Oh Dio.
Mi sento svuotata.
Ci sono così tante cose che si sono successe, così tanti sentimenti che si sono susseguiti e una tonnellata talmente turbolenta di pensieri che non so da dove iniziare.
Dunque, ecco: complimenti. Wow. Ogni volta ti superi.
Ok, magari in questo capitolo e in quello precedente ci sono dei pretesti facili da intuire, ma hai conquistato con il suicidio un nuovo fronte drammatico e l'hai raccontato in una maniera solenne, con il gusto di esplorarlo nei minimi dettagli... Ti giuro, ho continuato a sdoppiarmi tra colei che leggeva e colei che era trascinata, nolente, nella vasca insieme ad Izaya. Travolgente e prosciugante.
Partiamo dall'inzio: quel bastardo deve morire male.
Passiamo oltre...
No, scherzo, purtroppo - perché mi sono interrogata sul perché Izaya, anzi, il Re Izaya, non fosse riuscito a prevedere il piano di quel pezzo di mer-, cioè!, del suo ex assistente sociale. Come se si fosse lasciato raggirare con troppa facilità.
Eppure effettivamente ha un suo perché. Dopotutto è l'ultima(?) persona rimasta ad averlo schiacciato prima che lui diventasse chi è ora, e in un certo senso ci sta che di fronte ai demoni del nostro passato restiamo sempre inermi, bambini.
Ora, o donna, sai che scrivendo frasi del genere:
"Se solo avesse saputo… Avrebbe potuto risparmiare di certo un sacco di sofferenza sia a lui che al compagno, il quale, tra l’altro, si trovava nemmeno ad un chilometro di distanza, salvo. "
... posso citarti in giudizio per volontaria rottura del cuore. Sul serio. Avevo (ma che dico? HO TUTT'ORA) un groppo alla gola così grosso che sono stata a fissare il muro catatonica per minuti interi prima di continuare nella lettura.
(Mi ricorda una scena in Orpheus, di Riyoko Ikeda, dove succede più o meno la stessa cosa, ma il concetto è quello: i due di turno si mancano per un soffio e i loro destini sono segnati da quel secondo di mancata sincronia.
Ehh, pensavo di aver superato questo trauma, ma a quanto pare non è affatto così!)
Parlando del tuo stile, hai una regia quasi cinematografica. Veramente, a volte mi dimentico di stare leggendo una fanfiction. Specie quando Izaya non riesce ad avvisare Shizuo per telefono (ok, ok, d'accordo, "sapevo" che il biondo si sarebbe salvato, ma... come?! Come è accaduto?), girovaga stordito e traumatzzato per Shinjuku, contemporaneamente a Shinra e a Shizuo che invece sono immersi nel caos.
Ah, bellissimo il particolare stilistico verso la fine del capitolo, quando, nel momento in cui Shizuo piomba nell'appartamento di Izaya, non hai inserito il solito spazio per mediare il cambio del punto di vista.
Come mio solito parto con i film mentali e, certo, immagino che una scelta del genere fosse funzionale per garantire l'immediatezza della scena, ma non so, mi è sembrato anche testimoniare la fusione avvenuta tra Shizuo e Izaya, che pure erano così lontani: dopotutto, l'ultimo "muro", l'ultimo(?) segreto inconfessabile di Izaya si è svelato, e come gli altri pezzi della sua persona aspetta solo di essere accolto o meno da Shizuo (e leggerò questa parte, vero, perché Izaiza tanto si salverà, VERO?!)... poetico - ma forse sto partendo di testa, ahah.
Bene, ci sono alcuni punti interrogativi in questa recensione e non vedo l'ora di proseguire nella lettura! ... Tra dieci minuti, però. Sto soffrendo troppo. |