Hanamichi guardava Kaede Rukawa, era il suo avversario perfetto. Pieno di talento. Come lui. Un ragazzo. Come lui. Determinato. Come lui. Eppure non riusciva a batterlo e questo lo faceva impazzire. Hanamichi Sakuragi x Kaede Rukawa

«Continua a guardarmi dalla balconata.»
«Continua a guardarmi anche tu, germano. E’ l’unica cosa che ti è concessa.»

Con un ringhio basso, affatto minaccioso, immerse il viso nell’incavo del mio collo.
E cominciò a… leccarlo.
Tremai, tra le sue braccia, mentre la sua bocca succhiava la pelle morbida del mio collo.
Gettai la testa all’indietro, sconvolto dal piacere e dalla beatitudine che scorrevano, come impazziti, nelle mie vene.
Mi aggrappai alle sue spalle con le mani, come se temessi che potesse fuggire e poi le mie dita s’infilarono tra i suoi capelli.
Si, per avvicinare maggiormente il suo volto al mio collo.
Sbuffando sollevò la testa e avvicinò le labbra al mio orecchio.
“Sai di buono… di fiori, direi…”, mormorò, con voce roca.
Ebbi un brivido quando mi sfiorò il lobo con i denti.
E allora me ne accorsi.
Ero eccitato.
E lo era anche lui, a giudicare dalla cosa molesta che premeva contro la mia coscia sinistra.
Si allontanò, veloce, ed io mi coprii con il lenzuolo.
Con il viso caldo, rosso fuoco.
“Che qualcuno mi uccida, ora!”, pigolò Scott, con le mani tra i capelli.
Completamente sconvolto.
Derek si passò la lingua sulle labbra.
Uhm… sexy.
Oh no!
Stiles no, no, no… devi tenere a bada la Lupa che c’è in te!

Dal primo capitolo:
Dopo aver sparso sangue romano, anche se non nella quantità che ciascun gladiatore avrebbe desiderato, Agron aveva ottenuto una ricompensa insperata, aveva finalmente potuto conoscere il nome di quella creatura che oramai non riusciva a levarsi dalla testa.
Nasir.
Un nome indubbiamente – per quel poco che aveva imparato in quell’accozzaglia di gente che abitava il ludus – di origine lontana, siriana, se poteva prestare fede alle parole stesse del ragazzo.

Sequel di Ombre: per capire questa storia è necessario leggere la precedente.
Dal capitolo 50:
Avevo fatto sesso con un uomo vecchio, ma non mi aveva fatto sentire vecchio.
Leddicus.
Avevo fatto sesso con un uomo che mi aveva disprezzato, insultato, picchiato… amato, ma ci avevo fatto all’amore.
Si, all’amore vero.
Agron.
Avevo fatto sesso con un uomo cattivo, ma non mi aveva fatto sentire cattivo.
Karim.
Avevo fatto sesso con un uomo giovane, ma non mi aveva fatto sentire giovane.
Tariq.
Avevo fatto sesso con un uomo che era un pirata, ma non mi aveva fatto sentire libero.
Si, perché le mie OSSA sarebbero rimaste per sempre sepolte in quella terra, che ora mi accingevo ad abbandonare, cullato dal fluttuo delle onde.
Castus.

[Nagron - Nasir POV] C’è stato un tempo in cui Tiberio era l’unico nome che ricordassi di aver mai avuto. Un collare di cuoio nero e un tatuaggio sulla spalla mostravano a tutti quale era il mio posto. Il collare stringeva e lasciava segni che invece lo ricordavano a me, ogni giorno.
Da fanciullo pensavo spesso a cosa si provasse senza indossarlo. Cercavo di immaginare il tocco dell’aria fresca su quel tratto di pelle che non ne ricordava più la sensazione.
Chiudevo gli occhi e inspiravo l’odore di sesso e sudore, ormai famigliari e quasi rassicuranti, tramutandoli con la mente in profumi che ricordavo appena di aver mai sentito. Terra, aria secca e calda, sole... pioggia.

Salve a tutti... Su su non lasciatevi spaventare dal primo capitolo! La storia è completamente Nagron!
Dal capitolo 20:
Quella sera, dopo aver fatto all’amore, mentre aspettavamo che i nostri corpi tornassero a essere due, mi disse: “Ci sono tante cose che già ti ho detto. Che ogni volta che ti vedo il mio cuore trema, già te l’ho detto. Che ogni volta che siamo lontani ti penso ogni secondo, già te l’ho detto. Che senza di te non riesco a respirare, già te l’ho detto. Che sei bellissimo, già te l’ho detto. Che sei una parte di me, già te l’ho detto…”.
[…]
“Ma… ma ti ho mai detto che ti amo?”.
“Uhm… Ehm… Oh…”, boccheggiai, quasi incredulo. “Oh… no… no… non me l’hai mai detto…”.
Sorrise e puntò gli occhi dritti nei miei. “Ti amo”.
Mi girava la testa.
Lo strinsi più forte.
“Mi amerai anche domani?”.
La mia voce era sottile e incerta.
Mi sfiorò gli occhi con la punta delle dita.
Li chiusi.
Mi baciò le palpebre.
Un gesto che amavo.
Mi faceva sentire sicuro e protetto.
“Ti amerò per sempre, Nasir”.

[...] L’Alfa quasi non si era accorto di aver cominciato a camminare in quella direzione, e nemmeno si era accorto che Stiles aveva cominciato a seguirlo,l ’umano aveva visto suo padre in quella figura che si allontanava da tutti, spinto dal desiderio di spiegarsi, di chiedergli scusa per tutti i guai che gli aveva provocato. [...]
Quando le conseguenza di una festa possono cambiare il destino di due persone... [Sterek]

“ Posso sentire da qui l’odore forte e pungente in mezzo alle tue gambe, il tuo giovane corpo ti tradisce e tu non puoi fare nulla per fermarlo, per impedirgli di desiderami con ogni fibra del suo essere, per non reagire al richiamo della mia voce”
“ E’ solo questione di tempo”
Dal terzi capitolo, "Bound"
Non ci fu bisogno di parole, non dei discorsi logorroici del ragazzino e neppure dei monologhi inquietanti del lupo.
Bastò uno sguardo, due iridi d’ambra che incontravano due iridi speculari d’acqua marina creando un legame completamente nuovo e fragile, un piccolo ponte di corda sopra un baratro.

[Agron/Nasir] [Episodio 2x04]
Passarono le ore, interminabili e insopportabili come solo un viaggio disperato può essere, fino a che non comparvero le pendici del Vesuvio. Un sospiro di felicità sfuggì dalle labbra dei quattro, prima di essere smorzato da una stretta alla gola per via di alcune urla. Si stavano avvicinando degli uomini!
Ma tra gli alberi, arrivò Agron.
Il cuore di Nasir cominciò a battere come il siriano non credeva potesse essere possibile e pensò che forse la ferita si era riaperta, perché non si sentiva per niente bene, il corpo era debole e non riusciva a respirare regolarmente. Agron si avvicinò a lui e il calore delle sue mani e il suo sorriso dolce, ebbero il potere di far stare improvvisamente bene Nasir.

E' una STEREK.
« Stasera mi hai salvato la vita. »
Derek si aprì in un sorriso contenuto, che sorprese molto Stiles quando si voltò, che pur non essendo un lupo poteva avvertire lo stesso il suo odore super eccitante, di maschio, misto a sudore e dopobarba, con un qualcosa di selvatico. Chiuse con più vigore gli occhi e deglutì, sentendo la bocca come impastata.
« Seeeenti! Ho salvato il tuo culo da lupo solo per evitarmi gli incubi notturni e un trauma che mi sarei portato dietro tutta la vita che nemmeno i migliori psicologi degli Stati Uniti sarebbero riusciti a cancellarmi dalla mente nel vedere il tuo corpo mutilato e squartato da quel... Kanuma o Kamena, o come accidenti si chiama, ok? E poi... »

"Stiles aveva sofferto per anni la perdita della madre. Anni passati a combattere contro incubi che mozzavano il respiro, a cercare con la mano l’interruttore della luce affinché le ombre sparissero e a rifugiarsi nel lettone del padre, quando non era in grado di affrontarle da solo. Non si immaginava nemmeno la disperazione dovuta alla perdita di così tante persone care in maniera così crudele e brutale e per una causa così stupida come il terrore della diversità.
Non si era mai soffermato a riflettere sul fatto che, anche il licantropo che gli faceva così tanta paura, poteva avere un lato umano e fragile. Un lato che non permetteva a nessuno di vedere… esattamente come faceva lui, d'altronde."
Stiles viene rapito dagli alpha, ma, quando si sveglia nell'ospedale di Beacon Hills, non ha alcun ricordo di ciò che è successo durante il sequestro. Ciò lo porta a lavorare a stretto contatto con Derek che sembra intenzionato ad aiutarlo nel recuperare la memoria, tuttavia, entrambi non hanno calcolato le complicazioni collaterali, ovvero le macabre allucinazioni che l'umano sembra avere all'improvviso e un'attrazione reciproca che non sanno come gestire.
[Sterek, ovviamente]

Sterek
Stiles aveva un problema.
E il nome di questo problema rispondeva a quello di Derek Hale.
Un affascinante, ipnotico, illegalmente attraente Derek Hale.
Ma anche Derek Hale a dirla tutta aveva un problema.
E per gli strani scherzi del destino il suo problema rispondeva proprio al nome di Stiles.
Un logorroico, inopportuno, petulante e invadente Stiles.
Quello di cui era certo è che dovesse parlare con Stiles per sistemare le cose.
Pessima idea. Come avrebbe scoperto poi.

dal testo:
“Ti amo” mormorò poi il più grande, Stiles rimase senza parole e con il respiro che pian piano tronava normale e il rossore sulle guance che pian piano spariva, sorrise al lupo e dopo un dolce bacio a stampo un ‘ti amo anch’io’ uscì dalle labbra del minore, non si sarebbero amati per sempre-certo che no- ma in quel momento avevano bisogno l’uno dell’altro come l’aria e non si sarebbero allontanati per nulla al mondo
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Sterek,what else?