"Mio amato Takashi,
Quando questa lettera ti giungerà tra le mani, io potrei non esistere più, almeno nella tua memoria.
Questa guerra ci ha devastato e io non riesco ad andare avanti e a dimenticarti.
Sono l'ombra di me stesso e l'orrore vivente di questi anni.
La nostra storia rimarrà oltre le nostre tombe, anche quando i nostri corpi diverranno scheletri.
Le nostre anime saranno legate in eterno.
Tuo per sempre,
Ran Haitani"

Haruchiyo ha un dialogo con Sanzu.

«Dobbiamo per forza andare al lavoro, oggi?» mugugnò Kazutora, con voce melliflua.
«Ovviamente» rispose Chifuyu, nonostante fosse quasi in procinto di cedere nuovamente alla sonnolenza.
«Ma ci siamo impegnati tanto, ieri…» continuò Kazutora, che proprio non ne voleva sapere di mollare la presa.
{Questa storia partecipa alla Valentine's Day Challenge indetta dal forum Siate Curiosi Sempre}

Kisaki/Hinata, Kisaki/Hanma
Anaxiphilia: tendenza ad innamorarsi e a inseguire la persona sbagliata.
Hanma fece un sorriso storto. Prese una sigaretta e l’avvicinò alle sue labbra.
«Immagino tu non voglia parlarne.»
«Immagini bene. Accendi.»
Avvicinò l’accendino. Kisaki, con la sigaretta stretta tra le labbra, poggiò le mani sulle sue. E per un breve istante si guardarono negli occhi. Kisaki poi si allontanò lentamente e sospirò. Nicotina, ringraziando il cielo. Hinata credeva che avesse smesso, invece si limitava a farlo di nascosto. Adesso era quiete. Adesso era tutto perfetto. O quasi.
«Sai cosa? È che io non ti capisco, Kisaki. È chiaro che questo matrimonio non può funzionare. Giuro, non ho mai visto una coppia più male assortita di voi due.»
«Mi sembrava di averti appena detto che non voglio parlarne» lo interruppe subito Kisaki. Hanma era l’unico abbastanza coraggioso (o stupido, a seconda dei casi) da dirgli in faccia quello che pensava senza temerlo. Hanma sorrise. In modo un po’ strano, quasi con amarezza.

In un giorno qualsiasi, all'incrocio di Shibuya, si sono incontrati.

Ma a nessuno importa.
La menta adesso è il gusto della felicità.

I ragazzi si sono radunati a casa di Mikey per passare una serata insieme e nonno Sano gli ha sganciato una bottiglia shuchu fatto in casa. Non può finire bene.
Coppie het solo nominate.

Dopo il tentato suicidio nel buttarsi da un palazzo abbandonato, Mikey non ricorda del perché si trovasse lì e non ha la vaga idea di come abbia fatto a sopravvivere all'impatto.
Ricoverato in ospedale e su consiglio dei dottori e del suo infermiere di fiducia, un certo Takemichi Hanagaki, a Manjiro Sano gli viene dato il "diario della degenza".
Guidato dalla determinazione di quell'infermiere, per lui stranamente familiare, l'ex Boss della Bonten comincia la sua cosiddetta "ricerca" su se stesso: sul perché si sia ridotto allo stremo delle forze, chi fossero quelle figure che, di tanto in tanto, facevano visita nei suoi ricordi passati e per quale ragione sentiva, quelle emozioni negative, tormentargli il suo animo.
Ma soprattutto, voleva sapere, chi era la persona che gli aveva salvato la vita.
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Storia partecipante a "Diario di Degenza" a cura del gruppo "Hurt/Comfort Italia - Fanart and Fanfiction" di facebook.

«Sei adorabile quando fai il geloso!»
{Questa storia partecipa al Caffè del weekend indetto dal gruppo facebook Fondi di Caffè – Il tuo scrittoio multifandom. Prompt: sorriso malizioso}

«Abbiamo le mani sporche di sangue»…
Bonten' shit
spoiler
trigger warning

Raccolta di capitoli incentrati su una tematica portata da Tokyo Revengers, protagonisti i vari personaggi, alle prese con il loro problemi.
Come se fosse il diario di un angelo, che volta volta cammina insieme a loro, raccontandone la loro storia.

Sceglierei mille volte te e mille volte me.
SPOILER ARCO KANTO MANJI

Missing moments. Headcanon! SPOILER ARCO FINALE
Come continua la timeline che Mikey e Takemichi hanno appena abbandonato? E se quel Mikey stesse ancora piangendo per il suo fatale errore, con Takemichi tra le braccia?

C’è silenzio in camera.
Solo il rumore tintinnante delle sue dita contro gli orecchini di metallo. Ci sta giocando distrattamente, mentre guarda in religioso silenzio l’altro che cuce a mano un grosso panno nero.
Taka-chan… è così carino mentre cuce.
Hakkai sorride, ridacchiando leggermente. Potrebbe stare ore a guardare Mitsuya fare quello che gli piace. Potrebbe stare giorni interi in quella casa piena di amore, lontano e finalmente al sicuro.

Inui non è elegante come un fuscello, non ha un corpo effeminato e volendo con un cazzotto sarebbe capace di spaccarti il collo, ma Kokonoi crede di non aver mai visto qualcuno stare così bene sui tacchi come Inupi.
La prima volta che gli ha visto portare dei tacchi rosso fuoco credeva fosse impazzito.
Lo guardava con gli occhi come una rana e osservava
quei centosettantasette centimetri di ragazzo portare nel modo più non-calanche del mondo un paio di tacchi a spillo. Che se se solo ci ripensa sente una strana sensazione alle caviglie, pronosticandole già spaccate in due.
Però una cosa è sicura, tutti i suoi ormoni da primo adolescente hanno fatto un salto carpiato nelle sue palle.