Harry è un maestro nel mettersi in situazioni imbarazzanti...
Mosso dalla proverbiale curiosità dei Grifondoro, che milioni di volte lo aveva cacciato in guai più grandi di lui, ne estrasse una rimanendo a bocca aperta. Era una foto di Draco, evidentemente sviluppata alla babbana visto che non si muoveva, dove il protagonista era... completamente NUDO...

Harry Potter è stato colpito, in ritardo, da un colpo di fulmine.
Harry neanche stava ascoltando cosa il piccolo stesse dicendo, – «Draco! Dov'eri! Stavo piangendo!» –, troppo occupato a rendersi conto di quanto fosse bello Draco Malfoy quel giorno. Era sereno, come non lo aveva mai visto, come se finalmente si fosse lasciato alle spalle i segni delle sue scelte sbagliate, ed Harry...
Harry fece la cosa più stupida che potesse fare.

Dal testo:
Biondo.
Occhi grigio-verdi.
Sorriso famelico che ti scioglie solo a guardarlo.
Stronzo.
Tanto stronzo.
Questo é Scorpius Hyperion Malfoy, ed io, Albus Severus Potter, sono fottutamente innamorato di lui.
Maledetto sia il giorno in cui l'ho visto per la prima volta.

Dal testo: Questa mattina mi trovo nella stazione di Epsom, la ridente cittadina dove vivo, ad attendere il treno per Londra, e non ho ancora bevuto il mio quinto caffé.
Quell'idiota di mio padre ha pensato di farmi avere un colloquio di lavoro per l'azienda che si occupa di Runway, la rivista di moda più cool del momento.

Harry è stanco della situazione particolare che ha con Draco. Stanno insieme? Draco dice di no, ma ogni Venerdì sera puntualmente si ritrovano a letto insieme. E se Harry volesse di più? Semplice. Perché non provare ad andare ad un appuntamento con qualcun altro?
«Com'è che ripeti sempre? Draco, noi non stiamo insieme.» Mentre lo diceva, aveva un nodo nello stomaco, che si strinse quando lo vide avvicinarsi di nuovo, stavolta però con lentezza. Gli facevano quasi male i muscoli, che si tendevano verso di lui per accoglierlo e fargli fare tutto quello che voleva, ma cercò di non demordere. Non ancora, almeno! «Draco, no...»
«Sto pensando, Potter.»
«Con la mano dentro i miei pantaloni?!»

Severus Piton era un uomo incapace d’amare.
Harry Potter era un bambino indegno d’amore.
Uno scoppio di magia involontaria particolarmente violento.
Un Preside che bussa sempre prima di entrare ma non chiede il permesso di stravolgerti la vita.
Una porta che si spalanca, un vento di nuove, non gradite responsabilità, dalle sfumature verdi.
"Quegli occhi. Gli occhi della mia Lily nel volto di quel cane di Potter; Un oltraggio!"
Ma cosa nascondono davvero quelle iridi così.. spente?
Quella è la storia di due solitudini e del loro difficile viaggio alla scoperta del tesoro più grande di tutti..
L’Amore.
"Continuavo a ripetermi che eri solo il figlio di Potter. Ed ho provato ad ignorare i tuoi occhi che gridavano il contrario. Maledizione, ci ho provato davvero! Ma poi, ti ho guardato. Non so per quale dannatissimo, assurdo motivo, ma l'ho fatto."

Gran Bretagna, Hogsmeade, 2 Maggio 1998. Il momento in cui Voldemort cadde. Il momento in cui Harry Potter scomparve.
Gran Bretagna, Hogsmeade, 2 Maggio 1998. Voldemort regna sul Mondo Magico come Re Oscuro, ma appare dal nulla un ragazzo che dice di chiamarsi Harry Potter…

Un antico incantesimo, un dono da fare una volta nella vita: la possibilità di mostrare al mondo intero cosa si cela dentro una persona, facendo in modo che l'aspetto esteriore si sposi con quello interiore.
Severus riceve quel dono e, da quella notte, la sua vita, specie quella sessuale, non è più la stessa...

Voldemort se n'è andato. O, meglio, è stato ucciso dal Golden Trio. Un giovane Serpeverde è stato liberato dalla sua prigionia e ora non vede l'ora di continuare a vivere la sua vita da Mago nel modo più normale possibile. Un giovane Grifondoro, invece, non è cambiato affatto: feste, sesso, scuola, sesso, divertimento, sesso, Fuochi d'Artificio Filibuster, sesso ... nulla è cambiato nella sua vita.
L'attenzione di Harry James Potter, però, viene catturata da una testa bionda, un petto poderoso, un ghigno sprezzante e un bel paio di chiappe sode.
Forse questa ossessione per il giovane erede dei Malfoy è uno scherzo del destino, ma a Harry non importa ... perché nella sua vita multicolore Harry non ha mai visto o toccato niente di più peccaminoso e invitante di Draco Lucius Malfoy.

La guerra era finita da un pezzo, e la ripresa era stata un po’ difficile. Ma alla fine, ogni cosa era tornata al suo posto. Dove ognuno, aveva cercato di trovare una propria tranquillità.
Quindi, lui e Malfoy, quasi di comune accordo avevano provato ad appianare le divergenze.
In fin dei conti, si erano salvati a vicenda durante la guerra.
Il tempo che passavano insieme, stupiva ancora gli altri studenti. Come se si aspettassero, una qualche ricaduta del biondo. Od il momento, cui Harry l’avrebbe mandato a fanculo.
Perché lui era sempre buono e caro, ma quando qualcuno superava certi limiti anche lui non resisteva più.
Ed era successo quello, durante il pomeriggio. Avevano litigato furiosamente.
Perché dobbiamo litigare così? Pensiero fisso, mentre varcava la soglia dei sotterranei.
[...]
- Non hai dubitato di me, quel giorno al Manor. – sbatté le palpebre, ricacciando le lacrime che cercavano di uscire. – Sapevi che non ti avrei riconosciuto, e ti sei fatto catturare lo stesso. E solo per sapere che io, fossi vivo. Quindi, non dubitare di me adesso. Non quando ti dico che ti amo. –
[...]

La prima volta fu un incidente. La seconda furono costretti. La terza avvenne, ma non proprio. La quarta fu una sorpresa, ma non veramente. La quinta fu un andare oltre. La sesta l'inizio di molto altro.

Per quanto Harry detesti le lezioni di Pozioni, certi incidenti innescano reazioni a catena dai risvolti imprevedibili.
Prima classificata al contest 3 - il numero perfetto

"Riabbraccerò mai il mio bambino?" questa è la domanda che Harry Potter si sente ripetere ormai da anni da una fragile Narcissa Malfoy che vede in lui la sua ultima speranza di ritrovare Draco Malfoy scomparso da due anni.
Ritrovarlo non sarà la soluzione. Solo l'inizio.

«Continua a guardarmi dalla balconata.»
«Continua a guardarmi anche tu, germano. E’ l’unica cosa che ti è concessa.»