Ciao!
Come ti avevo annunciato, eccomi qui a recensire il quinto capitolo della tua storia. :)
Prima di iniziare la recensione, vorrei segnalarti due sviste che ho notato nei titoli presenti nel menù a tendina della long:
- La parola "riunione" in inglese si scrive "reunion", senza la "i" prima della "n".
- In inglese la parola "caos" vuole la "h" muta; la forma corretta è infatti "chaos".
Non voglio sembrare saccente, ma i titoli sono il biglietto da visita di una storia e i lettori li studiano con attenzione per capire dove voglia andare a parare l'autore. ^^
Detto ciò, inizio il mio commento. Questa volta dividerò la recensioni in blocchi, perché sono da cellulare e sto ricopiando le impressioni appuntate via via su carta.
- Prima sequenza: il primo paragrafo di questo capitolo ci mostra l'entrata in scena di Magneto e i primi malcontenti di Voldemort, che non vede di buon occhio l'ingresso di un nuovo membro nel proprio team.
Dal punto di vista dell'economia generale della trama la sequenza ci offre ben poco, in quanto ci mostra solo l'arrivo del nuovo personaggio senza però dilungarsi in un minimo di introspezione psicologica: tutto gira intorno a descrizioni e dialoghi che dicono poco di nuovo.
L'unica parte degna di nota è il micro riferimento alla tragica storia di Magneto, ma anche lì la cosa è liquidata in quattro e quatt'otto senza dare al lettore il tempo di interessarsi all'argomento.
Un consiglio spassionato che ti do per i tuoi prossimi lavori: stuzzica continuamente la curiosità del lettore; non basta fare continui riferimenti alle biografie dei personaggi per mantenere alta l'attenzione di chi legge, ma devi optare anche per uno stile che ponga sotto una luce misteriosa ed intrigante tutto ciò che dici.
Paragono questo paragrafo ad un bicchiere di acqua naturale: lo prendi, lo bevi in un sol sorso e fine della discussione. Ninte guizzo, niente emozione, calma piatta su tutta la linea.
- Seconda sequenza: il secondo paragrafo è decisamente più corposo e ricco di informazioni e di dettagli (forse anche troppi, perché hai calcato parecchio la mano sull'effetto spiegone): ci ha offerto un tuor nel mondo di Star Wars e numerosi easter eggs (le reliquie) sugli altri mondi che popolano l'universo di KH, che stai costruendo.
Se la precedente sequenza era un bicchiere di acqua naturale, qui ci troviamo di fronte a dell'acqua leggermente frizzante: gli spunti per un buon salto di qualità ci sono, ma il quid pluris viene messo in ombra dallo spiegone che rende la sequenza pesante.
Non ti offendere, ma ho notato che tu tendi a passare da un eccesso all'altro all'interno di ogni singolo capitolo: o metti poca carne al fuoco (vedi prima sequenza) o ne metti troppa tutta insieme (vedi questo paragrafo). Non dai il tempo al lettore di metabolizzare quanto dici: presenti il monoblocco di informazioni e bam! Fine dei giochi.
I tuoi capitoli presentano un ritmo discontinuo che rende la lettura molto difficolta: quando leggo non colgo l'armonia dell'insieme, ma delle note stonate che all'improvviso fanno la loro comporsa senza essere presenti nello spartito.
Per ovviare a questo problema, ti consiglio per esperienza personale di ascoltare molta musica classica, soprattutto le sinfonie dei famosi compositori come Mozart o Beethoven.
Onestamente ciò non rende molto accattivanete la lettura, anzi, arrivati al quinto capitolo, rallenta notevolmente il ritmo della narrazione.
Non voglio sembrarti cattiva o spocchiosa, perché pubblico le mie storie da appena un anno e mezzo e sono l'ultima persona che può mettersi a giudicare, ma leggo dall'ètà di cinque anni e nel corso del tempo mi sono capitati tra le mani diversi tipi di scritti, che hanno ampliato la mia coscoscenza del mondo della letteratura e della scrittura. Tutto ciò che dico è frutto di speculazioni letterarie continue, quindi consideralo una semplice opinione personale.
In questa sequenza mi è mancato molto l'effetto sfumato, dal sapore lievemente mistico, dei panorami della saga di Star Wars: tu hai descritto tutto nei minimi dettagli, ma così facendo hai fatto venir meno quell'evanescenza che George Lucas ha esaltato nei suoi film. In tutti gli episodi quando vengono inquadrati i pianeti o i panorami cittadini non ci sono mai close up repentini, che focalizzano in un sol colpo tutti gli elementi presenti, ma tutto è presentato come se facesse parte di un dipinto realizzato con gli acquarelli, dove ogni contorno si confonde con l'altro. Devo essere sincera, ho avuto l'impressione di leggere un articolo di una rivista di arredamento e ciò si ricollega alla considerazione che ho fatto nella precedente recensione: tu tendi a riportare meccanicamente le descrizioni degli ambienti, come se il lettore dovesse trovarsi di fronte ad un frame del videogioco di KW, ma ricorda che stai scrivendo una storia sul videogioco, non stai sviluppando un nuovo episodio di KW (lo scrittore deve narrare e deve romanzare gli elementi videoludici, utilizzando tutte le tecniche narrative a sua disposizione; lo sviluppatore deve indigiare nel particolarismo barocco perché altrimenti il frame non può prendere forma).
- Terza sequenza: il paragrafo finale fa da apripista al prossimo capitolo e dona un interessante easter egg su HP e sul concetto di destino. Ritorna la struttura della prima sequenza: innesto di narrazione e dialoghi senza infamia e senza lode e ci viene fornito il nome della città dove si svolgeranno le prossime avventure: Giubilopoli.
Non ci sono molti spunti per grandi riflessioni e in generale questa sequenza così veloce è senza ombra di dubbio servita a tirare il fiato dopo il mattone precedente. Se tu avessi scritto un altro blocco spiegone come quello ambientato a Corunscant, mi sarei metaforicamente sparata un colpo, perché credimi la lettura risulta molto pesante.
- Personaggi: vorrai iniziare la mia analisi dal personaggio di Magneto, perché è quello sul quale posso argomentare maggiormente a livello di caratterizzazione.
Premetto che leggo fumetti Marvel dall'età di sei anni e ho una passione smodata per l'analisi delle diverse run e dell'evoluzioni dei personaggi, ho visto tutti i film e i cartoni animati fino ad ora prodotti e le mie parole non vogliono assolutamente denigrare la tua storia o la tua persona, ma sono il frutto di una conoscenza approdonfita del fandom al quale fai riferimento.
Detto ciò, mi dispiace affermare che il tuo Magneto non è il vero Magneto, non c'entra assolutamente nulla con il personaggio creato dalla Marvel.
Non starò qui a commentare la descrizione dell'uniforme e dell'aspetto fisico che presenta alcune inesattezze, perché finirei per sembrare inutilmente pignola, quello che mi preme sottolineare è come tu abbia totalmente stravolto il carattere del personaggio.
Se tu avessi messo l'avviso "OOC", non avrei avuto nulla da obiettare, anche perché la Marvel ci ha mostrato nel corso degli anni quanto i personaggi possano essere duttili e quanto le caratterizzazioni possano cambiare da autore ad autore; nel tuo caso il problema è che non ho riscontrato neanche una caratteristica di fondo appartenente a Magneto, forse solo i poteri legati al magnetismo e basta.
Prima di tutto, Erik non si comporterebbe così amichevolmente con Doflamingo e Co.: lui è convinto che l'homo superior (i mutanti) siano migliori dei sapiens e di certo non si metterebbe a fare sfoggio dei suoi poteri con il primo che passa e certamente non tratterebbe con i guanti di velluto persone che conosce da neanche cinque minuti.
Seconda cosa, Erik non si metterebbe mai a bighellonare nel giardino di casa Malfoy in compagnia di perfetti sconosciuti: il Magneto dei fumetti e della prima trilogia di film, quello anziano quindi, è da sempre caratterizzato da una grande serietà e compostezza.
Ora, non voglio sembrarti arrogante o maleducata, però non mi è piaciuto il modo in cui hai reso Magneto, perché questo, ribadisco, non è Magneto. Onestamente hai sprecato l'occasione di introdurre come si deve un antieroi Marvel con i controcosiddetti, mi dispiace dirlo.
Sugli altri personaggi ho poco da dire, perché le mie conscenze dei loro rispettivi fandom non sono molto ampie però in generale sono tutti tendenzialmente IC, anche se ci sono alcune sbavature.
- Stile: in questo capitolo hanno prevalso narrazione e dialoghi, mentre l'introspezione ha fatto qualche apparizione (come per esempio nel caso di Walt).
Ora, l'introspezione può essere resa in mille modi diversi: mediante i dialoghi (tutte le parole utilizzate dai personaggi devono avere un peso e un significato preciso), mediante i gesti (un movimento vale più di mille parole), non è necessario che il personaggio guardi fisso davanti a sè pensando a quanto schifo faccia la sua vita.
In questa storia non vedo alcuna analisi psicologica, i personaggi sono molto flat e per niente round e questo danneggia molto l'immedesimazione con i lettori. Dopo cinque capitoli il coinvolgimento emotivo è ai minimi storici, onestamente non mi sono mai trovata in una situazione simile.
- Forma: ho riscontrato alcuni errori di battitura e di spaziatura e alcune frasi riultano poco chiare, a causa di un non adeguato uso della punteggiatura (so che la punteggiatura è fortemente soggettiva, ma in alcuni casi è proprio sbagliata).
Come ti ho scritto in apertura, sto recensendo dal cellulare e non posso riportarti tutte le sbavature che ho riscontrato durante la lettura, come per esempio un uso scorretto a livello morfologico di alcuni vocaboli.
Per il resto, formalmente il testo scorre bene, anche se alcuni costrutti eccessivamente baroccheggianti appesantiscono la lettura.
- Considerazioni generali: questo capitolo ha generato in me delle sensazioni contrastanti, perché da un lato mi è piaciuto il mini tour nel mondo di Star Wars, ma dall'altro sono rimasta insoddisfatta dal modo in cui è stato sviluppato il tutto. Non mi sono emozionata durante la lettura, anzi ho dovuto trattenere alcuni sbadigli perché sul serio, hai calcato troppo la mano sull'effetto enciclopedico: questa è una storia che deve intrattenere il lettore, non farlo addormentare!
Per risolvere il problema, avresti potuto inserire un narratore esterno onnisciente che interveniva di tanto in tanto con alcuni commenti sulla vicenda: in questo modo avresti reso la narrazione più vivace e avresti potuto giocare molto con l'effetto sorpresa... chissà, magari il narratore poteva essere un Sora anziano che raccontava questa storia ai suoi nipoti, per esempio.
La storia non è brutta e ha del potenziale, ma in alcuni passaggi è resa inconcludentemente articolata. Capisco che tu voglia fare bella figura, ma quando sviluppi lo schema generale di una ff devi sempre porti una semplice e importantissima domanda: "L'elemento che sto inserendo funziona all'interno della trama generale o serve solo per fare scena?"; solo così potrai capire cosa va messo e cosa appasentisce inutilmente il tutto e rende difficoltosa la comprensione del disegno complessivo. Tutti gli elmenti devono essere collegati da un filo logico di cause ed effetti, perché al lettore sì, piace l'abbondanza, ma quello che preferisce in assoluto è la sostanza che è una cosa diversa. Tu puoi parlare di tutti i mondi che vuoi, ma alla fine tutti gli elementi devono essere ricondotti al nocciolo duro della storia.
Personalmente, quando finisco di leggere una storia voglio aver chiaro il quadro della vicenda alla quale ho assistito, l'aria fritta non mi interessa. Ci sono autori che sanno trasformare l'aria fritta in oro e altri che non sanno compiere questa magia: tu che tipo di autore vuoi essere? Ecco cosa devi chiederti ogni volta che fissi il foglio bianco di Word, perché ricorda che come tu spendi il tuo tempo a redigere i capitoli, i lettori impiegano il loro per leggere ciò che scrivi e nè tu nè loro volete "perdere" tempo.
L'impresa e la fatica più grandi di uno scrittore sono saper intrattere ed emozionare i lettori.
Spero che questa recensione non ti abbia offeso, purtroppo tendo a essere molto sincera quando commento e capisco bene che ad alcuni non possa andare giù. In ogni caso non era assolutamente mia intenzione offendere te o la tua storia.
Mi auguro che comunque il mio commento sia stato utile. :)
Alla prossima,
Alessia
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