Recensioni per
La Bambina dagli Occhi Verdi
di Sen

Questa storia ha ottenuto 38 recensioni.
Positive : 38
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
04/06/15, ore 12:14

A differenza di altri, tu non dimentichi la fanciullezza di Athena, il fatto che sia solo una ragazzina, portata via da quella che considerava la sua famiglia, messa su un trono a guidare, consigliata dal Gran Sacerdote, una schiera di soldati. L'umanità di Athena-Sasha viene fuori da tutti questi dettagli che inserisci e che determinano anche una sorta di empatia nei suoi confronti.
Ed ecco che le cose precipitano. Il Santuario è attaccato. Lo scontro tra Albafica e Minos è chiaramente quello di Lost Canvas che tu saggiamente non ci mostri, perché è ciò che non conosciamo a interessarci di più.
Gli Specter sono legati alle loro surplice in un modo assoluto e, anche se avrei tranquillamente accettato la spiegazione di "lui che se ne libera grazie alla volontà", preferisco la tua: liberazione perché è la surplice stessa a volerlo.
Ma quindi... il padre di Eranthe è lo Specter che avrebbe dovuto precedere Kagaho?
Ti rinnovo i complimenti per questa storia. Scritta veramente bene e con questo capitolo entrata decisamente nel vivo.
Alla prossima.
Un abbraccio
E.

Recensore Master
04/06/15, ore 12:12

Capitolo scritto veramente bene. Le cose cominciano a delinearsi per Eranthe. L'idea che mi ero fatta sulla paternità di Dimitra si è rivelata corretta. La contrapposizione tra il Santuario e la Casa di Piacere di Melina è una delle cose più belle di questa storia. Ce ne sono altre... però, mi fisso su questa perché li vedo proprio come due mondi che esistono indipendenti l'uno dall'altro, ma per certe somiglianze, portati a incrociarsi. Effimero è la parola che mi viene in mente. Senza contare la differenza che intercorre tra l'essere puttana e l'essere donna. Eranthe è donna tra le braccia di Deuteros ed è puttana tra le braccia degli altri. E così... vengono fuori tutte le forme d'amore che una donna può dare.

Recensore Master
04/06/15, ore 12:10

Scusami il ritardo con cui ti lascio questa seconda recensione, ma ho tempi biblici di lettura. Non sono sparita! XD
E così anche Athena si annoia. Me li immagino quei tre a espletare i doveri tipici di un regnante: le continue richieste, gli ordini da impartire, le lamentele da ascoltare...
La caducità che accompagna i Saint si esprime tutta nel dialogo tra Melina e Francine; la seconda, straniera, venuta da lontano, ancora forse non comprende cosa significhi essere la compagna di un Saint: amarlo finché non muoia, perché tale è il suo destino. La memoria parla di uno, massimo due sopravvissuti. Probabilità ben misere per sperare.
Confesso che per ora, faccio un po' fatica a seguire la storia. Nel senso: penso che tu abbia scritto tacendo, volutamente, su cose che rivelerai in seguito. Vagamente, sto seguendo la trama, ma le ellissi mi portano a chiedermi se sto capendo nel modo giusto. Non ti pongo domande perché so che la proseguendo nella lettura capirò ciò che mi è oscuro.
^^

Recensore Master
16/04/15, ore 11:33

Mi piace il tuo stile. Veloce, non appesantito da fronzoli. Arrivi dritta al punto delle cose senza smarrire il lettore.
Ci sono molte cose in questo capitolo. Un padre, deduco Specter, un amante Saint, immagino. Sto pensando a chi potrebbero appartenere quegli occhi verdi...
Ho apprezzato tantissimo l'idea di un bordello. Ci può stare che un Saint debba restare celibe a vita, ma per diamine sono uomini... e poiché non sono sono una fan dello shonen-ai/yaoi ben vengano le prostitute.

Recensore Master
08/07/14, ore 18:02
Cap. 14:

Eccomi qui, Sen. Mi dispiace tantissimo di non aver potuto recensire con regolarità ogni tuo capitolo. Spero ti accontenterai di questo mio commento finale.
Ho adorato questa storia. Adoro il tuo stile. E adoro i tuoi personaggi, specialmente queste fortissime donne che pur non mostrando l'ardore bellicoso di una Pantasilea corazzata hanno coraggio e cuore da vendere come e più di un saint. Il lieto fine mi dà serenità dopo l'altalena di emozioni che mi hai fatto provare in questi 14 intensissimi capitoli. Mai un momento di noia. Confesso che per seguire la tua storia ho rallentato la pubblicazione della mia, che arranca al 7 capitolo e fa fatica ad avanzare. Ma non importa, perché ho speso bene il mio tempo leggendo una fic di grande qualità.
Spero tornerai presto a condividere qualche nuova storia con noi lettori, perché sarebbe un peccato se tu non lo facessi. Non puoi deludermi, sono una tua fan!

Recensore Junior
04/07/14, ore 13:28
Cap. 14:

Sono io che dovrei ringraziarti, cara Sen. Per averci regalato questa piccola perla, per aver voluto condividere con noi questa storia, che mi ha emozionata come non mi accadeva da tempo, che mi ha tenuto compagnia in alcune delle mie notti insonni, che mi ha ispirata.
E' finita, e faccio un pò di fatica ad accettarlo, se devo essere sincera. Queste donne non sono le indistruttibili guerriere delle quali mi piace leggere e scrivere, rudi e poco femminili. Eppure, quanto le ho adorate! La loro forza non è fisica, ma sono riuscite a mettere con le spalle al muro Santi e Spettri senza pensarci due volte. 
La parole chiave adesso è "futuro". E "paura". Quella di Eranthe, terrorizzata dalla felicità che Deuteros e Dimitra le hanno regalato, quella di Shion, futuro Gran Sacerdote, e di tutti coloro che dovranno continuare.
Francine che dà alla luce il bambino che non è di Manigoldo, ma che lui amerà come suo, solo perché è nato dalla sua picciridda, e questo basta e avanza. Dopo la morte del suo amato, questo parto lungo e massacrante rappresenta l'ultima sofferenza della donna, che da adesso in poi avrà la strada spianata e in discesa. E dopo, quando Manigoldo ha confessato il suo amore con due semplici parole, sono quasi esplosa di felicità. Grazie.
Alla fine, tutti hanno trovato il loro posto nel mondo, perfino Aiacos e Minos, che all'inizio parevano così fuori luogo in quella vita tranquilla e pacifica. E' un pensiero rassicurante.
Grazie per aver fatto tornare Erato, e anche se non l'abbiamo vista, abbiamo di certo capito tutto l'amore che si porta dentro, che ha sempre portato dentro, per sua figlia. 

Non ho molto altro da dire. Credo che questa storia per te abbia rappresentato qualcosa di strettamente personale, non so quali "tormenti" ti porti dentro, ma in ogni caso, in bocca al lupo per tutto.
 
Una scorta di caffè gratis a vita per te!

A presto...arrivederci!
E grazie.
Un bacio, Sara.


Recensore Master
01/07/14, ore 11:04
Cap. 14:

È una sensazione stranissima, quella che provo. Perché sono triste che la storia sia conclusa, che sia calato il sipario insomma. D'altro canto, però, sono anche felice.
Felice che si sia risolto tutto.
Felice che ognuno, alla fine, abbia trovato il proprio posto nel mondo. Per quello che è, e non per una supplenza ad interim. Ché è vero il detto chiodo scaccia chiodo, ma è anche vero che ogni chiodo e chiodo di per sé. Ma prima di inerpicarmi per sentieri dialettici che farebbero impazzire Aristotele, Pitagora e un'altra manciata di sofisti a piacere (come nelle ricette), lasciami dire che sono contenta che questa storia sia finita. Sono contenta per come sia finita.
Perché è vero che alle nostre spalle c'è una scia di sangue e morti eccellentissimi (io sto ancora in lutto per la morte di ElCid, fai un po' tu), ma è anche vero che la vita prosegue. Va avanti. E che su quei sacrifici costruiamo il nostro futuro. Perché è giusto così. Perché quei sacrifici ci sono stati affinché ci fosse un futuro. Nero o roseo che sia, ma che ci fosse la possibilità di vederlo - di viverlo. E, con essa, la speranza.
E questo capitolo si chiude con il ritorno alla normalità. Si ricompattano le maglie della quotidianità che la guerra aveva strappato. Che l'avventura aveva sfilacciato. E che i nostri eroi, con pazienza, hanno ricucito. Piano piano. Capitolo dopo capitolo.
E sono contenta che si sia chiusa questa storia. Perché - e tu lo sai - fosse per me l'avrei allungata ancora e ancora e ancora. Ma tu hai calato la mannaia, da brava Atropo. Ferma ed inflessibile. E hai fatto bene. Perché la nuova vita che si va delineando non appartiene più a noi lettori, ma ai tuoi personaggi. Il figlio di Eranthe e Deuteros in arrivo. Il piccolo Ruy. Il mènage di Agathê e Minos. Aiakos tra le braccia di Melina. Ma anche il povero Sage che se ne torna in jamir come i nostri pensionati scelgono di andarsene in Liguria a svernare. E il povero Shion che si ritrova un Santuario da riedificare e gestire e preparare al ritorno di Ade.
Tutto questo, come si raccontava al termine de La Storia Infinita è un'altra storia.

Io ti posso solo dire "grazie". Perché mi sono divertita, ho pianto, ho riso, ho sospirato, ho fatto il tifo ed ho palpitato assieme a loro. Grazie per avermela fatta leggere in anteprima. Di cuore.
Grazie per aver chiamato il piccolo Capricorno Ruy.
E grazie per quella pianta di limoni. E per la discrezione di Erato (Che d'amor, dolce, sospira, cit.). Trovare quella pianta sull'uscio di casa è stato dolcissimo. Perché è come se la madre avesse detto alla figlia "io veglio su di te. Sempre". A prescindere dalla distanza e dai problemi che ci sono stati in passato. E io spero, tantissimo, che madre e figlia, un giorno, possano riabbracciarsi. Magari per il battesimo del piccolino, tu che dici?

Io aspetterò. Con una tazza di caffè in mano. O con una bella limonata. Agre come piace a Mr D. E, forse, anche a Manigoldo(Grazie per averlo salvato. Grazie, grazie, grazie!!!).

In conclusione, è stato un piacere. E spero ci regalerai altre storie così. C'è una piantina di limoni che apsetta, sai?
Un abbraccio
Francine

Recensore Junior
25/06/14, ore 12:48

Questo forse è una dei capitoli più belli della storia.
Perché la guerra è finita, e adesso bisogna tornare alla normalità, per forza.
Minos si è salvato, e ti ringrazio per non averlo fatto crepare sotto i colpi della Viverna : non lo avrebbe meritato. Ora può dedicare il suo tempo a innamorarsi e a lasciarsi amare dalla ragazza di fiori.
Manigoldo non è proprio sano, ma è sicuramente salvo, e può iniziare a pensare al suo futuro : e nel suo futuro c'è Francine, anzi, Ekatherina. E tutto va bene, adesso, per loro, e non potrei esserne più lieta.
Commovente il pianto liberatorio di Eranthe, alla fine : non avrebbe mai potuto immaginare tutto questo. Chi se lo sarebbe aspettato? Tutte le cose più improbabili sono accadute nel giro di pochissimo tempo.
E Deuteros ammette, finalmente, con tanti giri di parole, di essere felice di come gli sono andate le cose.
Anche Aiacos si salva, ferito nel corpo e nel cuore, e chissà cosa ne sarà adesso di lui, e di Minos...cercheranno di vivere, di abituarsi a non essere dei terribili Giudici, ma solo degli uomini.

Grazie per aver scritto questo capitolo esattamente come avrei voluto leggerlo.

A presto, Sara.

Recensore Master
21/06/14, ore 00:59

Si posa la polvere.
La battaglia è impazzata in lungo e in largo, lasciandosi alle spalle morti eccellenti. Eroi troppo giovani o troppo orgogliosi per trovare un altro posto nel mondo. E mi riferisco a Rhadamanthys.
Quando sei un guerriero, vivi solo seguendo un'ottica. Giusta o sbagliata che sia. Vivi per la guerra, per il combattimento, per il sangue e per l'onore. Per ardere in un'ultima vampata. Lasciando a terra l'avversario. O portandoti appresso quanti più nemici possibili.
Non c'è posto per Radamantys, in un mondo senza guerre. E questo lo sa anche lui. Sottopelle. Nel silenzio della sua anima. Sa che quand'anche Ade avesse unificato il mondo sotto il suo volere, a lui non resterebbe nulla. Cosa farebbe, lui? L'alfiere in un mondo pacificato, distrutto, annientato.
Se servi la Morte è perché agogni la Morte. Lei sola. Sincera come solo poche altre cose al mondo. Ma definitiva.
E io credo, fermamente, che sotto sotto Rhadamanthys sia felice di perdere contro Athena. Così da aver un'altra possibilità per dimostrare al Sire Ade tutto il proprio valore. La propria fedeltà. Se stesso. Diverso, secolo dopo secolo; ma sostanzialmente uguale.
E poi, cosa accadrebbe se col sorgere di strane ere anche la morte dovesse morire (cit.)?

La polvere si posa, ho detto.
C'è l'ultimo ruggito, stanco, e poi basta. Poi c'è un universo di cocci da spazzare via. O da incollare di nuovo. Seguendo nuove geometrie. C'è da issarsi in spalla i feriti. E tornare a casa. E salutarsi, sull'uscio. Come se si fosse tornati da una gita fuori porta, o da una giornata di lavoro massacrante. E potrà far sorridere qualcuno, ma quel "Ci vediamo domani" raccoglie in sé il succo di tutta la tua storia.
La speranza. Che domani sorga ancora il sole.
L'umanità. Perché quando la polvere si posa, e smetti di essere il Santo o lo Spectre, torni al tuo vero io. All'uomo. O alla donna. Che, come le rondini a primavera, torna alla propria abitazione. Alla propria dimensione umana.
E ci sta che anche Minos si salvi. Che anche a lui sia concessa un'opportunità. Perché Minos non è come Rhadamanthys. Che anela a cadere in guerra. Per cui morire di Maggio non richiede tanto, troppo coraggio (cit.). La guerra è finita. Ora, tocca vivere. E ricominciare.
Cambiando dientità, come Francine e Manigoldo.
O rimettendo assieme l'attività, come Melina.
O, semplicemente, riaprendo il negozio di fiori.
O iniziando a pensare come una famiglia, e non più come due esseri che si incontrano nelle notti di luna nuova.

La tua storia si avvia alla conclusione. Manca pochissimo e poi ci saluteremo. E devo dire che mi è piaciuta davvero.
Perché è arrivata in punta di piedi. Inaspettata.
Perché avevi qualcosa da dire.
Perché la storia mi ha detto - mi ha sussurrato: ti racconto una vicenda.
E non l'ha fatto con boria o superbia. Dicendo "Largo, largo, che arrivo IO!".
L'ha fatto con delicatezza. Come quel venticello di primavera che ti porta il profumo delle viole e dell'erba fresca. Che piega lo stelo dei papaveri. Con dolcezza.
Hai messo in scena una commedia umana. E quando hai fatto accadere delle svolte inaspettate (tipo Agathe e Minos, e credimi è davvero difficile far innamorare una donna dell'assassino del suo quasi fidanzato, è difficile renderlo credibile) le hai fatte svolgere in maniera così naturale e così semplice che avrei creduto a tutto. Che anche la svolta più inaspettata l'avrei giudicata naturale.
Tu hai un gran dono. E adesso che questa storia si avvia alla fine, com'è giusto che sia, io sono qui, sazia e felice come un'orca perché tutto è andato a posto. Ogni. Singolo. Tassello.
L'unico che mi preoccupa è Leonidas.
Che fine ha fatto quel povero ragazzo?

Recensore Junior
16/06/14, ore 13:53

Sono passati dodici mesi e pochi giorni dall'ultima volta che ho inserito una storia di questo fandom tra le preferite. Sono felice di poterlo fare con la tua, a distanza di un anno.
Non so quanto manca alla parola "Fine", ma non ha importanza perché ho raggiunto un punto di non ritorno : come ti ho già detto, la tua storia mi ha emozionata come non mi succedeva da tempo. Ho riso e mi sono commossa, mi sono arrabbiata e ho gioito con i personaggi. E chi riesce a trasmettere tutto questo, è senza dubbio un bravo scrittore.

Passiamo al capitolo : la battaglia è stata memorabile, un pò perché non mi aspettavo che anche i cittadini di Rodorio avrebbero impugnato le armi, e mi ha fatto un enorme piacere vederli buttarsi contro gli Specter, un pò perché i pensieri di ogni personaggio mentre combatteva risuonavano nella mia testa, e mi davano l'impressione di essere lì.

Ho provato un'enorme pena per ogni singolo passaggio : per il dolore di Garuda per la perdita di Violate, per quello di Sisifo nel constatare che non può più aiutare la sua amata, per quello di Francine quando il Dio viene a reclamare la vita di Manigoldo (Hakurei, non lasciare che se lo porti via!).
E' tutto così tragicamente bello!

E Lune...quanto posso odiarlo? E' talmente meschino...ma ho gioito quando Gemini è comparsa per proteggere la bambina. Per proteggere il suo nuovo Cavaliere. Sapevo che Dimitra sarebbe stata importante, e con lei l'Armatura ha smesso di reclamare il sangue dei gemelli.

Cosa succederà adesso? Spero che la fine della nostra storia sia ancora lontana, ma anche se così non fosse, sono felice di essermi fermata da te, quando pubblicasti il primo capitolo.

A presto e...grazie!

Baci, Sara.

Recensore Master
13/06/14, ore 00:39

Il dolore è dolore. Punto. Non siamo mai preparati a riceverlo, perché ha la decenza di sorprenderci. Sempre. Ogni volta. E per quanto la testa ci dice che sì, siamo pronti a ricevere la batosta, quando la batosta arriva non colpisce mai lì dove ci siamo protette di più. Si insinua negli spazi, nelle aperture della corazza che indossiamo per proteggerci da lui. ma lui, il dolore, ci ricorda solo che siamo vivi.

Il dolore trasforma. Si muta in esperienza e va a formare un'altra scaglia della nostra corazza. Si mischia al tappeto di cicatrici, non importa se queste formano un reticolato sul cuore di una ragazza o di un Santo, di una prostituta o di uno Spectre. Rinnegato o no. Il dolore è democratico. Colpisce tutti, senza fare distinzioni tra lo schieramento dei buoni e quello dei nemici.
E tu ce lo mostri.
Con Thanatos, che nonostante sia un dio - o forse proprio perché è un dio, e quindi collerico e impaziente e poco incline a sopportare l'ubris dei mortali - attacca una ragazza incinta solo perché porta in grembo il figlio di colui che ha ucciso i suoi, di figli. Con la rabbiosità umanissima di un padre cui hanno sterminato la prole. E che vuole giustizia, vendetta, ed è pronto a scatenare una faida, basata sul sangue. Da lavare via con altro sangue.

Ma c'è anche il dolore degli eroi.
Di Sisifo, che è costretto a lasciar andare Sasha - Athena - perché a lui non è concesso di continuare al suo fianco. Perché il suo destino finisce lì, in quello spiazzo di terra e sangue, con suo nipote accanto che sembra quasi dormire - se non fosse per la testa in posizione innaturale - e Dégel, che è diventato ghiaccio nel ghiaccio, portandosi dietro quanti più nemici possibili.

E il dolore di Lune, la sua gelosia che lo porta ad incolpare Eranthe di una scelta che Minos ha fatto non perché plagiato, ma perché ha seguito il suo cuore. È facile incolpare gli altri delle scelte che non condividiamo; ma ci sarebbe da chiedersi se chi amiamo sia dotato di un cervello funzionante sempre, o solo quando a noi fa comodo. Non è un pensiero meschino, questo, così come è meschino attaccare una bambina indifesa per una vendetta trasversale, e quindi ancora più vile?

Il dolore trasforma, ho scritto all'inizio di questa recensione. Il dolore sì, trasforma gli eroi in pusillanimi e i giusti in carogne. Che non aspettano altro che di sfogare la loro rabbia e la loro frustrazione spacciandola, travestendola, tramutandola in azioni di guerra.
L'unico che sembrerebbe salvarsi da questa visione delle cose è Rhadamanthys. La Viverna giganteggia sul campo di battaglia, non appena si posa la polvere. È come se il valore del guerriero acquisti tridimensionalità, con una presenza scenica non indifferente. E non per una mera questione di stazza fisica, nossignore. Ma per l'animo di Rhadamnthys. Che è un guerriero leale. Un guerriero fedele . Per il quale gli ordini del suo signore, del dio che ha scelto di seguire, non si discutono. Vengono prima di tutto. E se poi si dovesse trovare nella condizione di divertirsi, beh, tanto di guadagnato. ma sarebbe solo un surplus, non la regola. La ciliegina sulla torta, insomma.

Questa storia sta volgendo alla fine, al suo epilogo. Sembra ieri che è iniziata e guarda dove siamo arrivate. Mi hai regalato momenti commoventi (ho pianto come un vitello leggendo della sorte di El Cid. E SAPEVO che sarebbe arrivata. Oh se lo sapevo), momenti delicati (Sisifo e Sasha e il loro amore tanto onirico quanto maledettamente tangibile), momenti comici (e ripenso al povero Leonidas che va a cercare di Eranthe e si trova davanti un irritato Deuteros), teneri (la piccola Dimitra e la semplicità dei suoi ragionamenti), e spassosi (quelle due fancazziste dell'Armatura dei Gemelli * che molla Deuteros in braghe di tela!* e della Surplice di Bennu *che lo dice lei quando scendere in campo, lei e nessun altro!*). E tutto in una manciata di capitoli.
Sono io a dover ringraziare TE per aver ideato questa storia. Che sì, sarà pure OOC, ma mantiene una coerenza interna invidiabile. Grazie. Per questa storia e per avermela fatta leggere in anteprima.
Spero ne sfornerai altre a breve (sì, lo so che questa NON è ancora finita, ma mi sto preparando psicologicamente), e che saranno ancora più belle di questa.
E sappi che se ti azzarderai a dire anche solo "No, no, per un po' mi riposo" infesterò i tuoi sogni con ululati, catene e gemiti degni del miglior romanzo gotico.

Al prossimo capitolo.
Perché la "lucertola" farà un gran casino. Oh se lo farà...

Recensore Junior
07/06/14, ore 00:01

Una bella sorpresa dietro ogni angolo!
Da Eranthe che decide di combattere questa guerra (a modo suo), a Francine e Manigoldo che si comportano come due giovani allegri piccioncini, al finale esplosivo, con Minos e Agathe.

Mi ha colpita il modo in cui Bennu ha "accettato" il suo modo d'essere, e come ha deciso di separarsi dalla bambina pur di proteggerla da quello che sarà un conflitto devastante. Molto coraggiosa.
I nuovi Milos e Ekhaterina non sarei mai riuscita a immaginarmeli così : a vivere insieme, come se nulla fosse mai accaduto agli occhi di persone estranee ai fatti, e soprattutto mai mi sarei immaginata che Francine potesse affezionarsi così tanto al Cancro zoppo.
Ma un uomo che ti prende per mano, e che si fa strada lentamente nel tuo cuore, vince sempre.

Ma andiamo direttamente al finale (tutto quello che c'è in mezzo non ha bisogno di commenti, è perfetto!) : quando ho iniziato a leggere le prime righe, ho pensato "Non può essere...", ma poi...è successo!
Credevo che Agathe, nonostante sia forte e moralmente superiore, non avrebbe mai perdonato Minos per quello che ha fatto. Certo, questo non vuol dire che si sia gettata tutto alle spalle, ma per buttarsi nelle braccia del Grifone, qualcosa deve provare per lui. Non credo che la sua sia solo voglia di vivere appieno prima dell'inevitabile.
E per quanto entrambi si sforzino di immaginare la persona che amano tra le braccia, alla fine la realtà li colpisce e...non ne sembrano così dispiaciuti.
Tutti possono redimersi, e perdonare è divino, giusto?

Come al solito non posso che dirti : "Great Job"!

A presto!
Baci, Sara.

P.S. Mi chiedevo se, per piacere, puoi scrivermi le età che hanno i personaggi, soprattutto gli OC (Eranthe, Melina, ecc), anche non precisamente!
E' solo una mia curiosità ;)
Grazie in anticipo!

Recensore Master
06/06/14, ore 18:07

C'è l'umanità di chi non combatte, in scena. Di chi non spacca le stelle col respiro. Di chi è costretto a vivere. Protetto, sì. Ma chi riceve protezione, spesso, è chi resta indietro, a rimettere assieme i cocci e far funzionare tutto daccapo, dopo. Dopo. Quando la battaglia è finita, la polvere si posa e non hai più fiato nei polmoni e lacrime negli occhi.
Ed è allora che comincia la loro, battaglia; la battaglia di chi resta, di chi va avanti e di chi combatte. Per quello che è. Donna, madre, vedova, amica, amante, figlia. Non importa cosa sei, quale ruolo tu ricopra nella società, se donna libera o puttana; importa che tu sopravviva. Portando avanti il ricordo di chi ci ha lasciato. Come se fosse una sciarpa di seta o un mantello.

Agathê qui vince su tutto e tutti, più che sulla dolcezza e sulla tranquillità di Francine - che da adesso in poi si chiamerà Ekaterinê - e di Manigoldo - che si ritrova a chiamarsi Milos - la quale, Francine, decide di andare avanti, assieme a quel tizio ingombrante ed invadente che tanto detestava. ma non lo fa perché ci ripensa (e a casa mia si dice che chi ci ripensa...) o perché ha cambiato idea, quanto perché, in una maniera non linearissima, lei sa che è quello che avrebbe voluto El Cid da lei. Che andasse avanti, per se stessa e per il loro bambino. Quando, nel cpaitolo precedente, Manigoldo le conferma che sì, lui gli ha chiesto di badarle, lei saltella felice non tanto perché è impazzita, quanto perché ha capito. Ha capito cosa deve fare, quale strada suo marito vorrebbe che lei percorresse. E in un certo qual modo, è come se tutti i pezzi del puzzle fossero andati a posto, come se si fosse fatta luce in una stanza... altri tre o quattro luoghi comuni di questo tipo. =D

Agathê, invece, nel capitolo precedente ha dimostrato di essere degna di Albafica (sic!). E qui dimostra di essere umana. Perché sì, Minos è colui che ha ucciso tutti i suoi sogni. Che ha ammazzato suo padre. Che ha devastato il villaggio. Che ha eliminato l'uomo di cui lei era innamorata (e forse ricambiata? Forse lo sa solo lei, nel suo cuore, ma non potremo mai sentire la risposta di Albafica (sic!!), putroppo).
Ma Agathê, pur essendo solo "una ragazza", come si definisce lei stessa, ha imparato presto che la guerra è uguale da entrambi i lati della barricata. A lei non interessa tanto Athena. Lei combatte, a modo suo, per Rodrio perché quella è casa sua, perché è lì che è nata e perché è la fazione per cui combatteva Albafica (sic!!!). E lei sa che quella che si avvicina, quella che li aspetta domani, sarà l'ultima battaglia. Quella in cui voleranno teste e la terra si colorerà di sangue. E quando la fine si avvicina, non esiste più il nemico e l'amico. Quando la fine si avvicina, cerchiamo un'altra anima con cui darsi coraggio a vicenda. Per non lasciarsi rimpianti.

Agathê è credo il personaggio che ti sia meglio riuscito. Non che gli altri non lo siano, risultino ostici o quant'altro; ma Agathê è speciale, nella sua disarmante normalità. Perché la capisco. E perché è così semplice immedesimarsi in lei e nelle sue scelte che sarebbe un delitto non volere bene a questa piccola fioraia, no?

Aspetto il prossimo capitolo per vedere la Fenice in azione.

Recensore Master
29/05/14, ore 15:12

E finalmente si ricompattano i fili narrativi.

Confesso di aver sospirato come una scolaretta leggendo di Deuteros che smuove le umane e divine cose pur di andarsi a riprendere Eranthê. la sua Eranthê. E se da un lato sono rimasta abbacinata dal cambio di schieramento di Minos - che, ricordiamolo, è uno dei Tre Generali. non pizza e fichi - dall'altro mi è piaciuto come hai gestito la cosa. come l'hai resa credibile. Minos non tradisce Hades (contenta ? =) ) perché sì, ma perché nel suo cuore è germogliato un sentimento. Forte e profondo. E l'ha fatto piano piano. Affondando le radici nel suo cuore.

Ho apprezzato Rhadamanthys, pur se s'è lasciato scappare la preda sotto al naso (vabbé, i Gemelli giocano sporco con la storia della distorsione spazio temporale, però! XD), perché lui ha lasciato oltre le spalle quel lato della sua natura. È un Generale degli Spectre e ha un compito così importante a gravargli sulle spalle che no, non può concepire che si tradisca il Sommo Hades. Perché Rhadamanthys è un uomo d'onore. E ha dato la sua parola. Ha giurato. E il massimo che può concedersi è offrire un po' di quartiere al nemico. Non colpirlo, mentre abbraccia la sua donna - di cui lui non s'è mai fidato, ma pazienza; così voleva il sommo Hades e così lui ha fatto.
Ma quando scende in battaglia, Rhadamanthys non guarda in faccia nessuno. Nemmeno il suo ex compagno Minos.

E ti dirò: quando ho letto dell'incontro di Agathê e Minos, ci sono rimasta di sasso. Ho pensato: adesso lo ammazza. Lo prende a ciavattate fino a quando non muore lui, o non le si stacca il braccio a lei. Ma a vederla portare indietro un Minos più morto che vivo, mi si è allargato un sorriso. Perché uccidere un uomo già morto è un azione vigliacca. E perché sì, che differenza ci sarebbe stata tra lei e lui,a quel punto? Agathê non è un guerriero. Agathê è una ragazza. Una persona normale. Che applica alla vita di tutti i giorni la legge del cuore. Quella che ti fa trattenere il pugnale nella cintura e dimostrare carità. Vinci il male col bene, giusto? E credo proprio che quel "Lui sarebbe stato fiero di te" sia per Agathê la migliore delle ricompense.

Quanto a Melina e al suo amore... attempato, confesserò di averci pensato, quando lei, rammentando l'uomo che ama, aveva parlato di un fratello; ma mi ero detta "Naaaah, ma ti pare?".
E invece...

Aspetto il prossimo capitolo!

Recensore Junior
29/05/14, ore 03:10

Melina e...Hakurei? Ok, l'amore non ha età, ma duecento anni cavolo se sono tanti!
Comunque hai dato una bella immagine della coppia, inaspettata ma intima, così ben assortiti, così impegnati a vivere appieno le loro vite e le loro passioni nonostante tutto. Hakurei sarà anche anziano, ma conserva un carattere ardente e giovanile.
Brava, bella parte!

Ed ecco che l'eroe dorato va a salvare la sua bella, grondando ancora sangue nella sfavillante armatura!
Eranthe, ma che fai, mi vai a baciare Minos per distrarlo e scappare? Che volpe!
Il Grifone...ti ho già detto quanto adoro il modo in cui lo hai reso? E' stupendo. Disposto a tutto per la donna di cui si è innamorato, perfino di cederla ad un altro, e sacrificarsi per far si che i due si salvino.
Ragazza, devo dirtelo, mi stai facendo emozionare come non mi capitava da tempo leggendo una ff.

Eranthe e l'ammissione del suo amore per Deuteros, in un luogo poco romantico come Kanon Island, che tu hai reso perfetto per loro. Eranthe, Deuteros, e la loro storia. L'essere reciprocamente così dipendenti l'uno all'altro. Il ricongiungimento con la bambina.
Non ho molto da dire su questa parte, perché sono le 3 di notte e il sonno sta prendendo il sopravvento, e tutto ciò che posso fare per farti capire quanto ho adorato tutto questo è scrivere una parola : lacrime. Calde e copiose.
Spero di aver reso l'idea.

E chi si aspettava che sarebbe stata proprio Agathe a ritrovare il Giudice moribondo! Posso capire che non abbia trovato la forza per ucciderlo, ma mai avrei immaginato che lo avrebbe portato a casa sua per curarlo! Avrei capito se lo avesse lasciato lì per terra al suo destino, ma a quanto pare la sua empatia e il suo senso dell'altruismo hanno preso il sopravvento sul desiderio di vendetta.
Ti dirò, sono contenta che questa non sia la fine di Minos, ormai mi ci sono affezionata ;)
Chissà come andranno adesso le cose!

Ora vado a fare un pò di riposino, dopo aver trascorso dei piacevolissima momenti in compagnia di questi due capitoli!

Caffè domattina?

Baci, Sara.

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