Questa Fan Fiction parla di una ragazza, la solita studentessa alle prese con i compagni di scuola e gli insegnanti.
Costretta a sopportare una banda di cinque ragazzi stronzi che se la tirano.
Quel ragazzo soprattutto, che odia con tutta se stessa ma che la farà ricredere, anche se lei non vorrà mai accettare la verità di quello che proverà per lui.

Occhi perfetti.
Capelli perfetti.
Corpo perfetto.
IO sono PERFETTA.
Amici perfetti.
Scuola perfetta.
Famiglia? Da quando mia sorella si è trasferita, perfetta.
Insomma, la MIA vita è PERFETTA.
La mia rovina? Solo un nome, CAROLINE.

“Se vuoi mollarmi allora fallo adesso!” esclamò lei
“Stai rendendo tutto più difficile di quanto già sia...”
“Zayn dì quello che devi dire!” continuò lei
“Susan...” disse alzandosi dalla panchina, lei lo guardò con aria di disapprovazione “Non ce la faccio”

Non diceva niente eppure lo diceva così bene. Aveva gli occhi brillanti e lucidissimi ma persi, lontani, trafitti da un'assenza accecante. Ero l'unico a vedere il suo dolore premere sulla sua maschera, trovare una via d'uscita tra le sue risate. L'amavo, l'amavo dagli occhi alla sua timidezza. Perché il suo peggio era il meglio di chiunque altro. Ma era uno spirito libero, e non appena cercai di stringerla a me volò via, come una foglia strappata dal vento.

Si era fatto convincere ad andare al Leeds.
Era stato spinto nella lavanderia di casa sua, dove un Louis convincente, con voce suadente, gli aveva infilato la mano nei boxer e gli aveva detto ‘Finalmente potremo scopare senza sorelle e mamme fra i piedi, quelle rovinano sempre tutto!’

«Perché non ti levi da qui e ti posizioni in mezzo all’ autostrada? »
La mia gentilezza questa mattina abbonda, ma cosa posso farci se quel ragazzo mi destabilizza la tranquillità mentale?
«No, preferisco stare qui a darti fastidio, Malik.» la sua voce è così irritante che mi viene voglia di tirargli un pugno nello stomaco.
«Vedi i tuoi simpaticissimi tre amici sdraiati sul divano di casa mia che mangiano come cani randagi? Perché non li raggiungi e mi fai cambiare?» ho usato il tono più calmo possibile per far spostare quella cosa dalle scale, ma non c’è verso.
« Perché dovrei farti cambiare quando sei davanti a me in canotta e mutande? Quale ragazzo sano di mente lo farebbe?» ok, se continua così giuro che lo castro.

[Dalla Shot]
Tu sorridi e basta. Sorridi a testa alta. Sorridi con le labbra.
Non con gli occhi, non con il cuore.

Sognavo di essere qualunque cosa mi rendesse davvero felice. Ma crescendo ho imparato che nulla è come nei propri sogni, che sognare è sinonimo di illudersi, illudersi di qualcosa che nella maggior parte delle volte non accadrà mai. Ma crederci sempre nonostante la loro maledetta impossibilità è un ottimo rimedio per andare avanti ed essere felice, almeno in parte. Io sono Jessica Hile e questa è la mia storia.

Si voltano tutti a guardarmi, ma i miei occhi restano posati sul viso di Louis: ha la mascella serrata, le guance arrossate, la rabbia sprizza tra le labbra sottili. Eppure, appena sente il mio dolore, rallenta. Deglutisce, respira, e si concentra su di me. Mi sta proteggendo, sta stravolgendo sé stesso per cercare di essere forte, ed io non voglio questo. Fa un passo nella mia direzione, allunga una mano, ma siamo ancora troppo distanti.

Seconda OS, stavolta arancio/rossa..non è troppo spinta
Due ragazzi si ritroveranno a fare qualcosa in un posto
Leggete e saprete tutto ;)

Povero Killer, lui con questo lavoro ci campa, e i ragazzi che fanno? Lo spaventano....essendo semplicemente loro stessi.

Avevo bisogno di quello, avevo bisogno di lui

Cosa sarebbe successo, se i Maya avessero avuto ragione? Sin dall'inizio, i governi di tutto il mondo avevano saputo quello che stava per accadere: l'apocalisse. Avevano costruito delle navi possenti chiamate 'Arche', destinate solo ai più potenti, gli unici che sapevano tutto da almeno un mese. C'erano i benestanti, i ricchi, quelli che avevano visto le Arche ed erano riusciti a pagare il dovuto necessario per entrarci. La popolazione media non sapeva niente, e non poteva salvarsi.
Ma io non mi sarei arresa, avrei lottato.
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DAL CAPITOLO 1.
Mi stiracchiai, e mi guardai intorno.
Un bambino passava in bici, seguito dalla sua comitiva. Una signora anziana stava curando il suo giardino. Il cane dei vicini stava abbaiando a Billy, un povero postino che passava di lì. Il signor Pillow, che abitava la villa di fronte alla mia, mi salutò con la mano, ed io ricambiai. Era un vecchietto con la mania per la musica classica, che sorrideva e canticchiava senza mai smetterla; era vedovo, e aveva due figli maschi già sposati e dei nipoti. Non sapeva che non li avrebbe mai più rivisti.
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Cosa succederebbe, se il mondo finisse? Non potevo immaginare di incontrare lui.

Era da un po' che non ero più me stesso,lo ammetto,ma Candy mi aveva spezzato il cuore,usandomi per la fama e la popolarità,per lei ero solo un giochetto,ma io mi ero innamorato veramente,ma ormai ero caduto nella sua trappola,trappola fatta di vestitini provocanti,calze a rete e sesso,piagevo tutto il giorno,finchè un pomeriggio incontrai la mia nuova manageer,e da allora capì che...
Leggete e scoprite,spero sia una os accettabile,è la prima e,almeno a me,fa schifo,però lasciamo stare,passate a darle un'occhiata se vi va
xx Cla

Ero esausta.
Dovevo trovare una soluzione.
Mi dispiace, ma io ti amo. E ti amo tutt'ora.
Solo, non amo il mostro che c'è in te.
O tu, o noi. Ed io ho scelto noi.