Scossi la testa vigorosamente, "Ancora non è il momento, ok? Devo essere sicuro che lei si fidi di me."
"E' praticamente nelle tue mani, cazzo! Cos'altro devi aspettare?" il suo tono esigente mi mandò in bestia.
Mi sollevai in piedi con un grugnito e diedi un calcio alla sedia dalla quale mi ero alzato.
"Ha bisogno di tempo."
"O forse ne hai bisogno tu?"
La sua insinuazione mi fece ansimare come se mi avessero appena dato un pugno nello stomaco. Annaspai in cerca di una semplice frase per negare tutto, ma sapevo di star solamente arrampicandomi sugli specchi.
"Entro due settimane sarà morta, ok?" dissi soltanto, il tono piatto a non lasciar trasparire nulla, gli occhi fissi sul pavimento.
"Deve esserlo." disse duramente.

-Bella coppia vero?
-Ma di chi parli?
-Di loro, non vedi come stanno bene insieme?
-Ma se loro non si parlano nemmeno.
-Appunto, sono fatti così.
-In che senso?
-Scappano.
-Scappano?
-Si, scappano da tutto, scappano da tutto quello che gli può far male.
-Non riesco a capire..
-Guardali, ogni tanto si incrociano sguardi, sorrisi molte volte senza neanche farlo apposta, quando uno si avvicina, l’altro si allontana.
-Ma perché non si parlano?
-Perché non possono.. Litigano, loro si odiano..
-…
-Strano vero? Scappano da loro stessi. Scappano pure sapendo che insieme si completano. Loro scappano perché non possono far altro che sbagliare. Finché non si perdono, ma poi capiscono quanto uno completi l’altro e ritornano punto e a capo.
Loro sono così, si amano..

-Facciamo un gioco.- propose, con voce convincente.
Mi voltai verso di lui e spostai i capelli dietro alla spalla. -Quale?- domandai, ero curiosa.
-Ti faccio delle domande e tu devi rispondere.- enunciò, restando vago.
-Non mi piace questo gioco.- lo interruppi, scuotendo il capo.
-Non ho ancora finito. - sussurrò, avvicinandosi di qualche passo, posando l'indice e il medio sotto al mio mento. -Se dirai la risposta giusta, potrai togliermi i vestiti.- spiegò, fondendo il suo sguardo con il mio. Mi toglieva il respiro, avrei potuto collassare solo per quello sguardo.
-E se sbaglio?- chiesi, attorcigliando le braccia attorno al suo collo.
-Se sbagli ti svesto io.- replicò secco. Quel gioco mi piaceva, mi piaceva parecchio.
-E una volta finito il gioco?- perseverai con le domande, facendolo quasi spazientire.
-Sta a te immaginare il resto.- affermò, poggiandomi le mani sui fianchi e continuando a tenere su di me quell'occhiata che non mi permetteva di rinunciare.
-Ci sto. -

Questa è la storia di Sallie e Justin, amici da una vita. Lui è da sempre innamorato di lei, solo che lei non l'ha mai saputo. Lei è una ragazza semplice che lo rimprovera di andare a letto con tutte, ma lui vuole solo essere notato da lei.
Preso dalla storia: Le sue labbra sono come delle rose. Delicate. La sua bocca è calda e la sua lingua è dolce. Mi piace baciarlo, è come mangiare una torta con le mani, come saltare un giorno di scuola, come un giro sulle montagne russe e perdere la voce, come baciare il proprio idolo. Beh lui è il mio idolo. E’ l’idolo di un sacco di ragazze nel mondo, è Justin.

"..la sua pelle ambrata,i suoi capelli neri,il suo fisico perfetto e quegli occhi color nocciola mi fecero perdere la capacità di pensiero."

'i-io ti amo davvero'
rimasi immobile a fissare i suoi occhi come se avesse detto qualcosa in Arabo.
'tu mi ami?'
grazie a dio riuscì ad aprire bocca..