Ho letto il capitolo sabato.
Non sono riuscita a scrivere niente.
L'ho riletto ora, dopo averci rimuginato su e ti dirò, due cose non sono cambiate: il groppo in gola e la voglia di urlare.
Sì, di urlare dietro a Linds e Michelle la loro deficienza totale e completa. E allo stesso tempo, la voglia di piangere perché sono davvero due cretini.
Questa storia, in quest'ultimo capitolo, si conferma bellissima e preziosa, una piccola perla.
Sapevo che non ci sarebbe stato l'happy ending ma non mi aspettavo che finisse così. O meglio, Michelle nel primo capitolo (sono andata a rileggerlo) dice chiaramente che è passato un anno e non sa più nulla di lui, di Linds. Quindi, ero consapevole che le cose non sarebbero andate e funzionate.
Però, ecco, non mi aspettavo che tra loro finisse così.
Perché, diciamocelo, non hanno chiarito affatto.
Linds ha sorvolato su ogni domanda di Michelle e Michelle, a sua volta, al posto di prendere la cosa con filosofia, è -giustamente- esplosa. A quel punto, i giochi erano fatti, nessuno avrebbe ricevuto niente e sarebbero rimaste solo troppe domande senza alcuna risposta. Rimane solo il rancore, purtroppo.
Non me la sento di colpevolizzare Linds. Né, tanto meno, definirlo stronzo.
Anzi, trovo che non lo sia affatto. Il gesto di prendere con sé il cubo di Rubik secondo me vale tantissimo, più di quello che una Michelle, obnubilata dal panico, potesse immaginare.
Linds è fatto male, l'abbiamo sempre saputo. Non l'ha mai nascosto, oltretutto.
E il lavoro certosino da fare, in questo caso, è quello sui dettagli, sui gesti, sulle parole che non si sarebbero dovute dire e che, invece, sono state pronunciate. Purtroppo, Michelle, oltre ad essere ferita, non ha le capacità di uno psicologo e quindi, il comportamento di Linds, per lei, non troverà mai spiegazione se non in un'assoluta bastardaggine che avrà come risultato la voglia di cancellare le notti e i giorni con lui.
Linds ha utilizzato l'unica arma che conosceva: farle del male. Perché solo creando uno strappo profondo, solo facendosi odiare, Michelle sarebbe stata libera di andare avanti. E qui, secondo me, più di tutto, balza una cosa agli occhi: la paura.
Linds ha paura.
Paura di fermarsi, di vivere e condividere, di legarsi a qualcuno. Forse per quello che è avvenuto durante la sua infanzia, forse per come è cresciuto ( e qui, se ti va, mi piacerebbe sapere come è cresciuto, anche se per sommi capi), Linds è uno di quelli che l'abbandono non l'ha mai superato.
Michelle non è stato un oggetto, l'imbecille di turno, no. Michelle è stata calda e accogliente, un porto sicuro, una madre e una roccia. E questo, per me, ha spaventato a morte Linds.
Per la prima volta, si è trovato davanti una donna che poteva renderlo completo nel cuore, che poteva dargli quella sicurezza che l'abbandono di sua madre non gli ha mai garantito e si è sentito soverchiato. Cosa sarebbe accaduto se Michelle avesse voluto di più? Cosa sarebbe accaduto se Michelle non l'avesse voluto più un giorno?
Cosa sarebbe accaduto se Michelle un giorno, come sua madre, l'avesse abbandonato?
No, Linds a questa pressione non sarebbe potuto mai sopravvivere. E per questo, preferisce scappare via, lasciarsi alle spalle un possibile amore per paura di finire lui con le ali spezzate.
E qui, ci vedo tutta la sua debolezza (perché lui è debole come un gattino dal punto di vista interpersonale). Linds può avere degli amici ma non una donna davanti cui cedere. Forse, se fossero stati semplici "friends with benefits" le cose sarebbero andate diversamente, ovvero, una certa amicizia sarebbe potuta rimanere dopo la risoluzione del caso Beatriz.
Ma così, con determinati presupposti - perché entrambi ormai si stavano "innamorando" con tutte le attenuanti del caso - la cosa non poteva effettivamente durare.
Mi dispiace per Michelle, perché, alla fine, non ha potuto comprendere fino in fondo ciò che albergava nel cuore di Linds, limitandosi quindi a sentirsi usata, umiliata e soprattutto, incapace di rispondere ai vari dubbi della dipartita di Linds. Bene, le ha ridato la Jackal e allora? Questo gesto, dopo le parole di Linds nell'appartamento, fa ancora più male perché, purtroppo, rimane incomprensibile. Capisco bene la volontà di chiudere la porta per sempre al ricordo del topo pazzo e delle sue manie da divah.
Mi dispiace per Linds perché ha perso un'occasione per liberarsi dei suoi demoni, ritrovandosi ancora una volta a fingere con se stesso. Non andrà mai bene, Linds. Il rimpianto - o l'ossessione - rimarrà comunque, anche sbronzo su una spiaggia di Tijuana.
Mi resta un'unica consolazione immaginaria (e che ti prego di non distruggere): che quei due crescano - emotivamente e psicologicamente - e si reincontrino, pronti a giocarsela questa volta. E magari, a finire dal dentista mentre una pazzoide comitiva finlandese assiste ai tentativi di fuga del loro tastierista. Dopotutto, DOR è ambientata nel futuro, no?
Ti ringrazio tantissimo, tesoVa Herm, per aver condiviso con noi questa bellissima storia, che ho amato sin dal primo capitolo. Proprio come dicevo nella mia primissima recensione a ASTTL, mi sentivo molto vicina a Michelle e mi ci sento ancora, tanto che vorrei abbracciarla e offrirle una cioccolata calda. E allo stesso tempo, Linds rimarrà sempre nel mio cuore perché adoro gli enigmi e i casi umani.
Grazie, grazie davvero *^* |