Recensioni per
Quando piangono le stelle
di Francine
Oh, che bellezza! *occhietti luccicanti* |
*squittisce come uno pterodattilo* |
Mi piace Candice nella sua umana avidità e nel suo essere così dura. Riesce a scappare da sotto il naso a cotanti saint. Ma brava! Mi sono affezionata giusto in tempo per vederla friggere sulla rete elettrificata (che per una misteriosa ragione non è riuscita ad ammazzare baby Ikki a suo tempo. Forse lui aveva già il cosmo in nuce a proteggerlo, chissà). |
Al cardiopalma questo capitolo. |
Allora era qui la storiella del coniglietto! |
Eccomi qua dopo una giornata passata per bancarelle e con un paio di prosecchini di troppo come aperitivo! Quindi forse non sarò impeccabile nel mio giudizio, ma lascio che venga fuori il sentimento così come il vinello vorrebbe. Mi soffermo su Aiolia, che ho adorato nel suo essere protettivo nei confronti della sua Dea, ancora incredula per il compito esagerato che la attende. Mi è piaciuto moltissimo il modo in cui hai reso Saori nel suo rendersi conto che no, lei non è una ragazzina nel pieno della teen-age, ma una divinità, e come tale deve prendersi sulle spalle il peso millenario della sua missione. Noblesse oblige, non si scampa. |
Ikki, ti amo. |
Sempre impeccabile, la storia prosegue e nel giro di ballo entra anche Candice. Che tra le sue innumerevoli sfighe (tipo... fare da cameriera a Saori - non - me- ne- volere - Kido) annovera anche un interrogatorio condotto da Milo. Che mi spezza il cuore mangiandosi una mela (Cardia... ritorna!) e che rimette al loro posto i Bronze. Perchè hai ragione, Aiolia ruggisce, ma alla fine il leone è un gatto e se lo sai prendere potrebbe finire a fare le fusa. Mentre non ho mai sentito di uno scorpione amichevole. |
*si scioglie* |
Mi è piaciuto il ribaltamento del punto di vista che hai messo in campo narrando la storia del rapimento di Saori da parte del sicario in gonnella. Una che si crede una dura, e invece si trova davanti Aiolia. Straniante. Assurdo. Insomma, l'azione dei saint è sempre ambientata in zone mitiche e fuori dal tempo. Vedere uno vestito con una corazza d'oro al porto di Tokyo in effetti potrebbe suonare un po' strano, almeno in quegli anni lì, quando ancora (a quanto ne so) non c'era la moda dei cosplay. Adesso, forse, farebbe meno effetto, chissà. |
La battaglia interiore fra Atena e Saori è uno dei temi che mi ha sempre affascinato nella saga di Saint Seiya, anche se non è mai stato particolarmente sviluppato. Chi prevale? Io ho la mia personale interpretazione, quasi una bestemmia, che rende Saori non tanto dissimile da Saga. Ma lasciamo stare. |
Pollici in alto per Candice e per Aiolia - il nostro eroe. ♥ Candice mi è piaciuta proprio tanto, sia nel modo di ragione, sia per come l'hai espressa, per come l'hai saputa raccontare.
Ci sono dei tocchi di classe qua e là che danno alla storia qualcosa di autentico, piccole perle lasciate lungo il cammino, nel particolare anche la scena del rapimento è molto bella, ben costruita, diversa dalle classiche (SAORI SEI ATHENA, FAI QUALCOSA *si ricompone) e tutto il capitolo mi è scivolato tra le dita come una stoffa pregiata.
Bello. Bello bello bello! ♥♥♥♥♥♥♥
*sbatte le manine felice. Poi va in cucina e offre la sua larga e vasta collezione di tè tra cui scegliere*
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*si sfrega le manine con aria cospiratoria* |
Che bello questo capitolo! Mi è piaciuta l'umanità di Hyoga, che nell'afa della Tokyo estiva si sente come un orso polare allo zoo e sente la voglia di scappare via, prima leggera come un venticello e poi sempre più forte fino a non poter essere più contenuta. E che bella Saori: deve lasciarlo andare anche se vede ogni la partenza di ognuno dei suoi pupilli come una triste dimostrazione che sì, sarà pure la dea Atena, ma i suoi guerrieri sono uomini e quando non c'è la guerra sacra alle porte hanno voglia di vivere come persone normali. Com'è fragile nella sua insicurezza quando li vede partire, mentre lei resta sola con il suo pesante fardello che non può mai abbandonare. E l'immagine del rosone! Oh, anche la fangirl che è in me si è illuminata come un pezzo di vetro colorato, e ha sfavillato alla grande! |
Ucci ucci sento odor di accenni a Santia Sho! Ben fatto, apprezzo che la rivelazione a Saori sulla sua natura divina le venga fatta dal nonno, rispetto al buon Tatsumi. E fai combaciare perfettamente le due immagini che compongono Mitsumasa Kido: da un lato un nonno tenero e gentile, una figura comunque abbastanza autorevole da crescere una piccola dea. Dall'altro, un padre che i figli non possono non percepire come negativo, una figura che li ha strappati ad una vita normale usandoli come carne da cannone. Possono capirlo? Ora forse sì. Perdonarlo? La vedo molto, molto dura. |