Lana e Harry, due semplici nomi, un'incredibile storia.
Era arrivata in quella scuola spaesata, senza amici, senza nessuno su cui contare; ma improvvisamente le cose stavano per cambiare. Nuovi amici, nuova città. Tutto nuovo, proprio a lei, la timida ragazza che non riusciva mai ad aprirsi.
Lui dal canto suo, era meravigliato di avere una nuova vicina di stanza, una in più sul suo libretto nero? O magari no. Una compagnia di amici, una fidanzata storica. Ma non gli importava. Chi era davvero questa nuova ragazza?

Asia aveva sempre ottenuto ciò che si era preposta. Si era sempre impegnata al massimo per mantenere una certa serietà, per non deludere chi le stava accanto e per raggiungere i suoi obiettivi. Asia, quella persona razionale che aveva sempre avuto tutto sotto controllo, ma che per qualche motivo qualcosa o qualcuno stava lentamente rompendo quel guscio all'apparenza impenetrabile.

[Dal capitolo 6]
In quel momento il rombo di un motore spezzò il silenzio e d’istinto Stefano si ritrasse nell’androne buio di un palazzo.
Una moto si fermò accanto al marciapiede opposto, e le due persone in sella scesero agilmente. Lo stomaco di Stefano ebbe un sussulto quando riconobbe la figura più bassa.
Marco intanto si era tolto il casco e si era appoggiato alla moto; Stefano non ne vedeva che le spalle coperte dalla giacca di pelle. [...]
« Sono pronto a fare tutto il necessario perché tu sia felice, Clelia » disse Marco con grande serietà. « Però c’è una cosa che devo fare, e devo farla subito perché questa potrebbe essere la mia unica occasione. Spero che mi perdonerai »
« Che cosa devi… » iniziò Clelia, ma il resto della sua domanda fu soffocata dalle labbra di Marco, che si poggiarono delicatamente sulle sue.

-Oh mio dio, tu sei Degas, Edgar Degas- urlo puntandogli un dito contro.
Mi guarda diventando improvvisamente serio e la sua espressione diventa sorpresa e dubbiosa al tempo stesso.
-Amo “Le tre danzatrici” è il mio quadro preferito- dico mentre l’adrenalina mi scorre nelle vene. A quel punto sbarra gli occhi non riuscendo a proferire sillaba alcuna.
-Come..Fanciulla lei come conosce quel quadro? É nell’attico della mia dimora, nessun’anima vi ha mai avuto accesso, salvo me medesimo- mi confessa in un sussurro. Mi porto automaticamente una mano alla bocca, incredula.
-Te l’avevo detto Edgar, questa è uscita di senno- lo ammonisce Picasso bevendo l’ultimo sorso di vino. Mai nella mia vita mi sarei aspettata di prendere della pazza da Pablo Picasso, mai.

«E adesso mi vuoi spiegare chi è questo Conor?» disse interrogativa.
«Hai presente ieri sera? I messaggi? Il figlio del tipo di mia madre?»
«Cosa? Ti sei presa una cotta per il tuo futuro fratello?»
«Tecnicamente lui non sarà mai mio fratello. E poi no, non è una cotta. Semplicemente ho il suo nome scalfito nel mio cervellino» le dissi mentre eravamo quasi praticamente arrivate alla Scheeme High School.
«No Lucy, dai è impossibile. Mi hai anche detto che non era figo!»
«Io ho detto che ce n'erano di più belli. Ma ciò non toglie che lui sia bello comunque»
«Senti, che ne dici di ripensare a Malik? Così ti scorderai questo Conas»
«Conor»
«Dove?»
«No dico, si chiama Conor, non Conas»

Se sei davvero innamorato di qualcuno, difficilmente riesci ad odiarlo, anche se ti ha trattata così male, anche se ti ha umiliata e usata, non riuscirai mai ad avercela realmente con lui, i tuoi sentimenti sono così forti che riuscirebbero a perdonare qualsiasi cosa e passare sopra ad ogni situazione.

- Sophie -
- Si? -
- A volte penso che se io e te stessimo insieme sarebbe tutto più semplice -