-Come credi che sarà?- domanda senza dare però troppo tono alla sua frase.
-Cosa?- io se possibile sono anche più apatico.
-La nuova segretaria che ci affideranno al posto di Emma. Spero almeno che sia una donna…già dobbiamo fare a meno della tua “tuttofare”, se poi ce la sostituiscono anche con un uomo è la fine.- lo sento ridacchiare e già immagino quale possa essere il motivo di tanto interesse.
Seguito di 'Burn. Let it all burn.' , la storia narra le avventure di Daphne, incastrata suo malgrado in un tour che ripoterà a galla il passato, spalancando le porte al futuro.

"Volete che vi confessi una cosa? Ho sbagliato di nuovo. Non m’interessa capire la destinazione, m’interessa soltanto godermi il viaggio."
Frase emblematica, a cavallo tra due Universi fusi l'uno nell'altro, dalla casualità o dal filo tenace che la mia insaziabile voglia di fantasticare continua, indefessa, ad intessere. THIS IS...NOT THE END, d'altronde. E lasciamo, dunque, che il Viaggio continui...

"... Dici che potremmo concederci il lusso di sentirci, e di tanto in tanto di vederci anche? Senza promesse, senza dare un nome a questa cosa, solamente non perdersi di vista, non dimenticarci l’uno dell’altra. Dici che possiamo?”.
“Dico che possiamo, bambina” le disse sulla bocca.

Cosa mi restava da fare? Desistere, sopportare e affrontarlo. Ecco cosa dovevo fare, affrontarlo. Non avrei perso niente.
-Hai intenzione di farmi uscire da qui?- Il ghigno sul suo viso si fece più marcato.
-Allora?-
Ecco la scintilla. Cominciò ad avvicinarsi a me, così lentamente che per un attimo pensai che il tempo si stesse per fermare. Lui si spingeva nella mia direzione e io indietreggiavo. Ecco, la coerenza, questa grande sconosciuta. Un momento prima mi rivolgevo a lui con quanta più sfrontatezza possibile e un momento dopo mi tiravo indietro rivelando tutta la mia codardia. Avrei chiesto aiuto. Avrei urlato, sputato fuori i polmoni per farmi sentire, ma in quella casa eravamo soli, completamente soli.

Un incontro fuori un locale noioso, una notte di passione e un amicizia intensa, dire troppo intensa, che nasce. Come andrà a finire?
-Ehi!- sobbalzo, ma chi cazzo era? Mi volto, un bel ragazzo con i capelli lunghi, due fanali azzurri al posto degli occhi, appoggiato alla sua Ducati con il casco sotto braccio mi squadra da capo a piedi con un sorriso malizioso sulle labbra. Ma che mi avrà preso seriamente per una prostituta di alta borghesia?
Aggrotto le sopracciglia come per dirgli "che cazzo vuoi?" e mi sa che ha capito.
-Cosa ci fa una bella ragazza come te da sola qui fuori?- chiede malizioso.
-Stavo aspettando il maniaco di turno che mi chiedesse cosa ci faccio qui fuori da sola!- affermo ironica.
-Pensi che sia il maniaco di turno? Ho solo fatto una domanda!-ribatte, sempre malizioso, calcando appena sulla parola maniaco. Questo ragazzo è intrigante!
-Beh, di solito i maniaci chiedono alle belle ragazze cosa fanno tutte sole!- rispondo vaga. Lui scoppia in una fragorosa risata.

Los Angeles -che novità, eh?- , il MarsLab e una cassetta della posta: Jared neo Giulietto? Anche se i capelli ormai raggiungono quelli di Raperonzolo, il bel shatushato finalmente trova pane per i suoi denti.
Dal primo capitolo.
Shannon aveva lanciato con un tonfo un plico di buste sul tavolo della cucina del MarsLab, richiamando la mia attenzione. ... Aggrottai la fronte leggendo la calligrafia ordinata e tonda, regolare, sul retro di un’anonima busta bianca. Che cavolo c’era scritto? Assurdo. «Shan, questa dove l’hai presa?».
«Me l’ha data Jamie, era nella cassetta della posta» rispose, socchiudendo le palpebre per mettere a fuoco la lettera che sventolavo per aria.
«Qua fuori?».
«Penso di sì» borbottò, tornando ai suoi coffee facts.
«Esaustivo, come sempre…» mugugnai, concentrandomi sulla calligrafia senza dubbio femminile.
Aprii la busta, estraendone un foglio bianco ripiegato in due: lo esaminai, fronte e retro, sembrava innocuo. Spostai lo sguardo sulle prime righe, continuando a leggere.

"Marie, dal canto suo, sapeva di aver infranto la prima promessa che si era fatta quando aveva cominciato a lavorare con Jared.
Mai innamorarsi"

Scrivi per Cosmopolitan, ma il tuo capo ti propina un'intervista per conto di GQ. Senza contare che sei una scrittrice e non una giornalista. Tra l'altro ha pure dimenticato chi dovresti intervistare, l'unico indizio? Quella sera stessa all'Hollywood Bowl.
Dal primo capitolo...
"«Grazie per le risposte esaurienti ragazzi. Ho un’ultima domanda e poi l’intervista è conclusa». Disse, cercando di scrollarsi di dosso gli occhi di Jared. Erano due iceberg cosparsi di tizzoni ardenti.
«E te? Che elemento senti più affine?» la interrogò Shannon, incuriosito.
«Potreste avere futuro nel giornalismo, sapete?» tergiversò, ma inutilmente. «Aria».
«Spiega» la esortò Tomo.
Beh, se era lui a chiederglielo poteva fare la persona educata. «Perché l’aria è libera»."

Jared è stanco della sua vita sentimentale. Anzi, chiamarla vita è dire tanto. Gli ronzano attorno sempre donnine con le quali lui non vuole aver a che fare. Se non per una notte. Vorrebbe anche lui una donna come quella del fratellone. Candice. Sensuale e simpatica. Provocante e sarcastica. Proprio una bella donna. Se non fosse che sta con Shannon. Beh, dire 'stare' non è proprio giusto. E' una relazione aperta. E riflettendoci bene, Jared non vuole una donna come lei. Jared vuole lei.

Può un uomo riuscire senza saperlo a ferire i cuori e l'orgoglio di tre ragazze che dividono lo stesso appartamento? Per Shannon Leto è uno scherzo... Ma cosa accade se le tre, aiutate dalla quarta coinquilina, decidono di vendicarsi? Solo sorprese... Buona lettura a tutte!!!

-Non sto ridendo. Sto solo…sei più bella quando ti arrabbi, cerchi di non urlare e aggrotti la fronte-disse Jared accarezzandole con il pollice un punto sopra le sopracciglia, e la baciò soffocando le sue lamentele.
-Non mi baciare quando ti sto parlando!-sbottò allontanandolo, e lui la baciò di nuovo sorridendo -Jared! Sto parlando seriamente non voglio che tu…Jared, smettila!-

Flash back*
La barba di lui le pizzicava sul collo. I suoi baci erano, passionali e lo stridore di quella barba incolta gli donava quel tocco rude che la eccitava ancora di più. I due si rotolarono in quelle fredde lenzuola di hotel, cercando di riscaldarle con lo strofinio dei loro corpi. Fine flash back*
...questo dice tutto e niente...

–Ti prego, trattami come tratti il microfono in End of all days…- era stata una supplica sommessa, interrotta da piccoli gemiti che la rendevano ancora più eccitante, così Jared non poté rifiutare.

-Piacere…- non aggiunsi nulla di più ed allungai una mano verso di lui. Quando le nostre dita si sfiorarono sentii una scossa tremenda partire dai polpastrelli e diffondersi per tutto il mio corpo, facendo fremere il mio essere di sensazioni mai provate prima. Strinsi la sua mano, forte, e mi resi conto che non volevo più lasciarla…

Non sono brava a presentare un mio lavoro. Preferisco che a parlare sia la Storia e non l'autrice della Storia. Forse per voi sono la medesima cosa, ma lasciate che vi spieghi il mio punto di vista. Quando la Storia esce dalla mente dell'autrice e arriva a voi attraverso le sue dita, accade la magia. La Storia assume vita propria, con una propria capacità di presentazione. E' lei che, alla fine, dialoga ed instaura una rapporto con il lettore. Tutto ha inizio con la classica formula del LUI, Jared, incontra LEI, Engie Porter. Un uomo e una donna, due vite, due mondi, s'incontrano, collidono, diventano "qualcosa" insieme. Qualcosa di bello? Di brutto? Indubbiamente qualcosa di nuovo. Così si parte: con un incontro.
"Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime prima ancora che i corpi si vedano"
Lasciamo che queste due anime ottengano ciò che vogliono, allora.
Potrebbe essere Guerra. Potrebbe essere Amore.
Ma qualunque cosa sia,è viva tra le vostre mani, sotto ai vostri occhi. Che sia anche questo un incontro predestinato?