Costruire qualcosa oltre la Forza è un compito difficile, a tratti assurdo. E prima di tutto Kylo deve uscire dal suo loop, o tutta la luce portata da Rey sarà solo sprecata.
(Reylo, post The Last Jedi)

Sei mesi dopo Cuba, Charles ed Erik si ritrovano cinquant’anni nel futuro, dove incontreranno loro stessi più vecchi, gli Avengers e un mondo molto diverso dal loro. Dovranno confrontarsi con i cocci della loro relazione finita, un impareggiabile avversario e cercare di andare d’accordo con Tony Stark.
Charles ed Erik dovranno fare del loro meglio per adattarsi, e allo stesso tempo trovare un modo per tornare a casa..e uno dall’altro.

E se Charles ed Erik fossero solo due adolescenti con in comune la passione per gli scacchi?
Dal testo: «Charles, questa non è una novità. Cominci a diventare noioso.» Rispose lei, rivolgendogli un sorrisetto sghembo. «Magneto.» Lesse poi, a voce alta, «Che diavolo di nickname sarebbe Magneto?»
«Non so, è solo un nome come un altro.»

"Tutti quelli che volevano affittare questo appartamento, dopo un giorno sono scappati a gambe levate! Forse perché il ragazzo si fa chiamare “lo Squalo”...- nel sentire quell’epiteto rabbrividisco deglutendo sonoramente.
-Buffi questi nomi che si danno i giovani d’oggi, non le pare signorino Xavier?- mi chiede con non chalance senza minimamente notare la mia stizza che sta salendo ai massimi livelli storici. Stavo per risponderle che avrei preferito dormire sotto un ponte piuttosto che vivere sotto lo stesso tetto di uno psicopatico “mostro di Frankestein” quando la donna mi batte sul tempo.
-Fortunatamente per me, lei ha già firmato!- mi dice sventolandomi il contratto in faccia che vorrei davvero incenerire se potessi.
-Sua sorella aveva davvero ragione nel dirmi che lei è una persona molto aperta e disponibile e non si fa problemi per nessuno!- Sentendomi davvero con le spalle al muro, le sfoggio un sorriso falsissimo salutandola con un arrivederci, che in realtà nella mia testa suona come un sonoro “vaffanculo” .

"-Stavo pensando…- disse Michael buttando fuori l’ennesimo tiro di sigaretta –cosa ci fa una creatura così deliziosa come te da queste parti?-.
James aggrottò le sopracciglia indeciso se dargli retta oppure no. Nel contempo Michael aveva appoggiato una mano sul muretto avvicinandosi di più al viso di James, ricominciando a scrutarlo negli occhi. Aspettava una sua reazione, e godeva nel vederlo in difficoltà.
-P…pardon?- disse a filo di voce cercando di focalizzare lo sguardo a terra dove c’era il riflesso delle sue paiettes rosse.
-Dicevo…- riprese, prendendo il delicato mento di James con due dita facendogli rivolgere lo sguardo verso di sé –che ho intenzione di portarti via…- gli sussurrò a fior di labbra."

-Pistaaaaa!! - oramai era vicino, pochi metri ancora e sarebbe riuscito a prendere l’ascensore che finalmente lo avrebbe portato all’ultimo piano del grande magazzino.
Charles perse un battito quando vide che le porte dell’ascensore stavano per chiudersi e con un ultimo scatto disperato, ci si fiondò dentro, senza badare se ci fosse qualcuno all’interno con il quale ci si sarebbe potuto scontrare.
Infatti …
Non fece in tempo a fermarsi, o almeno, a rallentare... che ecco andò addosso a un giovane biondo che perse l’equilibrio, cadendo a terra con sopra il povero Charles.

Un nuovo lamento lo costrinse a muovere dei passi non verso la sua strada ma verso dei vecchi cassonetti appena scossi da quel qualcosa, probabilmente un cagnolino, che si nascondeva lì dietro.
La faccia di Erik mutò dalla preoccupazione allo stupore quando scorse nel buio due occhioni blu pieni di lacrime appartenenti ad un ragazzo, forse qualche anno più piccolo di lui, malandato, con un labbro spaccato e le spalle scosse dai tremiti.

“Chi sei tu?” penso…
-Sono Erik- mi dice staccandosi da me continuando a coprirmi con il suo ombrello.
-Charles…- l’unica cosa che riesco a dire. Sono letteralmente confuso…tutta questa situazione è confusa…
Ci stringiamo la mano e a quel contatto sussulto, sentendo d’improvviso un fortissimo squillo simile a quello di una sveglia.
Erik sorridendo si avvicina a me e sussurrandomi all’orecchio mi dice: -Chiudi gli occhi, Charles…- dal suo tono sembra un ordine, e io, sottomesso, chiudo gli occhi sentendo la scia del suo profumo farsi sempre più forte e la stretta della sua mano più leggera.
Lo squillo aumenta di volume e io per lo spavento apro gli occhi trovandomi dentro al letto. Sgrano gli occhi decisamente spaventato.
-E…è stato un sogno?-

Charles incontra E.M. Lehnsherr, il suo scrittore preferito di sempre, in un bar, ma non sa che si tratta proprio di lui. Erik comincia a criticare la propria scrittura di fronte al suo più grande ammiratore

(Prometto che aggiornerò quando finisco lo stage, dopo il 6 agosto NDBeliveInAngels)
[...]”Ambasciatori di classi potenti e feroci, senza alcuno scrupolo per tutto quello che riguardava la normale vita sulla terra. A loro importava solamente una cosa, in quel giorno, in quel momento, in quel luogo. Volevano, per la prima volta nel corso di secoli e secoli, la firma alla fine di un trattato di pace che si sperava sarebbe durato a lungo.
Uno degli ambasciatori antichi si levò in piedi, portando elegantemente una mano al viso, scostandosi i capelli dagli occhi cerulei, lasciando che la debole luce delle candele li illuminasse. Si guardò intorno per un breve istante, anche se nella sua mente era già chiara la situazione che si presentava dinnanzi. Tutti volevano la stessa cosa. La pace.”[...]

|| Hunger Games!AU ||
"Un talento naturale, eh?" Fa una voce roca e profonda dietro di me. Mi volto di scatto e vedo Erik Lensherr sorridermi con aria amichevole. "Non mi risulta che nel Distretto 9 si faccia questo grande uso dell'arco. O almeno non credevo, dato che eri coperto di grano, alla sfilata." Mi giro di scatto, dandogli le spalle. Cosa vuole da noi? "Non mi risulta che siano affari tuoi." Gli dico tranquillo, sorridendo e scoccando un'altra freccia, ancora sorprendentemente vicina al centro.
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Spingo la sua mano lontana da me e mi dirigo a grandi passi verso l'ascensore, mentre lui si gira a guardarmi. Con lo scendere dell'ascensore, non riesco a sganciare lo sguardo da quello di Erik, che scompare lentamente dal mio campo visivo, ma che rimane accanto a me tutta la notte, con il suo sarcasmo, i suoi dannati intenti e il viso truce con cui mi ha fissato questa sera.
Charles è stato sorteggiato assieme a sua sorella e decide di lottare per farla sopravvivere.
Ma non può immaginare che un altro tributo gli metterà i bastoni fra le ruote.

(X Men - First Class) - Quella mattina, Erik fu chiamato dal suo padre adottivo. Sebastian aveva del lavoro per lui. Sinceramente non si mise a pensare a cosa potesse essere, si limitò semplicemente a percorrere il lungo corridoio che divideva la sua camera dall'ufficio. Bussò educatamente prima di entrare e , quando lo fece, Shaw si alzò in piedi, aprendo le braccia con un sorriso.
-Ho del lavoro per te, figlio mio!- esclamò con estasi, mentre l'uomo rimaneva dritto in piedi di fronte a lui, con sguardo fiero.
-Dimmi, cosa devo fare, padre?- gli domandò con voce molto bassa.
-Ti ho trovato un obiettivo.- festeggiò Sebastian, facendo il giro della scrivania.
-Ah, e quanto tempo mi dai?- gli chiese cortesemente il giovane, incrociando le braccia.
-Tutto il tempo che ti serve, figliolo.-
-Dammi il nome ed io partirò subito.- disse secco Erik, avvicinandosi alla scrivania, quando suo padre aprì il fascicolo dell'ennesima vittima di suo figlio.
-Il tuo prossimo obbiettivo è Charles Xavier.-

[Chiedo scusa per il ritardo nell'aggiornamento di Hellfire Club e Brotherhood, problemi personali e tecnici mi hanno impedito di dedicarmi a queste due storie. Sono determinata a concluderle, perciò non mi arrenderò. oOBlackRavenOo] 
Las Vegas, la città del peccato e luogo dove è possibile trovare l'Hellfire Club. Un locale dove ai mutanti è permesso di lavorare e dove la clientela comprende entrambe le razze. Luogo dove accade veramente di tutto.
Charles, mutante dai poteri telepatici abbandonato in giovane età e costretto da allora a cavarsela con le proprie forze, senza sostegno alcuno, si ritrova ad arrivare proprio a Las Vegas con un obbiettivo...trovare lavoro. Ma l'incontro con Erik, mutante e fedele figlio adottivo di Sebastian Shaw il proprietario del Club, cambierà leggermente le carte in tavola.
Entrambi si ritroveranno a riesaminare ogni loro scelta e convinzione...ma non sempre è facile cambiare.
[Erik/Charles]

Young!AU Charles-Erik
Un mondo nel quale i Mutanti si possono "controllare" grazie ad un medicinale, la Cassidia, o come la chiamano i Mutanti stessi "la droga". Spesso vengono venduti per svago o come domestici alle famiglie benestanti (servitori personali, compagnia, "collezioni" private, intrattenitori).
Charles Xavier è il paggeto di un nobile inglese che deve firmare un'importante accordo con un russo, Ivan Bolsky, il figlio del quale vuole, come dono per il compleanno e pegno per l'accordo, Charles stesso. Quando il Mutante si ritrova solo, tra sconosciuti, in un posto tanto lontano da quello che era solito chiamare casa, ha una sola cosa alla quale aggrapparsi: la sua natura mutata. Dal canto loro, i Mutanti della villa dovranno accettare il nuovo arrivato capace di leggere loro nella mente? Niente è troppo sicuro quando si parla di un gruppo di adolescenti orfani costretti ai lavori e sotto l'influsso della Cassidia che non lascia loro usare i poteri contro i loro aguzzini.
In questo senso, riuscirà Charles ad ambientarsi? Ed Erik, come accoglierà il piccolo, nuovo, telepate di casa Bolsky?
Russia, campagne nei pressi di Mosca, dopoguerra.
POV multiplo- Focus Charles
FATE Ctrl- se la storia è in grossetto!