La chiave per sopravvivere è di seguire la routine quotidiana, di concentrarsi sulle piccole cose e sull'amore delle persone che ci circondano. Hai scritto una storia splendida, Diana, sei stata bravissima perché l'hai strutturata in modo chiaro, lasciando il giusto spazio alle descrizioni dei fatti reali/realistici e evidenziando i drammi interiori dei protagonisti, che si trovano catapultati in una realtà assurdamente lontana da quella a cui sono abituati. Hai trattato delle tematiche difficili mai in modo semplicistico, bensì sempre in modo accurato e rispettoso. Hai un talento splendido, lo dico davvero!

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Le lacrime scorrono davvero davanti a quella foto di cui hai allegato il link, ma anche alla lettura di questo capitolo, anche perché mi hai tenuto con il fiato sospeso per le condizioni di Rick... Oh, Diana, hai fatto davvero un ottimo lavoro, sai? E in qualche modo hai fatto anche riappacificare Kate con McNeil.

Ho apprezzato la parte iniziale del capitolo, perché la guerra è assolutamente anche quello, e non ce ne dobbiamo dimenticare. Devo rivalutare McNeil, che comprende che l'unico modo per salvare Kate è quello di rimandarla a casa, con tutta la sua squadra: è un bel regalo per lei, è il modo di offrirle una vita vera, fatta di affetti reali e della possibilità di costruirsi e mantenersi una famiglia. E sono contenta che, anche se lo scrittore ha una gamba fuori uso, tutto sommato tornano a casa salvi tutti e 4.

La resa dei conti per McNeil è arrivata, ormai non può più mentire a Kate, che perde così il suo punto di riferimento... mentre l'altro suo punto di riferimento è in un lettino, e fortunatamente arrivano gli amici da NY a prendersi cura di lui. E altrettanto fortunatamente non gli hai fatto perdere la sua voglia di scherzare. Ennesimo capitolo intenso, che si legge tutto d'un fiato e che ti fa correre a quello successivo, avida di sapere come proseguirà la storia. Sono contenta di leggere questa storia ora che è tutta pubblicata: l'attesa fra un capitolo e l'altro mi avrebbe fatto uscire pazza...

Nooooooo, povero Rick! Aveva detto a Kate di non fare l'eroina, e poi lui per primo si è sacrificato per proteggere lei. E ci ha rimesso una gamba. So già come va a finire la storia, ma questo non mi impedisce di essere in ansia per lui. E questo è tutto merito del tuo talento, della tua bravura nel portare avanti questo racconto.

Lo so, il tuo racconto è ambientato in un paese in guerra, e so che devo aspettarmi che la gente muoia. Ma mi dispiace per Bridget. E mi dispiace per quanto è successo con il prigioniero, perché in qualche modo ha fatto crollare la fiducia di Kate nella figura paterna di McNeil. Come ti ho già scritto, in questa storia non ci si annoia mai. Per fortuna, la drammaticità del racconto è alleggerita dall'incontro con Castle.

Eccola davvero, la parte drammatica. Muore il Mastino, quello che per tutti sembrava una specie di Highlander, e invece eccolo lì, colpito in pieno petto. Straziante la scena del recupero del cadavere, per il quale Kate ha dovuto combattere, e quella che accadrà all'aeroporto, una volta che la bara sarà giunta negli Stati Uniti. Dolorosamente ironica la descrizione della battaglia come una partita di ping pong, dove, però, se cadi non ti rialzi più perché sei morto.
Capitolo intenso e ben scritto, come sempre.

Wow, ora vediamo anche un altro lato della guerra, quello delle donne, che combattono come leonesse per ottenere la libertà di non indossare più velo o burqa. I nuovi personaggi che introduci sono sempre interessanti e ben delineati. E i vecchi personaggi, che prima sembravano degli stereotipi (come spesso succede quando conosciamo qualcuno superficialmente), assumono spessore e diventano più completi. La guerra mostra ciascuno per come è veramente, non è più il tempo di nascondersi o indossare delle maschere.

Nella fase concitata della sparatoria, nella parte finale del capitolo, mi sono ritrovata con il magone e con il cuore che batteva a più non posso... l'hai descritta in modo così realistico, che il mio fisico ha reagito come se quelle scene si svolgessero veramente davanti ai miei occhi. Bridget ha ragione, si arriva a un punto in cui subentra la fede. Lo so, è un po' da vigliacchi in realtà, ma davvero l'uomo deve arrivare al punto di non ritorno per comprendere l'esistenza di Dio e affidarsi a Lui.

Capitolo di passaggio, che porta Kate direttamente all'inferno... un bel salto, dopo aver toccato il cielo insieme al suo Rick. Ma il capitolo ci serve anche per sottolineare quanti legami si siano creati in quella situazione assurda, e quanto faccia piacere vedere, anche solo per pochi minuti, un'amica su Skype. Ottimo lavoro, come al solito.

Splendida. No, spettacolare. La tua storia è una continua scoperta, non ci si annoia mai... bella la parte dedicata a Laura, con la sua storia d'amore e di rinuncia, e con il consiglio affettuoso di non lasciarsi sfuggire quel dono grande che è l'amore corrisposto di un uomo. Perché in quel caos si può giungere alla consapevolezza che la guerra serve a rivelare sé stessi, e a comprendere la caducità dell'esistenza. Finalmente quei due riescono a stare insieme, prima di essere nuovamente separati. Oh, Diana, è un piacere leggerti!

Wow, Diana, più vado avanti e più amo questa storia! Non so se te l'ho mai scritto, ma amo molto il fatto che sia raccontata in prima persona da Kate. La sua sorpresa nel vedere come gli abitanti di Gerusalemme abbiano reagito agli spari, come se fosse tutto normale, è così forte che le fa quasi perdere la testa. Molto bella la riflessione sul muro, su quel muro che lei si è costruita dentro per proteggersi, e sul Muro del Pianto, davanti al quale si va a pregare. Ma l'orrore della guerra fa vacillare ogni fede.

Sono arrivati a Gerusalemme, e il pensiero fisso di Kate è di ritrovare il suo scrittore, senza il quale si sente persa ed è letteralmente priva di forze. Come ha già scritto Rebecca, in questa missione Kate è fragile sia fisicamente sia psicologicamente. Infatti finisce distesa, un'altra volta, e come è già successo in precedenza c'è McNeil a prendersi cura di lei, come un padre. E come succede spesso a Kate, lei fa di tutto per allontanare chi la vuole proteggere. Mannaggia al muro....
Interessante il dettaglio dei terroristi musulmani da cui la mamma la metteva in guardia da piccola e che ritornano a farle del male. La tua cura del particolare è davvero notevole!

Castle è davvero la sua roccia, il suo wonderwall... è vero, è casinista e pasticcione, ha resistito solo una settimana prima di tirare fuori la storia della musa, ma è sempre lì per lei, a sorreggerla nei suoi momenti fragili, nei quali torna ad essere la piccola Katie a cui mancano il papà e la mamma. La storia di McNeil mi intriga sempre di più... e poi, ecco che il capitolo si conclude con il tanto agognato bacio!
Ma, sai una cosa? La cosa per cui ti ammiro di più in tutti i capitoli è il modo in cui condisci la storia inventata con le informazioni vere o verosimili, come la descrizione dei villaggi non riconosciuti. Sei brava, Diana, lo penso davvero!

Altro capitolo molto bello. Dolce l'incontro fra Kate e Rick, con quel piccolo dono, un pensiero "normale" in una situazione che è ben lontana dalla normalità. Intensa la chiacchierata fra Kate e McNeil, un uomo che nasconde una storia dolorosa, ma pur sempre la storia di un grande amore. E poi, sul finale, il discorso sul motivo per cui si va in guerra. E il fatto che, Kate e Rick sono sempre lì, l'uno per l'altra, a sorreggersi a vicenda. Splendido.