“Gaius! Aspettate! Cosa...?” esclamò il mago, squadrandolo come se fosse impazzito.
L’uomo ricambiò lo sguardo. “Perdonate l’ardire, ma... potrei sapere chi siete?”
“Sono io!” sbottò allora, allargando le braccia “Gaius! Che scherzo è mai questo?!” domandò retorico, battendosi il petto. “Non mi ricono-” Merlin boccheggiò incredulo, accorgendosi di colpo del florido seno che stava toccando, e lanciò un gridolino terrorizzato. Fu per istinto che raccattò il lenzuolo e si coprì alla bell’e meglio.
Gaius se ne stava sull’uscio, sbigottito anche lui.
“Merlin?” bisbigliò alla fine, come se dirlo ad alta voce fosse davvero troppo.
“Sì, sono io!” pigolò l’altro. “O almeno credo!”
“Che diamine ti ha fatto Ardof?!” l’interrogò l’archiatra.
(...) Merlin si coprì gli occhi con le mani, mugolando. “Come spiegherò questo ad Arthur?”
[Arthur x Merlin, of course!]
NB: nel cap. 80 è presente una TRASFORMAZIONE TEMPORANEA IN ANIMALE (Arthur!aquila) e può essere letto come one-shot nel caso in cui vi interessi questo genere di storie.

Arthur Pendragon è ciò che il dizionario definisce come il perfetto Alpha, a parte per un piccolo particolare: odia gli Omega e non ha alcuna intenzione di averne uno come compagno. Merlyn Emrys è un Omega assolutamente sui generis: odia gli Alpha e non ci pensa nemmeno lontanamente a piegare la sua esistenza alla volontà boriosa ed arrogante della razza dominante. !ATTENZIONE AU OMEGAVERSE!
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...L'imprinting funzionava tipo “colpo di fulmine”: dopo quello niente diventava più importante di stare con il proprio compagno, cercarlo, volerlo in maniera quasi ossessiva.
Era come innamorarsi ma a dieci volte la velocità. Un appartenersi rendendosi conto di potersi trasformare in tutto ciò di cui l’altro aveva bisogno: un protettore, un fratello, un amico o un amante.
Non c’erano soppressori che tenevano: la chimica industriale era sconfitta dalla più forte chimica tra le Specie. Il desiderio diventava bisogno, che a sua volta diventava dominio.
Se avesse rivisto Arthur era quasi certo, vista la reazione ormonale dei loro corpi al loro primo incontro, che l’imprinting sarebbe seguito a breve ed a quello il Legame.
L’unica cosa che Merlin non voleva.
In nessun dannatissimo caso...

Arthur è il Primo Cavaliere del Re attualmente seduto sul Trono di Spade, Uther Pendragon. Biondo, coraggioso e strafottente da bravo Lannister, come sua madre, Arthur ha un passato sanguinoso che ha macchiato la sua vita per sempre. Quello che non sa è che c'è un drago nel suo cuore che aspetta solo di poter tornare a volare.
Merlin Targaryen, anima di drago, ha gli occhi blu come il primo fuoco dei draghi; si muove verso Approdo del Re e con lui si muove un esercito di ripudiati dalla società occidentale, druidi Dotharki, reietti e ladroni.
Mentre il destino fa il suo corso, il Trono di Spade attende il suo unico e vero Re.
{Merlin x Game of Thrones; si può leggere anche senza conoscere GoT}

TRAMA: Arthur trova davanti a casa un cane abbandonato e la sua amica Gwen gli consiglia un veterinario di nome Emrys.
“Ma che cazzo…?” si lasciò sfuggire, appena messo piede nel vialetto, stringendo le palpebre per mettere a fuoco – fra la pioggia, la nebbia e le tenebre della sera – osservando la massa informe sul suo tappeto ‘welcome’ sotto al porticato buio. Un topo! Un dannato sorcio davanti alla sua porta!
(...) Brandendo l’ombrello rotto come avrebbe fatto un cavaliere medievale con la propria spada – o come un poliziotto con uno sfollagente – si avvicinò risoluto.
E fu allora che si accorse che il topo non era un topo.
Cioè… era un topo, ma un topo-cane.
Lo stesso topo-cane che ora guaiva e scodinzolava verso di lui, grondando pioggia e bava sul suo tappeto immacolato.
[AU!Fic Merthur. Accenni ArthurxVivian nel passato. - 12 capitoli in totale, storia conclusa.]

Artù si risvegliò di colpo in un bagno di sudore e si portò istintivamente una mano alla spalla, era passata già una settimana da quando era stato ferito ma il dolore non accennava a diminuire.
Da quando era successo, quel sogno lo perseguitava ogni notte, ed ogni notte si risvegliava sudato e spaventato, la paura di perdere Merlino lo paralizzava, ma non riusciva a capire il perché.

Poi qualcosa che galleggiava nell'acqua attirò la sua attenzione.
Non riusciva a focalizzarlo bene, era piuttosto lontano, e in più la vista appannata non lo aiutò per niente.
Sbattè più volte le ciglia, e quando finalmente mise a fuoco la visuale, andò a cercare con lo sguardo l'oggetto che galleggiava. Tuttavia, quando lo vide, non riuscì comunque a identificarlo, era troppo lontano.
Ma si stava avvicinando.
Si alzò dall'erba che era cresciuta lunga e selvaggia per anni.
Si avvicinò, iniziando a sentire il freddo dell'acqua pungergli le caviglie, ora le gambe, poi lo stomaco.
Quando fu abbastanza vicino e l'oggetto pure, lo guardò per qualche secondo prima di riuscire a realizzare cos'era.
Una barca.
Era una dannatissima barca.
Il respiro gli si fermò, accompagnato dai battiti del cuore che si rifiutavano di continuare.
Tutto, in effetti, in lui smise di muoversi.
Era completamente immobile.
Deglutì più volte a vuoto.
Era una barca.
A dire il vero, non era una barca, era quella barca.
La barca dove aveva messo il corpo di Artù.
Iniziò a tirarla lentamente verso di lui.
Poi, quando gli fu davanti, guardò all'interno.

La bimba trattenne il fiato di fronte al dipinto, i suoi occhi corsero veloci sulla tela, cercando di marchiare a fuoco nella memoria quanti più dettagli possibili: i capelli color dell' oro, tali e quali ai suoi (chissà se erano morbidi come se li era sempre immaginati?), fronte alta, occhi cerulei (della stessa sfumatura che vedeva allo specchio ogni mattina), naso dritto e regale, labbra piene e arricciate lievemente verso sinistra (lo stesso lato in cui sentiva il suo labbro arricciarsi quando qualcosa la faceva divertire in maniera non del tutto lecita), portamento fiero, fisico alto e forte (chissà come sarebbe stato farsi abbracciare da lui quando da sola, di notte, si svegliava colta da un incubo?)...
Sentì le guance bagnarsi, ma non se ne curò e si voltò piuttosto verso destra.
"Grazie!" sospirò, "Grazie per avermi dato il mio Papà!"

"Fuggire da cosa?!" Ripeté il re, in risposta al silenzio del suo servo. Merlino si alzò dal tavolino e in due lenti passi gli fu accanto. Le sue dita si infilarono sinuose tra i biondi capelli ed Artù fu costretto ad inclinare la testa da un lato, spinto dalla mano del moro il quale, avvicinate le labbra all'orecchio del re, gli sussurrò con voce pacata e calda "Da me".
Dopo la notte più assurda della sua vita, il giovane Artù dovrà fare i conti con emozioni che mai avrebbe creduto di poter provare.

Arianne è la figlia di un cavaliere caduto in disgrazia e di una strega che non ha mai conosciuto, rimasta orfana e sfuggita all'attacco dei cavalieri alla sua casa, si nasconde nella foresta dove incontra un gruppo di marmocchi orfani come lei che l'accolgono tra loro. Crescendo sviluppa un suo senso della giustizia che la porterà a essere ricercata per brigantaggio e uso di magia. Una specie di Robin Hood al femminile ambientata negli anni del regno di Huter Pendragon.
Artù è il principe della Corona di Camelot. Ha sempre visto la magia come una nemica mortale e odia tutti coloro che la praticano. Riuscirà una ragazza coraggiosa a cancellare vent'anni di pregiudizi?

Un viaggio nel tempo,un amore impossibile e un antico nemico da sconfiggere.
Riuscirà la luce a trionfare sull'oscurità?
(Cit. dal testo):
La paura offuscò la sua mente e qualcosa sembrò spezzarsi dentro di lei;sentì una strana energia invadere il suo corpo e subito dopo una bolla di energia bianca l'avvolse,illuminando tutto intorno a lei.
Da quel momento si ritrovò inghiottita nell'oscurità.

Doveva ubriacarsi. Non c'era altro modo di affrontare quella grigia, grigissima tragedia. Il punch scivolò giù nella gola che una vera bellezza! Forse un po' troppo bene, tant'è che lo stomaco iniziò a bruciargli come avesse inghiottito un fiammifero. Lasciò cadere il bicchiere di plastica vuoto a terra e si appoggiò al muro durante un giramento particolarmente crudele. Era alla maledetta festa della confraternita dei Camelot, Arthur Pendragon era lì da qualche parte a strusciarsi in mezzo alla bolgia ubriaco come una melanzana e lui, che finalmente era riuscito a trovarsi nello stesso posto alla stessa ora e non perché avevano lezione insieme, era vestito da donna!

Dopo la caduta di Arthur Emrys si rifugia nella caverna dei cristalli. Consumato dal dolore e dalla disperazione getta un incantesimo che, secondo lui, sarebbe stato efficace per far tornare indietro l'amato...eppure qualcosa va storto perché lo stregone, ritenuto immortale, muore. Ma il Destino sfidato è stato clemente perché ha concesso a Merlin e Arthur una seconda possibilità.
In una dimensione parallela.
Merlin, un ragazzo dotato di poteri straordinari fa il suo ingresso nella città che gli cambierà la vita.
Arthur, un ragazzo senza memoria che sfoga il suo dolore nella boxe; un futuro Re puro non corrotto dall'odio del padre verso la magia. Un re che fa gola alle tenebre.
Un'ultima possibilità concessa: quella di tornare a casa.