Recensioni per
Dalla tua parte
di hikaru83

Questa storia ha ottenuto 127 recensioni.
Positive : 127
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
13/09/19, ore 22:05

Quel gattone, che sembra egoista e indifferente (come un certo Myc?) e invece col suo fare apparentemente incomprensibile la tiene lontana da un rischio enorme di perdere tutto di nuovo...che tocco d'artista, amica mia!
Per non parlare, ovviamente, di come sei riuscita a renderle tutt'altro che banale quella che poteva essere una semplice trascrizione, e invece diventa una parte della narrazione così bella e importante da sconvolgere nell'intimo non solo la protagonista ma anche noi che ti/vi leggiamo. Quanto è bella questa tua opera, quanto è articolata e affascinante.
Hai fatto un vero dono a questa piattaforma di lettura e scrittura, credimi.
Grazie ancora un milione di volte.
Ti abbraccio forte
A.❤

Recensore Master
13/09/19, ore 15:14

L’attenzione è sempre più focalizzata sulla misteriosa protagonista che vigila sulle vite di John e Sh, costituendo una specie di filo conduttore che ha illuminato, a modo tuo, i retroscena delle Stagioni dei Mofftiss.
Ed è un inserimento, questo, che ha la caratteristica della credibilità e della verosimiglianza, visti anche i vari frangenti in cui il consulting ed il suo “conduttore di luce” si muovono sul filo del rasoio, districandosi tra intrighi internazionali e rischi mortali.
I cattivi sono veri “cattivi”, da Moriarty a Magnussen, certo non piccoli delinquenti di periferia ma veri e propri geni del crimine.
E poi c’è Mycroft, la presenza silenziosa che vigila da sempre sulla vita di Sh e, di conseguenza, anche su quella di John, che ha intrecciato il suo percorso con quello del consulting.
Però non è da lasciare in secondo piano, nella lettura, il rapporto tra lui e la ragazza in questione, perché accende una luce nuova sull’ “iceman”. Infatti un legame così immediato, tra i due che s’intendono senza troppe parole, due, poi, così diversi dal punto di vista umano, sta diventando sempre più importante, sia dal punto di vista dello svolgimento dei fatti, sia da quello delle relazioni tra i personaggi.
Il capitolo è praticamente incentrato sul dialogo, appunto, tra Holmes e la ragazza ed è una conversazione piuttosto animata, in cui non mancano addirittura dei doppi sensi, che evidentemente hanno lo scopo di alleggerire la tensione (“…La vuoi smettere?..”). E quello che si percepisce dallo scambio di battute, è che lei non è intimidita dal personaggio che le sta davanti, in quanto non gli risparmia, come ho già scritto, battute ed anche rimproveri. Quindi aggiungi alla storia un ulteriore approfondimento del loro rapporto che, soprattutto, appare alla pari, anche se uno dei due è il potente Mister Inghilterra, da cui può dipendere la sorte della pace o della guerra in qualche paese, in quanto lui non ha un incarico relativo al governo inglese ma è il governo inglese stesso.
Come ho già scritto sopra, hai animato questo capitolo con un fluido gioco quasi a "ping pong" tra due persone che interagiscono sullo stesso piano, la cui motivazione è comune come è simile la loro intelligenza. Certo che quella di Mycroft è superiore addirittura a quella di suo fratello, lo sappiamo sia dal canone di Doyle sia da quello dei Mofftiss, ma la ragazza gli tiene testa in modo agile, improntato ad un'evidente confidenza.
Da non dimenticare che, comunque, lei è una professionista abituata a “lavorare” in contesti difficili in cui il rischio mortale è all’ordine del giorno. Da come la fai interagire con Mycroft, mi sorge il dubbio, legittimo, che tra i due ci sia qualcosa in più rispetto ad una collaborazione di lavoro e quest'ipotesi rende ancora più interessante il proseguire nella lettura della tua bella storia. Tanto più che i miei sospetti troverebbero la conferma in un moto di gelosia che Mycroft lascia, forse involontariamente forse no, trapelare quando la ragazza nomina Moriarty con il suo nome.
Attirare l’attenzione del maggiore dei fratelli Holmes sicuramente non è prerogativa di molti, ma con le caratteristiche con cui hai connotato la tua protagonista, ci sta, è coerente con il personaggio che lei riesca a dialogare alla pari con Mister Inghilterra.
“…si sta trascinando nella finzione della sua vita perfetta…”: in questo capitolo accendi la luce dell’attenzione anche su quello che, in realtà, il vero volto del matrimonio di John e cioè una finzione, una commedia che si trascina tra compromessi e falsità. Ora che è riapparso Sh, la verità su chi sia realmente la persona con la quale Watson vuole condividere la sua vita, è lampante e Mary sta “tramontando” come ideale compagna per il futuro.
Brava.

Recensore Master
07/09/19, ore 10:31

Ciao, questo capitolo mi ha aperto alcune porte che sino a questo momento avevo tenuto chiuse e che anzi non avevo quasi considerato. Il primo e più importante riguarda senza ombra di dubbio il rapporto tra la nostra protagonista e Mycroft. Un rapporto che si protrae nel tempo e già da parecchio, anni si può dire. E che col passare degli anni si è consolidato, diventando sempre più forte. Non avevo immaginato il loro come un rapporto romantico, almeno non fino a questo capitolo in cui forse si inizia a intravvedere qualche premessa. La base sicuramente c'è per una cosa simile, anche se non mi è ancora del tutto chiaro dove vorrai andare a parare. Se deciderai di sviluppare una relazione sentimentale o meno. Quel che è certo è che, indipendentemente da certi risvolti, loro due si vogliono un gran bene. Vedere l'amore di Mycroft è una cosa rarissima e nella serie l'ha mostrato soltanto a suo fratello Sherlock, e in un modo tutto suo per altro. Vederlo per un'altra persona, è quindi una rarità. E soprattutto lo è vederlo in questo modo. Il modo in cui lo esprime è molto aperto e sincero, inaspettato per una persona macchinosa come Mycroft, laboriosa e che tende a celare tutto oltre che a calcolare le reazioni altrui. Vuoi per abitudine e pigrizia, o più che altro per desiderio di nascondersi. La familiarità che c'è tra di loro è più che evidente, lavorano insieme da anni e si percepisce a pelle che si vogliono bene, nonostante i battibecchi che ci sono e il fatto che lei lo bacchetta piuttosto spesso. Insomma, è un rapporto molto innovativo oltre che interessante.

L'altro punto è senz'altro legato a Mary. Qui Mycroft viene a conoscenza di alcuni fatti che la nostra "ragazzina" gli aveva tenuto segreti. Cose che non aveva mai rivelato a nessuno e che fa però qui, perché la situazione è drammaticamente pericolosa. Mary è Moran, e questo ormai lo si era capito. Mary è incinta del bambino di un John che, da come ci viene descritto, è sempre più nervoso e a cui questa vita sta stretta. Il marito devoto e il padre premuroso sembrano quasi figure che non gli appartengono e nelle quali non si ritrova, nonostante cerchi di convincersi del contrario. Non conosciamo i pensieri di Sherlock e John, ma lo sguardo che la nostra ragazzina ha su di loro, è più che ovvio e li inchioda. Separati stanno male. Sherlock arriva a drogarsi, ma e qui sta il bello, "per caso" a farlo va proprio nel posto in cui ci va anche il figlio della vicina di John. Coincidenza pazzesca e sulla quale in effetti i Moffits non hanno calcato la mano, ed è un peccato perché è un'occasione sprecata. Quello che sembra, stando al modo in cui lei descrive Sherlock, è uno Sherlock non totalmente sottomesso alla droga, ma che comunque ha ricominciato per un motivo e questo motivo si chiama Magnussen ma non soltanto. Il matrimonio di John è senza dubbio il fattore principale. Cioè un dire: va beh, devo fingere che la droga sia il mio punto debole ma dato che John si è sposato non è che mi dispiaccia neanche troppo. Poi a Magnussen ci si arriverà presumo, e sono curiosa di capire in che modo. Ma per intanto qui Sherlock muove i primi passi, e Mycroft gli guarda le spalle come può. Senza dirgli però nulla di quello che sta succedendo. Tenendolo all'oscuro sia lui che John. Senza ombra di dubbio entrambi hanno un bel peso da portare. I fili che hanno tirato e le menzogne che hanno detto non possono più lasciarseli alle spalle né liberarsi. Forse è anche questo a unirli ancora di più.

Sì, è stato un capitolo molto interessante. Che ha risposto a tanti dubbi.
Alla prossima!
Koa

Recensore Junior
06/09/19, ore 22:18

Amo la forza e la semplicità della tua protagonista. Una donna meravigliosa dal terribile passato, che sa instaurare relazioni su misura con chiunque, ma sa sempre da che parte stare, alla fine della fiera. La adoro, in realtà.
Questa bellissima storia è il completamento di ciò che gli autori hanno fatto, ci dona ciò che loro ci hanno negato, ci spiega quello che loro hanno reso incomprensibile.
Grazie di cuore per averla scritta.
MRS ❤️

Recensore Junior
06/09/19, ore 21:51

Questo capitolo è uno dei miei preferiti, e tu sai perché. Questa "ragazzina" ha un meraviglioso rapporto con due dei miei adorati della serie (uno purtroppo è morto). Il suo rapporto con Mycroft è una delle cose più belle di tutta la tua ff, il potere assoluto e il suo punto debole, il granello di polvere nell'ingranaggio perfetto che, invece di ingripparlo lo aiuta a funzionare meglio.
Sai quanto amo questa tua storia, sai anche quanto vorrei comprarne una copia cartacea perché il cartaceo è la mia vita (sono un dinosauro), alcuni capitoli, come questo, me la fanno amare ancora di più.
Ti ringrazierò per sempre, per averla scritta, e anche i Moftiss dovrebbero.
Ti abbraccio forte
A.💓

Recensore Master
05/09/19, ore 17:21

Ti occupi di un periodo, quello dell'immediato post Reichenbach, di cui non sappiamo quasi niente. Infatti i Mofftiss ci hanno lasciato lì, in quel cimitero dove John ha parlato a cuore aperto con la muta lapide nera su cui era inciso il nome di Sherlock. Abbiamo visto un dolore composto, in cui è dilagata un'atmosfera d'irrazionale ma tenera speranza ("..Un ultimo miracolo per me...").
La S3 si è aperta sullo stesso scenario, solo che John tiene per mano una donna bionda. E si va avanti con il ritorno di Holmes, ecc...Ma, di quello che ha passato il medico dopo il "volo" dal Barts del consulting, non conosciamo alcunché. Buio assoluto, come dev'essere stata la vita di John senza l'uomo che gli aveva cambiato, o meglio, ridato la vita. Tu, qui, usi la comparsa di Mary sulla scena per raccontarci il "prima" ed il "cosa" che hanno riguardato il lutto e la successiva rielaborazione che, sicuramente, hanno sconvolto la quotidianità di John.
Ed entriamo nell'atmosfera, secondo me, grottesca ed allucinata, di TSOT, in cui un disorientato Sh si trova coinvolto non in una festa ma in un avvenimento luttuoso, perché noi johnlocker siamo sicuri che, durante i preparativi, lo svolgimento della cerimonia ed il successivo ricevimento, Sh abbia tenuto duro per non lasciar trapelare il suo vero stato d'animo: disperazione assoluta. 
In più tu aggiungi l'angoscia che viene dalla consapevolezza che Mary sia una spietata criminale.
Questo è un capitolo che, sicuramente, ti è costato molto impegno perché , almeno secondo me, si pone come il risultato di una tua pazientissima ricucitura di elementi già presenti nella trama dei Mofftiss e di quelli che tu vi hai inserito. A mio avviso ci sono dei capitoli che servono per alimentare un terreno di credibilità ed, al tempo stesso, di originalità su cui far procedere le vicende, il presente è uno di questi, perché costruisce una cornice logica ai fatti. Quindi t’invio un complimento per la tua pazienza certosina dimostrata nel sistemare al meglio tutte le tessere del tuo grandioso puzzle.
Quindi morto (o ritenuto tale) Sh, John cerca di andare avanti, seguito a distanza dall’attenzione di Mycroft , di Greg e della signora Hudson; Molly sembra persa dietro un nuovo amore, lo vedremo al matrimonio, copia grottescamente conforme all’uomo di cui è realmente, da anni, innamorata.
Arriva Mary, ecc…
Un colpo di scena tra i telegrammi pervenuti agli sposi, lo “spari” facendo emergere, inquietante, la presenza di Magnussen che ricorda a Mary la sua esistenza, proprio mediante un messaggio traboccante un’affettuosità che ci suona sinistramente. Ovviamente, anticipando la vera identità della sposa, getti un’ombra ancora più angosciante su quelle scene fintamente gioiose che nascondono il dramma di Sh ed il pericolo mortale in cui John si sta inoltrando.
Mi è piaciuto molto la chiusura del capitolo, in cui dai un seguito all’ultima immagine di TSOT, cioè quella in cui il consulting fa svanire il sorriso che aveva sfoggiato durante l’evento, e quanto dev’essergli costato, e si allontana, cupo in volto, dalla sala del ricevimento.
Infatti ho trovato coinvolgente quella tua “aggiunta” in cui ci fai immaginare la misteriosa protagonista mentre lo segue perché è sicura che “quell’uomo silenzioso” stia lasciando la festa “con il cuore spezzato”.
Struggenti le note del violino che si spandono malinconicamente dalle finestre del 221b e che esprimono ciò che Sh non è in grado di manifestare ma è ancora più forte la scena in cui la ragazza, al buio, si commuove per tanta sofferenza.
E concludi con un pensiero a Mycroft che veglia, come sempre, nell’ombra e che tu connoti ulteriormente nella sua complicata umanità con l’aggiunta di un’empatia particolare con (forse)Harry.

Recensore Master
03/09/19, ore 15:25

Hai ricucito le immagini che in TEH servivano a darci un'idea, troppo veloce, a dire il vero, dei due anni trascorsi da Sh all'estero, con l'obiettivo di distruggere la rete criminale di Moriarty.
Infatti hai inserito in un contesto più esplicito le storie cui i Mofftiss hanno solo accennato in una rapidissima sequenza: la cattura della complice di Jim in Tibet, la soluzione del caso in India...
Pensavo tu fornissi un'ulteriore visione di tutto, o di gran parte, di ciò che Sh ha vissuto lontano da Londra ma la misteriosa ragazza ne ha momentaneamente perdo le tracce. Nel riconsiderare la globalità della tua long, emerge chiaramente che la tua é stata una scelta narrativa. Infatti è sul ruolo di (forse)Harry che le tue, e le nostre, attenzioni si concentrano. Il documentare a modo tuo anche ciò che riguarda Sh più da vicino sarebbe stato dispersivo, è vero.
Riaffermi nettamente il rapporto che si è stabilito tra Mycroft e la ragazza, un legame che ha dell’insolito, considerando l’algida personalità di “Mister Inghilterra”, certamente non aperto alle relazioni umane che non abbiano implicazioni utilitaristiche. Qui, chiaramente, si tratta di lavoro e di problemi che investono interessi nazionali ed internazionali ma ci fai cogliere un “di più” che trova la sua eloquente espressione in quel signore che si fa trovare sull’aereo per Belgrado, con “la barba bionda posticcia”, “una pancia molto più sviluppata di quanto non fosse in realtà” ed un’evidente espressione di divertimento negli occhi chiari. Un Mycroft sorprendente e diverso dall’ “iceman” che guarda tutti dall’alto in basso. Per quanto la riguarda, anche la ragazza prova nei confronti di Holmes una completa fiducia perché, come dici tu, “non può accaderle niente di male se c’è lui”.
Se penso al ruolo indefinito ed in ombra cui è stata relegata Harry, sempre che di lei si tratti, nelle Serie dei Mofftiss, trovo che le tue scelte narrative si rivelino originali ed arricchite di una certa novità, anche per aver dato risalto ad un personaggio che, di fatto, non l’ha mai avuto nel canone BBC, se non nei dialoghi tra Sh e John in ASIP.
Nella seconda parte del capitolo ci troviamo immersi totalmente nell’atmosfera tesa ed allucinata di TEH, in cui alle terribili immagini di Sh prigioniero ed oggetto di violenza, si mischiano quelle di un John che ormai ha cambiato pagina e sta con la bionda Mary.
Di tutto questo tu ci fornisci i retroscena, aggiungendo un’atmosfera di angoscia, vista la doppia personalità di Moran.
Mary, dunque, è come un ragno letale che sta tessendo la sua mortale ragnatela in cui imprigionare Watson. E, finora, non abbiamo certezze circa il coinvolgimento sentimentale dell’ex braccio destro di Moriarty nei confronti di John. Della pericolosità estrema della situazione in cui si trova quest’ultimo, è pienamente consapevole (forse)Harry che osserva il tutto con angoscia e preoccupazione, anche perché a Mycroft sembra non importare eccessivamente della sorte del medico. È logico che il suo pensiero costante sia ciò che fa il fratello ed i rischi a cui si espone.
Un capitolo, questo, denso di argomenti importanti e fondamentali per lo sviluppo della storia.

Recensore Master
02/09/19, ore 00:20

Secondo me, il punto di forza più importante di questo capitolo è la sorprendente lettera che Moriarty le lascia, dopo la sua morte, e che costituisce una sorta di personalissimo saluto tutto dedicato a lei.
Con le parole di Jim, scritte in una “fine grafia, perfetta, minuta ed elegante”
che scorrono davanti agli occhi della donna, ed ai nostri, davvero hai impresso una grande energia alla storia. Infatti veniamo a sapere che il criminal consulting sapeva tutto riguardo alla sua vera identità ed il comportarsi tranquillamente con lei, senza svelare le sue certezze sul chi fosse veramente, costituiva per lui un gioco molto coinvolgente ed irrinunciabile. Nelle Note finali, a tale proposito, esprimi dei dubbi sulla caratterizzazione IC del Jim della lettera in questione. Ma, sinceramente, non trovo particolari distorsioni o forzature in tal senso: Moriarty è un genio, dall’intelligenza superiore, per questo considera Sh il suo degno nemico, e quindi ci sta che abbia scoperto l’identità della sua collaboratrice. Tutto sommato, anche tra le mura di Sherrinford, assistiamo ad una sorta di allucinante testamento spirituale. Inoltre non siamo sicuri di quello che sarebbe potuto succedere se lui, eventualmente rimasto in vita, avesse deciso di terminare quella sorta di gioco tra gatto e topo che stavano diventando, ora lo sappiamo, i suoi incontri con (forse)Harry. Interessante trovo anche il suo evidente interesse per lei, molto probabilmente dovuto soprattutto alla consapevolezza di trovarsi di fronte ad una donna dal coraggio e dalle capacità non comuni.
In questo capitolo ci troviamo in pieno nel clima angosciante e denso di dolore dell’immediato post Reichenbach che i Mofftiss hanno magistralmente fissato nelle indimenticabili immagini di John che, accompagnato dalla signora Hudson, si reca al cimitero e parla accoratamente all’inquietante lapide nera di Sh. Abbiamo una visione più completa della scena perché è attraverso lo sguardo della misteriosa protagonista che rivediamo la secna finale di TRF e della seconda, splendida Stagione BBC. È un’angolazione completa quella che tu ci fornisci, perché il tuo racconto non si ferma a ciò che abbiamo già visto (e sofferto), ma scava nel complicato scenario occulto che hai scelto come “motore” della tua storia.
Su tutto si staglia, diabolicamente pericolosa, l’ombra minacciosa di Moran (Mary) che persino da Moriarty, nella sua lettera, viene definita “serpente” per la sua insidiosa personalità criminale. E siamo perfettamente consapevoli che il suo piano per scoprire la verità sulla morte di Sh coinvolgerà drammaticamente John. Questo la ragazza misteriosa lo sa ma in lei prevale il distacco dalle cose e dalle persone che l’ha portata ad essere una professionista in un campo così particolare, praticamente contesa tra la rete governativa di Mycroft e quella più apertamente criminale di Moriarty.
Da queste premesse che riguardano Moran(Mary?), posso ipotizzare che vedremo, attraverso le tue parole, tutto ciò che ha animato la S3, “appesantito” dalla presenza di Mary che ho sempre detestato e lo gusteremo da una prospettiva nuova rispetto al canone.
Cioè John, distrutto dal dolore della morte di Sh, troverà nella bionda “infermiera” una ragione per pensare al futuro ecc…
Ma, grazie a te, avremo già chiaro, fin dall’inizio, chi sia davvero la dolce Mary.
Nel capitolo leggiamo che (la forse)Harry partirà con Sh per il suo viaggio di allontanamento da Londra e da John, per distruggere definitivamente la rete criminale di Moriarty. Questo sviluppo m’interessa perché i Mofftiss non sono stati esaustivi circa i fatti che hanno caratterizzato i due anni che, in maniera disinvolta, definisco “sabbatici” del consulting lontano dall’Inghilterra e dal suo blogger. Non so se tu ti occuperai di questi retroscena, ma il fatto che tu faccia partire con Holmes anche la ragazza mi autorizza a pensare che qualche “panoramica” ce la regalerai.
A presto.

Recensore Master
01/09/19, ore 23:11

In questo capitolo si precisa la caratterizzazione della misteriosa donna, insisto nell’ipotizzare si tratti di Harry, che affianca, con un ruolo che assume progressivamente importanza, gli altri personaggi più importanti.
Senza dubbio lei presenta un curriculum di tutto rispetto, dal punto di vista del rischio e della competenza “professionale”, in quanto al suo datore di lavoro, poi, lascio perdere i commenti più facili. Per non parlare dell’ombra “pesante” di chi la segue passo passo, sottotraccia, cioè Mycroft che mostra di riporre in lei molta fiducia.
Quello della donna è un "lavoro" che ormai svolge da molto tempo e che compie sapendo muoversi in scenari pericolosi ed a livello internazionale.
Qui, infatti, nello scrivere di lei, richiami l'ultima scena di TBB, in cui la spietata capomafia cinese diventa bersaglio della “giustizia” di Moriarty.
E tu inserisci, appunto questo personaggio, nel tessuto di una storia ormai mitica, quella del coinvolgimento di Sh e John, ai fini di indagini, ovviamente, in loschi meccanismi.
Come ho scritto sopra, scopriamo che lei lavora per Mycroft e, se non ho capito male, è un'infiltrata, tecnicamente molto apprezzata, nella rete criminale di Moriarty.

Un complimento ti é dovuto proprio per l'accuratezza con cui costruisci il personaggio in questione, dandogli un' efficace tridimensionalità.
Così ci fai arrivare al diabolico criminal consulting, che tu, in un modo pienamente IC, connoti con un' "intelligenza spaventosa".

Descrivi in modo coinvolgente, direi quasi da brividi, il suo innegabile fascino che maschera una pericolosa follia.
Ma quello che rende la tua storia davvero originale è il costruire, con soluzioni narrative credibili, i retroscena di episodi che, ormai, abbiamo impresso nella memoria. Per esempio, torni sul diabolico piano di Jim per fare terra bruciata intorno a Sh, intaccando gravemente la sua credibilità, come abbiamo visto in TRF, soprattutto usando il rapimento dei due figli dell’ambasciatore. Ora, abbiamo il tuo “dietro le quinte”, che mette chiaramente in luce il coinvolgimento di Mycroft che si serve della protagonista di questo capitolo per pagare a Moriarty il suo tributo, a dire il vero nauseante, perché in pratica, come abbiamo visto nella Serie, trasmette a quest’ultimo informazioni su Sh che vengono usate per discreditarlo.
Qui apro una parentesi per continuare sulla strada dei miei tentativi di dare un nome alla donna misteriosa che tu hai reso così importante in questa storia: nel raccontarne le vicende e la progressione professionale, se così si può definire l’attività d’infallibile killer ad altissimo livello, fornisci un indizio che mi confermerebbe l’idea che ho sulla sua identità. Infatti parli del suo ricorso all’alcol “che l’aiutava a scordare cosa era diventata”. Dunque il mio pensiero ritorna insistentemente sulla sorella di John, Harry, appunto, che sappiamo avere problemi di quel tipo.
Tornando al capitolo, ci accompagni, attraverso uno scenario ricostruito con attenzione e, ripeto, credibilità, verso il momento più bello e, allo stesso tempo, più angosciante dello “Sherlock” dei Mofftiss e cioè agli istanti concitati dell’indimenticabile duello verbale tra i due consulting, sul tetto del Bart’s, che hanno preceduto il tragico “volo” di Holmes.
Ci lasci efficacemente in sospeso, perché l’interesse per ciò che succederà è vivo, in quanto non sappiamo se e come ti discosterai dal canone BBC.
Brava.

Recensore Master
31/08/19, ore 17:11

Tesoro *__*
Ho letto ieri ma non mi prendeva bene il telefono, perciò giungo solo oggi a lasciarti le mie impressioni.
Innanzitutto sappi (già lo sai, vero?) che io adoro l'angst! Lo amo proprio, quindi non posso che apprezzare questa parte profondamente triste e snervante. John e Mary/Moran sono sposati, accenni al matrimonio, al maggiore Sholto, alla gravidanza di Mary, al discorso di Sherlock, al suo dolore.
Trovo che lasciare andare qualcuno che si ama sia la più grande dimostrazione d'amore che si possa fare, eppure qui è diverso, primo perché anche John ama Sherlock, nonostante tutto, secondo perché Mary è un'assassina psicopatica che di certo non lo merita e che, anzi, sicuramente vuole fare del male a lui e a Sherlock.
La prospettiva con cui assistiamo ad ogni scena ci permette di intrufolarsi laddove i Moftiss non ci hanno concesso di sbirciare, tipo al 221b dopo il matrimonio, da uno Sherlock distrutto che non può far altro che ritirarsi in silenzio a mettere in musica la sua sofferenza.
Mi è piaciuto moltissimo il modo in cui ci hai mostrato come John sia riuscito infine a restare a galla dopo il finto suicidio di Sherlock, la strategia di Moran per entrare in contatto con lui ed infilarsi nel suo mondo. Ho trovato tutto molto credibile e ho sofferto mentre mi immedesimavo nella protagonista, provando tutta la sua frustrazione e l'impotenza di fronte a quell'errore madornale che costerà tantissimo a John. Di sicuro nella serie, qui non lo so, sicuramente non andrà allo stesso modo ma non so bene cosa cambierai quando sarà una sorpresa. ;)
Insomma, io sono sempre più curiosa e non vedo l'ora di arrivare al momento rivelatore di tutta la storia. Nel frattempo sono ansiosa di vedere come tratterai la scena dello sparo a Sherlock!
Mamma mia, tanta roba!
Complimenti tesoro, aspetto con ansia il prossimo capitolo!
Bacioni
S.

Recensore Master
31/08/19, ore 09:22

Altro capitolo doloroso, il primo di molti a mio avviso. Ma necessario se si vogliono seguire le orme della serie così come la conosciamo. E questa storia fa esattamente questo, come ho già detto, mostrandoci un dietro le quinte plausibilissimo. In questo caso il capitolo si snoda attorno A The Empty Hearse e a The Sign of Three, ma con un occhio a quelli che sono stati anche i due anni di John. Che tratti in maniera più lieve rispetto a quanto abbiamo visto di Sherlock, ma per il semplice fatto che lei non era lì ad assistere giorno dopo giorno, tutto quello che sa è ciò che vede, quel che Mycroft gli ha riferito. Un Mycroft che arriva ad ammettere per la prima volta i suoi errori: Moran andava eliminata prima. Prima che arrivasse a fare così tanti danni, io credo che lasciare che si avvicinasse così tanto a John è stata una enorme leggerezza da parte di Mycroft. Come dicevo anche nelle recensioni ai capitoli precedenti, sì, questa storia segue il percorso della serie, ma il fatto che Mary sia di fatto Moran ovvero il secondo di Moriarty, cambia praticamente tutto. Magari i fatti andranno nello stesso modo (per ora è così, Mary è ufficialmente Mary Watson ed è incinta di Rosie), ma in futuro? Questa non è la Mary che conosciamo, ma è una persona molto diversa. Che è arrivata a collaborare con Moriarty e che secondo Jim era la persona più pericolosa tra tutti i suoi collaboratori. E non stento a crederlo. Ora ci sarà da capire quanto queste diversità influenzeranno il percorso della storia. Già lo stanno facendo, su Mycroft soprattutto. Che è colui che giunto a questo punto ha commesso molti più sbagli di tutti e questo perché Mycroft è a conoscenza di cose che Sherlock non sa, che non ha condiviso con lui. Si è tenuto dei segreti e si è preso la responsabilità di decisioni che non avrebbe dovuto prendere da solo né tanto meno sottovalutando la situazione, che poi è ciò che ha fatto. Non dico che tutto questo sia colpa sua, perché è una concatenazione di eventi che ormai non si può più fermare, però sì, parte della colpa ce l'ha e non si può negare.

La nostra eroina ha un diavolo per capello e la capisco. Mary non è semplicemente una donna che vuole rifarsi una vita, come lo era nella serie e che sta scappando da chi la insegue. Ma una pericolosa criminale. Il vederla tanto vicina a John e a Sherlock non dev'essere facile per lei. Certo, poi il capitolo è anche particolarmente doloroso. Passare per il dolore di John che supera la morte di Sherlock è sempre difficile. Qui poi hai calcato la mano su un tema che non viene trattato spesso, ovvero la riabilitazione del nome di Sherlock. Perché John ha superato anche questo, lottando contro tutto un mondo che gli diceva che Sherlock Holmes, il suo unico amico, era un pazzo assassino. Per lui dev'essere stato davvero molto difficile. Ora è sereno, io non credo sia felice perché qui è piuttosto ovvio che John ami Sherlock, ma che non voglia tornare indietro per orgoglio anzitutto, ma anche perché non può rimangiarsi la parola che ha appena dato a Mary. E poi ora c'è anche Rosie... quindi la situazione è diventata davvero complessa.

Io adesso come adesso presumo che Mary resterà viva almeno fino alla nascita di Rosie, ma nel frattempo che accadrà? Magnussen sembra il prossimo nodo importante da sciogliere, e in mezzo c'è anche la separazione da Mary e Sherlock che quasi muore. Quindi è tutto davvero molto complicato e di nuovo, sono molto curiosa di leggere il proseguo.
Koa

Recensore Junior
30/08/19, ore 22:08

"Non sono stata così intelligente da pensarci da sola"...tesoro mio! Ma ti rendi conto dell'intelligenza, della passione e dell'abilità che c'è dietro a questo tuo capolavoro? Un lavoro mastodontico, una cura per i dettagli che fa paura, l'originalità di un personaggio come la tua protagonista più quella necessaria ad aggiungere particolari, elementi fondamentali, passaggi creativi e canonici al tempo stesso. No, non credo proprio tu ti renda conto di cosa hai creato, cosa ci stai regalando.
Io posso solo ringraziarti, per una lista di motivi così lunga da non crederci, ma tu li conosci bene.
Ti abbraccio forte, aspetto, come tutti, il prossimo capitolo.
Ti voglio bene.
A.
(Recensione modificata il 30/08/2019 - 10:12 pm)

Recensore Junior
30/08/19, ore 22:04

Splendido! Riuscire ad arricchire una narrazione già densa di particolari significa avere talento da vendere.
Un capitolo meraviglioso.
Bravissima.
MRS

Recensore Junior
30/08/19, ore 21:24

Quanto angst in questo capitolo. Però hai perfettamente ragione. Come scrivi nelle note, tu non fai altro che farci rivivere la serie attraverso gli occhi della tua misteriosa narratrice. Non è colpa tua se il terribile duo ha scritto questa storia.
Mi è piaciuta molto l'introspezione che hai fatto del dolore di John.
Generalmente molti si schierano con Sherlock e ritengono che John non capisca che cosa il consulente abbia passato per tenere il dottore al sicuro. Io, invece, sono una di quelli che pensano che Sherlock si sia sì sacrificato, ma che il prezzo più alto lo abbia pagato John. Lui è quello rimasto indietro. Lui è quello che ha dovuto affrontare il senso di colpa per non avere fermato Sherlock. Lui è quello additato e sbeffeggiato dalla gente. Hai descritto benissimo la causa della rabbia di John. Ho veramente apprezzato tutta quella parte in cui spieghi come si sia sentito e che cosa abbia passato. Noi non lo abbiamo visto, ma sono certa che non ci sei andata molto lontana.
Moran/Morstan ha trovato terreno fertile per conquistare il solitario John.
Bellissima la scena finale, con Sherlock e la misteriosa protagonista che si allontanano dal matrimonio. Tutti i sacrifici fatti per proteggere John non sono serviti a nulla, perché le loro azioni lo hanno servito su un piatto d'argento a chi li vuole distruggere.
Bravissima, davvero. Credo che questo sia il capitolo che mi sia piaciuto di più, in una storia che apprezzo molto, ben costruita e ben pianificata.

Recensore Junior
29/08/19, ore 16:48

Non puoi immaginare quanto io mi sia divertita a leggere quello che hai scritto. È un capitolo veramente spassoso, fin dalla missione in Tibet “in mezzo a quella setta scissionista di monaci buddisti combattenti”. Sei un genio!
Prima di tutto fammi dire che si vede che ti sei applicata a cercare una forma di studiata cronologia e veridicità degli eventi. Poi tutta l’azione si svolge con l’inserimento della protagonista, quasi fosse un dietro le quinte, che gli spettatori e Sherlock non hanno notato ma che risulta essere plausibilissimo. Complimenti.
 
Non so quanto sia giusto, ma ho avuto l’impressione che la ragazza misteriosa abbia inciso significativamente sulla riuscita della missione. Sicuramente lo è stata per la risoluzione finale: l’estrazione di Sherlock.
Vederla così a suo agio nell’agire sotto copertura e a torturare per reperire informazioni mi ha sorpresa. Così come è spettacolare il modo nel quale riesce a partire per Belgrado rubando l’identità di una donna. Le sue non sono di certo qualità segrete, ma vederle messe in pratica è diverso dall’immaginarle solamente, anche perché a parte una piccola parentesi riguardo ad un boss argentino nel capitolo 4, è sempre stata “immobile” con un fucile in mano, nulla di più.
Come nell’occasione appena citata, anche adesso salta fuori di nuovo il tema dell’umanità, di avere un’anima. Purtroppo lei è stata spesso solo una pedina, un’arma, e quindi un oggetto nelle mani di capi senza scrupoli (Mycroft fa eccezione, ma solo in parte; a volte bisogna compiere azioni nonostante la propria morale). E di certo fare la sua vita deve essere impegnativo, non ha tempo da “sprecare” per essere donna (anche se non è una gonna o del trucco che la renderebbero tale; in questo caso direi che la cura della persona in generale non è tra le prime voci sulla lista delle cose da fare).
 
Il rapporto con Mycroft sta evolvendo sempre di più. Lui ha imparato a fidarsi del giudizio della ragazza e la rispetta, è evidente. Si lascia persino guidare nella missione sotto copertura. Qualcosa di estremamente organizzato e pericoloso, a dispetto di quello che può sembrare nella puntata. Sempre bello notare come sapientemente colmi gli spazi lasciati più o meno vuoti dalla sceneggiatura. E devo dire che in questo caso sembra molto più plausibile quello che ci proponi rispetto al maggiore degli Holmes completamente solo, piazzato all’improvviso lì dove torturavano Sherlock.
La scena sull’aereo, nella quale si presenta Mycroft stesso per accertarsi che la ragazzina sia tutt’intera e per farla riposare è molto tenera. Si, si gioca anche sulla differenza d’età, ma non credo che ce ne sia tanta in realtà. Tra Sherlock e Mycroft passano sette anni se non erro, non molti comunque; ora non riesco a trovare conferme di quello che sto per dire, ma mi pare che Harriet sia la sorella maggiore di John, e quest’ultimo è a sua volta un po’ più grande di Sherlock; quindi, sempre ammesso che la protagonista sia Harry, lei e Mycroft in realtà non hanno più di un paio di anni di differenza, e in ogni caso, avessi sbagliato, non più di dieci. Io credo che ragionevolmente lui si riferisca a lei appellandola “ragazzina” più per la sua statura rispetto all’uomo, magari è magrolina e bassa (come John); o ancora credo che lo faccia per una forma di protezione, se ne sente responsabile.
 
Mi piace la tua idea di non aver fatto spostare subito l’azione finale a Londra, ma che piuttosto i fratelli Holmes si incontrino a Bruxelles. Come ho detto in apertura questo capitolo è uno spasso, e anche la ragazza se la ride dalla stanza accanto.
Spero che Moran non abbia già fatto il lavaggio del cervello a John. Sai quando nei film noi sappiamo che il pericolo è lì e inutilmente gridiamo allo schermo - ai personaggi - di non andare in quel determinato punto o di non fidarsi di quel tizio, bene qui sono sicura che accadrà la stessa cosa. Perché né Sherlock né Watson sono consci del pericolo. Ah, se potessi fargli una telefonata anonima… non voglio neppure prendermi i meriti…
Per mia fortuna domani è vicino, aspetto con ansia l’aggiornamento. Ti rinnovo ancora di cuore i complimenti!