Recensioni per
Bloody Black
di bluemary

Questa storia ha ottenuto 141 recensioni.
Positive : 141
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Veterano
02/01/13, ore 21:07

Ciao! Ottima storia anche questa, originale e insolita, dai personaggi IC come sempre, con dialoghi e descrizioni impeccabili. Mi sono piaciute molto anche le altre che hai scritto, sempre su Dragon Ball: ormai le ho lette tutte e hai sempre un modo vivido e tutto particolare, di rappresentare situazioni e personaggi... riesci a portare una ventata d'aria fresca nel fin troppo ripetitivo fandom di DB, e non è poco :) Continua così, ancora complimenti! 
Lyla

Recensore Veterano
17/05/12, ore 17:47

Ciao Mary!  :D
Come al solito non posso che dirti che sei una grande scrittrice (Sono commossa. Sigh!).
Mi piacciono mica le tue storie? No, no.;)
Solo una domanda: ma quindi praticamente questo è una specie di sogno di Vegeta, giusto? Perchè questo è l'unica cosa che non capisco.
Ancora una volta i miei complimenti
Baci
$candalous

Recensore Junior
14/05/12, ore 15:15

Ciao cara, ho letto questa storia tutta d'un fiato!
Davvero fantastica e originale , complimenti.
La prima volta che ho letto il finale ho avuto un po' di difficoltà a capirlo, poi rileggendo bene ho colto il senso :)
Ti faccio ancora i complimenti, bravissima! Baci ^^

Nuovo recensore
30/04/12, ore 03:12

semplicemente stupenda tutta la storia *-* a dir la verità non lo avevo capito il finale poi lo riletto e ho capito....................bellissimoo! i personaggi  le personalità tutto tutto è scritto magnificamente complimenti 


Recensore Veterano
29/03/12, ore 19:49

BLOODY BLACK di Bluemary

GRAMMATICA: Vista la lunghezza del testo gli errori sono davvero pochi e di poco peso. Nella frase “Era stata una decisione folle, nata dalla frustrazione e sulla paura”, vista la natura della coordinata io avrei messo un della paura. Questo non è un vero errore, ma un consiglio per migliorare il ritmo.
Nel primo capitolo hai inserito delle frasi in corsivo tra parentesi. Sicuramente parte del tuo stile, ma forse sarebbe stato meglio aggiungerci la punteggiatura; se vuoi aggiungere una spiegazione fai pure^^
C’è inoltre qualche imprecisione nell’uso della stessa punteggiatura a mio parere: “Lo sdegno da cui era pervasa era qualcosa di palpabile;: si moltiplicava, enfatizzato dalla rabbia e dall'odio che non avevano smesso un singolo istante di avvelenarle i pensieri. Il suo lato sognatore e spensierato non esisteva più,; adesso c'era solo freddo nel suo animo”; Come puoi vedere evidenziato c’è il segno di punteggiatura originale e in rosso quello proposto da me.
C’è un piccolo errore nella scelta del modo verbale nella frase che segue e un imprecisione che rende difficile capire cosa intendi: “Nel suo animo, nonostante tutto, covava ancora la fragilissima speranza che una volta ottenuto ciò di cui avevano bisogno i due assassini se ne andassero sarebbero andati dalla Terra senza lasciarsi alle spalle solo null’altro che una scia di cadaveri.” Cioè il senza non funziona accostato al solo, collidono annullando il senso della frase.
Un piccola ripetizione: “tuttavia la la paura non era sufficiente ad arginare le proteste che le agitavano la mente.” E un probabile errore di battitura: “Vedi, terrestre, non mi sono dimenticato dei suoi tuoi genitori.”; come anche “Vegeta non reagi all'offesa”
“Combatté contro la disperazione che stava minacciando di inghiottirla, ci lottò con le unghie e con i denti”, quel ci combatté è colloquiale e stona un po’ con lo stile sostenuto del testo.
“I suoi occhi erano tornati quello sguardo bruciante”, il senso è comprensibile, ma è come se qualcosa non torni; mi riferisco a quel verbo plurale che presuppone un apposizione plurale, ma in realtà risulta al singolare. Potrebbe andar meglio “I suoi occhi divennero lo sguardo bruciante…”
Nonostante questi particolari che, ribadisco, vengono segnalati poiché leggendo il testo mi capita di evidenziarli e soprattutto per constatare comunque che il primo posto è più che meritato.


-Stile e lessico
Indubbiamente stile e lessico precisissimi, ricchi e dettagliati. Ho riscontrato soprattutto –caratteristica della vincitrice del contest- un tocco personale capace di far immedesimare a tal punto il lettore, facendo vivere ogni momento, anche quando si parla singolarmente della “tragica” fine o delle esperienze della protagonista. A differenza di alcune fan fiction che sopravvalutano questo particolare, è bene scrivere come se si stesse narrando un libro.

-Attinenza alla Trama
La trama originale è presente, anche se inizialmente appare come uno spettro. Una presenza celata che difficilmente si riesce a comprendere, nonostante i vari riferimenti. Diciamo pure che la fine è stata una specie di “colpo di grazia” che hai voluto dare, non trascurando alcun elemento richiesto dal contest! Complimenti.

-Caratterizzazione dei personaggi, coerenza all'interno della narrazione
Mi sembra alquanto superfluo sottolineare che tutto è perfettamente coerente e la caratterizzazione IC. Più nello specifico, c’è da dire che –a parte la bravura nel rendere alcuni momenti- c’è comunque presente una tua interpretazione dei personaggi. Anzi, direi una rivisitazione sottile che si mescola con la trama in modo preciso, proprio come ci si dovrebbe comportare in simili situazioni che distacca lievemente dalla classica scienziata e il classico saiyan. Bulma è meno frivola, più combattiva –forse anche a causa degli avvenimenti- e Vegeta più “interessato”. Senz’altro la parte “peggiore” e allo stesso tempo “migliore” è stato il momento in cui ha costretto questa Bulma, già emotivamente provata, a un altro tipo di “rottura” interiore. Non una sottomissione priva di significato, bensì qualcosa di più, che, a mio parere, dimostra anche un terribile principe dei saiyan, capace di togliere la vita in maniera brutale ma allo stesso tempo in netto contrasto con uno come Nappa che agisce istintivamente. Vegeta l’ho visto come un attento predatore: ogni mossa studiata, e fa quasi paura il modo glaciale con cui annienta le difese di Bulma, deciso a spogliarla dell’orgoglio facendole provare certe sensazioni. C’è l’ingegno, puro e semplice, dimostrandosi capace di provocarle piacere, anche intenso, nonostante sia il suo aguzzino. Sembra l’inizio di un coinvolgimento interessante per il lettore, seppure sia la fine forse di ogni cosa per la donna. Un argomento trattato sicuramente con maturità e riflessione.

- Utilizzo del prompt
E’ presente. Densa e palpabile, l’oscurità è il tema che padroneggia rendendo il tutto drammatico al punto giusto.

-Gradimento personale
Tematica, svolgimento, personaggi… Tutto è stato di mio gradimento e soprattutto sono felice che nel fandom ci siano ancora scrittrici valide come te!

Nuovo recensore
25/03/12, ore 01:19

Inserita immediatamente tra le preferite!
Geniale l'identità dell'ombra e di questo tormento talmente sadico che al confronto rende tutte le pene eterne escogitate da Dante preferibili. Mi complimento particolarmente per la bravura con cui hai trattato temi così delicati come la violenza, soprattutto psicologica, su una donna. Spesso mi capita di leggere descrizioni superficiali o storie in cui la violenza viene interpretata come un momento di puro erotismo (e inorridisco). Tu sei stata fantastica nell'approcciarti a questo argomento con il tuo solito talento, nel rendere perfettamente non solo l'impotenza di fronte a un aguzzino troppo forte, ma anche nei confronti di un corpo traditore impossibile da comandare razionalmente o emotivamente... forse l'umiliazione peggiore per una donna e uno dei peggiori traumi legati a una violenza sessuale. Tante donne raccontano di non aver denunciato per essersi sentite colpevoli, complici di quel misfatto e tra le più vergognose pratiche messe in atto dai violentatori vi è proprio quella di scaricare la colpa sulla vittima. (Recentemente leggevo proprio del "Project Unbreakable" di Grace Brown che dà voce alle vittime di abusi sessuali e dà loro la possibilità di dichiarare pubblicamente quali sono le parole che erano costretti ad ascoltare durante la violenza). Ho un po' divagato, lo so, ma era per dirti quanto mi abbia colpito la tua capacità di delineare con tanta verosomiglianza un'anima spezzata come quella di questa Bulma.

Nuovo recensore
26/02/12, ore 01:03

Finita di leggere adesso, veramente una bellissima storia! Hai descritto perfettamente le emozioni di Bulma, distrutta sotto ogni punto di vista. E poi il finale è stato veramente una sorpresa, per niente banale :)) Complimenti di nuovo! 

Recensore Master
19/02/12, ore 01:34

E' una recensione strana quella che ti lascio stavolta, ma sappi che la storia mi è piaciuta. *__*
L'idea è fantastica. Mostrare cosa sarebbe accaduto se Goku e gli altri non fossero riusciti a sconfiggere Vegeta e Nappa, ma anzi fossero stati brutalmente uccisi (com'è sicuro che accadrebbe nel caso) e solo Bulma, unica che può riparare le astronavi, fosse sopravvissuta. C'è molto riferimento alla luce e al buio, bene e male, infatti Bulma è chiusa in una camera buia, e Vegeta non le lascia vedere la luce, all'inizio. La prima volta che lascia la camera socchiusa (lo ammetto, qui, quando hai scritto che lui stranamente non aveva i guanti, mi è sfuggito un sorriso. XD Troppe fanart coi guanti, ecco. XD) e quando lei non si accorge della sua entrata nella camera, e cominciano a parlare... Bulma è molto, molto forte come persona. Sa che per essere salva deve necessariamente lavorare per lui, eppure il suo orgoglio non la fa piegare a tutto. Lo sfida, seppur si debba contenere perché sa che oltre un certo limite non può andare. Però almeno i genitori hanno avuto la buona idea di scappare, così che lei possa stare senza la paura di ciò che possa succedergli... Il suo lento spegnimento, seppur non sembri tale, la sue perdita di speranza, la sua forte intraprendenza nonostante tutto conquistano, come suo solito, anche un Vegeta così spietato. Un Vegeta che non si ferma davanti a nulla, secondo il punto di vista di Bulma le fa provare piacere per distruggerla ancora di più, mentre forse, in parte, è per l'interesse del saiyan verso di lei.
E poi c'è questa presenza. Questa ombra che comincia ad osservare Bulma, all'inizio, e sospira. Ha nostalgia. Chi sarà mai? Non può andarsene, è costretto a vedere la sofferenza di Bulma, e a quanto pare tiene a lei, perché sa che non deve andare troppo contro Vegeta, sa che è così spietato da poterla sempre ferire... lo sa. Come lo sa Vegeta. Un ombra che prova pietà per Bulma, che soffre con lei, a volte sempre quasi più di lei, che vorrebbe darle conforto ma non può.
E mentre gli "attacchi" di Vegeta diventano sempre maggiori, Bulma decide di rialzarsi. Se non può fuggire alle violenze, allora combatterà, come sa combattere lei: cercherà di impedirgli l'amplesso, anche se è inutile, cercherà di sfogarsi su di lui, così da poterlo usare, esattamente che lui fa con lei... per poi arrivare all'ultima perdita di speranza e di libertà completa.
Lui la vuole.
E non come serva, non come puttana, non come semplice donna... come la sua donna. Perché il principe dei saiyan non può non rimanere affascinato da una donna così forte e intraprendente da tenergli testa. Ma per Bulma questa è la fine di tutto. Il continuo della sua rovina. La terra è salva, ma lei non lo sarà mai, e tutti i suoi amici sono stati uccisi.
E' una tortura.
E lo è anche per l'ombra, rimasta a guardare tutte le sue sofferenze, rimasta a provare dolore con lei... e a dispiacersi infinitamente anche per questo ultimo episodio. Perché lui lo sa. Perché l'ombra è Vegeta. Perché Vegeta ha trovato dei nemici peggiori di lui, più crudeli, che gli fanno vedere come si sarebbe comportato in quel caso... Che gli fanno vedere il dolore di Bulma, se lui non fosse cambiato.
Devo essere sincera, all'inizio pensavo fosse una What If di cosa sarebbe accaduto se Vegeta non fosse stato sconfitto, invece tu mi hai saputa sorprendere: nemici crudeli che mostrano a Vegeta una sofferenza che va oltre il corpo. Perché è nell'Inferno, e sta scontando la sua pena (o ho capito male? ^^').
Qui ci sta benissimo un COMPLIMENTI grosso quanto una casa. XD Usare il POV di Bulma per far vedere le sue sofferenze, non far notare del tutto il cambio di percezione che ha di lei il saiyan, anche se noi lettori qualcosa già capiamo visto che siamo fuori dalla storia, l'inserire quest'ombra che sofferente, la figura della luce e delle tenebre... sì, complimenti è doveroso. XD
Maryku.

Recensore Master
18/02/12, ore 17:40

Eccomi qui, tesora adorata, perdona il ritardo ma volevo lasciar passare qualche giorno dalla lettura in modo da ragionare a mente lucida su ciò che vorrei scriverti. Come se ragionare a mente lucida dopo aver (ri)letto questo epilogo fosse davvero possibile. Infatti eccomi di nuovo qui, in totale adorazione della tua magistrale bravura nell'aver concepito una trama così originale (e devastante per i nostri cuoricini) e nell'essere riuscita, grazie a una narrazione superlativa in cui hai dosato sapientemente descrizioni e dialoghi, a trasporre in parole e perciò a rendere tangibile, concreta, reale la discesa all'inferno di Bulma... e quindi di Vegeta.
Era lui, dunque, l'ombra che assisteva a ogni sofferenza della caparbia scienziata... c'ho presooooo! XDDDDD Ehm... *si ricompone*
Questa volta abbiamo un solo pov, quello del Vegeta dannato, e in una sorta di rovesciamento delle posizioni, stavolta a una Bulma vista con gli occhi di chi non può far nulla per lei spetta la parte in corsivo, illusoria, mentre la parte in tondo spetta alla realtà. Vegeta si è sacrificato per salvare la sua famiglia, senza immaginare che all'inferno che lo aspettava a braccia aperte non avrebbe subito quelle sofferenze fisiche che tutti immaginano, gli avrebbero fatto solo il solletico del resto, così I suoi aguzzini sono riusciti a escogitare un tormento che gli mantiene intatti i nervi e la carne e le ossa, ma che riesce comunque a farlo sanguinare; un tormento a cui il corpo e la mente forgiati da un'infanzia come principe dei saiyan non sono in grado di sottrarsi. Alla fine ha trovato qualcuno più crudele di lui. L'ultima cosa che Vegeta si sarebbe aspettato di subire, che tutti noi ci saremmo aspettati subisse, era che dopo aver dato la propria vita pur di salvare la propria famiglia, il suo tormento all'inferno sarebbe stato proprio quello di infliggere a quella stessa famiglia le peggiori sofferenze: "[...] per una volta è stato colto di sorpresa, colpito con la guardia abbassata in una parte del corpo che nessun allenamento può davvero allenare". Frase memorabile (anche se invece del verbo "allenare" - che fa ripetizione con "allenamento" - io avrei usato "evitare") che meglio di tutto fa capire come anche il super principe dei sayan può essere scalfito, di più, ridotto all'impotenza e costretto a soffrire pene indicibili. Basta sapere dove e come colpire. Così come ha protetto Bulma in vita, all'inferno con un sadico senso del contrappasso la tortura affinché sperimenti su di sé quella sofferenza che non le avrebbe mai fatto patire nella realtà, che lui non ha mai patito nella realtà: la sofferenza senza fine, senza via d'uscita, senza speranza di una vittima. Ma non di una vittima qualsiasi, bensì dell'ultima persona cui avrebbe torto un capello, perché la sofferenza dell'unica donna mai amata è peggiore di quella che avrebbe mai sperimentato sulla propria pelle, di persona. E i suoi carnefici lo sapevano benissimo. Per colpire lui, bisognava colpire lei... tramite lui. Vedere Bulma che soffre per mano sua senza oltretutto poter far nulla per impedirlo è il tormento più crudele che l'inferno potesse riservargli. E se esiste qualcosa di peggio, è sapere che tutto ciò cui ha assistito sarebbe potuto accadere davvero, perché c'è stato un tempo in cui lui è stato davvero un sadico bastardo sterminatore. E avere la consapevolezza che ciò che ha visto è una sorta di What  if di come le cose sono andate veramente spezza il respiro anche a noi, non solo a lui. Vegeta si sarebbe davvero comportato come il Vegeta illusorio, se Goku non si fosse sufficientemente allenato da contrastarlo, per questo l'illusione che ha vissuto è impossibile da dimenticare o da riporre in un angolo della mente anche sapendo la verità: è tale e quale la verità, indistinguibile. Lui è stato il Vegeta illusorio e tutto quel che è accaduto poteva accadere sul serio. E anche se non è accaduto veramente, ciò non attenua nemmeno un po' la sua agonia, semmai la esalta, perché nell'aldilà infernale non vogliono che lui dimentichi, vogliono anzi che lui sperimenti ancora e ancora ogni goccia di dolore provata da Bulma come se fosse accaduta veramente, soprattutto quando ripiomba nell'oscurità e chiude gli occhi che non ha più. E' il suo viso distorto dalla sofferenza, sono i suoi occhi senza più luce, senza più vita, che la sua mente deve sostenere dietro le palpebre ogni istante che passerà laggiù.
Definire sublime questa perla, tesora, sarebbe riduttivo, ma ho finito da tempo gli aggettivi per decantare la tua bravura, ormai mi arrampico sugli specchi ma anche da lì non posso fare a meno di dirti quanto sei fenomenale. Una supernova di complimenti basterà? No, te lo dico io. ç__ç Grazie per questa meraviglia inarrivabile, grazie di tutto cuore! *____*

Recensore Junior
16/02/12, ore 20:47

E' forse il capitolo più raccapricciante che tu abbia mai scritto. Ovviamente non mi riferisco al tuo stile che è eccelso e sublime come sempre. Ma è proprio per questa tua capacità evocativa che il lettore avverte addosso il disgusto palpabile che Bulma prova.
Pensava che se non avesse fatto nulla per farlo incollerire, sarebbe rimasta al sicuro; e il fatto che lui, dopo quello stupro, non l'avesse più toccata le aveva inculcato a poco a poco una sicurezza, oltre alla rabbia di aver compreso che Vegeta l'aveva violentata non perchè attratto da lei, ma per punirla nella maniera più inconcepibile per una donna.
Questa volta, supera persino ogni più tetra aspettativa.
Bulma prova addirittura a pensare, a "fantasticare" su quale possa essere la sua possibilità vincente di farlo (farli) fuori, cullando per un'istante la soddisfazione di una chance, salvo poi essere catapultata, senza preavviso o motivo, in quel freddo pozzo di angoscia che è divenuto il suo angolino nero della punizione.

Ha urlato, quando lui l'ha afferrata. Non se l'aspettava, non poteva assolutamente immaginare che davvero non ci fosse alcun pretesto perchè lui usasse il suo corpo a suo piacimento. E non ce l'aspettavamo noi, che siamo sobbalzati e pietrificati quando le intenzioni del principe più nero dell'universo si sono palesate.
Perché?
E' una domanda sensata. Perché Bulma deve subire questo, per quale maledetto motivo è costretta a divenire il giocattolo di un mostro? Per quale colpa terribile la sua vita si è trasformata in una giostra di orrori? Sono domande naturali, istintive e prive di risposta.
E mentre noi chiudiamo gli occhi, prendiamo un respiro, ci facciamo un giro per la casa, fumiamo una sigaretta e cerchiamo di distrarci, Bulma non può. Non può neanche se si sforza con tutta sè stessa. Lo sente, lo avverte: il suo corpo su di lei, il suo odore che la contamia, le sue mani che la spersonalizzano e la rendono una bambola senza diritti.
Ancora una volta, fra le sue cosce avverte la sconfitta bruciante di chi è tanto impotente che potrebbe impazzire. Paradossalmente, poi, è proprio la forza d'animo di Bulma che la condanna a cadere, sempre più giù, giù giù.

Non sei una persona capace di uccidersi. Non sei così debole. Quanto male può fare comprendere che la propria forza diventa un'arma per danneggiarci? Non riesco ad immaginarlo. Forse non voglio neanche provarci.
L'odio si mischia alla rabbia e al disgusto. Persino quando è chiaro che colui che la soggioga ad un atto così meschino e crudele non ha debolezze, un oggetto appuntito diviene l'unico sfogo ad una collera assordante, che rimbomba nel cuore con lo stesso impeto di un gruppo di cavalli impazziti che partono al galoppo.
Non pensa, Bulma, se non a quanto vuole fargli male, con quanta intensità desidera privarlo della vita.

Vegeta è l'emblema di una tortura senza fine. Lo capisci chiaramente quando il suo interesse, che si palesa a piccole, spaventose e nitide, dosi rimescola nuovamente le carte in tavola. Gli piace quel modo dissennato e deciso con cui la terrestre gli tiene testa ed il suo animo malato e sadico vuole renderla ancora più inerme, ancora più sottomessa.
Vuole umiliarla come guerriera e come donna. Per questo decide di fare ciò che davvero fa male al cuore, come una trivella che scava e schizza brandelli ovunque.
Controlla il suo desiderio.
E' angosciante e mi ha fatto tremare vedere come i suoi atteggiamenti ed i suoi gesti si trasformino, ancora una volta, abbandonando quell'egoismo appassionato per la più brutale e sottile delle torture.
Delicato, carezzevole, addirittura pacato, sfiora le sue curve, assedia il suo seno, stuzzica prima il suo collo e poi la sua intimità. Lo fa come un'amante e non come un estraneo, risvegliando in Bulma tutte le sensazione che il piacere provoca.
E' mostruoso all'inverosimile leggere il punto di vista di una donna che si sente spogliata anche della libertà di provare solo ripulsa per un tocco che non ha cercato, mentre il suo corpo la tradisce e si tende verso quel demonio che lo sta risvegliando.
E cede. Singhiozza come una ragazzina mentre Vegeta la penetra e la possiede. Non fa alcun male, anzi, le sue terminazioni nervose le bruciano la pelle ed il cervello per due motivi diversi: il piacere ed il disgusto.
Abominevole. Sbagliato. Inconcepibile. Sentirsi sporca e tradita e violata in tutti i modi comprensibili. La nausea la cattura e ci cattura perchè, diamine, è così crudele ciò che lui le sta facendo che non potrei reputarlo umano neanche sforzandomi con tutta me stessa.

Quando tutto finisce, Bulma si avvolge nel lenzuolo, copre le proprie nudità per la prima volta, dimostrando quanto Vegeta sia stato capace di annichilirla; si avvolge come un baco perchè spera, con tutta sè stessa, di rinascere di nuovo, più forte e più intera di come lui l'ha lasciata.
E, alla fine, arriva anche l'apprezzamento più inopportuno e nauseante possa essere espresso, nonostante non possegga alcuna traccia di volgarità: essere interessante, agli occhi di quel incubo reale, è sfigurarsi il corpo e l'anima con il marchio più infamante che esista. Mi piaci e ti ho mangiato il cuore.

Quell'ombra è sempre più inconsistente quanto bruciante sono i suoi pensieri. Che sono i pensieri anche di lei. Fa tanto male che serra le palpebre, cercando di contentere i milioni di deliri impazziti che gli attraversano il cervello. Pensieri che non sono suoi ma che gli scavano segni indelebili addosso. Poi sparisce perchè forse, anche se è solo un'ombra inconsistente, le emozioni non gli lasciano scampo.

(Recensione modificata il 16/02/2012 - 08:52 pm)

Recensore Junior
16/02/12, ore 19:49

Mai citazione fu più adeguata per quello che sta accadendo alla nostra povera Bulma.

Quando pensi di aver raggiunto il fondo, scopri di poter morire ancora un po'. Di scavare fino a rendere quella buca ancora più fredda, più profonda e più stretta. Un processo doloroso e progressivo, dove ogni attimo diviene un'agonia feroce e vorace che facogita la tua speranza e la tua vita.
Quell'unico attimo di cedimento, quel abbandono della razionalità momentaneo si è trasformato nella punizione più terribile che si potesse immaginare.
Sicuramente, Bulma, non si sarebbe mai aspettata un risvolto tanto spaventoso e annichilente, visto come fronteggia all'inizio un Vegeta incollerito e minaccioso.

Non puoi ferirmi, non più. Errore madornale che le è costato un'altro pezzo di anima, uno sfregio incurabile sul suo orgoglio di soldato che non ha mai davvero rischiato la vita ma che è sempre stato in prima linea.
Ed è naturale pensare che, mai come questa volta, lei è davvero indifesa e disarmata. In balia di un demone arrivato dallo spazio per divorarle la vita e consumarne la fiamma a piccoli, decisi, morsi.
Obiettivamente fa impressione leggere di uno stupro su una coppia canonica (e con questo, voglio parlare di uno stupro plausibile e sensato, considerato il contesto), poichè non siamo mai stati abituati davvero a vedere la nostra scienziata così vulnerabile e ferita. Forse, per la prima volta, ci sembra una donna qualsiasi che ha perso il controllo della propria esistenza.
Vegeta gioca con lei come un bambino cattivo gioca con una piccola formica disperata; s'impossessa non solo delle sue scelte ma anche di un corpo che, in un'altra vita, lei gli avrebbe donato senza alcuna remora; anzi con il trasporto di chi cerca un'intimità fatta di fusioni e di scambi consensuali.
E' crudele fino all'inverosimile, questo principe guerriero, mentre percorre con una gentilezza stridente e raccapricciante le curve armoniose di un copro prosperoso e delicato, così com'è agghiacciante il modo in cui s'intrufola dentro di lei. Non è estremamente violento, ma neanche rispettoso.
I suoi occhi non posseggono emozioni se non la traccia di un desiderio animalesco e prevaricatorio, la bocca è una smorfia sarcastica di chi sa di aver vinto e gode della caduta del suo avversario.
Non è tanto il rapporto sessuale di per sè ad essere la fonte del disagio che si insinua nel lettore quanto, appunto, il completo rovesciamento di un'immagine che è sempre stata diversa, che ha sempre avuto colori differenti dal nero del terrore, delle tenebre e della disperazione.
Una spinta dopo l'altra vediamo Bulma combattere, ma è sempre più stanca e spaventata. Perde la sua guerra con le lacrime, è vero, ma non emette alcun suono se non urlo che parla di quanto dolore può arrecare il laceramento di un'anima salda e luminosa, che mai si è chinata fino a questo momento. Non un lamento, però, valica le sue labbra.
La guerriera non ha smesso di esistere e di resistere.

E' una scudisciata feroce quella che le da Vegeta quando le ricorda che lui può sempre ferirla. E' vero, spaventosamente vero. Fa un male cane.
Quando l'oscurità ritorna ad essere la sua unica compagna, Bulma si rannicchia su sè stessa e piange le mille lacrime di un mondo perduto e di una storia cancellata parola per parola. Anche quella della sua vita. Soprattutto quella della sua vita.

L'ombra assiste, come sempre. Non può fare altro. Avrebbe voluto avvisarla, avrebbe voluto provare a salvarla per quel poco che poteva, ma non ci sarebbe mai riuscito. Adesso, costretto ad assistere alla disfatta di una donna che era un fiore d'acciaio, ripensa a quanto gli sarebbe piaciuto abbandonare quella stanza, come quel Vegeta senza pietà.
(Recensione modificata il 16/02/2012 - 07:53 pm)

Recensore Junior
15/02/12, ore 23:43

Lo so. Avevi dato per disperse le seguenti recensioni. Eppure, sono qui! :D *improvvisa un ballo folle, senza un vero motivo*
Che ne dici? Cominciamo?

La Terra è l'emblema della condizione di Bulma: uno splendido astro, luminoso e accogliente, la cui pulsante volontà di vivere è stata orribilmente spenta.
Inaridita come quelle distese infinite, bruciate e avvizzite.
Prosciugata come un fiume che ancora le scorre sulle guance.
Sola e ferita, langue sul suo letto, come il suo pianeta langue fra lo spazio, piangendo le vite dei suoi figli e l'oltraggiante bellezza di cui è stato privato, la nostra scienzata conta i morti. Li conta sempre, ogni ora del giorno in cui la sua unica compagna è un'oscurità dalle gelide dita.
E' il solo momento dove permette al dolore di fare capolino dal suo cuore crepato e immergerla nella sofferenza più intensa.
La speranza è morta, come è morto Piccolo e come sono morte sfere magiche che avevano viziato troppo i terrestri. La morte adesso ha il volto di un principe bestiale, la cui falce sono guanti sfacciatamente immacolati.
Un piccolo pizzicotto benigno le ricorda che, almeno, i suoi genitori è riuscita a salvarli. Qualcosa, di buono e di altruista, è riuscito a portarlo a termine.

Rannicchiata come una bambina, bagna il cuscino di mille e ancora mille lacrime, riversando in quella manifestazione di debolezza un'incredulità dolorosa e irrimediabile.
Quando accadono cose tanto terribili è sempre molto naturale domandarsi perchè proprio noi, cosa ha fatto in modo che venissimo brutalmente costretti a vivere su un filo. Nel suo caso, il salto, che pure la riunirebbe agli amici di tante, meravigliose, avventure, la spaventa.
Non vuole morire perchè non è giusto che, per essere libera, debba smettere di vivere. La sua impotenza di mischia ad una tristezza senza rimedio, un vuoto enorme e profondissimo dove rischia di cadere ogni giorno che passa.
Il suo unico sfogo è quello di lavorare lavorare lavorare. Senza fermarsi, senza pensare. Più veloce della testa, del dolore, della realtà.
Avvitando e svitando, creando e distruggendo, la nostra scienziata trova la pace in un oblio a metà, in un sentimento cattivo e prepotente che spinge in un angolo. E il dolore rimane lì, osservandola bramoso, mentre lei mette insieme, pezzo dopo pezzo, ciò che le è stato richiesto, aspettando di poterla smontare, pezzo dopo pezzo, di una vita che non è finita ma non ha futuro.
E le fa talmente male che non riesce a smettere di arginare le lacrime, quelle lacrime che davvero vorrebbe l'annegassero, portandola via.

Vegeta è l'emblema della minaccia nella forma più pura. Un incubo con fattezze definite ed un sorriso sarcastico e spaventoso.
La sua voce tagliente saetta nella stanza, ribalzando sulle pareti e trafiggendola senza alcun segnale; come un predatore che punta la sua preda, assottiglia gli occhi e ammira il risultato del suo operato. Una creatura addolorata e disperata. Ma non debole, non annichilita, non domata.

La lingua di Bulma è sempre stata la sua arma migliore, oltre alla sua intelligenza; come una spada, ha sempre affondato nelle piaghe putrescenti di cicatrici mai sanate, come il classico coltello che gira nella ferita suppurante.
Lui l'ha insulta, la spinge sempre più in fondo, la fa barcollare, la ferisce e lei sputa rabbia e orgoglio finchè lo sguardo di Vegeta non riflette la morte. Lì, lei, si permette di tacere.
Come ho detto, il salto non lo vuole ancora compiere, vuole vivere perchè è un suo diritto e non vuole rendergli anche quello.

La sua dignità si erge ancora come una statua altissima e brillante, imponendole di controllare le lacrime, la lingua e persino gli arti. Uno schiaffo non brucia mai quanto una scudisciata sull'orgoglio ed è quello, allora, scansando il dolore, a farle contrarre il corpo e ad imporre una presenza che, visto la situazione, non dovrebbe più avere.
Forse a Vegeta non basta averla sottomessa, ma desidera umiliarla e schiacciarla, così, con un'ultima steccata, le ricorda di quel pizzicotto positivo. Un pizzicotto che può essere eliminato come il più fastidioso ed inermi degli insetti.

La rabbia esplode con un boato nel suo pezzo e, con le sue mani, Bulma disintegra tutto ciò che trova. Tutto quello che parla di una sè morta, tutto quello che non può più essere perchè un mostro dalle fattezze umane le ha rubato persino la sua identità, costringendola a crearne un'altra. Più triste, più sola e più crudele. Vorrebbe ucciderlo, e mai aveva provato un desiderio di violenza tanto impellente.

Il dolore, tarlo corrosivo, si unisce alla sconfitta e la strema come la più faticosa delle imprese. Ed è in quel momento, inebetita dalla sofferenza e dalla collera, che un piccolo concegno diventa la sua vendetta.
Un sorriso quasi sinistro prende forma sulle sue labbra mentre la soddisfazione di distruggere ciò che sopperisce alla loro unica mancanza le invade il corpo.
Freme quasi euforica mentre sfiora quel piccolo pulsante. E lo preme.

L'ombra, dalla sua postazione invisibile ed intangibile, la osserva impotente. Vorrebbe davvero avvertirla, dirle che è uno sbaglio enorme! Il peggiore che possa fare in un momento simile. Ma sa anche che la sua voce non la raggiungerebbe mai. Non può fare niente se non fissare il sangue di lei, sulle lenzuola candide, che spicca come un fiore scarlatto nell'oscurità. Ed avere paura.

Recensore Master
11/02/12, ore 20:05
Cap. 6:

Tu. Sei. Un. Fottuto. Genio. XDDDDD
Ok, parto direttamente dalla fine del capitolo, perché voglio esporre per prima cosa la mia idea sull’ombra, perché se ho ragione… se un dannatissimo GENIO! *_* Come ti ho anticipato su FB, credo che l’ombra che non solo assiste, ma sente e prova su di sé tutto ciò che Bulma prova e sente, sia Vegeta. Alla fine del capitolo, quando il pov passa all’ombra, lui definisce Bulma terrestre e sappiamo che solo Vegeta l’avrebbe chiamata così. Come se non bastasse, un’altra frase lo tradisce: Le sfiora la guancia con dita prive di sostanza, un gesto che non si sarebbe mai permesso in una realtà di carne e sangue, dove questo suo momento di debolezza sarebbe risultato davvero palpabile.Solo Vegeta penserebbe a una carezza come a un attimo di debolezza. Stabilito dunque che si tratta certamente di lui, resta da capire come sia possibile che Vegeta tenga Bulma prigioniera e allo stesso tempo assista invisibile, incorporeo e soprattutto impotente alle torture fisiche e psicologiche subite dalla donna… per mano sua! Ho pensato che la risposta fosse nell’enigmatico Prologo e sono tornata a leggerlo. Poi ho riletto attentamente tutti i pov dell’ombra dall’inizio, rendendomi conto che il lettore si trova davanti solo due pov: quello di Bulma e quello dell’ombra: non hai mai usato il pov di questo Vegeta crudele, o di Nappa, o di un altro personaggio, sempre e solo quello di Bulma seguito da quello dell’ombra, che come ho scritto nel commento precedente sembra costretta ad assistere e a ciò che Bulma subisce e a provare ogni tormento che lei prova, per questo il pov è sempre quello della scienziata, per questo la storia si svolge sempre nella sua stanza. Se l’ombra dunque è Vegeta, allora il principe è morto e quello che sta “vivendo” è in realtà l’inferno che deve scontare, un inferno in cui l’unica persona che abbia mai amato soffre pene indicibili e “muore” giorno dopo giorno un po’ di più proprio per mano sua. L’inferno degli inferni. Ma come può Vegeta essere morto se sta contemporaneamente torturando Bulma? Nel Prologo, credo, sta la riposta. All’inizio pensavo fosse una sorta di anticipazione di quel che avremmo letto in futuro “grazie” a Bulma, ma in quel breve incipit Vegeta non si trasforma solo in super sayan: in quella breve introduzione lui si ritrova poi immerso nelle tenebre. Perché? Mi è tornata allora in mente la puntata in cui lui, lottando contro Majinbu, si trasforma con l’intento di autodistruggersi per portare con sé anche il nemico. Se quello è il momento che hai descritto, allora è il momento in cui lui muore e si ritrova nell’aldilà. Un aldilà di buio impenetrabile in cui lui crede di essere a suo agio perché le tenebre lo hanno sempre accompagnato. Non avrebbe mai pensato che le tenebre lo avrebbero fatto soffrire come mai ha sofferto quando era di carne e sangue. Dunque tutto ciò cui l’ombra ha assistito finora non è reale, ma architettato ad arte con l’intento di farlo soffrire: cosa c’è di peggio che assistere impotenti al dolore in cui sprofonda colui o colei cui teniamo di più? Sapere quel che dolore siamo proprio noi a provocarlo. E ciò cui ha assistito in questo capitolo è, come dire, l’ultima goccia. Pensavo che Bulma non potesse essere distrutta più di quanto non fosse già, che nonostante tutto ciò che ha dovuto subire non si sarebbe mai spezzata, invece mi sbagliavo: il Vegeta crudele di una realtà alternativa a “beneficio” del vero Vegeta riesce a “ucciderla” ancora, stavolta definitivamente. La Bulma che è sempre risorta dalle sue ceneri, perché non si è data mai per vinta e ha sempre trovato il sistema per non lasciarsi sopraffare dalla disperazione, la Bulma che a ogni nuova umiliazione è riuscita sempre a reagire e che è arrivata addirittura a sfidare il suo aguzzino, a ribellarsi, a promettere a se stessa che il mostro non sarebbe mai riuscita a sconfiggerla, viene spezzata per sempre in pochi attimi e con una singola frase, perché Vegeta riesce a strapparle anche l’ultima speranza rimastale: riacquistare la libertà con la partenza dei sayan. È bastato poco, al principe: minacciare di distruggere il suo pianeta, se non fosse andata via con lui. Se Bulma pensava che la sua vita fosse diventata un inferno si sbagliava: l’inferno vero inizia nel momento in cui si rende conto che non tornerà a essere libera, l’inferno vero è agonia senza fine. Esattamente come quello del vero Vegeta.
Torno a ribadire: tu sei un dannatissimo genio e questa ff – posso definirla la versione nera di Bound? – meritava di essere tra le Scelte per l’originalità della trama e la spettacolare caratterizzazione dei personaggi, Bulma e la sua discesa all’inferno in primis.
Complimenti galattici, tesora, sei inarrivabile. *__*
*si prostra fronte a terra*

Nuovo recensore
08/02/12, ore 21:53

devo ammettere che il finale non me lo aspettavo... bell' idea:) comunque sei stata bravissima, come al solito del resto...

Recensore Master
02/02/12, ore 15:52

Eccomi qui, scusa se ci ho messo tanto a recensire questo capitolo, ma il fatto è che in un primo momento mi ha lasciata di stucco e molto perplessa. A caldo, la prima cosa che ho pensato è stata: non credo proprio che una cosa del genere sia possibile. Sai che sono per il realismo e la logicità anche dove sarebbe quantomeno assurdo pretenderli, perciò all’inizio mi sono rifiutata di concepire l’idea che una donna violentata potesse trarre in qualsivoglia modo piacere dal suo stupratore, o che il suo stupratore riuscisse in qualsivoglia modo a darle piacere. Mi sono detta: non sta in piedi, non è possibile. Ma dovevo passarci sopra, dovevo assolutamente perché il messaggio che volevi trasmettere con questo capitolo era troppo potente, troppo importante. Per cui dovevo mettere da parte la pignoleria e riflettere bene su quel avevi mostrato. Lo confesso, faccio ancora adesso fatica a concepire una cosa del genere, ma è funzionale a una discesa all’inferno senza ritorno e – sospetto – a una sorta di tortura che chiunque sia l’ombra sembra subire.
Nel capitolo precedente, Bulma aveva sfidato Vegeta dicendogli che tutto il male che poteva farle glielo aveva già fatto. E lui l’ha violentata, dimostrandole il contrario. In questo capitolo lei quasi si risente per essere stata stuprata solo per vendetta, un peccato di vanità che pagherà caro, perché Vegeta non ha bisogno di una motivazione per fare del male. E così come l’oscurità le ha penetrato ormai coscienza e pensieri, il secondo stupro sembra l’annuncio di una nuova, sadica routine che la condurrà sempre più a fondo nel baratro in cui è precipitata. Ma Bulma è ancora padrona di se stessa, è ancora capace di odiare Vegeta, di disgustarsi del suo tocco, di provare schifo e nausea per l’amplesso cui la costringe. Bulma è ancora Bulma, lucida e razionale non si china, non si piega, non si spezza, medita anzi vendetta. È il pensiero di un Vegeta coperto di sangue a permetterle di sopportare il Vegeta che si muove sopra di lei. Bulma ha smesso di piangere per concentrarsi sul modo migliore per fargliela pagare. Perché Vegeta le ha portato via tutto e l’ha umiliata, ma l’orgoglio e la determinazione di sopravvivere e vendicarsi sono ancora vivi dentro di lei. Lo sono al punto che Bulma cerca persino, futilmente, di colpire il principe con un cacciavite dopo la violenza. Inutile dire che la mente è volata subito a Bound, il parallelo è inevitabile, ho persino pensato a una sorta di what if della what if. Ma in Bound l’attacco con il cacciavite ha conseguenze assai migliori che in questa ff. Qui accade l’impensabile.
Mi sono aspettata una punizione esemplare ovviamente, un nuovo tipo di violenza senza meno, ma non questo. Ciò che Vegeta concepisce per distruggere Bulma è assai peggiore di qualsiasi stupro lei abbia subito e continuerà a subire da lui. Perché se finora ha violentato “solo” il suo corpo, ora è riuscito ha violare anche la sua anima. Cosa c’è di peggio per una donna che essere costretta a provare piacere per mano del suo stesso stupratore? Perdere anche il sacrosanto diritto di provare repulsione nei suoi confronti, perdere il controllo del proprio corpo, delle proprie sensazioni? Cosa c’è di peggio che perdere anche l’ultimo appiglio, mentre l’umiliazione peggiore che Vegeta possa infliggerle fa scivolare Bulma in una voragine di disperazione da quale non risalirà mai più? E tutto perché Vegeta vuole solo dimostrarle che lei non può nulla contro di lui, che se vuole può farle sempre più male, sempre di più, che non c’è limite a ciò che può infliggere, che si illude se pensa che una fine esista. E ora Bulma si ritrova non solo a odiare ancora di più colui che a questo punto le ha tolto davvero tutto (manca solo la vita dei suoi genitori), ma a odiare visceralmente se stessa. E come potrebbe non odiare il proprio corpo traditore? Come potrebbe non odiarsi per aver perso anche l’ultima battaglia contro il principe del sadismo e della crudeltà? Vegeta è riuscito a violentare la sua mente, ma non sarebbe stato possibile senza con la sua complicità. È questo che fa più male. È questo a rendere tanto terrificante la sua punizione. È una punizione in parte voluta, autoinflitta. Ora è davvero anima e corpo in balia di Vegeta, ora è davvero solo un oggetto nelle sue mani. Ormai Vegeta domina anche le sue sensazioni, Bulma ha perso l’ultima libertà che le restava.
Mi chiedo a questo punto cosa possa esserci di peggio. Vedere i genitori fatti a pezzi davanti a suoi occhi? Non lo so, dopo questo non penso che Bulma si risolleverà mai più.
E poi, dulcis in fundo, l’ombra. Come sempre, ha assistito a tutto, ma stavolta sappiamo anche che ha provato su di sé tutto ciò che ha provato Bulma. Sembra quasi che quest’ombra sia costretta ad assistere, come una sorta di punizione, perciò forse anche il fatto di provare la disperazione che Bulma prova si spiega col fatto che ciò farebbe parte della punizione. Mi chiedo sempre più insistentemente chi sia e perché questa ombra sia costretta ad assistere a tutto ciò.
Le seghe mentali continuano e penso me le farò fino all’ultimo capitolo, intanto ti sommergo di complimenti stratosferici per questo capitolo unico, dove hai raggiunto le più alte vette dell’introspezione di un personaggio. Complimenti davvero stellari, mi prostro davanti a cotanta bravura! *_______*