Tratto dal 2° capitolo.
Odiava tutta la mia Casa, eppure con me era sempre gentile, un vero e proprio galantuomo. È arrivato al punto di aprirmi le porte qualche volta, di prestarmi i suoi appunti, di mandarmi un fascio di rose per ogni compleanno. [...]
Nonostante tutta quella cordialità, che talvolta sconfinava persino nella galanteria, Scorpius è sempre stato freddo e distante con me. Soltanto quando siamo diventati Prefetti si è sciolto un po', arrivando persino a sorridermi qualche rara volta.
Eppure, in tutti quegli anni, non c'è stata una volta in cui io abbia desiderato che lui fosse qualcosa di più di un... amico? Ma non eravamo amici, eravamo conoscenti, e lui era semplicemente molto educato e molto ricco, e forse mandava un fascio di rose anche alle sue domestiche.
È cambiato tutto quando l'ho visto piangere, senza immaginare perché, senza sapere cosa fare, senza capire per quale motivo anch'io stessi andando in pezzi. E lui, che avrebbe potuto finalmente tendermi la mano dell'amicizia, mi ha scacciato con parole gocciolanti veleno.
E, come ciliegina su questa torta di fiele, stamattina credo stesse per baciarmi. O forse no.
Storia in revisione.

- Cosa ci fa Draco Malfoy in mezzo a dei Grifondoro? - chiese Ginny
- Sfregiato, Donnola, Piattola… Granger. Sono venuto a dire al Trio dei Miracoli +1 che lo sfregiato e la Granger sono i nuovi prefetti di Grifondoro. E ora me ne vado perchè, per quanto io desideri vedere Lenticchia che soffoca, non voglio più respirare la vostra stessa aria!
Detto questo se ne andò senza aggiungere parola.
"Da quando Malfoy perde l’occasione di insultarmi? Due volte?
Non che mi dispiace che mi chiami per cognome ma è strano… troppo strano."

Hermione Jean Granger non aveva mai scommesso nulla in vita sua.
Cosa accadrebbe se fosse costretta a scommettere se stessa?
E se si ritrovasse nelle mani di Draco Malfoy per un mese intero? Come potrebbe resistere al suo fascino da bello e dannato?
Dal testo:
«Malfoy non fare il bambino viziato!», esclamai, mentre allontanavo la sua mano dal mio volto che per tutto quel tempo era stata sul mio mento.
«Sfortunatamente è proprio ciò che sono. Allora scommetti che riesco a zittirti senza l’uso della magia?», mormorò con un sorrisino strafottente.
Mi torturai con le mani una ciocca di capelli, prima di annuire appena: «D’accordo, Malfoy»
«Cosa vuoi scommettere?», chiese.
«C-cosa voglio...?»
«Sì, Granger, cosa vuoi scommettere?», ripeté, ghignando.
«I-io... non lo so!», ammisi, sconvolta.
Era la conversazione più stramba e ridicola che avessi mai sostenuto.
Lo vidi sbuffare: «Ci sono varie cose che si possono scommettere, soldi, oggetti, te stessa...»
«M-me stessa?», domandai leggermente terrorizzata.
«Non hai mai scommesso nulla in vita tua, Granger?»

La storia si svolge al settimo anno del Golden Trio, segue gli eventi scritti da J.K. Rowling, che rimangono invariati, tranne la morte di Severus Piton.
La guerra è finita, Lord Voldemort è morto, Harry Potter l'ha sconfitto, Severus Piton è inspiegabilmente sopravvissuto all'attacco di Nagini e dopo un periodo di riabilitazione, decide di riprendere ad Hogwarts la sua vecchia cattedra di Pozioni.
Dal primo capitolo:
Il rumore di vetri frantumati la riportò alla realtà, Piton la fissava interdetto, solo allora si accorse, di essere stata lei, a far cadere la boccetta contenente un ingrediente.
Accidenti...
“Granger, sei distratta quest'oggi.”
Come se nessuno se ne fosse accorto!
Urlò la riccia tra se e se, facendo un respiro profondo, per cercare di tornare in se, per quanto le era possibile.
Piton sembrò accorgersi che qualcosa non andava, ma la giovane Grifondoro fece finta di niente, armeggiando con il tappo di una boccetta, che le scivolò di mano, spargendo il liquido argenteo sul banco.
“Forse una bella punizione le rinfrescherà le idee. Questa sera, alle otto in punto nel mio ufficio.”
Hermione annuì, maledicendosi mentalmente per la sua sbadataggine di quella mattina.

I grandi occhi scuri guardavano oltre la finestra di casa sua, dandogli le spalle: non voleva che sapesse che stava piangendo.
«Hermione, sei troppo intelligente per non comprendere la gravità della situazione.»
Oh, ma lei comprendeva benissimo. Era proprio quello il problema: avrebbe desiderato rimanere all’oscuro, non sapere, non sentire niente del genere. Avrebbe preferito strapparsi occhi e orecchie pur di non ascoltare quella che non era altro che un’orribile verità.
Il Sole stava per tramontare: l’arancio e il rosso brillavano nel giardino, mutandone i colori. Quante volte era rimasta lì ad ammirare quel momento con lui?
Tante. Troppe per potere rispondere alla domanda di Ron.
«Mi spiace, Ron. Io non so niente.»
Un sospiro dietro di lei le lasciò intendere che non le credeva. «Va bene.» Si avvicinò e le posò un bacio sulla guancia, indugiando qualche secondo. «Non permettergli di farti del male.»
E poi, lentamente, uscì dalla stanza ed Hermione, tristemente sola, poté dar sfogo al suo dolore scoppiando in un sonoro pianto di disperazione.

Hermione Granger e la figlioletta di tre anni, Rose, devono ricominciare daccapo. Dopo la separazione da Ronald, ora un famoso giocatore di Quidditch, quella che è stata la strega più brillante di Hogwarts decide, contro ogni previsione, di accettare il lavoro offertole da Draco Malfoy, nonostante il loro non sia un passato dei più rosei.
Draco è vedovo, Astoria è morta prematuramente e in circostanze abbastanza misteriose, ed è padre di un silenzioso bambino di nome Scorpius.
Una delle clausole contrattuali prevede che Hermione soggiorni a Malfoy Manor. Ma la convivenza fra quella che un tempo veniva malignamente apostrofata "Mezzosangue" e un redento Mangiamorte potrà funzionare?
E quali misteri si celano dietro la morte di Astoria? E i misteri accarezzano soltanto la vita di Draco? Che sia il ricordo la chiave di tutto?

Hermione dalla porta della stanza si voltò verso il grande letto matrimoniale. Stava tremando sotto shock, pallidissima gettò un ultimo sguardo a quel incredibile spettacolo e poi fuggì via semivestita ed in lacrime.
Harry Potter nudo ed assonnato tentò di richiamarla, Blaise svegliato dal trambusto si sollevò a sedere confuso, Draco stava già scendendo dal letto. Petto tonico, glutei sodi, attrasse, splendido nella sua nudità, l’attenzione degli altri due uomini, che non poterono fare a meno di pensare che Draco fosse un bel bocconcino. Ma lui con sguardo disgustato disse – non pensateci nemmeno…-
Poi si rivestì ed in fretta e furia uscì.
Blaise confuso fissò il suo ragazzo dall’aria sconvolta – ma cosa è successo? –
- Non lo so, davvero non lo so…- Rispose Harry pallidissimo – ma mi viene da vomitare….-

Cosa succederebbe se Blaine e Chandler si incontrassero?
Cosa succederebbe se il passato tornasse?
La storia comincia dal capitolo 4. I primi tre sono più un prologo.
Dal testo, capitolo 4:
Infondo non poteva essere così difficile ricominciare a far finta che fosse tutto a posto, no? Lui doveva essere un' attore di teatro, di Broadway doveva per forza essere bravo...
Aveva solo poche ore per mettere la sua "faccia da copertura" e nessuno doveva scoprirlo. E nessuno lo avrebbe scoperto finché non ci fosse stato suo padre, ne era sicuro.
*
Capitoli:
1. Sorpresa
2. Cravatta per uccidere, amore per morire
3. Mamma!
4. Fingere
5. Ritorno alla normalità (quasi)
6. Litigare
7. La Rivincita
8. Panico
9. Zia Emily
10. Ricordi
11. Un inizio burrascoso - Parte Uno
12. Un inizio burrascoso - Parte Due
13. Invasione in casa Anderson - Parte Uno
14. Invasione in casa Anderson - Parte Due
15. Il ritorno dei ricordi
16. Me la data lo scoiattolo
17. Scoppiare
18. Correre
19. Incubi
20. Notte Insonne
21. Il ballo
22. La fine della Scuola
23. Hollywood, Arriviamo!
24. Tatuaggi
25. Fine?

Kurt Hummel è un ragazzo molto particolare, di quelli che forse incontri una sola volta nella vita. E’ fiero di sé stesso ma mai spavaldo, pungente ma mai arrogante, e tremendamente impacciato nelle questioni di cuore.
Kurt Hummel è un ragazzo speciale, così speciale che difficilmente potresti trovare un altro come lui… ma quando Blaine, solista dei Warblers della Dalton Academy, incrocia il suo sguardo in un negozio di dischi, non sa che dentro quegli occhi azzurri si nasconde una bugia.
"E intanto Kurt sentiva il suo profumo, e il cuore di Blaine che batteva proprio sotto il suo orecchio, che sembrava chiamarlo e ipnotizzarlo.
Come se battesse per lui.
Cercò di ignorarlo, perché un cuore, un organo fatto di tessuti, carne, vene e sangue, non batte per nessuno se non per il corpo a cui appartiene. Non batte per nessun motivo, se non per assicurare la vita a colui che lo possiede.
Eppure quel battito regolare, più accelerato a tratti – che strano, sembrava più veloce proprio quando Blaine inspirava tra i suoi capelli – alle sue orecchie non appariva meccanico e ripetitivo. A lui sembrava musica."