Chi sapeva che un viaggio a Stratford avrebbe potuto rovinare la mia intera vita?
Mio fratello mi aveva avvertito di stare alla larga, ma perchè avrei dovuto ascoltarlo dopo tutto quello che mi ha fatto passare?
Chi sapeva che sarei diventata il bersaglio di un omicidio dopo il suo errore?
Lezione imparata. E' fondamentale seguire i consigli delle persone che ti amano e si preoccupano di te più di tutto. Soprattutto se sono le uniche a essere rimaste nella tua vita.
Mantenere la guardia alta, pensare in fretta e, soprattutto, mai fidarsi di qualcuno.
Non importa quanto fortemente questa persona si innamori di te.

Elena ha sposato un uomo, ma non è mai riuscita a dimenticarne il fratello.
Il rimorso, la passione, la vergogna, la famiglia.
"Sophie è irrequieta, come la parte dorata di me, come il cuore indomabile di suo zio, come le giornate di maggio che passavo a far l'amore con Damon mentre Stefan studiava al piano di sotto, il mio fidanzato che ripeteva astruse formule matematiche e io che miagolavo accarezzata dalla bocca di suo fratello"

TRATTO DA UN CAPITOLO
«Justin, io…»
«Non dirmi di fermarmi.» La guardò. Aveva i seni bagnati dalla sua saliva, i capezzoli infiammati dalle sue attenzioni. Il ventre fremeva. Le labbra gonfie si schiusero, liberando sospiri affannosi. Incrociò il suo sguardo e i suoi occhi si fecero più intensi. Lui aspettò. Passò un secondo lungo come un secolo.
«Non smettere.»
Gli prese la testa e lo baciò. Lui depredò la sua bocca come un prigioniero a cui è stato concesso l’ultimo assaggio di libertà. Si sentì sprofondare negli abissi del suo corpo, finché…
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VI DIRO', E' UN ROMANZO MOLTO BREVE, MA E' CARINO, VERAMENTE CARINO.
SPERO VIVAMENTE CHE VI PIACCIA.

Lei è vergine,lui no.
Lei è innocente,lui colpevole.
Lei è una brava studentessa alla New York University,lui è un cattivo ragazzo di strada.
Lei è Elena,lui è Justin.
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Con la mano libera, Justin superò la mia spalla e girò la pagina successiva.
In questa immagine ero ancora sdraiata nuda sul suo letto,
ma questa volta la testa scura di Justin era sepolta tra le mie cosce.
Le mie mani stringevano i suoi capelli e la mia faccia mostrava chiaramente
il piacere che provavo.
Girò di nuovo la pagina e questo disegno mi mostrò seduta sul bancone della cucina,
le gambe avvolte intorno Justin mentre spingeva dentro di me.
Nella foto successiva Justin mi stava prendendo da dietro,
baciandomi il collo mentre la sua mano afferrava il mio seno.
[...]
Si muoveva lentamente, più vicino ad ogni parola che
sussurrava, chiudendo la distanza tra noi.
"Ho bisogno di vedere il colore esatto della tua pelle arrossata
di passione mentre fai sesso con me."
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ATTENZIONE LA STORIA E' UNA FEDELE TRADUZIONE DELL'ORIGINALE.

Tanto sapevo come sarebbe andata a finire.
Io mi sarei innamorata di lui,mi avrebbe portata a letto e il mattino dopo mi avrebbe liquidata come si fa con una puttanella.
Sì,Rachel,te li scegli proprio bene i ragazzi!

«Sono i tuoi?» chiesi curiosa.
«Esatto.»
Mi voltai verso di lui quasi di scatto, fissando i miei occhi nocciola nei suoi azzurri «Adesso capisco da dove proviene tutta questa bellezza, allora».
Nient'altro da dire, entrate e leggete.
Baci, Marzia.

“Ehi”, dio. Perfino il saluto che le aveva rivolto era così scontato e smielato; un “ehi” mormorato sul collo, con quella maledetta voce roca e sensuale mentre, dopo averla fatta girare, le carezzava una guancia con la mano grande e calda.
“Ehi”, e subito si maledisse per aver imitato il suo tono dolce, “non mi ero accorta che fossi arrivato. La mancanza di urla e svenimenti mi ha tratto in inganno, scusa”, le dita che giocano con l’orlo della sua t-shirt, accarezzandogli leggermente collo e clavicole, e lo sguardo fisso su di esse, mentre lui le avvolgeva le braccia intorno ai fianchi e se la tirava più vicino.
(Rosso. Rosso. Het)

-Niente.. Pensavo..- Mento
-A cosa?-
-A noi due da piccoli.. A quando ci siamo conosciuti e tu mi hai investito con la bicicletta, a quando cadendo dall'altalena mi sono sbucciata il ginocchio e tu, per farmi smettere di piangere, ti sei buttato per terra per far sanguinare anche il tuo, a tutto il tempo che passavamo insieme, al fatto che mi dicevi tutto, ti conoscevo meglio io di tua madre, alle serate abbracciati davanti ad un film... Semplicemente pensavo, riccio.. A tutto. A quante cose sono cambiate, a quanto SEI cambiato.-

Lui era Niall Horan,lo sciupa cuori del Mullingar.
Lei era Hannah Smith,il topo di biblioteca.

La causa di tutte queste prese in giro? Era ciccione, chiatto o qualsiasi termine simile. Eppure Zayn quando si guardava allo specchio vedeva solo qualche chilo di troppo, non era obeso e non aveva lardo che gli uscisse dalla maglia. Era solo più robusto rispetto agli altri.
***
Le diede le spalle e correndo uscì da quella scuola, lontano da tutti, lontano da Spencer Evans, lontano da Niall che lo guardava con compassione. Lontano da quell’istituto. Istituto in cui non mise mai più piede.
**
Scappò per ritornare più forte di prima.

-Cazzo non mi aspettavo diventassi così...- disse il riccio sorpreso.
-Così come Styles?- lo guardò lei incuriosita
-Così dannatamente sexy.- rispose un ragazzo dal fondo del locale.

- Riuscii a liberarmi della stretta e mi girai a guardare Harry. Incrociare i suoi occhi mi provocò il voltastomaco.
«Non… Meg, non è come…».
Lo interruppi con una risata isterica.
«Non è come sembra?! Nei film suona decisamente meglio! Beh, però lei ti ha costretto ad incontrarla, magari».
«Sì, beh…».
«Ti ha puntato contro una pistola e sei stato obbligato a ficcarle la lingua in gola, non è vero? E tu non avresti mai voluto, ma hai dovuto, non è vero, povero Harry? E io sono una cogliona, non è vero?» sbottai, battendo un piede a terra e sopprimendo la voglia di prenderlo a pugni.

Dal settimo capitolo:
"Un momento. Il vostro sguardo si incrocia e tu ridi, continui a ridere e cerchi di comunicare con lei mentre l’altro presentatore pone una domanda a Louis.
Un amore. Azzardato come quello che provavo io per te, ma sono appena due giorni che abbiamo passato il nostro primo “anniversario”, come puoi essere così meschino?
Un sogno. Sto forse vivendo un sogno? No, questo non è un sogno… è un maledetto incubo dove io sono la vittima e tu il carnefice. Lei è il tuo complice e credimi, è bravissima a recitare quella fottuta parte.
Ad alta voce. E’ l’unica cosa che ti manca, perché lo vedo che lo stai comunicando con i gesti. Cristo ma non hai una dignità? Io sono qui, davanti allo schermo della televisione e tu stai spudoratamente flirtando con quella donna!
Un bacio. Devo considerarlo sincero il bacio che mi hai dato stamattina prima di andare a prepararti per andare agli studi del programma?"

«Louis è il padre del mio bambino» dissi sottovoce con tono piatto. Mio cugino spalancò gli occhi appena sentì quelle parole e si alzò dal letto di scatto, squadrandomi.
«Chi è quella testa di cazzo?» gridò sottovoce per non farsi sentire, né da Nathan né da Anne e gli altri. Io annuii abbassando lo sguardo. Harry si abbassò verso di me e mi mise le mani sulle spalle «Dimmi che stai scherzando! Lui non può essere il padre di Nathan!»
«Secondo te non ricordo con chi ho fatto sesso, Harry? E’ lui, Louis Tomlinson. Mi piaceva, molto temo fa, peccato che lui mi abbia solo usata! Veniva al mio stesso liceo a Doncaster, e ora non ci credo che sia qui, dall’altra parte della casa. Guarda un po’ tu che coincidenza!» chiarii mentre altre lacrime di rabbia scendevano sul mio volto.

AVVERTO GIÀ IN PARTENZA: è spinta, quindi se non vi va, non aprite neanche.
Baci, Marzia.