{ Post Sotsugyosei }
« Te la ricordi quell’aula? »
Kusakabe ruppe il silenzio, il naso all’insù e l’indice della mano libera a mezz’aria, puntato verso la terza finestra del secondo piano.
Sajo strinse gli occhi contro il sole e la guardò.
« Sì. »
Poteva dimenticarla?
L’aula dove avevano fatto l’amore la prima volta. Dove…
Quando avrò vent’anni sposami.

Non sapeva cosa l’avesse portato davanti a quel negozio di intimo, né cosa lo avesse spinto a non guardarsi attorno quando aveva preso quel completo di pizzo nero, sentendo chiaramente addosso tutti gli sguardi imbarazzati e timidi - forse anche maliziosamente affascinati - delle donne presenti.
[AU - Erwin/Levi]

Fuori nevica, Sajou studia e a Kusakabe manca il suo ragazzo.
Dal testo:
Quando Kusakabe si era autoinvitato a casa di Sajou per un fine settimana a Kyoto, non era molto sicuro di cosa aspettarsi. O forse sì, anzi, decisamente sì.
Si sarebbe aspettato un gran sorriso ad accoglierlo, tanti baci e anche sesso, dopo quasi tre settimane di lontananza, quando le chiamate non erano state abbastanza.
[...]
Come intuibile, non aveva ottenuto quasi nulla di tutto quello. Aveva ottenuto il sorriso e qualche bacio da cui Sajou si era staccato appena le cose avevano accennato a farsi più serie, con le mani di Kusakabe che vagano sul suo addome, da sotto la maglia.

Gli basta poco, la vista di quella maledetta macchia di sangue scarlatto sulla neve bianca, perchè si renda conto che se da un giorno all'altro Izaya dovesse sparire, se l'inseguimento avesse fine e quel circolo vizioso trovasse la propria conclusione, allora sarebbe costretto ad affrontare il vuoto di un'esistenza che non ha poi molto senso.
Ed è assurdo che a riempire il vuoto sia rimasto soltanto l'odio appassionato che prova per l'informatore e per tutto ciò che egli dice e fa con il preciso intento di provocare una reazione da parte sua, è tanto assurdo da essere perfettamente plausibile.

{ Eruri Nsfw Week 2016 | Day 5: Lingerie }
Tirò appena, sentendo i polpastrelli pizzicare. Premette a mano piena contro un pettorale, con la pelle intramezzata da un tessuto ruvido e, lì, trovare il capezzolo.
Preso dalla smania alzò in un gesto rapido la maglietta, avvampando quando se lo vide davanti: era un reggiseno di pizzo scuro, di piccole dimensioni, probabilmente della misura più piccola che c’era per ragazze quasi del tutto prive di seno. Gli fasciata il busto, allacciandosi dietro la schiena e delle stringhe scure circondavano le spalle arrivando alle scapole.
“.. T-tu.. Dove l’hai-..? .. Sei andato in giro così!?” Domandò esterefatto Erwin alzando lo sguardo al marito che ricambiò accigliato.

{ Eruri Nsfw Week 2016 | Day 3: Post-Canon }
“Pensavo al passato.” Rispose con voce bassa, pacata.
Erwin chiuse un istante gli occhi, facendo un breve diniego col capo mentre un sospiro lasciava le labbra; li riaprì, più dolci e mesti.
“Non farlo. E’ qualcosa che non c’è più.”
Abbassò lo sguardo, Levi, sentendo la bocca dell’altro abbassarsi e baciargli uno stralcio di pelle sotto l’orecchio, proseguendo fino alla guancia.
Chiuse gli occhi. Quella vita non esisteva più, ciò che erano stati non erano più.

Qualche ora dopo la conquista del Wall Rose, la salma del comandante Erwin Smith, viene condotta sul letto di un appartamento.
La stanza è spoglia, ad eccezione di un comodino su cui posa un vaso di fiori, e una finestra sul suo sfondo da cui penetra poca luce.
Il capitano Levi è in piedi, dinnanzi al corpo del Comandante.

Il silenzio è raro, nella sua vita, un lusso dei pochi momenti di vera quiete, ed Erwin si è ormai abituato a lavorare con ogni sorta di rumore ad accompagnarlo. Si sentirebbe quasi spaesato, senza nemmeno un urlo ogni tanto a spezzare la monotonia delle sue ore d’ufficio, anche se naturalmente ci sono sottofondi cui è più affezionato di altri.
“...e hai visto lo schifo che si porta Mike sotto gli stivali?”
[Erwin/Levi; pre-serie]

“Maledizione!!!” sibilò Izaya, ancora carponi sul gabinetto, mentre con la mano destra si riavviava i capelli, cercando di darsi un tono. L’inconscio e da un paio di settimane anche la vita gli avevano giocato nuovamente un brutto scherzo, riesumando dal passato stralci di memorie che aveva cercato di reprimere in ogni modo. Da un po’ di tempo la realtà stava sgomitando prepotentemente per tornare a galla e stavolta non avrebbe ceduto.

«Ti fa male?» Chiese, sebbene il suo tocco non smise, mentre lo osservava attraverso lo specchio di fronte a loro, situato sopra al piccolo lavandino. Erano vicini, decisamente vicini e, probabilmente, la sua mano poggiata su quel punto non aiutava a mantenere una sorta di distaccata lontananza che – forse – sarebbe stato naturale esserci.
Un fremito gli pervase le membra, al più giovane dei due, in quella sorta di sorpresa pacata e trattenuta che lo colse l’istante in cui le dita di Erwin si posavano lungo il collo e lo massaggiavano appena.
Alzò gli occhi un istante, incontrando quelli azzurri del proprio datore di lavoro, abbassando i propri subito dopo, deviandoli in una vergogna che non avrebbe dovuto esserci; avevano fatto sesso spudoratamente fino a quel momento, e ora si prendeva il lusso di vergognarsi?
«Passerà.» Ripeté pacato, continuando a mantenere lo sguardo di lato, non sottraendosi invero a quel tocco.
[AU - Erwin/Rivaille]

Si è reso conto, lentamente, con ogni scatolone che chiudeva e ogni granello di polvere che veniva spazzato via, di non aver mai dovuto dire addio al suo ufficio prima d’ora.
[Erwin/Levi; post-canon]

“Shh, eccoli, non farti sentire.”
“E perché? Guardalo, è praticamente rachitico. Cosa dovrebbe fare, tossirmi addosso?”
Levi becca due idioti a parlare male della Legione, ed è deciso a ignorarli. Poi però nominano Erwin.
[Eruri; pre-serie]

Connie e Sasha non erano una coppia normale, o meglio: facevano tutto quello che fanno le coppie normali, ma a modo loro. Questo includeva anche le serenate.
Perchè un diamante è per sempre, così come il ricordo di una splendida serenata, ma vuoi mettere una citazione trash nell'orecchio con alitata alcolica?

«Cosa c'è?» gli chiese, ancora prima che questi potesse parlare. Il ragazzino lo guardò intensamente per qualche istante, stringendo tra le dita l'asciugamano. «Non dicevo sul serio ieri.» Erwin notò il modo in cui teneva stretto l'asciugamano, come se quello che stava dicendo, in realtà, gli costasse davvero molto più di quanto volesse dare realmente a vedere e lui non poté che scuotere leggermente il capo.
[Erwin/Rivaille] ~ Scritta per LadyRin

Dopo aver orchestrato un incidente ferroviario ai danni di Shizuo, Izaya va a trovarlo in ospedale e scopre che il suo arci nemico non si ricorda di lui. Decide quindi di tormentarlo proprio ora che si trova all’apice della sua vulnerabilità, ma per qualche strano motivo… non ci riesce.
«Presumo» continuò Shizuo, attirando l’attenzione di Izaya con il suo tono esitante «che noi due fossimo amici.»
[Traduzione della fanfiction di SuzuyaChan]