-Che strana che era quella- dissi a Louis
-Si,anche se era bella- mi rispose lui pensando
-Le hai guardato le tette? Erano grosse, Dio. Me le farei- pensai al davanzale di quella Hellen.
Nome troppo da perfettina, ma con quei capelli rossi,gli occhi contornati dalla troppa matita e i tatuaggi che si intravedevano era tutto fuorchè perfettina.
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-Non avrei mai immaginato di innamorarmi di lei- dissi a Liam
-Io non immaginavo nemmeno che ti saresti innamorato- rise lui,poi continuó
-Lei deve solo decidere.So che sei preoccupato-
-Grazie Liam- dissi

"Sai,la gente pensa che io e te chiusi in una stanza non dureremo più di 5 minuti senza fare sesso" le sussurro soffiando sulle sue labbra."sei volgare Harry e a me non piacciono le persone volgari" mi risponde con una voce dannatamente sensuale."Ah,non ti piaccio?quindi non ti piacciono nemmeno i miei occhi?"

"Liam era seduto nel letto di Elle, giocando con la loro foto, mentre Elle era dietro l'anta dell'armadio che stava scegliendo cosa mettersi
>
> Rispose la voce di Elle, mentre era in mutande e reggiseno che guardava l'armadio con indecisione."
La protagonista di questa storia è Elle, personaggio estremamente curioso che ha un legame particolare con i One Direction, non fidatevi dalla trama, tutto può essere, tutto non è.

Lei la ragazza che tutti vorrebbero.
Lui il solito puttaniere.
Finalmente lui avrà pane per i suoi denti…
Vi ha incuriosito? Leggete i miei capitoli !

Una ragazza sognatrice con una madre che la odia desidera andare nell'isola che non c'è per il resto della sua vita, ma in cuor suo sa che queste cose non esistono quindi evita di pensarci troppo.
"Mi addormentai così, con il libro in mano e un desiderio che stava crescendo del mio cuore"

Qui non si tratta di una bionda con occhi azzurri e fisico da cheerleaders, no.
Qui si parla di una ragazza di nome Sam, sedicenne, con lunghi capelli neri e ricci, occhi di un nero carbone e purtroppo obesa.
Da tre mese ha perso la persona più importante per lei, la persona che sapeva sempre come farla sorridere, la persona che forse la conosceva meglio di una madre, sua sorella Melanie...perciò ha cominciato a mangiare molto essendo l'unica cosa che riusciva a consolarla dalla GRANDE perdita.
E' nata a Londra e ci vive insieme alla madre Rose mentre suo padre è sempre fuori per lavoro.
Non ha migliori amiche ne persone che le vogliano bene apparte Melanie che la amava moltissimo come una madre ama il proprio figlio.
La mamma non la calcolava minimamente e perciò decide di andare in un collage, dove la sua vita prenderà una piega migliore..

-Ti odio -
Mi baciò levandomi il fiato e facendomi sognare.
-Io no-Disse allegro accarezzandomi il viso.Levai malamente la sua mano.Continuava a sorridere,lo odio.
Si avvicinò nuovamente permettendo di mischiare il mio profumo alla vaniglia con il suo alla menta.
-Non resisterai a lungo,cederai e perderai la scommessa- Mi sussurrò all'orecchio. Lo allontanai.
-Non sarà così!-
Fece scorrere un dito lungo il mio braccio partendo dalla spalla mentre si mordeva le labbra.Rabbrividii.
-Non vedo l'ora che la scommessa finisca per averti solo per me-
-VATTENE!-Indietreggiai.

'Sinceramente mi sento un po' strana vestita con i miei jeans e la mia camicetta a quadri ma fa nulla,almeno mi distinguo dalla massa'

Zayn Malik dottore.
Janine Morris specializzanda.
Dal testo:
Stava per entrare nello spogliatoio quando sentì un rumore provenire dalla saletta riservata ai dottori. Entrò e vi trovò lei, Janine.
“Che ci fa lei qui?” chiese visibilmente sorpreso.
“Stavo cercando lei, dottore” rispose solamente.
“E per quale motivo?” domandò curioso avvicinandosi lentamente senza perdere di vista gli occhi della bionda.
“Volevo chiederle se questa sera è libero, sa non ho capito bene alcune cose..” chiese senza alcun imbarazzo.
“Non si potrebbe ma per lei farò un’eccezione” disse sorridendole maliziosamente. “Cosa non ha capito con esattezza?”
“Anatomia..**
Ed è da questa conversazione che i due passeranno una notte di fuoco.

Il dolore aumenta. Devo stendermi. Pian piano piego le gambe fino a toccare col sedere per terra. Una fitta lancinante mi fa rotolare di fianco. Urlo. Urlo a pieni polmoni. Mio marito non si preoccuperà di venire a soccorrermi.
La vista si annebbia, trattengo a stenti un conato di vomito. Sento che sto per morire.
Poi quelle mani.
Due mani fresche, delicate, che infondono sollievo. Le sento appoggiarsi sulla mia spalla sinistra, poi salgono sulla fronte, sulle guance, sul collo. Si fermano sul cuore.
Poi delle voci. Sì, voci concitate.
-Portatela dentro, svelti! Non abbiamo molto tempo!-
Qualcuno mi solleva dalla terra umida, qualcun altro mi prende fra le braccia.
Apro gli occhi per un istante, ma la mia vista è velata.
Stringo i denti nel momento in cui sento un’ altra fitta lancinante colpirmi il fianco dall’interno.
-Alice, devi farcela. Devi. Tu puoi.-
Quella voce.
Sto per dire qualcosa ma di colpo mi sento precipitare. Giù, sempre più giù.
Poi le tenebre mi avvolgono.

"Vattene mio padre potrebbe arrivare da un momento all'altro" dissi
"Non mi importa devo sapere il tuo nome"
"Non insistere va via Zayn" dissi
"Non mi muovo finchè non lo saprò..." disse mettendosi seduto ad aspettare
"Keira è Keira adesso va via perfavore subito" dissi spingendolo, vidi che sul suo volto comparve un sorriso e si voltò di scatto verso di me
"Allora ciao Keira" disse facendomi l'occhiolino e guardandomi ancora dalla testa fino ai piedi li odiavo gli snob, e odiavo anche lui.

Juliet.
Il porto era colmo di persone che gridavano all'immensità della nave; gente che si spintonava pur di entrare in quella che per me sarebbe stata una gabbia.
Zayn.
“Scusa Harry..” dissi stringendo le labbra.
“Scusa una beata minchia! Ho scommesso tutti i miei soldi per questi biglietti!” si lamentò.
“Dicevo, scusami, non vedrai i ghetti del Southampton per un po’, perché ce ne andiamo in America! Full!” esclamai riempiendo un sacco con le vincite di quella partita.
“Sentito gente? Si torna in America!” esultai.
“Veramente è il Titanic che va in America, fra esattamente cinque minuti!” ci derise il barista.
“Cazzo Harry, muoviamoci!” gridai correndo fuori dal bar e dirigendomi al porto.
Spero di avervi incuriosite abbastanza.
N.B penso di essere la prima a scrivere una ff ambientata sul Titanic, in caso contrario io non ho voluto copiare idee a nessuno.