“Ti avevo detto di starmi lontana” la voce di Natsu le arrivò graffiante all’orecchio mentre con un altro colpo si spingeva dentro di lei; i biondi capelli lunghi attorcigliati alla sua mano e la guancia appoggiata al freddo della pietra, glieli tirò ancora all’ennesimo affondo. Era calda e stretta, così tanto che se non avesse mantenuto il controllo sarebbe venuto subito come un ragazzino alla sua prima volta.
“E io ti ho detto che non- ah!” i denti del rosato le affondarono nella spalla. “Che non cosa, Luce?” disse ghignando sadico, sapeva benissimo che non l’avrebbe lasciata parlare, le leccò il collo e poi scese lungo la sua schiena tracciando una linea di saliva che bruciava come il fuoco vivo. “N-Natsu… sto per-” diede un'ultima stoccata e si tirò fuori repentinamente mentre con la grande mano scendeva sul suo sedere facendo schioccare uno schiaffo; fu con quel gesto che Lucy già eccitata all’estremo e sul bordo dell’abisso si lasciò andare gemendo e venendo mentre Natsu le assestava un altro schiaffo.

“Chi è lei? Che cosa vuole da me?”, le era passata persino la sbornia.
“Chi sono non ha importanza, principessa della Fairy Tail. Vista la sua posizione dovrebbe stare più attenta con gli sconosciuti. Farò in fretta. Non tema”.
Percepiva dietro la risata dell’uomo che la rincorreva, la nebbia fitta le impediva di vedere oltre il suo naso e i tacchi la stavano rallentando.
Se li tolse e li lasciò lì per strada, correndo come se dietro le spalle la stesse rincorrendo il diavolo in persona.
Qualcuno la voleva morta, sarebbe potuto essere chiunque, si rese conto di non potersi fidare di nessuno, il tipo aveva ragione.
Era davvero giunta la sua ora? Non avrebbe più avuto modo di discutere con il signor Makarov, di sorridere con Juvia…
La sua vita era giunta a un bivio…
Non voleva morire, non ancora.
La disperazione era così forte che non percepiva più nemmeno il fiato mancarle e i polmoni collassare.
In quel momento avrebbe persino venduto l’anima al diavolo pur di salvarsi.
“AIUTO! QUALCUNO MI AIUTI!” gridò piangendo.

La vita è fatta di scelte, lo sappiamo tutti e lo sappiamo bene... così come sappiamo che niente e nessuno potrà dirci in anticipo se quella che stiamo per prendere sarà la scelta giusta o quella sbagliata! A dirla tutta i primi a non saperlo siamo proprio noi che stiamo per prendere una direzione anziché un'altra. Eppure, nonostante tante incognite, siamo chiamati a scegliere: un po' perché ci sembra di non poter fare altrimenti, un po' perché vogliamo farlo convinti di fare bene, ma la verità è che fino alla fine non lo sapremmo mai! E allora come fare? Quale criterio adoperare? Istinto? Ragione? O forse Cuore? A ognuno il suo e chissà quale di questi finiranno per utilizzare i nostri grandi amati personaggi in questa storia.
Siamo tornate, mondo di EFP, con una nuova follia che speriamo vi coinvolga con tutti i "criteri" possibili (in particolare il cuore, naturalmente)! Vi auguriamo buona lettura e vi ringraziamo in anticipo qualora decidiate di seguirci!

Natsu scontrò il bicchiere di whisky con quello della ragazza, per brindare.
Lo bevve subito, leccandosi le labbra per asciugare qualche goccia rimasta.
Il cuore di Lucy dinanzi a quella scena si esibì in un triplo salto mortale.
La stava provocando, o era lei a essere ubriaca e quindi a immaginarsi tutto?
Ingollò tutto il Margharita per non ardere e le cadde l'occhio sul bacio famelico tra sua zia Mavis e Zeref. Per poco non riemerse tutto l’alcool che aveva bevuto.
“Beh! Almeno qualcuno si diverte” disse Natsu vedendoli sparire dalla pista. Non ci voleva molto a capire come avrebbero trascorso il resto della notte.
“Non è detto che debbano essere gli unici” Lucy non si tappò la bocca solo per non apparire una scema. Si morse il labbro inferiore, abbandonò il bicchiere - ormai vuoto - sul bancone e raggiunse la pista con le guance a fuoco.
Ma che diamine le era preso?

Storie tutte diverse, incentrate sulle tante sfumature dell'amore, con protagonisti i nostri amatissimi personaggi di Fairy Tail ed Edens Zero.
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LUCY!” gridò Natsu, a destra della ragazza, infilzato subito dopo nello stesso punto in cui era stata punta Lucy, toccando poi a Juvia.
“Che cosa ci avete iniettato?” domandò ringhiando, cercando nel frattempo un modo per liberarsi da quelle catene del cazzo.
Il tizio più minuto, quel maledetto pazzo che agli occhi del mondo si spacciava per un professore di scuola media, gli rise in faccia, sventolandogli davanti agli occhi una piccola boccetta contenente dentro del liquido verde, prima di rispondergli: “Veritas, mio caro Salamander, e quello che vedi qui è l’antidoto da me stesso creato per evitare che moriate asfissiati. Prima, però, vorrei porre qualche domandina all’Intersect, se non ti dispiace.” dimostrando quali fossero le reali intenzioni.

Dal testo: " […] Ci sono volte in cui il cuore non ascolta nessuna ragione se non la propria e questo fa superare tutto come la paura del rischio, la paura dell'essere feriti, dell'essere delusi… e al contrario, rende insopportabile tutto il resto come la colossale differenza tra ciò che si deve fare e ciò che invece si vuole e basta… !"
Buon pomeriggio EFP! Senza dilungarmi oltre spero di avervi incuriosito e, pertanto, vi auguro Buona Lettura! Questa storia nasce dalla lettura della celebre "La pioggia nel pineto" di Gabriele D'Annunzio ed è dedicata a tutti noi innamorati, in particolare, alla mia Cri cri.

Tradizione vuole che l'anima sia afflitta da 108 peccati, con altrettanti rintocchi di campana può essere purificata ed iniziare cosi come si deve il nuovo anno.
Il suono delle campane ha qualcosa di magico. Io e Ranma ci guardiamo. Sono sicura che stiamo pensando la stessa cosa.

Marinette è la pasticciona di sempre. Un'imbranata totale che in un momento di debolezza rivela a Chat Noir la sua cotta storica per Adrien Agreste, inconsapevole che a nascondersi realmente dietro quella maschera nera sia proprio il diretto interessato.
Ops... e ora?

“Che uomo strano” penso guardando chi mi ha salutato. È vestito di rosso, porta uno strano cappello e la sua lunga barba è di un bianco candido. Sembra una nuvola. “Tra poco è Natale” mi dice euforico “In tutto il mondo i bambini mi aspettano impazienti. Hiro è anche impaziente?” stringo i pugni. Come fa a conoscere Hiro?
Non riesco a parlare. La mia lingua, come tutti gli altri miei muscoli, è bloccata. “Dici di no?” mi domanda pensieroso “Effettivamente credo che qualcun altro sia molto più impaziente” lo guardo confuso. Solo adesso mi accorgo che cavalca uno strano animale cornuto che ha un naso lampeggiante di rosso. Lo stesso rosso del vestito dell'uomo.

“Lo sai che sei proprio Idiota!” urlo spalancando gli occhi. Lui sorride divertito. “ Però ti è piaciuto” dice con quel tono da sbruffone che lo contraddistingue. “No” rispondo decisa incrociando le braccia sul petto “Sei pazzo. E se non mi riacchiappavi?” chiedo furente “Non ti sei divertita allora?” evita glissando la mia domanda “No” ribadisco convinta “Peccato” allarga le braccia ed io nuovamente volo giù nel vuoto. Ci guardiamo negli occhi “Ranmaaaaaaaa” urlo nuovamente.

Lo conduce sulle scale ed è un miracolo che non inciampino rovinando per i gradini, perché i loro occhi sono ancora incatenati. E lo conduce in camera sua, chiudendo a chiave anche se non c'è nessuno. Resta con la schiena appoggiata alla porta e abbassa finalmente lo sguardo. Ora si sentono solo i loro respiri agitati, colmi d'aspettativa, e Akane si chiede se dovrà prendere lei l'iniziativa o quel baka si deciderà a fare il bis agendo come poco prima.

Un Sasuke fin troppo noioso e incazzoso,
Un Naruto rompicoglioni ma dolce,
Una convivenza forzata.
Un appartamento per due.
Cosa succede se si unisce un giornalista e un universitario?.
Beh... non vi resta che leggere!
Prima LongFic Sasunaru, spero vi piaccia!
(Rating Arancione a causa di alcune revisioni della storia)

Sono seduta sullo sgabello della mia toeletta intenta a massaggiarmi la crema notte sul viso. Adoro questa routine davanti allo specchio, ricordo che da piccola mi incantavo a osservare mamma farlo. Ho sempre trovato questa pratica affascinante, da donna adulta ed elegante. Sì mi sento proprio così, finalmente.

Continuo di Lui vive in te. Mpreg: Male pregnancy, dove uno dei personaggi maschi rimane incinta.
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Da quel punto là in alto, sospeso nell’aria, anche per Mintachi sembrava possibile trasformarsi, essere diverso.
Magari un animale. Un falco: arrogante e solitario, con la freddezza di chi lotta per la sopravvivenza.
Già a cinque anni e mezzo sapeva che, per qualche strana ragione, lui non era come gli altri abitanti del villaggio.
Mintachi si guardò i piedi nudi che dondolavano dal ramo più alto dell’albero e rifletté sul motivo per cui si arrampicava fin lassù. I suoi genitori glielo avevano proibito, ovviamente, ma non era per spirito di contraddizione che lui lo faceva.
Si arrampica così in alto perché là sotto, nel villaggio, quasi non riusciva a respirare.
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-Arriveremo a Konoha… Tsunade saprà cosa fare, lo sa sempre.
Sussurrò a pochi centimetri dal suo viso.
Strinse le palpebre e poi appoggiò le labbra su Naruto, maledicendosi di non averlo fatto sempre.
Tutti quegli anni insieme sembrarono così pochi adesso.
Digrignò i denti, strofinando il capo nel petto squarciato di Naruto, cancellandosi le lacrime.
-Ti amo, ti ho amato per tutto il tempo… e sei troppo lontano adesso.

“Mi sei praticamente corso dietro.”
“Non è quello che fanno i gatti con i topi?” Le chiese ammiccando. “Lo scopo è prenderti.”
Marinette si scompose appena mentre sentiva quella strana sensazione all’altezza dello stomaco aumentare sempre di più.
“Sei davvero sicuro che riuscirai a prendermi?”