Recensioni per
La morte è la curva della strada
di blackjessamine

Questa storia ha ottenuto 74 recensioni.
Positive : 74
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
10/06/20, ore 10:44

ciao tesoro!
eccomi qui. sono stata molto indecisa su quale storia recensire a questo giro, perchè ho iniziato a leggere la tua long su sirius e alhena e mi ha completamente conquistata, però alla fine ho deciso di passare da questa raccolta perché come ti ho già detto nelle scorse recensioni ne sono affascinata.
Questa storia è davvero un pugno al cuore. Lo dico sul serio.
Ogni volta che leggo qualcosa di tuo mi sembra davvero di essere davanti ad una poesia. Il tuo stile è talmente delicato e leggiadro, dolce ... che parla dritto dritto al cuore.
Remus, dall’altra parte, che sente questi rumori che possiamo quasi descrivere come assordanti. All’inizio non capiamo bene cosa siano, perché li sente così forti? sono solo nella sua testa o questi rumori esistono veramente? E soprattutto, da dove provengono?
E poi lo capiamo. E tu ci lasci lì, senza parole, con questo gigantesco groppo in gola che inizia a formarsi. E capiamo che Remus sente i primi passi di suo figlio Teddy. Teddy che si trova lontano da lui, eppure così vicino... Teddy che compie i suoi primi passi e cade tra le braccia del suo padrino. Ed è triste perché quelle braccia dovrebbero essere quelle di Remus. Remus che comunque - pardossalmente- non sembra triste. Sembra tranquillo nell’ascoltare i suoi passi. Perché Remus ha sofferto troppo, quando era in vita. Ha sofferto per paura di fare del male a suo figlio, che la sua condizione potesse essere una croce e una sofferenza anche per lui. Per quel bambino che Remus ha amato fin dall’inizio e che proprio per amore ha pensato di “abbandonare” .... per paura di poter essere un pericolo per la persona che amava di più.
Remus si è trovato davanti ad un enorme dubbio: resto? E alla fine, Remus ha deciso di restare. Perché l’amore che hai per tuo figlio è qualcosa di inimmaginabile e Remus non se lo sarebbe mai perdonato. Mai. È restato così poco però, perché il destino aveva altri programmi per lui, e il destino aveva deciso che non sarebbero state le labbra di Remus a sorreggerlo durante i suoi primi passi.
E quando James gli dice “non ho mai smesso di sentirli”, scusa .. ma mi è scesa proprio una lacrimuccia.
Perché alla fine anche James è sempre stato lì, a vegliare su harry, sin dall’inizio.
Perché alla fine, le persone che amiamo non ci lasciano mai veramente. Possiamo sempre trovarle, qui dentro ❤️

Recensore Master
08/06/20, ore 23:32

 Io vorrei iniziare la recensione per bene, ma questa volta non posso avvantaggiarmi nemmeno dei Nargilli, affinché la scrivano al posto mio, dato che sono a loro volta commossi e con gli occhi appannati… Non so se sia un record, sicuramente è un grandissimo merito (sono difficili da commuovere, mi dicono).
 
Credo che non potessi trovare conclusione migliore, perché questa scena non è solo una fine, è anche un nuovo inizio, con Harry che sceglie di tornare indietro, che poi in realtà è un andare avanti, e riprendersi la vita. Hai scelto un momento particolarmente forte per concludere la raccolta, con quella riflessione appena sussurrata sul desiderio che batte nel petto di Lily e James. A quel punto avevo davvero le lacrime agli occhi, forse perché il loro è un desiderio tanto dannatamente umano e tanto “vergognoso”, per loro in primis, da non poter lasciare indifferenti. C’è tutta la portata di un amore infinito in quel moto naturale che li porta a sperare di averlo di nuovo per sé: non hanno mai potuto davvero goderne, toccarlo, essere sicuri che li sentisse (perché è vero che loro ci sono sempre stati, ma deve essere ugualmente lacerante pensare che per anni lui non abbia saputo nulla, ricordi fin troppo poco, fatichi a trovarli agli inizi), e ora potrebbero averlo prestissimo tra le braccia. Ma se il primo, inconfessabile istinto di questo amore sporca di nero le ciglia, un po’ egoista, poi la sua forza riempie solo il cuore d’orgoglio per la scelta di quel figlio che non hanno potuto crescere ma che è diventato un meraviglioso uomo. E sì, in quel momento Harry è estremamente coraggioso, perché anche su di lui “l’egoismo” potrebbe avere la meglio, potrebbe decidere di aver combattuto a sufficienza, di meriarsi riposo e la possibilità di ri-conoscerli, finalmente. Ma se c’è una cosa che Harry non è mai stato è proprio egoista, perché pensa prima agli altri e non esita nemmeno a tornare indietro non appena Silente gli spiega come stiano le cose: c’è chi ha ancora bisogno di lui e lui tornerà per salvarli tutti, ancora, ogni volta che ce ne sarà bisogno. E, insomma, io non ho mai avuto particolare simpatia per Harry (sono forse un po’ una brutta persona), ma questo momento non lascia mai indifferenti, scuote sempre. Vederlo in questa tua ripresa, dalla parte di Lily e James, ha forse amplificato maggiormente la percezione della scelta di Harry.
E poi chiudere una raccolta sulla morte con questo abbracciare in tutto la vita, anche quando avresti tutti i motivi per cercare la pace al di qua del velo, è qualcosa di potentissimo: è davvero un inizio nella fine (e spero che la cosa abbia senso). Non credo potessi concludere meglio questa raccolta, sul serio.
 
Un po’ mi dispiace essere giunti alla fine di questa raccolta: è stata un viaggio meraviglioso, non so se renderò mai l’idea di quanto sia grata per averla scritta. E so di non aver mai reso giustizia a tutti questi piccoli capolavori, ma mi sono approcciata molto di “pancia”, poco razionalmente e molto emotivamente a ogni singola parola. Però ti assicuro che ogni parola è stata d’impatto (hai dato da pensare anche ai Nargilli, nonostante facessero finta di niente!), quindi davvero grazie infinite per averla condivisa.
Complimenti, sul serio, questa raccolta è uno di quei piccoli tesori da custodire e su cui tornare più e più volte.
 
Un grande abbraccio e a presto,
Maqry

Recensore Master
07/06/20, ore 23:51

Ciao di nuovo! ♥
Passo qui per la seconda recensione premio per il contest 'due è meglio di uno'. Nel senso, in realtà volevo aspettare, ma la curiosità ha avuto la meglio e beh, dopo dieci minuti sto ancora piangendo. GRETA. MADRE NERA. TI VOGLIO BENE EH, PERO' PORCA MISERIA MI HAI SPEZZATO.
Allora. Partiamo dal principio. Hai presente la cosa che ti ho detto prima su Sirius che è il mio personaggio preferito e bla bla bla. Ecco, quando Sirius dice a Harry 'qui dentro' nel terzo e nel settimo film, io piango. Ma piango nel senso di ululo al vento in preda a dolori atroci.
E poi tu mi scrivi questo. Dove ci sono Remus e James e dove è James a dire a Remus che loro sentono i passi (e tutto il resto) 'qui dentro'. Guarda, io mi vorrei prendere a sberle perchè sono incapace di esprimere a parole quanto diamine tu mi abbia emozionato per questa fanfiction, ma sappi che negli ultimi quattro anni io ho pianto a singhiozzi proprio soltanto per tre fanfiction, fra l'altro tutte molto lunghe. Quindi niente, questo capitolo si aggiunge alla lista è fra l'altro ha il 'vanto' di esserci riuscito in davvero poche parole. Hai preso quelle giuste, almeno io le ho trovate perfette e devastanti. Hai caratterizzato entrambi i personaggi in maniera perfetta, ho adorato la scena in cui James gli arruffa i capelli, ma poi il vuoto dei dieci kg è una cosa così straziante ma così dannatamente profonda che boh cioè mi hai lasciato senza parole. E i passi che loro sentono, perchè entrambi hanno lasciato i loro figli, e il fatto che faccia sempre male e cioè questa metafora è meravigliosa. E poi vabbè, l'ho già detto ma lo ripeto, la conclusione cioè è straziante ma così bella e commovente e toccante boh veramente mi hai fatto tremare l'anima. Cioè non si capisce assolutamente niente di questa recensione ma sono tipo super provata e super confusissima e sto ancora piangendo perchè quel qui dentro è troppo troppo doloroso e senti, io davvero ti ringrazio di cuore per scrivere queste cose ti prego non smettere mai perchè oltre a essere bravissima e ad avere uno stile assurdo riesci sempre sempre sempre a commuovere le persone e quindi scrivi per sempre grazie mi devi 10 litri di lacrime.
Un abbraccio fortissimo! ♥

Recensore Master
07/06/20, ore 23:30

Ciao Blackjessamine!
Voglio assolutamente terminare questa raccolta, ma ne approfitto per rilasciarti la prima recensione premio per il contest 'due è meglio di uno' (di cui mi sono ricordata solo ora, un applauso!).
Allora, Sirius è sicuramente il personaggio dei malandrini che apprezzo di più, ed è anche uno dei miei personaggi preferiti. È anche quello per cui ho pianto di più, senza proprio battere ciglio, quindi parto subito col dirti che questo capitolo mi ha straziato, sì, ma sicuramente me lo porterò nel cuore per sempre. Sto rileggendo il libro cinque proprio in questi giorni, fra l'altro, quindi a maggior ragione provo ancora più empatia nei suoi confronti (e timore per il momento che arriverà, sigh). Comunque, sei riuscita a riportare il personaggio in maniera fenomenale. Davvero, una caratterizzazione ottima ma soprattutto perfetta, così dannatamente IC ma anche con quel qualcosa in più che i libri non ci permettono di leggere e di assaporare. Quando lo descrivi 'ripulito' l'ho trovato un aggettivo meraviglioso, perchè penso sia proprio come Sirius voglia sentirsi, ripulito da tutti quegli anni di azkaban, da tutto ciò che ha passato e vissuto sulla propria pelle, anche dopo la fuga è stato comunque costretto a rimanere segregato a Grimmauld Place e ad accumulare ancora altro sporco, incastrato sotto le unghie come dici tu. E beh, il fatto che veda James... Okay, lo ammetto, ho pianto. Io li shippo, quindi magari sono di parte, ma lui verso James provava un affetto così profondo e insomma vederselo davanti con gli occhi brillanti da dietro le lenti e sì insomma grazie per tutti questi feels di cui avevo proprio bisogno.
Poi, fermiamoci un momento ad analizzare questa perla fantastica:
“Sei qui”.
James annuisce, e il suo sorriso ha la piega seria dell’uomo che non ha avuto il tempo di essere.
“Come sempre. Lieto che tu ora mi veda, comunque”.
Allora. Intanto, portami un pacco di fazzoletti, sei obbligata per il 'sei qui' e il 'come sempre'. E poi, 'come l'uomo che non ha mai avuto il tempo di essere' .... MADRE NERA. Poesia pura, totale.
Vabbè, anche in questo caso vocaboli perfetti e frasi che ti sbriciolano proprio il cuore, o meglio che ti entrano dentro e non vanno più via. Bellissima anche la conclusione, con Sirius che non si volta ma che prosegue e mette i passi fra lui e lo specchio. Una scena meravigliosa.
Brava, brava, brava! A presto. ♥

Recensore Master
07/06/20, ore 00:20

Ciao, Greta!
 
I miei cari amici Nargilli sono qui appostati sulla spalla che mi guardano finalmente soddisfatti per essermi lasciata alle spalle futili incombenze quali gli esami per arrivare finalmente qui da te e da Fred. Si sono però intristiti nel sapere che siamo ormai in dirittura d’arrivo e il prossimo sarà l’ultimo capitolo, per ripicca mi hanno un po’ spezzata nel leggere questo capitolo.
 
La morte di Fred credo di non essere mai riuscita a superarla, rileggere la saga ed arrivare a quella parte significa iniziare a piangere senza ritegno come la primissima volta: capirai allora con che stato d’animo mi approccio a scrivere questa recensione… Motivo per cui per l’ennesima volta ti lascerò un commento più emozionato e singhiozzante che altro.
Non me l’aspettavo, questa morte, ed è stata esattamente come rivivere la lettura dei Doni della Morte e trovarselo davanti morto, senza preavviso, una vera doccia ghiacciata.
L’immagine delle mani interamente nere di Fred è terribile: urla tutta l’ingiustizia di questa vita troppo giovane strappata troppo presto alla vita, di un’anima rimasta senza la propria gemella e che deve imparare a convivere con un mondo in cui l’altro non c’è ancora – in cui non deve arrivare prima di una vita intera – e il peso di sapere che l’altro è rimasto indietro solo. Credo che questo sia proprio il motivo per cui, tra tutte, la sua è sempre stata la morte più inaccettabile, per me: perché erano sempre stati due, e ora si ritrovano ad essere un uno smarrito, un uno che non ha senso, e il loro era un legame tale da rendere ancora più difficile elaborare il tutto. Perché ci sono i fratelli persi e ritrovati, ci sono quelli che si scelgono, quelli che crescono fianco a fianco, ma essere gemelli forse è ancora più profondo, in alcuni casi, e va oltre la comprensione.
Infinitamente bella è l’immagine che vede ad aspettarlo ai binari James: un po’ perché è forse quello con più esperienza, che li ha accolti tutti e ha mostrato a ciascuno la strada, preparandoli ad affrontare la curva, un po’ perché anche lui sa cosa significhi lasciare indietro i fratelli e anche qualcuno di ancora più visceralmente tuo. Forse anche perché è il Malandino che vedo più affine ai gemelli.
Eppure c’è a luce anche per noi, nel finale, perché Fred a suo tempo capirà e imparerà che non lo smarrirà mai, così come George non perderà mai lui: ed è una scena così bella, così bella da far male, perché non sarebbe nemmeno dovuto esistere il pensiero che loro si possano smarrire (ecco, tornano i Nargilli ad appannarmi la vista).  
 
Come sempre non posso che ringraziarti per averci regalato questa raccolta: è bellissima in ogni suo singolo capitolo, in ogni immagine e in ogni metafora. E fa male, forse, ma pian piano il nero del dolore per loro si dissolve anche dalle nostre mani leggendoti.
 
Un abbraccio e a presto,
Maqry

Recensore Veterano
06/06/20, ore 10:38

Ero curiosa di scoprire come avresti concluso questa raccolta che è stata sempre emozionante, delicata e curata in modo dettagliato ed incredibile dalla prima all'ultima parola.
Con quest'ultimo capitolo, quest'ultima frase della poesia c'è il giusto epilogo nel viaggio ultraterreno dei Malandrini e non poteva che concludersi con James e Lily e con questo rimpianto genitoriale che ha aperto la raccolta, è tornato più volte e qui la fa da padrone.
L'immagine di loro due che si tengono per mano sulla curva della strada, su quel binario con cui abbiamo imparato a familiarizzare (ormai questo Aldilà lo immagino proprio così), è fortissima. 
"Si tengono per mano senza parlare, si tengono per mano mentre sfiorano la curva della strada col passo di chi non ha più nemmeno paura: perdita e rimpianto, nascita e riconoscimento sono ormai fili che loro hanno avvolto spesso attorno ai polsi." Credo che questo sia il mio passo preferito, forse perché legato al tuo rimpianto che lega i polsi, frase che mi ha colpita sin dall'inizio, e perché c'è tutta quella unione, quella comprensione nel "non vissuto" di James e Lily, che genitori lo sono stati per pochissimo.
C'è, ancora una volta, questa vicinanza, questa comunicabilità con il mondo terreno, con Harry che è vicino e che possono riuscire a sentire grazie al momento della Pietra della Resurrezione. 
IL desiderio inconfessabile che non hanno bisogno di dirsi l'un l'altro è quello che solo un genitore da tanto separato da un figlio può avere, anche se io genitore non lo sono, ha colpito dritto al cuore. Tra l'altro, ho particolarmente apprezzato il riferimento a questo desiderio come "umano tradimento" per James e Lily che la vita terrestre ed umana l'hanno abbandonata da un po' ed anche lo scivolare via di questo pensiero ed il ritornare della pace, non appena Harry va oltre perché loro sanno che un giorno comunque tornerà. 
Io davvero non so più come dirti quanto tu sia brava e quanto questa storia mi abbia emozionata: mai scontata, mai retorica, sempre delicata. PERFETTA. Ormai sai che di tuo ho letto quasi tutto e qui ho avuto "la prova provata" di quanto tu sia brava qualsiasi sia lo stile prescelto perché il valore aggiunto di questa raccolta non è stata soltanto l'idea di fondo ma soprattutto il modo in cui l'hai scritto. 
Davvero il tuo Aldilà, la tua King's Cross, ha preso forma frase dopo frase diventato l'habitat perfetto per questi personaggi che tanto amo!
Grazie ancora di questo. Ti aspetto alla prossima storia!
Un abbraccio,
Fede

Recensore Master
06/06/20, ore 09:44

Cara Blackjessamine,
Ma buongiorno <3. Ho provato un brivido leggendo questa flash così ben strutturata e dolorosa. James e Lily sono meravigliosi quando li scrivi (mi è rimasta nel cuore quella loro versione post adolescenziale), ma qui, con quel respiro trattenuto che ricorda così bene la paura umana, qui, che abbiamo i due spiriti che non osano pensare che Harry stia morendo, ma che per un momento muoiono dalla nostalgia e tradiscono l’ideale di una vita intera (breve, ma intensa), c’è tutto. C’è lo strazio di due eroi che hanno deciso di combattere una guerra impari, che si sono sacrificati per il bene del loro figlio, che hanno rinunciato alla possibilità di vederlo crescere negando a lui il calore di una famiglia. E hai raccontato tutto con estrema delicatezza: il momento cruciale in cui nella foresta proibita Harry è a un passo dal morire e dal lasciarsi andare, loro che anelano di rivederlo (ed è un desiderio che, appunto, sa di tradimento) e temono immensamente di vederlo comparire, non vorrebbero mai doverlo incontrare così presto e poi la soddisfazione, anzi, la gioia.

Ha scelto il coraggio, dici, ed è bello che tu abbia associato il vivere l’esistenza umana fatta di lotte continue al coraggio che deriva dalla sopportazione delle varie prove che siamo tenuti a superare – Potter più di tutti. Poi certo, James e Lily sanno che un giorno Harry tornerà da loro oltre la curva della strada, questo modo bellissimo di descrivere l’Aldilà. Sanno che avverrà in un altro momento, non contro Voldemort, e anche qui l’espressione “un giorno, cento anni, una vita intera” per me è duplice: da un lato indica la lunghezza della vita umana quand’è piena e vissuta e ha fatto il suo naturale corso, dall’altro indica l’inconsistenza del tempo per le anime, per cui un giorno o mille anni, essendo loro fuori dallo scorrere delle lancette, ha perso il suo peso e significato. L’ultima frase è profondissima. La morte è verità perché rivela l’animo umano (è anche un topos letterario che nella morte vi sia un senso, che chiuda il cerchio di un percorso), mentre il passaggio sta a indicare appunto il percorso stesso che tutti devono percorrere e l’accettazione della morte come l’ineludibile fase della vita – parte del viaggio anch’esso, che sia ponte o abisso, come diceva, molto meglio di me, un noto giornalista scomparso proprio in questi giorni. Come sempre ammirata dalla tua scrittura potente, ti auguro un buon weekend :*.
Shilyss

Recensore Veterano
05/06/20, ore 10:37

Oggi mi fermo dopo la lettura di un solo brano per due ragioni: uno, perché quando si tratta di Regulus e Sirius divento particolarmente emotiva e, due, perché - ovviamente - non voglio ancora dire addio (o arrivederci, direi) a questa raccolta meravigliosa.
Quando, nella mia solita impazienza, ho dato una rapida scorsa al capitolo in cerca di un nome, il nome del personaggio prescelto e qui approfondito, quando ho letto che stavolta sarebbe toccato a Regulus, già sapevo che sarebbe stato un capitolo memorabile. È difficile, in effetti, decretare un capitolo superiore agli altri e non credo neanche abbia molto senso farlo, perché tu sei in grado di renderli tutti validi, ciascuno - a suo modo - ha la sua specifica dignità e le sue peculiarità, delineate sulla base di ogni personaggio.
Quando si viene alla famiglia Black, il riferimento alle stelle è pressoché immediato e, si dovrebbe dire, ormai scontato. Eppure - non che avessi dubbi, provenendo dagli scorsi brani - tu non hai in alcun modo banalizzato questo riferimento.
Innanzitutto, hai preso quel riferimento di solito enormemente abusato in relazione ai due fratelli Black e, nelle prime righe, lo hai universalizzato. In realtà, è complessa l'operazione che hai attuato - ottenendo un esito dalla carica fortemente poetica -. Per prima cosa, dicevo, lo hai universalizzato: gli uomini sono paragonati alle stelle. La vita è un cielo in cui le singole identità si spengono in un niente - un niente, se paragonato all'eternità -. Allo stesso tempo, hai mantenuto intatta e perfetta la coerenza con il limbo che stai tratteggiando capitolo dopo capitolo. Un po' come nel brano dei "passi"(o almeno, è questo il collegamento che ho realizzato), anche qui - quella persistenza di negativi negli occhi di chi ha fissato le "stelle" con insistenza - mi viene da pensare a quella sorta di "immortale" influenza che chi non c'è più continua ad esercitare, anche quando ha ormai smesso di brillare; immortale proprio in questo senso, ossia capace di superare la morte effettiva del singolo, un po' come la luce della singola stella che non "muore" con essa, ma raggiunge gli occhi di osservatori successivi. In più, in una manciata di frasi (e da qui deduco che tu sia una maestra nel campo dell'angst), hai concretamente sottolineato la drammaticità dell'esperienza individuale di Regulus, la cui luce - celata per tutta la sua effimera esistenza (spesso dimentichiamo che, accidenti, è morto a diciotto anni! Sono lieta che tu l'abbia sottolineato) - si diffonde solo dopo la sua morte.
Quando si viene, poi, alla grotta e al bacile, alle circostanze effettive della morte di Regulus, ecco, è lì che non riesco mai a non emozionarmi (e qui è successo ancora). In primo luogo, è stata una mossa di una delicatezza assurda, sottolineare la diversa consistenza dell'anima di Sirius, rispetto alle anime con cui Regulus è bloccato nel suo aldilà.
O meglio, forse mi sono espressa male (a questo proposito, perdonami se con i miei sproloqui dovessi in qualche modo disattendere e tradire il senso reale del testo; insomma, sono brani così densi e complessi che probabilmente è inevitabile che ciò accada!): in un "luogo" di disperazione assoluta, com'è quello in cui Regulus ha trovato la morte e in cui è in qualche modo rimasto, assieme a chissà quanti altri, disperazione che probabilmente queste anime portano con sé...ecco, in questo contesto, immagino che effettivamente un'anima come quella di Sirius sappia distinguersi senza difficoltà - come lasci intendere qui:"perché non ha mai conosciuto nessuno che sapesse camminare nella luce senza fare i conti con i rimpianti(...)"-. Persino lui stesso, Regulus, non ha mai imparato a sgravarsi del peso che gli lega i polsi (e che lo ha fatto "annegare" più lentamente - ho adorato quella parte! -).
E poi gli occhi di Sirius! Ah, quanto ho amato il tuo proseguire con questi riferimenti "astronomici": che delizia quell'espressione, quei suoi occhi "di luna"!
Ma, ecco, è solo a questo punto che viene la mia parte preferita - in un capitolo di per sé sublime -, ossia quando Regulus "nella luce ricorda cosa voglia dire farsi corpo". Regulus è un personaggio profondamente affascinante, proprio poiché le sue motivazioni sono avvolte dal mistero e di lui, del suo percorso di crescita interiore, non sappiamo nulla. Ma io sono sicura - come, credo, chiunque nel fandom apprezzi questo personaggio e il suo rapporto drammatico col fratello - che nella sua risoluzione finale c'entri molto, moltissimo Sirius, e quelle che erano state le scelte di vita del primogenito Black. Ecco, questa cosa, l'ho ritrovata qui e mi ha straziata (in senso buono, il che - evidentemente - mostra quanto io sia masochista, in fondo): come Sirius ha influito sul suo carattere in vita, qui, "in morte" è Sirius, sempre Sirius (quel fratello sconosciuto ma mai dimenticato) , che lo trae fuori dall'inconsistenza e gli dà "corpo". Naturalmente, la scena dell'abbraccio è stata un colpo al cuore, così come l'inesprimibile grazia contenuta in quel "fratelli", una parola monca, qui, dove siamo soliti fare un uso smodato di fiumi e fiumi di parole spesso superflue, ma che - lì - ha tutto il senso del mondo, tutto il senso di una vita (o di due).
Di nuovo, mi scuso se con queste miei voli pindarici e queste divagazioni finisco col vedere cose che magari non corrispondono alla realtà (pur sapendo che, in letteratura, la realtà oggettiva è cosa difficilmente riscontrabile; ma, ecco, intendo la "tua" realtà, quella che avevi in mente mentre scrivevi).
Volevo solo dire che, quando faccio così, sono solo molto entusiasta. Di solito, le mie reazioni sono due: o lo sgomento, la penuria di parole, o - all'opposto - la parlantina irrefrenabile. Non conosco mezze misure, l'ho già detto, no?
Ora mi dileguo, ma - ancora e sempre - BRAVISSIMA (come se il maiuscolo potesse davvero restituirti la qualità della mia stima!).
Questo in cui ti sei cimentata non è affatto un progetto come un altro, sono sicura che tu stessa ne sia consapevole e, perciò, volevo "rassicurarti" (per quanto tale rassicurazione provenga da una ordinaria, perfetta sconosciuta come me) che anche noi lettori ne percepiamo l'importanza.
Ciao, a presto!♡

Recensore Veterano
02/06/20, ore 00:17

Rieccomi, finalmente!
"Finalmente", sì. Per me, non aver letto tutta d'un fiato la tua raccolta, in un giorno solo, e averla scaglionata rappresenta già una grandissima novità. Ma sono felicissima di star procedendo in questo modo, perché la ripresa della lettura non ha fatto che confermare le mie impressioni iniziali. Questa, effettivamente, è una raccolta che va gustata e non mi importa se, ogni volta, il mio cuore continuerà un po' a sbriciolarsi, perché ne vale dannatamente la pena!
Ecco, con il brano di Remus, è come se tu avessi aggiunto un tassello ulteriore a questo limbo da te creato, un nuovo tassello di cui avvalersi per tentare di averne una comprensione, seppur minima: tramite James (mi piace come spetti sempre a James, in questi capitoli), arriva la conferma che esiste una possibilità - la possibilità di una reciproca interazione fra i "due lati", fra chi è già nella curva e chi, invece, è rimasto dietro il velo -.
È un'informazione dolce e straziante assieme poiché sì, da un lato, è rassicurante - per chi è andato oltre -sapere che, in qualche modo, qualcosa ancora perviene a coloro che si sono lasciati dietro (e i polsi possono forse far meno male).
Dall'altro è straziante, poiché - come sottolineato nel brano di Sirius - è raro che chi risiede ancora ben lontano dalla curva possa effettivamente "vedere" o percepire il "suono dei passi", che possa percepirli al di sopra dei battiti del proprio cuore. È qualcosa che magari avviene, ma per lo più non consapevolmente.
Sono loro, coloro che attraversano la curva, che - consapevolmente - si aggrappano a ciò che giunge loro provenendo dall'altra parte, in questo caso il suono dei passi di un figlio che non si vedrà mai crescere, i tonfi di cadute a cui non si potrà mai porre rimedio, poiché si è irrimediabilmente divisi, separati. È stata un'immagine veramente potente quella che hai evocato, e straziante - come è un po' tutta questa raccolta -.
Veniamo al brano di Peter.
Ho adorato le novità introdotte nel suo caso. Tutta la sfera semantica "negativa", ogni aggettivo che concorre a creare uno scenario onirico (ma più sul versante dell'incubo): aridità, ruggine, segni di incendi, lamiere.
Una prospettiva sghemba e irregolare, adatta a lui, Peter, con la sua carne sbagliata, la sua paura e la sua vigliaccheria.
Ho adorato il contrasto tra la fatica percepita da Peter, la fatica immane che gli costa muovere anche solo un passo (del resto, in vita, lui non ha mai compiuto scelte con facilità, con coraggio, perché dovrebbe farlo ora?) e l'eleganza, la fluidità di chi invece imbocca la curva senza neanche esitare.
Peter, come già in vita, non può che invidiare il coraggio altrui e arrancare, arrancare sempre e solo alle spalle di chi non ha paura, di chi si ritrova a passeggiare in campi fioriti e non a calpestare le ossa degli errori e dei tradimenti della propria vita.
Ancora una volta, sono ammaliata e senza parole.
Grazie, grazie infinite per aver condiviso questa raccolta con tutti noi!
A presto!

Recensore Veterano
31/05/20, ore 13:32

Ciao!
È la prima volta che mi accingo a leggere qualcosa di tuo e, in mancanza di termini meno leziosi, mi tocca dire che ne sono rimasta estasiata.
Se potessi vedere lo stato d'animo con cui mi dispongo a scrivere questa recensione (che - lo so, lo so a priori - non renderà mai giustizia al caos che le tue parole hanno scatenato dentro di me), forse ti sembrerei come chi, in punta di piedi, accede in un tempio.
È un po' quella la sensazione che ho addosso, ora.
Solitamente, sono una persona senza mezze misure: qualsiasi cosa passi per le mie mani, che attiri la mia attenzione - che sia un libro, una serie, qualsiasi cosa - ha vita breve. Se qualcosa mi appassiona, la divoro. Ora, mi sono approcciata a questa raccolta che consta già, attualmente, di sette capitoli ma per adesso mi fermo qui. Ed è davvero inusuale per me, come ti dicevo.
Mi fermo, perché è dalle prime parole che ho capito che questa sarebbe stata una delle mie storie preferite; quelle da groppo in gola, da magone allo stomaco e da occhi che pungono perché le lacrime premono per uscire. Mi sono bastati questi primi due capitoli per intuire che questa raccolta va gustata, va masticata, e che dovrò attendere che, parola dopo parola, vada a depositarsi lì dove si radunano le cose emozionanti, strazianti, suggestive, uniche che impattano su di noi.
Non credo che le parole ordinarie che usiamo quotidianamente siano efficaci, per recensire questa raccolta.
Perché, in effetti, proprio in virtù della tematica trattata, del clima che si respira in ogni brano, è come se tu avessi trascinato tutti noi, tutti noi che leggiamo, in questo limbo sospeso che è ben oltre la vita. E come si potrebbe parlare di ciò che noi, bloccati da questa parte "del velo", ancora invischiati nel marcio da cui Sirius è infine riuscito ad affrancarsi, non sappiamo neanche concepire, figurarsi poi definirlo? Io non so come, ma sembra che tu abbia quasi avuto il privilegio di "scostare il velo" e sbirciare oltre, è questo che mi sembra traspaia dalle tue parole.
Alla fine della lettura di questi primi due brani, ero sgomenta. Perché trapela una tale leggerezza, dalle parole così abilmente intrecciate, sembra quasi che tu riesca a librarti senza sforzo tra quelle che sono le consolidate categorie di pensiero e di orientamento della mente umana.
La materialità e la fisicità da un lato, la concretezza, che un istante dopo trasmuta in luce, in uno stato di inesprimibile levità (eppure, tu riesci comunque ad esprimerlo!). Le coordinate "geografiche" cui siamo abituati che, naturalmente, perdono qualsiasi senso al di là della curva, oltre il velo, sai abbandonarle senza difficoltà e hai saputo sostituirle immediatamente, con disinvoltura, con una nuova prospettiva, un nuovo orizzonte (come si evince nel brano su James). Persino il tempo, persino quello hai superato! Effettivamente, hai creato un limbo talmente "sospeso", talmente "impregnato" di eternità e così poco influenzato dallo scorrere del tempo, che persino quell'espressione sui "quindici anni", messa in bocca a Sirius, quella finestra temporale così definita, sembra quasi stonare con tutto il resto.
Insomma, è a questo che mi riferisco quando dico che ci hai trascinato tutti in un posto da cui poi a fine lettura facciamo ritorno e per cui, pur volendone parlare, fatichiamo a scovare le parole adatte.
Non c'è una frase che suoni fuori posto. A loro volta, le frasi si allacciano l'una all'altra, si saldano, creando un insieme armonioso, equilibrato, perfetto.
Ci sono delle frasi che ho amato, come il riferimento ai polsi e al rimpianto, forse quegli ultimi residui della vita appena vissuta, gli ultimi strascichi della propria esistenza che continuano ad ancorarci a ciò che siamo stati, prima che subentri la luce.
Ho adorato tutti i riferimenti al vedere e alla vista in questo brano su Sirius, alle tenebre che vanno attraversate per poter riuscire, infine, a vedere davvero. Quasi come se, superando il buio, l'oscurità trattenga a sé ciò che ci impedisce di vedere davvero.
Eppure, le parole che mi hanno colpito di più, più in profondità, sono state alcune che hai dedicato al personaggio di James. Mi riferisco a:
《Potrebbe aspettare un treno.
Ma James ha sempre preferito mettere un passo davanti all’altro.》; e a una frase di questo capitolo:
《James annuisce, e il suo sorriso ha la piega seria dell’uomo che non ha avuto il tempo di essere.》
Ecco, onestamente, credo che se mai qualcuno dovesse avere il desiderio di conoscere James, di toccare con mano il suo personaggio e, anche, la drammaticità della sua fine, dovrebbe venire qui e leggere le tue parole. Il suo desiderio sarebbe ben più che esaudito.
Non so davvero come esprimerti la mia ammirazione per questa storia. Posso dirti, certo, che mi sono bastati questi due brani per inserirti di corsa tra gli autori preferiti, ma - comunque - non basterebbe. Già, non sarebbe comunque abbastanza.
Con infinito stupore e sgomenta adorazione per questa storia, per il momento mi ritiro.
Ma tornerò presto, non posso evitarlo.
Un bacione e ancora - e ancora e ancora - complimenti!
(Recensione modificata il 31/05/2020 - 01:37 pm)

Recensore Master
31/05/20, ore 09:38

Ciao Greta!
Era secoli che desideravo passare a leggere qualcosa di tuo sul fandom di Harry Potter, e finalmente in questa domenica mattina sono riuscita a scovare un po' di tempo!
Allora, partiamo dal presupposto che io ai Malandrini sono debolissima, ma proprio che li nomini e scoppio a piangere, e quindi questa raccolta è stata tipo una rivelazioni. In realtà sei sempre piena di sorprese, dunque dammi qualche tempo e cercherò di mettermi in pari con più cose possibili, leggerti praticamente è un privilegio.
Passiamo al capitolo, e come si suol dire, breve ma intenso: innanzitutto, siccome ho un debole per la parte più 'estetica' del lessico, ti faccio tanti complimenti per la scelta davvero spaziale delle parole: particolare, inaspettata, una continua scoperta e praticamente potrei aver esclamato nella mia testa 'WOOOOOW' durante tutta la lettura. Oltre alla bellezza dei termini in sè, ovviamente li ho trovati perfetti per evocare (evocare, colpire, sopraffare, infine far piangere) emozioni nel lettore, cioè mi hai davvero conquistato e infatti questo capitolo l'ho riletto sette (quando finisco la recensione mi ci rifiondo, però) volte. Cioè, mi hai lasciato senza parole. Io giuro che ci provo a cercare il pelo nell'uovo (non perchè voglia essere cattiva, ovvviamente, ma spero sempre di poterti dare un consiglio utile) solo che niente, non ci riesco. A me piace veramente troppo il tuo modo di scrivere, ed evochi sempre così tante sensazioni in me che non posso far altro che farti migliaia di complimenti e ringraziarti dal profondo del mio cuore per scrivere queste perle!
Ci tengo però a segnalarti due frasi, che mi hanno sul serio mozzato il fiato, e che hanno impreziosito ancora di più questo capitolo: la prima, è questa: 'Si morde un polso, James.'
Sì, tu dirai, in mezzo a tutto il discorso stratosferico sul rimpianto vai a pescare proprio la parte in cui si morde il polso? E io ti rispondo, dicendoti che la parte sul rimpianto è stata fenomenale ma questo piccolo dettaglio mi ha colpito con la forza di un tornado. È stata una frase stupenda, un particolare che ha scatenato un tornado nel mio animo, quindi davvero wtf insomma cioè non riesco nemmeno a esprimere per bene il mio stupore ahahah.
Poi, questa: 'Potrebbe aspettare un treno.
Ma James ha sempre preferito mettere un passo davanti all’altro.'
Greta. GRETA. Juriaka.exe ha smesso di funzionare per sempre. Cioè please mandate aiuto adesso, io non respiro bho ma quanto madre nera è meraviglioso questo periodo? QUANTO. La scelta dei vocaboli, la punteggiatura, il significato della frase così da James.... Cioè, io ho sentito uno schianto madornale quando ho letto questa conclusione nella mia testa! Cioè, quando si dice che le parole sono proiettili, porca miseria che razza di conclusione fenomenale!
Scusa il delirio, ma vabbè si è capito che ho una crush nei tuoi confronti, ormai.
Ti mando un fortissimo abbraccio, a presto! ♥

Recensore Veterano
30/05/20, ore 15:46

Eccomi di nuovo ad una delle tue storie!
Questa raccolta è entrata di diritto nell'Olimpo delle storie da me preferite in assoluto per il talento, la cura e la bravura che hai avuto nel raccontare ogni cosa.
Ti confesso che sin dal primo momento ho un po' sperato che inserisse questo Headcanon con Fred, che colpisce sempre al cuore tutti noi.
C'è il parallelismo tra i Malandrini che cercano un quarto uomo, tra le madri, Lily e Molly, che si "scambiano" la cura dei rispettivi figli ma, se ci penso, non credo di aver mai visto alcun parallelismo tra i padri, ossia tra Arthur e James.
La scelta di inserire proprio lui - il primo Malandrino a morire ma anche un padre, un fratello - è stata vincente e sono d'accordo con te che James è perfetto per essere una sorta di Virgilio dell'Aldilà. Nel caso di Fred, poi, l'ho trovato particolarmente adeguato, nonostante non lo avesse mai conosciuto prima, per il fattore età. Fred muore a vent'anni, così come James è morto a ventuno e, anche se raggiunto dalla moglie, sono tanti gli affetti che ha lasciato indietro. Uno su tutti: Sirius, il fratello che ha aspettato sulla curva della strada.
Tra i fili rossi della tua storia c'è l'idea del rimpianto che appesantisce i polsi e forse, mai come in questo capitolo, sono stati pesanti. Se per James e Remus c'è lo strazio di aver lasciato i figli che non hanno mai potuto crescere, per Fred c'è quel fratello che non è solo un fratello ma molto di più, una sorta di altra metà di se stesso.
L'immagine di Fred, impaurito, spaventato, con i pugni serrati, è arrivata dritta come un pugno nello stomaco, così stridente dai toni a cui siamo stati abituati a conoscerlo. Eppure, lì, solo senza George, non vedo come altro potrebbe essere.
"I fratelli non si smarriscono mai" è la frase perfetta per tutti i Malandrini, per tutti i personaggi di questa raccolta, in cui c'è sia la fratellanza di sangue (Fred/George, Sirius/Regulus) ma anche quella prescelta (James/Sirius, James/Remus).
Non ho davvero più parole per dirti quanto tu sia brava e quanto ti stimi come autrice. Ogni cosa che scrivi lascia davvero il segno.
Un abbraccio,
Fede
(Recensione modificata il 30/05/2020 - 06:43 pm)

Recensore Master
30/05/20, ore 10:33

Ciao! Effettivamente non c'è niente di meglio che iniziare il weekend con il cuore spezzato ahah
Aspettavo l'arrivo di Fred e, proprio per via di quel noto headcanon che circola, ero curiosa di vedere l'incontro con i Malandrini. Tu hai deciso però di "rivedere" la situazione e offrire uno scenario diverso: Fred viene avvicinato solo da James che è l'unico dei tre che non conosce. Secondo me questo taglio, proprio per questo motivo, è stato vincente. Hai saputo infatti enfatizzare la sensazione per cui nella morte la questione di vicinanza e lontananza si annullano e allora "James non lo conosce, ma non importa". Poi, del resto, hai creato un parallelismo splendido tra i due: entrambi hanno perso una parte di sè morendo (sia Sirius che George erano per loro più che fratelli, in fondo) e non possono fare altro che aspettarla. Molto bella quest'immagine dell'attesa di Fred, e ancora di più proprio vedere il lutto e il dolore della perdita anche dalla parte dei morti, che avvertono il senso di solitudine in modo ancora più dilaniante. Ecco, spesso ho letto la separazione tra i gemelli dal punto di vista di George, ma è la prima volta che la leggevo dal punto di vista di Fred invece.
Un'altra cosa che ho apprezzato molto è stato proprio vedere Fred, il gioioso e allegro Fred, non solo oscuro - anche nei dettagli fisici ora che è ombra -, ma anche diffidente e fisicamente immobile.
Mi è piaciuta veramente tantissimo questa parte. Ogni dettaglio calza a pennello e la scelta di far accogliere Fred da James è stata davvero perfetta. È stato l'incontro che non sapevo di voler vedere!
Complimenti di cuore. Questa raccolta è veramente una perla - anzi no, una collana di tante piccole perle.
(Recensione modificata il 30/05/2020 - 10:36 am)

Recensore Master
30/05/20, ore 10:17

Ma buongiorno, cara Blackjessamine!
Devo dire che questo capitolo mi ha lasciato addosso un magone doppio: la morte di Fred è straziante e le parole di James dolorosamente toccanti, io credo, anche perché lui ha la saggezza di chi è già passato per quel percorso e ha atteso un fratello, essendo morto prima di Sirius. Sirius qui non è presente, eppure lo è nei pensieri dello spirito di James. Trovo adatto che sia proprio Potter padre ad accogliere il gemello Weasley: è vero, Sirius o Remus avendo conosciuto Fred avrebbero potuto fungere da virgiliane guide, eppure il fatto di ritrovare James ha un senso diverso. La morte rende distanti le cose terrene, come insegna appunto Dante, e quindi ad accogliere Fred, l’ultimo malandrino (che bell’headcanon <3) c’è il primo dei caduti contro Voldemort. In questa accezione oltre la curva della strada non c’è solamente un uomo che è morto anzitempo, ma un soldato che attende i suoi commilitoni e io questo lo trovo particolarmente toccante.

L’altro elemento forte del capitolo è l’attesa del fratello, che collega James a Fred anche se i personaggi canonicamente non hanno mai potuto interagire per ovvie ragioni. Entrambi hanno sperato che il proprio fratello varcasse il più tardi possibile il velo della morte e entrambi hanno aspettato. Toccante è la riflessione di James, brevissima e intensa, secondo cui la morte pesa meno da quando c’è Sirius, segno evidente di quella nostalgia che lo accompagnato nei lunghi anni di solitudine – c’era Lily, certo, ma Harry, Remus, Sirius e tutti gli altri erano vivi e dall’altra parte e loro già altrove. Mi dispiace terribilmente che questo sia penultimo capitolo perché ho adorato, adorato questa raccolta: hai parlato di ogni personaggio con rispetto e grazia, inserendo dei dettagli che a ogni rilettura offrono spunti nuovi (come le mani nere di Fred). Quindi sì, cominciamo il sabato all’insegna dell’angst, ma è un angst che fa bene all’anima.
Un abbraccio forte,
Shilyss

P.S.
Splendido anche il titolo **.

Recensore Veterano
30/05/20, ore 09:42

Eccomi qua! Come promesso iniziamo la recensione! Non so se arriverò alla lunghezza "Lunga" o "Media," visto che per la mia lunghezza media delle recensioni anche quella definita "Breve" è tutt'altro che sintetica! Ma ci proverò! (Se non altro questa introduzione mi sarà d'aiuto ha ha ha)
Dunque! Mi è davvero piaciuta! Sette brevi racconti che si ispirano ai versi di una breve poesia! Una mossa spettacolare! Davvero, l'idea è stupenda! Mi è piaciuto soprattutto quello in cui Harry ha a che fare con la pietra della resurrezione, davvero, ti rende partecipe di un serio dilemma!
La prima mi ha colpito molto, (allitterazione a parte: "fatto affatto" era carino ma non so se si lasci leggere agilmente) ma ammetto in quell'ambito la mia parziale ignoranza nel mondo del maghetto, visto che non stavo riconoscendo il personaggio! (Mea culpa, chiedo venia!)
Aspetto di conoscere il capitolo finale, spero che ci riservi piacevoli sorprese!
Per quanto riguarda il capitolo 7 beh... i fratelli trovano sempre la strada... magari fosse così anche nella vita di tutti i giorni! Uno dei miei fratelli quasi non ci parla più... senza nemmeno un particolare motivo... boh!
Ma sorvoliamo! Mi piace molto questo stile che hai creato per la tua narrazione, e sono certo che l'ultimo capitolo concluderà alla grande la raccolta di flashfic che hai iniziato!
Ma toglimi una curiosità... i personaggi che vedremo in esso saranno sempre gli stessi? (Sirius, James, Harry,...) O ne includerai anche altri magari meno noti? Così, giusto per sapere... mi piace quando si approfondiscono personaggi che spesso i libri o i film lasciano in secondo piano! Da loro più... peso! Mostra che solo perché un personaggio è posto ai margini di una storia non significa che sia meno importante dei protagonisti per il suo svolgimento!
Innanzitutto ti rinnovo i miei complimenti! Brava, davvero brava! Hai creato un perfetto susseguirsi di brevi ma intensi racconti basandoti su una saga ed una breve poesia... sono praticamente i classici racconti da fare attorno al fuoco le sere d'estate! Dovresti provarci sai!
A presto!