà in un caso più grosso di lui.
Un incontro voluto dal destino finirà per incasinare ulteriormente la pacifica vita del povero Naruto, portandolo a dubitare di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato, finendo per farlo scegliere tra la morale e il dovere, tra la fama e la solita routine.
Tra nuovi incontri e scelte dolorose riuscirà il nostro biondino a uscirne illeso?
Tutto questo e molto altro sarà raccontato in questa storia che parla di amore, amicizia, fiducia e soprattutto di morale

"Sei sempre stato il miglior amico che una persona possa desiderare. Mi spronavi, mi incoraggiavi e mi sostenevi, mi dicevi che potevo farcela, che andava tutto bene … che sarebbe andato tutto bene, e poi mi offrivi la tua spalla su cui piangere, mi offrivi le tue braccia quando da sola non ce la facevo a sostenere il mio mondo. Sapevi di non poter portare il peso al mio posto, già avevi il tuo, eppure mi aiutavi a renderlo più leggero. Era vitale per me assistere al sorgere del tuo sorriso la mattina, e ascoltare le tue parole e starti accanto. Spesso davo per scontata la tua presenza, troppo spesso. Mai una volta mi era passato per la testa che tu volessi essere di più per me. Il mio stupido cuore da ragazzina era ancorato all’amore di un altrettanto stupido ragazzino che mi ha portato via da te."