Recensioni per
The wonders still awaiting
di Abby_da_Edoras

Questa storia ha ottenuto 129 recensioni.
Positive : 129
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
13/05/23, ore 19:00

Ciao, eccomi qui 🥰
Avevi proprio ragione, anche se non ho mai visto il film (disonore su di me e sulla mia mucca in ogni caso!), non è stato affatto un problema leggere questo primo capitolo, è scorrevole e comprensibile dall'inizio alla fine e ho già avuto modo di inquadrare bene la situazione.
(In ogni caso, appena avrò l'occasione recupererò il film, assolutamente!)

Gli eventi che hai deciso di modificare sono quelli che, nel canon del film, hanno portato un sacco di grattacapi e dolore alla Compagnia Charlie, ma ho la sensazione che anche in questa tua rivisitazione ne vedremo delle belle — anche se spero comunque in positivo!
In ogni caso, leggendo i generi della storia, sono pronta a tutto.

Mi sono già affezionata a Upham e Mellish, non saprei nemmeno dirti chi preferisco tra i due perché li ho adorati entrambi, senza contare che ho trovato molto intrigante la figura del soldato tedesco, colui al quale ruota intorno la storia, perché in fin dei conti ora Upham e Mellish si dovranno prendere cura di lui, e chissà perché ho la sensazione che Mellish, il meno entusiasta tra i due per questo incarico, finirà invece per adorarlo…

Riguardo il soldato tedesco, mi piace il fatto che tu abbia voluto dargli un'identità: Josef Saltzmann ora è un uomo a tutti gli effetti, con il suo vissuto e le sue motivazioni che lo hanno portato a salvare Upham e Mellish uccidendo addirittura un suo compagno tedesco.
Ha sicuramente uno spessore molto più importante rispetto a ciò che, mi pare di aver capito, ha combinato nel corso del film, che in quel caso è qualcosa di negativo, invece.

Sono proprio felice di aver iniziato questa storia, inutile dire che non vedo l'ora di proseguire nella lettura!
Complimenti e alla prossima! ❤️

M a k o

Recensore Master
09/05/23, ore 14:03

Ciao <3
Oggi avevo in programma di passare dal tuo profilo, quindi sono stata molto felice quando ho visto che avevi aggiornato. Soprattutto perché questo è un capitolo importante che segna un grande punto di svolta tra Mellish e Josef. Uphman io lo amo, considerata la mentalità che c'era a quei tempi, è un amico sincero e di cui fidarsi, visto che Josef può confidarsi con lui circa le sue intenzioni con Stan, senza avere paura di essere giudicato o peggio. Upham è il primo a fare il tifo per questa coppia e direi che è palese. Stan è adorabile, lo giuro. Sarà perché in confronto a Josef è un ragazzino e quindi lo vedo "piccolo" ma ho fatto sorridere anche me quando ha parlato della questione della scatola che ha spedito alla famiglia di Carpazo con tutte le sue cose... e pure Josef si fa una bella risata. Per poi prenderlo tra le braccia, baciarlo e... OH. Finalmente succede. Un bellissimo momento, delicato e voluto da entrambi. Josef è al settimo cielo, o almeno lo è fino a quando Stan non inizia a fargli domande scomode e gli chiede se è stato lui a colpire Wade o meno. In realtà io capisco entrambi, Josef si sente come se Stan non gli desse fiducia e inoltre decide di parlarne proprio durante un momento così importante. Dall'altro lato, Stan cerca una sicurezza, una rassicurazione, la loro storia è controversa per diversi motivi, sono due uomini ed erano nemici. Stan però non lo sa, lui doveva colpire soldati in generale perché era costretto e l'ultima cosa che vorrebbe è essere accusato da Stan. Cosa che per fortuna non succede. Ufficialmente sono una coppia e mi chiedo come andranno le cose una volta giunti in America.
A presto :*

Nao

Recensore Master
08/05/23, ore 19:55

Ciao!
Questo capitolo è iniziato in modo un po' drammatico, perché introduci il tema del disturbo da stress post traumatico e finisce in modo buffissmo con Saltzmann che ci prova di brutto con Mellish e lui che o non capisce proprio o non vuole capire! 😂
Penso che sicuramente la maggior parte dei soldati abbiano sofferto di questo male, in misura più o meno maggiore. Per dire, il cognato di una mia amica da ragazzo ha partecipato alle missioni in Afghanistan e lei mi ha raccontato che quando tornava a casa dalle missioni la notte urlava... Poverino chissà cos'aveva vissuto. 😔 Mellish ha rischiato di morire per cui è molto credibile quello che hai scritto su di lui e poi è bello che abbia voluto affrontare anche questo tema di cui non si parla tanto. Tra l'altro un film molto bello degli anni ottanta "Birdy, le ali della libertà " affrontava questo tema rispetto ai ragazzi tornati dal Vietnam, ma in realtà era tratto da un libro ambientato proprio dopo la seconda Guerra Mondiale.
Passando alla seconda parte, mi ha molto divertito l'insistenza di di Saltzamann: per la serie" Oh, ma questo tonto lo capirà prima o poi se continuo a insistere!" è niente Mellish cerca di trovare mille scuse per cambiare argomento, ma niente! 😂
Bellissimi tutti i riferimenti alla letteratura e al cinema di quegli anni! Mi sono piaciuti molto!
Ti dirò Mellish è già diventato uno dei miei personaggi preferiti! Vediamo se sarà subito seguito da Saltzman! 😉
A presto! ❤️
AlbAM

Recensore Veterano
04/05/23, ore 16:56

Cara Abby, eccomi qui a commentare un nuovo capitolo, uno di quelli che ha il sapore del fandom, un sapore di casa e di cose buone. Il cinema, un abbraccio, un gesto gentile. È strano parlare di queste cose in una serie che tratta di guerra, ma forse è proprio durante la guerra che sentiamo la mancanza di piccole cose quotidiane. Una carezza, un dono improvvisato tra le povere cose del campo… L’atmosfera di questo capitolo è davvero molto bella, intima e tenera. A partire dal titolo, perché “nel buio” non ci sono solo gli incubi che tormentano Mellish ma il sapore di una camera da letto condivisa con due amici, un abbraccio, il sogno… Forse, chissà, il sogno di un amore. È davvero commovente questo soldato Saltzman (e ora capisco anche la scelta del cognome, tra i personaggi uno dei più “protettivi” della saga di TVD).
Davvero dolcissima la storia e come sempre storicamente attendibile e documentata… Un capitolo che è un gioiellino, un po’ di tenerezza proprio quando ne avevo bisogno.
Complimenti, un abbraccio. E alla prossima ❤

Recensore Master
30/04/23, ore 19:55

Ciao Abby!

Sono felicissima di essere ritornata tra queste righe e mi è piaciuto molto questo capitolo in cui ci siamo concentrati su Mellish e sul suo stress post traumatico. Concordo con te. Il fatto che non esistesse una diagnosi al tempo non significa che i soldati non ne soffrissero, specialmente dopo la brutalità della seconda guerra mondiale e dello sbarco in Normandia. Torno sulla prima mezz’ora del film perché lì si vede quanto sia stato terribile lo sbarco (leggenda vuole che Eisenhower non fosse così convinto della buona riuscita della missione e avesse pronto un comunicato scritto da diffondere in caso di sconfitta). Invece, per fortuna nostra, il D-day andò bene!

Chi l’ha dovuto vivere, però, si porta dietro un carico di stress infinito. Mellish ha sintetizzato tutto quest’orrore nel momento del corpo a corpo e secondo me questo passaggio è molto ben reso. La scena è descritta chiaramente ed è chiaro come a sconvolgerlo sia stata la consapevolezza, l’assoluta certezza della morte imminente. Non direi completamente che la baionetta sul cuore sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, perché sicuramente avrà vissuto e visto cose più orribili, ma in fondo sì, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, perché riguardava lui, non il commilitone vicino.
Naturalmente Mellish pensa anche altro (alla liberazione di potersi dedicare alla ricostruzione e non alla distruzione, ai compagni morti, alla disillusione che la guerra porta sempre con sé) e sono tutte cose su cui vorrei spendere più parole, ma il tempo stringe e mi devo occupare di Saltzmann. Lui mi sembra un cucciolo smarrito. È la personificazione del nemico, un tedesco, ma è anche un tedesco traditore, uno che non può riattraversare le linee nemiche. Come ben sottolinei e come è capitato anche da noi, il fatto che ci fosse un regime non vuol dire che tutti gli abitanti della Germania fossero invasati ed ebbri di retorica. Saltzmann con tutta probabilità è un uomo umile, con un lavoro umile (magari anche per questo non conosce le lingue), schiacciato dalla storia e obbligato a combattere una guerra non sua. Qui vediamo i primi passi della futura relazione tra i due. Saltzmann, in quanto tedesco traditore, è un paria. Uno che non ha nessuno, non ha punti di riferimento. Mi sembra plausibile e giusto, persino, che ne cerchi in Mellish. Naturalmente Mellish e non riesce a capire quanto Saltzmann abbia bisogno di una persona amica, un affetto che gli renda possibile il ricostruirsi una vita, dopo. Ed è anche divertente vedere Mellish imbarazzato sciorinare di King Kong e di Lovecraft, inconsapevole di parlare troppo velocemente! Però, per imparare bene una lingua, due sono le cose: parlare o trovarsi un fidanzato madrelingua. Che Saltzmann punti a questo??
Un abbraccio forte,
Shilyss :)

Recensore Master
29/04/23, ore 22:03

Come sono felice che Stan e Josef si siano finalmente chiariti! Sul serio, temevo che Mallish facesse qualche sciocchezza coi sonniferi. Vedo che Stan non ha ancora capito qual è la differenza tra una dittatura e una democrazia e che il Libero Arbitrio nella Germania nazista era solo un miraggio. Sono sicura che la presenza di Josef sia uno scacciaincubi migliore di tutti i sonniferi del mondo <3

Recensore Master
28/04/23, ore 16:38

Ciao<3
Sono così contenta che Josef e Mellish abbiano fatto pace, davvero. Si sono detti delle brutte cose la scorsa volta e si vede che entrambi sono a disagio a dopo la discussione. Intanto i soldati si sono sistemati in un posto molto più confortevole e giuro che adoro troppo Upham, che se ne va e invita i due a fare pace. Così come lo adoro quando parla in tedesco con Josef e intanto Mellish si sente tagliato fuori. Insomma, quando rimangono da soli, Josef ammette subito di avere sbagliato, di avere a cuore Mellish e che non voleva dire quello che ha detto, era arrabbiato. Il che è vero, ma capisco anche la posizione di Mellish che si è sentito dire "avrei fatti meglio a non salvarti" e che adesso soffre di insonnia ed è pure sotto farmaci. È adorabile come Josef si preoccupi per lui, c'è qualcosa di paterno nei suoi modi, forse anche per la differenza di età. Mellish è giovane e non sa ancora cosa farà quando tornerà a casa, a differenza di alcuni suoi amici. Ma secondo me è pure difficile fare progetti per il futuro, nella sua condizione. Chi è che ha le idee chiare invece è Josef, che vuole trovare un lavoro e vivere una vita normale invece al suo Stan. Quest'ultimo cade un po' dalle nuvole quando capisce che Josef ha partecipato alla guerra contro la sua volontà, che aveva in mente ben altro, ma non ha avuto scelta. Insomma, i due finalmente si vengono incontro e fanno pace. Tra l'altro che tenero Josef che vuole dormire con lui per "proteggerlo dagli incubi". Mi squaglio. Un capitolo super dolce, complimenti :*

Nao

Recensore Master
25/04/23, ore 09:07

Ciao,
e bé, ho pensato di festeggiare il 25 aprile facendoti un piccola sorpresa e d'altra parte nel giorno in cui si festeggia la liberazione dal nazifascismo iniziare la tua storia dedicata ai protagonisti di Salvate il soldato Ryan mi sembrava più che indicato!
Ritroviamo la squadra, quasi al completo, dopo le avventure del film, in una sorta di vacanza forzata dalla guerra, o meglio dagli scontri veri e propri. Chi più chi meno ha trovato un nuovo equilibrio in attesa degli eventi e qui abbiamo una piacevole sorpresa perché il soldato tedesco non solo ha salvato Mellish ma ora è insieme a loro. Insomma, sembra che le cose vadano bene un po' per tutti e tra il soldato tedesco che finalmente ha un nome, sembra stia nascendo una certa amicizia. Non si può dire lo steso per Mellish, che sebbene sia gli sia riconoscente, non ha mi sembra abbia preso con grande entusiasmo l'idea di fargli da "baby sitter". 😉
A questo punto sono curiosa di sapere cosa riserva il futuro alla squadra, continuerà la loro vacanza forzata o finiranno, loro malgrado, per tornare a combattere? E che ne sarà di Steamboat Willy?
Inizio con piacere una nuova avventura, ma non dimentico gli sciroccati, tornerò anche da loro! 😊
A presto! ❤️
AlbAM

Recensore Master
23/04/23, ore 09:33

Povero Saltzmann! Si era illuso che l'America fosse diversa dalla Germania nazista, seee! Lo era solo perché non c'erano i lagher. Amo l'America ma a volte la trovo così ipocrita: se c'era da mandare i soldati al fronte il colore o le preferenze sessuali non contavano ma poi tornati in patria... vogliamo dimenticarci dell'Aparthaid? Se il bianco vuole il tuo posto sul pullmann, tu nero ti alzi e glielo cedi altrimenti finisci in galera e non hai il diritto di bere alla stessa fontanella dei bianchi o di farti curare nei loro ospedali anche se stai schiattando e solo recentemente i gay possono sposarsi ok sto divagando.
Posso picchiare Mellish? C'era proprio bisogno di dire a Saltzmann che la sua famiglia non l'avrebbe accettato perché è tedesco? Senza contare che i nazisti non solo facevano del male alle persone come Mellish cioè ebree ma anche a quelle come Saltzmann cioè omosessuali (cosa che non viene MAI ricordata nella Giornata della Memoria e che mi fa imbestialire ogni anno)
Ramsey dovrebbe proprio fare un bel discorsetto a Mellish per... oh già! Ramsey non fa parte di questa fic... come non detto!
Ho una brutta sensazione sul finale, temo che Saltzmann dovrà salvarlo di nuovo 
A presto!

Recensore Master
23/04/23, ore 01:35

Ciao, cara!

Ho impiegato qualche giorno prima di pubblicare questa recensione, perché, come ti ho anticipato, ci tenevo davvero a proseguire la lettura anche dell'altra long e inviarti entrambe le recensioni.

Il mio rapporto con questo film è sempre stato ambiguo, ho sempre avuto la forte tentazione di vederlo, ma ogni volta l'incipit mi attorciglia lo stomaco e cambio subito idea.
Sono contenta tu abbia scelto di iniziare la narrazione nel momento in cui un lieto epilogo è già avvenuto, anzi hai offerto una seconda possibilità a personaggi che nella versione originale non sono stati così fortunati.
Sono certa che questa tua visione mi farà anche trovare il coraggio di vederlo un giorno, considerando l'atmosfera di speranza che aleggia sempre nelle tue storie.
In questa prima parte rimane subito impressa l'umanità dei soldati, l'umanità che continuano a dimostrare verso gli altri soldati, con cui condividono questa drammatica esperienza, e verso civili indifesi; penso al rischio che è stato corso nel tentativo di salvare quella bambina, quel soldato è dotato di grande umanità e coraggio per pensare di rischiare la propria vita per salvarne un'altra. Quando la guerra rappresenta solo distruzione, penso che per questi soldati possa tornare ad avere un senso il loro impegno sul campo di battaglia vedendo come la vita può ancora trionfare sulla morte.
C'è poi grande unità e supporto tra i commilitoni in guerra. La collaborazione tra soldati è un grande valore al fronte ed è un conforto per l'anima tormentata di questi soldati. È ancora più bello vedere come questo supporto arrivi da soldati appartenenti ad eserciti diversi, come se riconoscano il valore di una fratellanza che va oltre le armi e rigettino la guerra come soluzione per risolvere le tensioni tra paesi.

Prendere parte alla guerra è un'esperienza che stravolge le coscienze, cambia la mentalità dei soldati, forse anche le priorità, dona a tutti loro un insegnamento. Questi militari non considerano più la guerra un male necessario (come sosteneva qualcuno di autorevole in passato), sembrano desiderare un po' di respiro dallo scontro diretto e aspirano ad arginare il numero dei caduti con il loro operato attraverso gesti di solidarietà verso qualunque soldato indossi una divisa, indipendentemente dal colore.
È assolutamente credibile che qualcuno invece sia legato al suo ruolo in guerra e alle armi, per loro indossare la divisa equivale a onorare se stessi e la patria. Nella loro mente non è subentrata disillusione verso gli ideali per cui combattono, ci credono ancora e si impegnano a difenderli anche affogando nel sangue chiunque non la pensi come loro.

I gesti di clemenza e di gratitudine tra fazioni nemiche in una guerra così sanguinosa sono gli eventi più inusuali (proprio perché rischiavano di essere puniti con la pena di morte dai superiori) e per questo rappresentano anche i gesti più belli, sfidano le regole folli in battaglia seguendo la via della morale e del buon senso.
Non è solo una storia di solidarietà, ma anche di tradimento verso tutti quei valori che vanno contro la natura più sensibile dell'uomo e che sono incarnati da coloro convinti di ottenere attraverso la guerra giustizia per la propria patria.
Ci ricordi che il bene è fautore di altro bene e ci lasci la speranza che i gesti di solidarietà non passino inosservati, ma lascino qualcosa nel cuore di chi li riceve, affinché egli a sua volta sia portatore di pace.
Attraverso la figura di questo soldato tedesco, dimostri che oltre la divisa di ogni soldato esiste un'anima in grado di apprezzare anche ciò che gli si insegna a disprezzare con le armi.
È un bene la disillusione che nasce nel cuore di molti soldati verso una guerra costruita sulla propria sofferenza e quella altrui; ognuno di loro viene riconosciuto come essere umano alla pari, anch'egli non immune al più atroce dolore.

Si prospetta una bella amicizia tra questo gruppo di americani e il tedesco. È il preludio di una pace, un insegnamento per i piani alti che governano quei paesi.

Sono contenta tu abbia deciso di pubblicare questa storia, sono certa saprà lasciarmi tanto, ha già iniziato a farlo. ❤️

A presto!
Un abbraccio grande,
Vale (sempre tua affezionata lettrice)

Recensore Veterano
22/04/23, ore 18:38

rieccomi qui!
E' davvero incredibile come la Storia sia fatta anche di tante piccole storie, di storie quotidiane che nessuno conoscerà mai ma che si inseriscono in un quadro molto più ampio in cui alla fine le persone sono tutte protagoniste loro malgrado. Questo capitolo ce lo dimostra, illustrandoci uno spaccato di vita quotidiana dei soldati che, anche se la guerra non è ancora finita, si preoccupano di sistemare il territorio per poi facilitare la ricostruzione agli abitanti quando torneranno temp migliori. E' un quotidiano dove anche una doccia calda, una divisa pulita, qualche chiacchiera coi commilitoni assumono una grande importanza perchè sono i modi in cui i soldati riescono a ricollegarsi col mondo e con la propria umanità dopo una battaglia. In questo quadro è molto bello come Joseph si avvicini a Mellish palesando il suo tentativo di conoscerlo, forse un po' improvviso....però è pur sempre l'uomo che gli ha salvato la vita, quindi perch no? I riferimenti alla cultura americana e al cinema sono perfettamente credibili e inoltre sono un buon modo per iniziare una chiacchierata generica con cui avvicinarsi a una persona, oltre alla "scusa" di esercitarsi a parlare inglese.... trovo che i due personagg per ora siano caratterizzti molto bene e anche se si intuisce ciò che sta per avvenire (a meno che non mi sbagli), è bello vedere il "come" ci si arriverà e conoscendoti sono sicura che non sarà qualcosa di banale o scontato. 
Bel capitolo, mi ha un po' commosso.
Alla prossima!

Recensore Master
21/04/23, ore 16:20

Ciao <3
Accidenti, un brutto litigio tra Mellish e Josef, probabilmente dovevo aspettarmi una cosa del genere. Sarebbe stato strano se Mellish avesse accettato subito i sentimenti e i modi di fare di Jose, figurarsi se a quei tempi si poteva vivere una relazione omosessuale liberamente. Che poi, qui c'è pure l'aggravante che uno è tedesco e l'altro ebreo, sarebbe più sensato (per i tempi che erano) che si odiassero. Sono abituata a vedere Josef affettuoso e caloroso, qui giustamente se la prende, è un uomo che soffre pure lui, ha perso la famiglia, si porta sulle spalle il peso di una colpa che non è la sua solo perché è tedesco. Io lo capisco Mellish, non posso dargli torto quando gli dice che non potrebbe mai dire alla sua famiglia certe cose... è normale che abbia paura. Molto bella anche la lettera che Mellish scrive ai genitori i Carpazo, erano così amici e è stato commovente leggere la stima che provava nei confronti dell'amico. E poi, Mellish sta male. Wade cerca di aiutarlo come può, ma la sua è una ferita della mente e i farmaci sono solo un palliativo. Tra l'altro non mi dimentico che Josef ha detto a Mellish che avrebbe fatto meglio a non salvarlo. So che l'ha detto per rabbia, ma è comunque triste.
Alla prossima, è stato un piacere :*


Nao

Recensore Master
19/04/23, ore 19:56

Cara Abby!

Volevo passare da te per Pasqua, ma ahimè, qualcosa non è andato come previsto! Bando alle ciance, è qualche anno che non vedo “Salvate il soldato Ryan”, ma lo ricordo ancora abbastanza bene, soprattutto per quanto riguarda la prima parte, terribile, e la determinazione di Ryan che, una volta individuato, non ci pensa neanche a tornare a casa – sì, lo ricordo piuttosto distintamente. Dice un detto che “nessuna buona azione resterà impunita” e credo sia quello che si potrebbe dire del salvataggio del tedesco. Lui, di certo, indietro non può tornare, perché verrebbe fucilato seduta stante ed effettivamente essere trapassati da una baionetta è una morte orribile e lunga. Meno difficile, invece, credo sia imparare l’inglese se si è di madrelingua tedesca, non fosse altro che per il ceppo linguistico che è il medesimo.

Quello che apprezzo di questa storia, è un concetto che fai spiegare proprio al tedesco. Basta morte. Due semplici parole che spiegano il logoramento a cui sono sottoposti gli uomini che subiscono la guerra e che la fanno fisicamente, imbracciando armi, al contrario dei generali e delle alte sfere al riparo da ogni avversità. Basta guerra è anche il grido di un poveraccio che è stanco di ammazzare e appartiene a un esercito stretto tra due fronti che presto comincerà ad avere delle serie difficoltà (per fortuna).

Per quanto riguarda Miller e la Compagnia Charlie, dopo lo sbarco e dopo quell’inferno poveretti ci sta anche che stiano al riparo nel “limbo”, che poi, come hai giustamente descritto, di cose da fare ce ne sono un’infinità, quindi è anche giusto che si ritemprino corpo e mente per non impazzire in un incubo simile. Insomma, per concludere ho iniziato un’altra tua storia, ma non temere: non dimentico le altre e prima o poi passerò ovunque ;)
Un abbraccio,
Shilyss

Recensore Master
16/04/23, ore 23:17

Bellissimo questo dialogo fra Ryan e Mellish, non so se i dubbi di Ryan li avesse espressi anche nel film oppure no, so che i soldati che dovevano andare a salvarlo già lo odiavano senza nemmeno conoscerlo, insomma il pensiero di rischiare la vita per uno sconosciuto che non è nemmeno una persona speciale li mandava un po' fuori dai gangheri (e so che il regista, per far sì che gli attori fossero più credibili nel loro astio, trattava l'attore che doveva interpretare Ryan come un principino mentre loro dovevano strisciare nel fango, lavarsi con l'acqua fredda e svegliarsi all'alba). Credo che in realtà si sapesse dei lager ma NON quello che succedeva al loro interno, le SS dicevano che serviva mano d'opera inoltre solo ora la parola Lager significa "campo di sterminio" prima significava solo "magazzino" o "campo", persino "campeggio", anche se alcuni detenuti riuscirono con delle cartoline mandate ad amici "ariani" a far sapere che la loro situazione non era rosea tipo "salutatemi la signora Tal dei Tali" ma in olandese significava "Miseria spaventosa". Tenerissimo Saltzmann che ora che ha ricevuto un regalo (adoro le scatole di latta!) è ancora più determinato ad andare a vivere con Mellish (che lui lo voglia o no! XD)

Recensore Veterano
16/04/23, ore 17:07

Cara Abby, eccomi qui con la speranza di tornare alla normalità dopo un periodo un po' sfortunato (ma niente di grave, come ti dicevo). E cosa c'è di meglio di un capitolo tenero e divertente come questo? Credo di averti già detto che ho un debole per le slices of life. Una grande Storia deve avere momenti quieti e quotidiani, è lì che trovo il mio mondo di sogni. Poi sì le tensioni, i grandi eventi, le tragedie (e quelle sullo sfondo della tua serie sono REALI). Ma nel racconto io ho bisogno di tirare un po' il fiato ogni tanto e come dice Mellish: di stare bene. E devo ammettere che il tuo Mellish è caratterizzato alla perfezione, adoro ogni riferimento letterario e cinematografico! è un ragazzo di allora così vicino ai ragazzi di oggi (e a noi, che amiamo cinema e racconti dell'orrore! XDD) E che dire di quel Joseph simpatico e sornione? Ha già capito tutto e forse non parla bene l'inglese, ma si fa capire bene quando vuole!
Un capitolo delizioso, che promette davvero bene per il futuro!

Nel frattempo ti mando un abbraccio, a presto ❤