La mia prima raccolta di poesie. Se così possono essere definite.
Il dolore nella mia anima si espande in macchie sparse di china nera: indelebili sulla corteccia del mio cuore pallido.

Dolce come la passione per la musica.
Dolce come un sogno da raggiungere.
Salata come la fuga da un passato da dimenticare, come una crudele malattia da sconfiggere.
Ed, infine, unica come la storia romantica di un impossibile grande amore.

Non sapevo dire per quanto tempo restammo in quella posizione.
Stare accanto in lui, avvertire le sue labbra gelide sfiorarmi il collo, mi faceva sentire parte di quella statua surreale.
Così, fermi su quella panchina, investiti dai pallidi raggi della luna. Come personaggi di tempi ormai passati, scolpiti dalle mani abili di un maestro della scultura, eterei e candidi come marmo.
Immobili, insondabili. Persi, sospesi nel tempo.
(una volta completa, verrà revisionata interamente! ^^)

Ti amai subito, Aurora, sebbene nel mio cuore non vi fosse mai stato posto per l’amore; il mio animo reietto e solitario poteva contare soltanto sull’accidioso scorrere lento del tempo, invidiando con amarezza il passare lesto ed inarrestabile delle emozioni umane. La passione, Aurora, quelle lingue di fuoco che si contorcono e divampano negli animi come fiamme su paglia secca. Il desiderio di toccare il tuo viso senza il timore di sbriciolarlo come cenere di brace.

Non aveva reminescenze di una similare visione da molto tempo ormai, l’unica che gli tornava alla memoria era quella di una lontana notte di luna nuova: il giorno della nascita di quell’abominio. Con lo stesso tuo sangue, padre, generasti l’infamia del tuo nome.
E con il tuo, del mio, indirettamente.