Sasuke, un letto non propriamente vuoto, una scoperta sconvolgente...
[...]
“Imbecille!”
“Cretino!”
“Nano biondo!”
“Frocio!”
Fu quell’ultimo insulto a scatenare l’ira di Sasuke Uchiha, che si avventò con tutto il suo peso sul povero Uzumaki, facendolo rovinare a terra, fuori dal locale.
“Ripetilo se ne hai il coraggio!” Gli aveva sibilato ad un centimetro dalle labbra.
“F-R-O-C-I-O” Naruto l’aveva pure sillabato, piano, scandendo le parole,soffiando sulla F, facendo vibrare la lingua con la R, allargando le labbra in una O tonda, perfetta, come quella finale.
Sasuke non l’aveva picchiato, schiaffeggiato, insultato.
No, l’aveva baciato, su un marciapiede, a pochi metri dal chiasso assordante del local[...]
Dopo la PWP "Il ragazzo delle riparazioni" torno con una nuova storiella a pallino rosso su questa coppietta meravigliosa!

"Sasuke Uchiha. 21 anni. Vergine.
Aveva deciso di concedere l'onore di modificare questa ultima verità al suo eterno rivale: Naruto Uzumaki. 20 anni. Dobe. Questa, di verità, era immodificabile.
L'unico problema era come concederglielo senza doverlo dire apertamente."

SasuNaru. AU. Lievemente OOC (Almeno spero lievemente).
Dal testo:
«Non ti facevo un tipo per uomini».
«Eh perché?» Domandò Naruto, sbattendo le palpebre bionde in modo confuso.
«Perché gli omosessuali sono tutti carini! E si mettono con uomini altrettanto carini»

-One-shot. 6802 parole. SasuNaru. Lievi accenni NaruHina e KibaHina-.
Un po' comica, un po' romantica.
Non era mai stato un buon Ninja.
Non era scaltro. Non era intelligente.
Naruto Uzumaki era un completo, immenso, idiota: impulsivo, egocentrico, imbranato, folle.
Scoccò un'occhiata carica di risentimento verso i fogli che gli occupavano la scrivania: rapporti da firmare, richieste di missioni, burocrazia, carta straccia.
Si mise entrambe le mani nei capelli e per poco non urlò di frustrazione.
Era una scena pietosa.

«Mettitelo bene in testa, baka, perché non te lo ripeterò più: questa non è una relazione, noi non siamo innamorati, e soprattutto io non sono tuo.»
[Sasuke x Naruto]

ATTENZIONE è una Naru/Sasu
“Allora Sasuke-kun, ora che siamo soli facciamo un bel gioco. Rispondi alla mia domanda. Quanto sei gay da uno a dieci?”
[...]
“Io non sono gay, Dobe” dico fingendomi calmo e voltandomi di lato, per non permettere a quegli occhi indagatori di scorgere la verità nel mio sguardo.
“Mmm… ne sei davvero sicuro, Teme? Guarda che non devi per forza rispondermi adesso, aspetta che io abbia finito”
Finito? Finito cosa?
hehe ... finito cosa? Leggete per scoprirlo.

Aveva saputo fin dall'inizio che sarebbe stata una cattiva idea seguire Tsunade nella sua trasferta aerea verso Suna, ma il lavoro era lavoro, e mettersi contro di lei sarebbe stato un errore fatale. Naruto aveva sempre odiato volare, con passione, e di certo avrebbe voluto farne a meno. Ma cerchiamo di essere ottimisti, forse non tutto sarebbe andato così male. Chissà che il fascino misterioso di un hostess in particolare potesse proprio tirargli su il morale ancora... a terra.

Prigioniero. 
Non ci potevo ancora credere, io, Sasuke Uchiha ero stato fatto prigioniero. 
Una squadra di circa venti ninja armati fino ai denti e nascosti sotto cappucci enormi mi stava scortando a quella che da oggi in poi sarebbe stata la mia prigione. Non avevo idea di dove eravamo diretti, non avevo idea di come ero finito in quella situazione, ma una cosa era certa: le cose stavano prendendo una brutta piega.
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– Oh no, Sasuke, chiamami ‘padrone’, in fondo tu sei il mio schiavo giusto?-
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Io devo odiarlo, perché se non lo odiassi lo amerei più di qualsiasi altra persona al modo. 
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E adesso, adesso che finalmente non avevo più motivi per combattere i miei sentimenti era troppo tardi. Si, era troppo tardi, adesso lui mi odiava, e io non potevo fare altro che piangermi addosso e pensare a quanto meritassi il suo odio, io più di chiunque altro. 
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Storia rigorosamente NaruSasu. Vi lascio alla lettura

A Naruto quel gruppo di pezzenti sembrava uscito da Twilight, o roba da checca simile: qualcosa di strano in loro doveva esserci.
Probabilmente facevano sesso estremo.
Possibilmente si tagliavano qua e là.
Sicuramente avevano qualche tempio in cui adoravano Satana.
Questo pensava Naruto Uzumaki nell’autunno dei suoi diciassette anni. Poi incontrò Sasuke Uchiha, e Naruto capì che in fondo qualcosa l’aveva sbagliata.
No, in effetti il tempio Sasuke non ce l’aveva.
[Assolutamente OOC - School!AU] [Cap.23 leggibile a sé]

| SasuNaru | Yaoi | Mini One Shot | Lemon | Dopo la Serie |
Naruto amava tutto di Sasuke. Amava i lineamenti femminei e delicati del suo viso, amava la sua pelle bianca, amava le sue mani sottili ma forti, amava i suoi capelli morbidi e neri, adorava toccarli e perdersi nella loro setosità, amava la sua fragilità, il suo essere troppo orgoglioso. Erano cose che Naruto non poteva fare a meno.

La mano mi tremava terribilmente, non riuscivo nemmeno a tenere bene la cornetta del telefono attaccata al mio orecchio, gli occhi persi nel vuoto del buio della mia stanza. Dall'altra parte del telefono sentivo mio fratello chiamarmi a gran voce allarmato, chiedermi perché non parlavo. Una buona ragione c'era, ma pareva non averla capita. Quel bastardo... Fuori di me dalla rabbia gli riattaccai in faccia e lancia il cellulare sul letto. Lo raggiunsi poco dopo, affondando la testa nelle mani, sconcertato per quelle parole che ancora rieccheggiavano nella mia mente.
E ora come cavolo faccio a trovarmi una moglie in un paio di giorni?!

- Solo ora capisco che ogni volta che proclamavo il mio odio per te, era solo per mascherare questo amore che non volevo accettare. Ma sai quando tutto è cambiato? Quando te ne sei andato. Avrei potuto lasciar perdere, in fondo era la tua scelta, ma…non riuscivo a stare neanche un minuto senza pensarti. -.
(NaruSasu)

cit. / -Che lavoro fai?-
-Hai presente Disneyland?-
-Sì.-
-Hai presente Pippo?-
-Sì.-
-Piacere, Pippo.-
-Starai scherzando, spero.-
-Ahah, no.-
-Lavori a Disneyland e ti vesti da Pippo ogni giorno?-
-Già.-

Insieme ogni giorno tra i banchi di scuola, eppure così distanti.
Conoscersi appena. Nessun legame. Universi paralleli.
E se ad un tratto due ragazzi scoprissero di essere più simili di quanto avessero mai potuto immaginare?

«Sono un uomo!» dissi solo, premendo un po' le mani contro le sue spalle. Al mio tentativo di liberarmi rise, rincarando la dose di baci. Quando sfiorò il pomo d'Adamo non riuscii a non fremere, mi inarcai un po' su me stesso e sospirai. Perché avevo certe reazioni? Con un uomo, per giunta... Sarei finito dritto all'inferno accompagnato da quel demone peccaminoso.
«Ho notato. Non fa differenza e-» sentii la mia giacca e la camicia cadere a terra e le mani del moro intrufolarsi nei miei pantaloni, slacciandoli «Non negarti, non farlo. Otterrai solo l'effetto contrario-»