Ciao, cara, rieccomi di nuovo qui a recensirti, come sempre, perché questa storia è splendida e non riesce a non tenermi incollata a leggere (chiavetta e esami permettendo, ovviamente!).
Permettimi di dirti, innani tutto, che "A Silvia" di Giacomo Leopardi, come citazione iniziale, è qualcosa di veramente unico e sublime, spettacolare e meraviglioso. È uno degli inizi che mi piacciono di più fin dove ho letto finora, anche perché io adoro Leopardi (non per niente sono andata a vedere il film sulla sua vita, che ti consiglio, tra l'altro!) e perché trovo che questa citazione incarni tutto quello che scrivi poi nell'inizio del tuo capitolo; capitolo che ora mi accingo ad analizzare moooolto minuziosamente, sperando che la cosa non ti dispiaccia! *w*
Ebbene sì, anche questa volta cominciamo con un Ludwig piuttosto irrequieto, però non è come al solito, perché dà un senso di leggerezza insieme a quell'ansia che si propaga nel lettore per via dell'attesa di Aleph. Perché leggerezza? Oh, beh, lo scrivi tu stessa, mia casa: perché è come se fosse tornato un quindicenne! Quel suo amore spontaneo, istintivo, a prima vista, direi, è come una brezza fresca e profumata che si espande in una vecchia palude putrida (che altro non è che la situazione in cui il povero LudSplendore vive!), esattamente una brezza primaverile che profuma di fiori e che invita ad uscire dalla melma in cui si è impantanati fino al collo, che ti invita a seguirla e giocarci e confonderti i sensi beatamente e tranquillamente, senza più pensare a tutto quel marasma di oscurità e marciume che ti circonda, che ti invita ad assaggiarla come si assaggiano i fiori di loto della dimenticanza. Sì, proprio così Ludwig è portato a dimenticarsi di tutto davanti all'illuminante sorriso dolce di Aleph.
Non puoi capire quanto io ami la Ludleph: davvero, non puoi proprio! Uno è così serio, preciso, pacato, controllato (sia da se stesso che dal regime, in effetti), mentre l'altro è spontaneo, giocondo, sereno, lieve, nonostante tutto quello che deve subire perché ebreo. Si sono proprio trovati, effettivamente! E poi, credo tu sappia quanto Ludwig sia per me un personaggio attraente e carismatico, un personaggio che ti prende e ti getta dentro una psiche tortuosa, complessa e dannata, e quindi in compagnia di Aleph che è proprio l'incarnazione della dolcezza e della speranza, direi, diventa assolutamente irresistibile. I suoi pensieri, quando si rivolge a lui, i suoi sorrisi inconsci, le sue preoccupazioni che si diradano come nebbia al sole davanti agli occhi chiari del ragazzo che sembra quasi una madonna (passami il termine, ti prego, perché io lo vedo proprio così Aleph: una madonna. Quindi lui ora è AlephMadonna), mi fanno pensare all'esistenza di qualcosa di ben più grande dell'amore stesso, qualcosa che si basa non sul languore, sull'attrazione e sul gioco dei sensi, ma sulla stima, sul rispetto e sull'onore di entrambi, e lo hai fatto notare ai lettori proprio dal fatto che il nostro Lud si lascia incantare ancora di più dall'orgoglio presente nel bel giovanotto, piuttosto che soltanto dalle sue fattezze.
La scena della lettura delle poesie, poi, è una delle scene che preferisco in questo capitolo, perché è dolcissima: mi ha fatto sentire veramente fluff, e tu sai bene quanto sia difficile per me, anaffettiva come sono, avvicinarmi al fluff. Sono riuscita a sentire sia il disagio di Aleph nel non saper leggere (all’inizio), sia la sua fascinazione dovuta alla voce profonda e calda di Ludwig che legge una delle sue odi preferite. E il fatto che, dopo aver ascoltato una sola lettura dell’uomo, egli riesca a leggere perfettamente (anche se molto lentamente, comunque) in lingua inglese è molto degno di nota, perché non tutti riuscirebbero a cavarsela così egregiamente dopo un solo ascolto: ergo, si capisce molto bene quanto sia ben sviluppato il cervello di questo ragazzo.
Sulla prima parte mi dilungo soltanto un pochino, ancora, per dirti che il paragone tra Regan e un topo mi è piaciuto da morire e non potrei essere più d’accordo con esso: non sopporto quella donna, e non posso non scrivertelo in ogni capitolo che pubblichi, perché, davvero, ha rovinato tutta l’esistenza di suo figlio soltanto per le sue manie e per la sua malattia perversa. Purtroppo, però, è stata anche un po’ colpa di Lud, da questo punto di vista, anche se ora sta cercando di rimediare, il nostro uomo grandioso, mandando a scuola il suo Salazar, lontano dal topo di fogna di cui sopra.
E passiamo quindi a Salazar e alle sue disavventure scolastiche: sì, concordo sul fatto che arrivare quando l’anno è già cominciato comporti certi problemi di “isolamento”, in un certo senso, specie quando si è così piccoli. A tredici anni se arrivi dopo due mesi dall’inizio della scuola puoi essere considerato uno un po’ problematico, in effetti. E non so quanto possano aver torto, con Salazar, anche se gli altri ragazzini non possono minimamente immaginare quello che il povero piccolo ha passato. E il fatto che incarni il modello perfetto dello studente, senza una parola, senza un movimento, dev’essere un sentore ancora più evidente del disagio che ha vissuto, perché di solito i tredicenni sono molto più irrequieti e pimpanti, mentre lui è chiuso, se ne sta sulle sue, vive nel suo piccolo mondo ovattato, lontano dalle venali preoccupazioni del resto dei suoi compagni. È come se fosse separato da loro con una barriera.
E l’episodio del cortile suggerisce tutto questo, perché nonostante lui non abbia fatto assolutamente niente a nessuno, viene attaccato dal bulletto stupido di turno che lo importuna soltanto perché lui è molto distante dal resto del mondo e non gli presta attenzione. Piccola parentesi, prima: il libro che sta leggendo lui io lo odio e credo proprio che lo odierà anche quel ragazzino, dato l’ambiente in cui è cresciuto e dati gli insegnamenti di suo padre, anche se questi non ha potuto impartirgliene di più per colpa della sua orribile madre scellerata. Ma veniamo al dunque: Bruno è il solito bulletto che fa finta di sentirsi superiore a tutto e a tutti perché evidentemente anche lui ha qualcosa da nascondere, e dalla frase che dice, successivamente, a Silas, direi di aver anche capito che cosa cerca di tenere segreto. Patetico davvero, direi, il tentativo di fare il gradasso.
Sono rimasta davvero colpita dal fatto che Silas, nonostante sia stato insultato e oltraggiato, non abbia reagito con la violenza, dando un bel pugno in faccia quel (sono sicura) brutto muso del moccioso in questione. Invece no, si limita a schernirlo a sua volta, dandogli un assaggio della sua lingua affilata come un coltello a serramanico. E poi c’è Lothar! *w*
Ok, davvero, mi sono presa veramente bene con Lothar e la sua azione difensiva nei confronti di Silas. Adoro troppo questi due e sappi che li shipperò fino alla fine dei tempi! Forse sono gli unici che riescono ad arrivare al livello di Jay e Izaya (tu sai di che parlo v.v), che sono la seconda coppia slash della mia classifica. La prima è una yaoi e, mi spiace dirlo, ma NESSUNO arriva a quella coppia! xD
E niente, dovevo solo dire che la Sithar è troppo bella per essere vera. E che sicuramente il commento del cretinetto di prima deve aver urtato la sensibilità latente del sedicenne, come anche il pugno partito (ma mai arrivato) e diretto alla faccia del bellissimo Silas. Eh, Silas, Silas caro, cosa non farebbe per te quel ragazzo dai modi tanto bruschi, ma dal cuore fondamentalmente tenero! E tienitelo stretto, altro che Rose, no?
Comunque, giungiamo alla terza parte, quella del ballo: sappi che ho adorato Silas vestito da donna! È vero che è un problema per il caro paparino, perché potrebbero prenderlo e schiaffarlo in galera, o peggio, in un campo, ma devo dire che la sfacciataggine del ragazzo è una cosa davvero immensa. Lo ammiro e lo apprezzo tantissimo. E per quanto riguarda il ventaglio, poteva anche ficcarglielo in gola, a sua moglie; anche aperto, magari, ché le avrebbe fatto più male! Ma io sono drastica e cattiva, lo so.
Comunque, amo le frasi di LudSplendore, amo quando dice che lui “indossa la maschera ogni giorno”: è la verità ed è talmente pungente e piena di sarcasmo che io mi inginocchierei davanti a lui solo per quell’unica frase. Quell’uomo è un genio, l’ho sempre detto io. Tutto merito della sua mammina/autrice, naturalmente.
E poi il gran finale, con quell’arrampicatrice sociale dei miei stivali: un tocco di classe, perché una volta che sei caduto nella trappola di Ludwig, non puoi far altro che vivere nell’ansia e nell’orrore per il madornale errore che hai commesso. Eh sì, mia cara: paga le conseguenze dei tuoi gesti da signora poco per bene (per dirla con classe)!
Ebbene, all’alba delle mie millecinquecento parole, ti saluto, perché sono stata anche fin troppo noiosa con questa recensione lunga quasi quanto il capitolo stesso! Però non potevo assolutamente non commentare tutto, è un capitolo splendido, così come il resto di tutta la storia! Non vedo l’ora di leggere e commentare anche i prossimi, sappilo!
Ah, quasi dimenticavo: BUONA CENTESIMA RECENSIONE, mia carissima Nahash! ♥
A presto e un grosso bacio, tua
Sid ♥
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