Oggi fa caldo, apro gli occhi e vedo il soffitto, sono distesa sul mio letto, a casa non c'è nessuno, sento gli occhi umidi e le guance bagnate, devo aver pianto sta notte...perché? Ah già! Oggi è il mio compleanno...e so che non verrà nessuno...e dire che credevo non mi sarebbe importato...eppure di amici ne ho......

Rhys Wilson. Sembrerebbe quasi un nome da paladino della giustizia, alla Bruce Wayne o alla Peter Parker. In realtà, Rhys era tutt'altro. Rhys era uno di quei ragazzi tanto legati alla loro console da viverci in simbiosi. Molti di quelli che avrebbero preferito ignorare persino la sua esistenza, credono che sia un reietto. E forse non avrebbero avuto neanche tutti i torti se la parola “reietto” non fosse così indelicata e rude. Gli stessi, poi, sapevano con estrema certezza che il suo migliore amico fosse, in effetti, il suo computer. Rhys Wilson, trentuno anni, un nome, due modi di identificarsi, undicimilatrecentoquindici giorni vissuti senza contare i bisestili, tante ambizioni e innumerevoli sogni irrealizzati.

L'amore di una madre può superare la stessa vita, molte volte è così, ma cosa succede quando il volere di un padre è diverso? Quando il frutto dell'amore, diventa la visione di colui che ha ucciso la tua felicità? Yoriyuki dovrà affrontare molto, crescere prima del tempo e subire ogni cosa... pur di intravedere uno spiraglio di luce sul suo oscuro cammino.

"Ci pensi un attimo, un solo e unico passo e ti porta all'altro mondo. "

chi l'avrebbe salvata, se non l'avesse fatto da sola?

Sola.
Si, forse è proprio questa la parola che descrive al meglio come in quel periodo mi sentivo.

Li chiamo momenti di rottura. Sono quei momenti in cui tutta la tua forza interiore se ne va e tu crolli come una diga che ha retto per troppo tempo la pressione dell'acqua.
E l'acqua esce, inonda tutto e tu sei lì, impotente a vederla distruggere ogni cosa. Non ce la fai ad arginare la falla ma in qualche modo lo fai. Lo hai sempre fatto. E continuerai a fare dopotutto, a nessuno piacciono le cose rotte.

E' una specie di lettera, ma sopratutto uno sfogo, di chi con le parole non ci sa proprio fare in certe situazioni.

Ciao,sono Sara ed ho 14 anni. Mi piace molto la musica, ed ho una grande passione per il disegno, per questo vado all'artistico. Ho molti amici a cui sono molto affezionata, ed ho anche due migliori amiche. Però come ogni adolescente mi creo sempre problemi esistenziali tremendi che mi porteranno a star male,però questi "problemi esistenziali" iniziano sin da piccola..comunque vi parlerò della mia storia

"Oggi è tutto così fermo fratellone..sembra che il tempo si sia fermato. Come se poi dovesse partire sempre più veloce, senza darci il tempo di accorgercene.."
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Cam non avrebbe mai voluto dover abbandonare il suo cucciolo, e si ripromise che non lo avrebbe fatto, nemmeno dopo la morte.

La gente mi diceva che gli esseri umani erano gli artefici del proprio destino e non il destino in se ma loro non sapevano che oltre ad essere gli artefici del nostro futuro siamo anche i principali distruttori di noi stessi in quanto creatori di ciò che siamo....

Eravamo migliori amiche, io ero la tua spalla e tu eri la mia, eravamo inseparabili, nulla ci riusciva, ma la morte si, perché la morte non si può vincere.
Quello scritto qui è tutto vero, la mia migliore amica mi chiese di scrivere la nostra amicizia e io ci ho provato dal momento del suo ricovero, ora anche voi potrete scoprire come l'amicizia può essere forte anche se divisa dalla morte

Quel fascio di luce illuminava sempre la domenica mattina quei due corpi distesi sul letto. Erano sempre abbracciati, quasi avessero paura a separarsi, a dividersi, ma niente dura per sempre.

Il terrore negli occhi di Lilith.
Nuova città,nuova scuola,nuova vita.
Tutto andava bene,finché nella sua vita arriva Daniel,il ragazzo dagli occhi 'gialli'.

“Che vuoi fare da grande?” Gli chiede, curiosa, continuando a guardarlo fisso negli occhi, tenendo le braccia attorno al suo collo.
“Non lo so, qualcosa legato a Medicina..” Le posa un bacio bagnato di acqua di mare sul naso.
“Io ti vedrei bene come cardiologo, o pediatra. Sì, un po' ci sai fare coi bambini!”
“Non direi, ma se lo dici tu.” Si stacca dall'abbraccio e la butta in acqua, facendole bere ancora acqua di mare, pur sapendo che lei quel sapore proprio non lo sopporta.
“Ti ammazzo!” Gli dice quando riemerge buttandogli altra acqua addosso.