E se Yuri non avesse vinto la competizione contro Yurio? Una sconfitta, l’ennesima, e la vergogna di aver perso l’occasione più grande della sua vita. Il segreto del suo eros, tuttavia, è rinchiuso in uno step by step.
Dal testo: Le dita tra i capelli, le labbra che scivolano lungo il collo. Un sospiro lieve, poi la punta della lingua che solletica il lobo dell’orecchio. […]

Il suo viso sembra stanco, smunto. Occhiaie profonde gli cerchiano gli occhi. Il livido sulla guancia è quasi svanito, ma deturpa ancora la sua pelle altrimenti perfetta. I capelli gli sfiorano le spalle, morbidi e lisci. I suoi occhi scivolano in basso, lungo il collo sottile, il petto magro e giù sul ventre piatto. Solleva la maglia lentamente.[...]La sua mano scivola giù, le dita tremano. Esita per un secondo prima di sfiorarsi la pancia. È un tocco delicato, incerto, quasi maldestro. È troppo presto per sentire qualcosa, qualsiasi cosa. Ma lui lo sa. Lo sa che lì c'è una vita, un cuore che pulsa. Gli sembra di essere in un sogno, oppure in un incubo dal quale deve decidere se svegliarsi o continuare a sognare.

Cosa legava e - forse - tutt’ora lega Christophe Giacometti a Viktor Nikiforov?
Che ombre nascondeva il giovane coach russo, prima di incontrare Yuuri?
E cosa non ci è stato raccontato di quanto accaduto tra Viktor, Yuuri, Otabek, Yurio, Chris e tutti gli altri nei giorni della finale del Gran Prix, a Barcellona?
Questa storia parla di amori che mutano, di amori che crescono e amori che nascono.
Dell'essere visti davvero e dell'essere raggiunti.
Perché tutto ciò che è sul ghiaccio, noi lo chiamiamo Amore.
[Viktuuri] [Otayuri] [Vichris] [Chris/MysteryMan]

[Raccolta di Flash Fic o One Shot (In casi rari)]
Voi mi fornite coppia e prompt e io ci scrivo sopra una storia!
Dal capitolo 1: Non sapeva proprio se mettersi a ridere o piangere ma era stato fin troppo facile scovare il proprio in mezzo a tutta quella montagna di doni.
-Scommetto...- e qui fece una pausa per voltarsi e guardare in volto il suo amato. -Che è quello!- esclamò puntando l'indice in direzione di un pacco avvolto in una bellissima carta da regalo azzurra sulla quale stavano stampati tanti piccoli barboncini simili al loro adorato Makacchin.

Per i suoi dieci anni, Viktor Nikiforov desidera solo una cosa: un cucciolo.
Un barboncino, per la precisione. Ne ha adocchiato uno al negozio di animali mentre tornava da scuola, e da quel giorno, è stato il suo chiodo fisso. È sicuro che Babbo Natale non lo deluderà nemmeno quest’anno, dopo la pista di macchinine e la fattoria delle formiche, come potrebbe?
C'è un buco nel passato di Viktor Nikiforov, dai dieci anni fino ai dodici, non ricorda assolutamente nulla. Per questa ragione, quando Yuuri Katsuki dice di averlo già conosciuto, non sa se credergli o meno.

[ omegaverse ] [ victuri | JJ/Victor | JJ/Yurio/Otabek ]
1937, Kyoto.
Dal testo: [...] Yuri sgranò gli occhi per la seconda volta, non riuscendo a trovare le parole adatte per replicare. Lo vide farsi vicino e quasi boccheggiò. Trattenne il fiato, gli parve di andare in apnea. “Cosa sta facendo?” Si chiese. [...]

Il costume di Yuuri, appartenuto prima a Victor, cela un significato sorprendente che, affiorando, potrebbe creare situazioni compromettenti tanto quanto affascinanti.
Yuuri vuole saperne di più, sui gusti di Victor e Victor, dal canto suo, potrebbe dargli un assaggio.

[Omegaverse] [ViktorxYuuri]
Yuuri, appena tornato nel suo paese natale, dove la condizione degli omega è decisamente migliore che in altre zone del mondo, si ritrova d'avanti il suo idolo Viktor, che, senza apparente motivo, si proporrà di fargli da coach.
Quanto può resistere un omega ad un prestante alpha? E l'alpha al delizioso omega?

Victor Nikiforov, la leggenda vivente, vincitore di cinque Campionati del Mondo consecutivi e cinque finali dei Grand Prix di fila – era nel letto di Yuuri. Il letto accidentato e scricchiolante di Yuuri, con gli adesivi dei Pokémon che si staccavano dalla testata e le lenzuola non lavate.
“Sa di te”, mormorò, cauto e schivo.
Yuuri era sul punto di svenire. Violentemente.
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O di quella volta in cui Victor scopre il motivo per cui Yuuri non lo ha mai fatto entrare nella sua camera... beh, sappiamo tutti come mai.

«Victor? Victor, dove sei?»
Quel buio aveva qualcosa di innaturale. Gli ricordava gli incubi che aveva spesso da bambino, quando si svegliava urlando in preda al terrore di essere diventato cieco.
«Sono qui, Yuuri.»
Era bastato quello a fargli capire che stavolta non si trattava solo di un incubo.
«Non... non ti vedo. Victor, non riesco a vederti.»
[Victor x Yuuri]

[Otayuri|Medievalfantasy!AU|Otabek!cavaliere Yuri!mutaforma]
Le urla crescono sempre più, seguite dai ruggiti degli animali. Uno tra tutti attira la sua attenzione, lasciando un dolore acuto nel petto di Otabek. Potrebbe distinguere quel suono tra mille altri, perché da quando è iniziata quella folle avventura il ruggito temibile è diventato una melodia che solo lui riesce a percepire.
I suoi occhi si spostano da una casa ad un'altra, alla ricerca della tigre giusta. Cerca freneticamente tra gli uomini armati di forconi, tra i cavalieri suoi fratelli, tra le donne che proteggono i bambini e tra i grandi animali che balzano verso gli umani per ucciderli. Eccolo. Il manto chiaro è macchiato dal sangue, gli occhi gialli socchiusi per concentrarsi meglio e scegliere la prossima vittima – preda la chiamerebbe – e la lingua che a tratti esce fuori, segno della smania crescente dentro di lui.

"Da quella volta in cui, sulla spiaggia, mi hai domandato cosa volevo che tu fossi per me, non ho mai pensato ad altri che a te, sai Victor?
Ti sono bastate quelle poche parole per prendere interamente il dominio su di me, sulla mia mente, ogni singolo secondo di ogni singolo giorno."
Perchè tutte noi avremmo saputo benissimo quale risposta dare a Victor, no?