Dal capitolo I:
[...]Sta quasi per lasciare via libera a Morfeo, quando la vibrazione del cellulare sul palmo della mano lo fa sobbalzare. Il suo cervello impiega un secondo ad inviare impulsi elettrici al resto del corpo; gli basta vedere quel nasino un po’ arricciato ammiccare verso di lui assieme alla scritta “videochiamata” per relegare il sonno ad un bisogno secondario.
«Noona» sussurra, mettendosi a gambe incrociate e stropicciandosi entrambi gli occhi. «Che ci fai sveglia a quest’ora?»
Vede la lunga coda di Jieun muoversi un poco, mentre la ragazza dall’altra parte del display scuote dolcemente la testa. «Ho anch’io il mio bel da fare, Jeon».

***
Di quando una schedule può essere ben gestita, ma due cominciano a stare strette.

Taehyung e Jungkook crescono insieme come cuccioli di lupo. A legarli è un sentimento potente, feroce e dolcissimo come le onde del mare in cui nuotano d’estate, in Italia. Taehyung è assente e spigoloso, Jungkook ha mani morbide nate apposta per restituirlo alla vita. All’ombra degli ulivi la loro natura s’impone, fiorisce come il più assoluto degli amori.
Ma lontano dalle coste assolate della Liguria, dieci anni dopo, Taehyung scopre una Seul violenta e timorata di Dio, una città in cui ai ragazzi come loro non è permesso tenersi per mano. Frammentato e confuso, Taehyung si allontana da Jungkook. E quando, due anni dopo, si rivedranno, la precaria architettura delle loro bugie minaccerà di crollare una volta per tutte.
•••
«Come stai, Taehyung? Ti trovo bene».
La mano di Jungkook era protesa nel vuoto, gli vide i tatuaggi sul dorso, li conosceva a memoria. Aveva le unghie tagliate cortissime, il pollice largo, le stesse nocche spigolose e dure. Taehyung ci aveva fatto di tutto, con quella mano. Gli era scivolata in bocca, tra le gambe, nel culo. Jungkook era stato ovunque, e ovunque era rimasto. 

Trama:
Taehyung ha ventisette anni, è un sacerdote presso una piccola chiesetta di un paesino della Corea del sud. Rigido e pignolo non ammette alcun tipo di peccati all'interno della sua chiesa, che siano di gola, avarizia e soprattutto lussuria.
Un giorno, la sua vita piena di sani principi e castità verrà messa a dura prova da un giovane ragazzo, Jeon Jungkook.
Un ragazzo di ventitré anni con una vita dietro alquanto dissoluta. Andrà a rifugiarsi nella parrocchia sotto consiglio della madre di Taehyung che chiederà al figlio di aiutare Jungkook a riprendere la giusta via.
Da quel momento in poi, la vita del giovane ecclesiastico sarà messa a dura prova da questo giovane peccatore.
Riuscirà Taehyung a rimanere con i suoi sani principi o anche lui cadrà nella dolce e peccaminosa tentazione?

Non mi sarei mai aspettata di essere invitata ad una festa di gala sul lago di Garda... E di sicuro non mi sarei mai aspettata di incontrare proprio quella sera Jungkook, o meglio, per essere precisi, di scontrarmi proprio con Jungkook.
A volte il destino ti può sconvolgere la vita.

L'unica cosa che Taehyung avrebbe voluto era una buona storia per il giornale dell'Università. Non si sarebbe mai immaginato di finire legato ad una sedia nel seminterrato della gang su cui stava indagando, né di sfuggire loro con l'aiuto del leader di una gang rivale: Jeongguk.
E pensare che quello era soltanto l'inizio.
━ ━ ━
[...] "Voglio dire, se ti piacciono così tanto le corde sarei felice di slegarti, uscire da questo buco del cazzo e legarti di nuovo a casa mia"
"Sei disgustoso".
"Posso essere tutto quello che vuoi, Dolcezza".
━ ━ ━
[...] "Kim Taehyung", ripeté il corvino, sorseggiando il proprio caffè e sollevando le sopracciglia. "Ti si addice".
"Bè, meglio così, pare che debba tenermelo".
Jeongguk gli fece l'occhiolino. "Forse non per sempre".
[𝗧𝗿𝗮𝗻𝘀𝗹𝗮𝘁𝗶𝗼𝗻! 𝘢𝘭𝘭 𝘵𝘩𝘦 𝘤𝘳𝘦𝘥𝘪𝘵𝘴 𝘨𝘰 𝘵𝘰 @𝗕𝗧𝗦𝗙𝗮𝗰𝘁𝗼𝗿𝘆 𝘰𝘯 𝘈𝘖3 𝘢𝘯𝘥 𝘛𝘸𝘪𝘵𝘵𝘦𝘳]

Quando si trasferisce a Seul, Becca non ha la benché minima idea di chi accidenti siano i BTS. A dirla tutta, non riconoscerebbe un idol nemmeno se questi le sedesse accanto in un bar per offrirle da bere…
•••
Mentre i ragazzi continuano ad studiare quello che ormai somiglia ad un documentario sui turisti impacciati, un autobus con la faccia di Jimin sulla fiancata frena proprio in prossimità di Becca. Il panico si diffonde nell’abitacolo.
«Ecco, lo scoprirà tra tre, due, uno…».
Becca punta lo sguardo in quello di Jimin, ma stranamente non batte ciglio. Poi, con nonchalance, si disincastra le mutande dal sedere.

«Ancora tu!» sbottò Yoongi, ora sapeva almeno il suo nome, con il dito indice fieramente puntato contro il petto di Jimin, mentre questo lo guardava con lo sgomento nello sguardo e la voglia di scappare a gambe levate da quel posto.
Tutti i presenti si zittirono, la musica del locale sembrò scomparire mentre i due ragazzi rimasti in piedi si osservavano come se fossero due animali nella prima fase della loro conoscenza.
«Eh già, proprio io. Piacere, Jimin», con sguardo sfuggente e una mano a grattarsi la nuca a disagio, Jimin allungò l'altra mano verso l'altro con la speranza che gliela stringesse per potersi almeno presentare come due persone civili.
Yoongi, represse un'occhiata omicida verso il suo migliore amico, conscio del fatto che una volta tornati nel loro appartamento, sicuramente, avrebbe giocato a fare Picasso con la sua faccia, e tornò con lo sguardo verso il biondino. Dio, già non lo sopportava, e pensare che avrebbe dovuto fare amicizia con lui perché secondo il suo migliore amico "sicuramente ti piacerà, schizzinoso come sei!". Al diavolo, pensò Yoongi...

«Non dovresti avvicinarti così tanto, Jungkook» gli soffiò sulle labbra Taehyung, pochi centimetri a dividerli e nessuna intenzione ad allontanarsi.
Nessuno dei due ragazzi si capacitava di come si fossero ritrovati così, a mangiarsi il fiato a vicenda, guardandosi bramosi le labbra, impazienti di dissetarsene.
«Ah, no? E cosa dovrei fare mh?» rispose Jungkook parlandogli direttamente sulle labbra, sfiorandone la morbidezza.
«Dovresti andartene e non voltarti mai indietro, Jungkook».
Questo percepì un tonfo che gli scorticò l'udito, si staccò confuso e velocemente si rese conto che quel suono sordo era il proprio cuore che si era appena accartocciato su sé stesso, lasciandosi cadere dritto nello stomaco.

A Jeon Jungkook non piacevano i ragazzi.
Il solo pensare di poter fare un certo tipo di cose con un uomo gli faceva salire la bile in gola.
Allora perché con Jimin questo non succedeva? Perché si sentiva pericolosamente attratto dal suo hyung?
➢ Jungkook, che cosa faresti se non ci fosse lui?
{ jikook }

Jungkook pensa che ci sono volte in cui siete separati per mesi e tu rinunci a un po’ del tuo tempo per lui -per una chiamata o una video-chiamata o infiniti messaggi nel cuore della notte, anche se tu non ci sei portata per certe cose.
Pensa che lo tratti con normalità.
E pensa che forse, certe volte, sentirsi dire “ti amo” a voce alta non è poi così importante.
E’ una questione di gesti.
E’ una questione di dolcezza.
E’ una questione di tenerezza, e di come ti prendi cura di lui.
----
Quando Jungkook ti chiede venti appuntamenti per innamorarti di lui, sapevi che non sarebbe stata una buona idea. Ma ci sono volte in cui non puoi ribellarti al tuo cuore: puoi solo seguirlo, lasciarti andare, anche se sai che ne uscirai con le ossa rotte.
{Jungkook x make-up artist reader}

Ti avvicinasti a me e, dopo esserti chinato per raggiungere le mie labbra desiderose d’incontrare le tue, mi baciasti rudemente. E quello fu il momento esatto in cui persi definitivamente ogni contatto con la realtà.
''Perché Jungkook, pur di rimanere
accanto alla persona della quale era
innamorato, avrebbe fatto di tutto.''
{ vkook }

Quando la vita di una pura e innocente ragazza viene stravolta, nell'esatto momento in cui viene rapita e tenuta in ostaggio da tre losche figure.
Tratto dal prologo:
"Trattatela bene però."
"Scherzi? Sarà il mio nuovo giocattolino. Non vedo l'ora di divertirmi con quel bel bocconcino."
"A me interessa solo avere i soldi. Della ragazzina, poco mi importa."

Un incontro erotico tra Luca e Vittorio mentre fuori piove.

SPIN-OFF DI "EL FUEGO Y EL MAR"
Nonostante sia uno spin-off, si può leggere benissimo anche come storia a sé stante.
Andrea fece scivolare le sue mani dal mio volto e mi avvolse stretto tra le sue braccia, facendo aderire completamente i nostri corpi; mi allungai per poterlo stringere dalla nuca, cosicché ci avvicinassimo ancora di più, se possibile. Continuammo a baciarci intensamente per molto tempo, ma poi appoggiai le mani sul suo petto e lo spinsi via, delicatamente: «Adesso basta, non posso farlo» bisbigliai, distrutto.

Credeva che un giorno avrebbe trovato l'amore casualmente, così come scriveva nel suo romanzo, ma quello che Kim Taehyung non si aspettava di certo, era di trovarsi alle prese con un fidanzamento combinato, con la persona che meno immaginava al mondo.
[...]
«Mio figlio scenderà a momenti.» con un sorriso sulle labbra dipinte di rosso.
E chi sene frega, avrebbe voluto rispondergli Taehyung, decidendo però di tacere
[...]
«Scusate l'attesa.» la figura che gli si presentò di fronte quasi non gli fece sputare l'acqua che stava bevendo.
«Oh finalmente figliolo, vieni a presentarti.» .
«Salve a tutti» si inchinò leggermente e con un mezzo sorriso «mi chiamo Jeon Jungkook, piacere di conoscervi.»
E Taehyung lo sapeva che quella sarebbe stata la sua fine.
|ᴋᴏᴏᴋᴛᴀᴇ|ʏᴏᴏɴᴍɪɴ|ᴀᴄᴄᴇɴɴɪ ɴᴀᴍᴊɪɴ| - (Storia presente su wattpad)