Ecco finalmente i nostri due studenti all’opera! Prima di tutto, voglio complimentarmi con te per la tua capacità di trattare questi personaggi che ormai sono sotto il tuo completo controllo. I dialoghi e le situazioni che crei fanno proprio al caso loro e riescono a farmi immaginare ogni momento come se stessi vedendo uno spin-off dell’anime sul loro passato. È proprio quest’aspetto che mi fa amare i personaggi secondari: l’autore dell’opera ce ne dà solo un assaggio, lasciando a noi fan la libertà di immaginare, basandoci su pochi indizi, quali storie possano calzare loro, indipendentemente o no dalla trama originale. E, tra questi fan, c’è chi riesce a dipingere in maniera impeccabile atmosfere e situazioni che risultano perfette se abbinate a loro. Parlo ovviamente di te, cara Lath, e della tua capacità di incollarmi davanti allo schermo facendomi amare ogni sillaba dei tuoi scritti.
In particolare, questo capitolo ha saputo coinvolgermi dall’inizio alla fine, tracciando una linea più chiara della psicologia di questi personaggi in un momento della loro vita che nel manga non viene mostrato: i loro diciassette anni.
Come ti ho già detto in una precedente recensione, mi fa piacere che tu abbia deciso di raccontare la storia dal punto di vista di Breda, soprattutto perché, fra i membri della squadra di Mustang, è forse quello che conosciamo meno.
E me ne sto accorgendo proprio leggendo la tua fan fiction. L’ho sempre visto come un tipo con la testa sulle spalle, a volte scherzoso e un po’ “cazzone” come Havoc, e sempre disposto a sacrificarsi per gli altri. Tutte queste cose sono vere, ma leggendo le tue righe mi sto rendendo conto che il suo personaggio non si limita a queste caratteristiche già evidenti. C’è un lato più profondo, qualcosa che ho sempre ignorato e che ora mi appare più chiaro: sto parlando della sua solitudine.
Pur sapendo quanto sia diverso da Havoc, Breda non cessa mai di mostrare nei suoi confronti un certo interesse. Gli piace osservarlo, quando studia così come quando si accende la sua sigaretta: lo trova interessante, al punto che arriva più volte a pensare che, quando la sessione di esami sarà terminata, le loro strade si divideranno inevitabilmente. E questo, sebbene non venga mai affermato esplicitamente, è un pensiero che lo rattrista molto. Perché forse e per la prima volta, Heymans ha trovato quell’amico vero di cui a un certo punto parla, cercando di auto convincersi che non si tratti di Havoc. Perché la vera paura di Breda sta nel fatto che sia Jean ad allontanarsi, una volta conclusi gli esami. Non conoscendolo, e quindi non capendo cosa circoli nella sua testa, Breda non potrà mai essere sicuro che il suo desiderio sia lo stesso del compagno. Per questo, alla fine, quando Havoc gli comunica che ha intenzione di continuare ad essere seguito da lui negli studi, Breda rimane sorpreso. Ma non è la sorpresa di chi dovrà affrontare una noia inaspettata; Breda sgrana gli occhi perché è felice di essere ricambiato.
“Allora siamo amici?” È quando Jean pronuncia queste parole che Breda si ripete per l’ultima volta se sarà veramente possibile un’amicizia fra i due, perché è lui stesso il primo a non crederci.
“Sì. Siamo amici, Jean Havoc.”
La risposta finale, quel “sì” netto e quella stretta di mano così vigorosa mi fanno quasi commuovere. Perché so quanto Breda abbia aspettato questo momento, e quando abbia temuto che non si verificasse.
Mi sono resa conto della sua solitudine quando ho cominciato a riflettere sul fatto che non lo vediamo mai in compagnia di nessuno. Mentre Havoc (grazie forse al suo carattere così “aperto”) è pieno di conoscenze tra primo e secondo anno, Heymans non viene quasi mai mostrato in compagnia di altri. E, quelle rare volte che accade, appare mite e privo di quella personalità che esplode solo quando si trova con Havoc (le fughe dall’Accademia sono un esempio di questo. Sono convinta che se fosse stato qualcun altro a proporglielo, lui avrebbe dato retta alla parte razionale di sé, rifiutando la sfida).
Non so se ho percepito correttamente quello che intendevi comunicare. Siamo solo al terzo capitolo, e avrò modo di verificare se le mie supposizioni sono esatte nei successivi. Sebbene mi faccia sentire di rado, sappi che la storia mi sta prendendo molto, forse più di tutte le altre che hai scritto! (per quanto rimangano meravigliose <3).
E ora, qualche scena che mi ha colpito!
Che strano vedere un Havoc che fuma da appena due mesi! E questo è solo l’inizio, caro Breda: un giorno non saprai più immaginarlo senza sigaretta in bocca! Io stessa trovo difficile visualizzarlo senza il suo prezioso rotolo di tabacco :’D
La parte in cui sono al pub a bere è stata in assoluto la più bella. Il dialogo fra i due è così diretto e senza freni che ci fa subito capire che fra questi due non potrà non nascere una grande amicizia: nessuno dei due ha timore di giudicare l’altro per quello che è, di spiattellargli in faccia i propri vizi senza preoccuparsi di essere offensivo. Anzi, entrambi stanno al gioco e c’è una complicità assoluta, come se fossero amici da sempre.
Mi ha emozionato la scena finale in cui Havoc apre la lettera per vedere se ha passato gli esami… ! Ho sentito l’ansia del suo “insegnante” che, impaziente, gli strappa il foglio di mano per scoprire se le sue lezioni hanno avuto l’effetto sperato…
O meglio… per scoprire se il suo nuovo, carissimo amico non è stato bocciato ;)
Al prossimo capitolo cara! *ç* Ora vo’ a cucinare per il fratello affamato! xD
Un bacione! |