Louis Tomlinson di "strano" ha soltanto il nome: in pochi, nella sua cerchia di amicizie, conoscono le sue origini francesi e grazie tanto. All'infuori di quel piccolo particolare, la sua vita è sempre stata un insieme di noiosi cliché fino a quando non capisce che per cambiare la propria esistenza e quella degli altri basta davvero poco: un viaggio, un sorriso o una carezza possono essere decisivi per chi cerca di sopravvivere. E nel suo viaggio ad Haiti Louis ne ha cambiate tante di vite.
Harry Styles di "normale" ha soltanto il nome: è l'unica cosa che ha ereditato da suo nonno paterno e per fortuna. Per il resto, sembra che la parola "strano" gli sia stata cucita addosso, o meglio, forse è stato lui a permetterlo nei suoi ventidue anni di vita. Tuttavia, ciò che ha sempre desiderato è essere soltanto Harry, soltanto un ragazzo.
E se, alla fine, grazie a Louis e grazie all'incontro di due mondi così diversi ci riuscisse per davvero?

Forse è Niall, si dice per calmare il suo cuore in tempesta. Forse non è ancora partito per le vacanze, forse Harry ha confuso le date. Trattiene il respiro e apre la porta della cucina. La prima cosa che vede lo fa saltare dalla paura, un cucchiaio di legno è teso verso di lui come se fosse una spada. Una volta che il suo cervello elabora ciò che ha di fronte, il cucchiaio di legno non lo tocca più di tanto, non quanto la persona che lo tiene tra le mani.
"Harry." dice l'altro ragazzo prima che Harry possa parlare, la voce bassa e ferma sebbene la confusione aleggi in ogni parola.
Il respiro di Harry si blocca. Tutte le corde intorno al suo cuore, le protezioni che è riuscito piano piano a costruire in nove mesi, si lacerano, e le lacrime bagnano i suoi occhi mentre sussurra. "Ciao Louis."
AU: Nove mesi dopo la loro rottura, una svolta del destino riunisce Harry e Louis a Natale.

..."Non puoi sempre ottenere tutto quello che vuoi Shannon."
"Cos'è? Sei diventata una fan dei Rolling Stones? You can't always get what you want..." si mise a canticchiare.
"Lo sono sempre stata e lo sai. Non cambiare discorso."
Shannon prese una sigaretta. Un'altra.
"Perché fai tutto questo?" chiese lei osservandolo mentre la portava alla bocca.
"Questo cosa?"
"Questo. Fumare, bere... e tutto il resto."
"Il resto?"
"Si, portarti a letto ogni ragazza che incontri. O quasi."
"Perché? Perché lo faccio, mi chiedi? Perché é una tortura. E' una tortura Evelyn."
"Cosa?"
La guardò, meravigliato e deluso da quell'ennesima domanda di ovvia risposta...

Ma ad un certo punto alza gli occhi dallo schermo e i nostri sguardi si scontrano per un solo istante, e diamine questi occhi sono la cosa più bella che abbia mai visto.
Sono di un assurdo azzurro cielo e irradiano una luce capace di oscurare tutto il bar, ma perché no tutta Londra.
E per me rappresentano due calamite da cui mi è impossibile sottrarmi, mi avvicino al suo tavolo come stregato e lo vedo sorridere tranquillo, mentre si passa una mano fra i capelli, ed i suoi occhi diventano due fessure di mondo in cui rifugiarsi quando fuori fa troppo freddo.
Cosa cazzo sto dicendo?
Diamine, Harry ricomincia a pensare alla biondina di poco fa, perché analizzi questo ragazzo con questa ossessione? Pensa alle sue labbra sue tue, al suo corpo fra le tue mani, e a tutto il resto.
“Cosa desidera?” La voce è pari ad un sussurro, non riesco a spiegarmi nulla di tutto questo, sono attirato da questo ragazzo in un modo malsano ed esagerato, e non so nulla di lui, nemmeno il suo nome. E diamine io sono etero.
“Se possibile, vorrei sposarti subito.”

Harry Styles aveva sempre avuto tutto, dal sesso alla popolarità.
Elizabeth Payne non aveva mai avuto un ragazzo. 
Elizabeth Payne aveva un gran bel fondoschiena. 
Harry Styles perse la testa per Elizabeth Payne. 
Zayn Malik era il migliore amico di Harry Styles. 
Louis Tomlinson era il migliore amico di Elizabeth Payne. 
Liam Payne era il fratello di Elizabeth, e odiava Styles. 
Elizabeth Payne stravedeva per Niall Horan. 
Harry Styles odiava Niall Horan. 
***
Non è la solita storia da liceali. 

Emma non ebbe bisogno di alzare del tutto lo sguardo per capire chi fosse: soltanto una persona a scuola aveva la pelle ambrata di quella perfetta sfumatura che ricordava il miele, solo un ragazzo era talmente incurante delle regole da fumare a meno di un metro dalla porta d'ingresso e, sopratutto, soltanto dallo sguardo di un ragazzo, Emma, si sentiva trapassata da parte a parte. Non aveva bisogno di alzare gli occhi per incrociare quello sguardo, lo sentiva perfettamente su di sé senza bisogno di vederlo.
* Non c'era niente in lei che esprimesse disordine, o caos, che invece per lui erano parole all'ordine del giorno.

48 milioni di miglia, la distanza media tra Terra e Marte, la distanza che Jared sentiva tra lui e Mary.
La mia, personale versione della storia tra Jared e la Mary di Buddha for Mary.
Dall'Epilogo:
«Come faccio?» chiese Jared. «Anche se andassi a Los Angeles stesso, come posso essere sicuro di riuscirci?»
Mary soppesò le parole prima di rispondere.
«La tua voce è una di quelle che fa stare bene le persone. Fa stare bene me, e nessuno può sapere quanto ho provato a stare bene in altri modi, prima» disse poi sinceramente, spiazzandolo. «Tieniti stretto il tuo sogno e punta verso l’alto, Jared, abbatti tutti i muri di cemento contro cui dovrai lottare. Credici. Io ci credo.»
[...]
Stettero in silenzio per qualche secondo, poi Jared esclamò, con un mezzo sorriso: «Allora scriverò una canzone su di te».