DAL TESTO:
I nostri corpi si toccarono di nuovo, sembrava come se eravamo nati per fare questo. Le nostre labbra si mischiarono, insieme alle nostre lingue. I nostri respiri. Harry mi prese il sedere e mi alzò facendo incrociare le mie gambe al suo bacino, portando mi al piano di sopra e mettendomi su letto.
-Harry, no ti prego- dissi piano
-Piccola non voglio farti del male- disse sorridendo
-Io non l’ho mai fatto, e ancora non mi sento pronta- dissi piano.
Ecco adesso se ne sarebbe andato come Federico urlandomi che sono una santarellina del cazzo. Perfetto Emily fuori un altro. Stai facendo progressi.
-Non ti preoccupare Emily, non lo faremo se tu non sei sicura, voglio solo fare un’altra cosa, me lo permetti?- disse guardandomi.
Me lo aveva chiesto sul serio? Aveva davvero detto che non faceva niente se non lo volevo fare ora? Era davvero sicuro di aspettarmi? Mi chiesi mille volte. Come potevo dire di no a una proposta cosi gentile?
-Va bene, ma qualunque cosa tu faccia fai piano- dissi sorridendo appena.
-te lo prometto, dimmi se ti faccio male- disse baciandomi piano, come se volesse mettermi a mio agio, e ci riuscì.

Mi svegliai in una camera non mia. E solo allora mi ricordai: la freccetta, la corsa, la porta e le sue mani con lo straccio di cloroformo. Lui. Harry.
Che diamine stava accadendo?

-Capitolo otto.
La sua bocca scorreva sul mio collo, fino alla clavicola e ritornava su, lasciando scie di saliva, finché non iniziò ad usare i denti. Morsicava ogni singola parte del mio collo, lasciando segni rossi.
Quando cercai di divincolarmi, posò una mano dietro alla mia testa e strinse leggermente i capelli, «Buona.» sussurrò beffardo.
E riprese il suo lavoro torturatore, non connettevo più dal dolore, la parte destra del collo esigeva dell’acqua fresca per disinfettare quei morsi, alcuni dei quali erano stati marcati una seconda volta dal tocco di Harry.
Dopo un po’, quando il mio cuore stava scoppiando e le mie gambe non mi reggevano più, Harry riniziò con la sua scia di saliva, succhiando via dei rivoli di sangue.
Respiravo affannosamente, piena di paura.
Si staccò e mi sorrise, successivamente si riavvicinò. Spostai il capo di lato, e lo sentii ridere di scherno, «So che mi vorrai.»
Completa.

‘’Piccoletta, mi hanno detto che ieri ci hai dato dentro. Quand’è che mi farai esplorare il tuo letto?’’ Disse con malizia quel montato di un Malik.
‘’E tu dimmi … Quand’è che farai funzionare come si deve quel criceto in prognosi riservata che hai in quella testa di cazzo?’’ Dissi io più dolce che mai.

-A te piace vedermi bruciare.
[IN REVISIONE]

Tratto dal primo capitolo:
Cominciai a piangere rumorosamente, non m'importava dare spettacolo, tutto ciò che stava accadendo mi stava dannatamente facendo male, mi appoggiai una mano davanti alla bocca quando il ragazzo gli diede il colpo di grazia, per poi distogliere lo sguardo da Taylor, a me. La sua mascella era contratta, gli occhi inespressivi ed era paonazzo in viso, si alzò dal corpo di Taylor per poi avvicinarsi a me, cercò di toccarmi il viso, ma mi allontanai immediatamente. I suoi lineamente si addolcirono, i suoi occhi, un attimo prima inespressivi adesso erano carichi di preoccupazione.
''Non voglio farti del male, Selene.'' mi sussurrò dolcemente.
A quel punto capì e misi a fuoco. Lo riconobbi, era lui. Occhi color cioccolato, sorriso smagliante, barbetta favolosa, Zayn.
Zayn Malik.
''Andiamo, ti porto fuori di qui.'' Intrecciò la sua mano nella mia, in un attimo mi strascinò fuori da quella casa che per me stasera sarebbe diventata il mio più grande incubo.

tratto dal 2 capitolo:
siete delle femmine?!?-disse il ragazzo davanti a me cercando di non ridere.
e allora???-risposi io a tono.
niente è solo che non vi crediamo è impossibile che siete voi la banda più temuta di londra-disse per poi ridere.
ah veramente allora ve lo dimostreremo-disse anto legandosi i suoi capelli rossi.
da quel momento inizio una guerra,una guerra di ballo.

I suoi passi pesanti sul suolo mi facevano rabbrividire.
Ero li rannicchiata a terra contro il muro in lacrime.
Era li,ancora una volta.
I passi si facevano sempre più vicini,sussultai quando la maniglia si abbasso,la porta si spalancò e mi guardò ancora con i suoi occhi scuri e cupi "Ti sono mancato?"