«Un bacio sulla guancia» era disgustato. «Di nuovo».
«Sta’ zitto Hazza. Sto cercando di seguire».
Il riccio non si arrese, e prese il gomito dell’amico, facendolo distrarre nuovamente.
«Voglio seguire questa fottuta lezione, Harry. Lasciami in pace» lo avvertì, minaccioso.
«No Zayn, ora mi ascolti. Perché le hai dato un bacio sulla guancia?»
Il moro sbuffò e si arrese, posando la penna.
«Cos’avrei dovuto fare? Infilarle la lingua in gola?»
«Per esempio».
«Sei disgustoso».
«Solo un anno e mezzo fa l’avresti fatto».
«Già, ma le cose sono cambiate, e lo sai».
«Giusto, mi sono dimenticato che sei una specie di Edward Cullen “io rispetto le donne” e blablabla…»
«Cosa c’è di male?»
«Edward Cullen è palesemente froc-»
«Non intendo quello».
[...]
«Invitala a casa di Liam, oggi pomeriggio. I signori Payne tornano tra sei giorni, e Liam vuole darsi alla pazza gioia più che può prima del loro ritorno. Mi ha scritto un messaggio, oggi pensava alla piscina. Ci saranno anche Louis e Niall. Hollie non è sicura di riuscire a venire».
Zayn ci pensò su. «Secondo te accetterà?»
«Quale ragazza sana di mente si perderebbe Zayn Malik in costume da bagno?»

[...] Amavo le feste, la musica a tutto volume, i corpi che ballano a ritmo dei brani più in voga del momento e l'acool.
L'alcool, quello si che mi piaceva, non che ne fossi completamente assuefatta, ma semplicemente mi piaceva il suo sapore sulla bocca, non ero mai completamente ubriaca, o tanto da stare male, ma bevevo semplicemente, giusto quel tanto da rendermi brilla, da farmi vedere solo i lati positivi e divertenti di ció che succede intorno a me e poi non mi preoccupavo, lo reggevo anche molto bene.
[...]

- Che palle! – sbottò Louis Tomlinson, stravaccato pigramente sul divano di casa Stylinson.
Era l’inizio di novembre, faceva freddo ma non troppo, e a parere dello storico fidanzato di Louis, altrimenti detto Harry Styles, si stava davvero bene.
Il ventunenne, invece, preferiva l’estate: l’unica cosa che apprezzava del gelo pre-invernale era che poteva tenere il camino acceso.
- Cosa c’è? – chiese timidamente Harry, carezzando i capelli mori del fidanzato.
- Niente, mi annoio… non possiamo andare in piscina, non possiamo uscire, non possiamo fare una festa, niente! E che cazzo, odio l’inverno.
- Possiamo coccolarci un po’, se vuoi… - Louis intuì cosa intendeva realmente il diciannovenne riccio steso accanto a lui: il suo concetto di coccole corrispondeva a fare l’amore fino allo sfinimento, e a Tomlinson questo non dispiaceva affatto, anzi.

"Se era etero poco gli importava, era pur sempre un ragazzino con gli ormoni sballati, bastava solo farlo eccitare come non mai, il resto sarebbe venuto da se."

Avevano iniziato tutto come se stessero su una giostra ad acqua, sono saliti, hanno amato la sensazione di volare, lo stomaco in subbuglio, l’atto del vomito appena accennato, hanno pensato di voler scendere più volte, hanno ricevuto schizzi e frusci d’acqua, si sono bagnati ma nonostante tutte le cose negative non vedono l’ora di poterci salire, ancora e ancora.

"Tu sei forte Harry, vorrei essere come te. So che ti ho deluso"
Harry sentì il suo cuore stringersi in una morsa. E nonostante il risentimento, l'amarezza e la delusione delle ultime settimane, lo abbracciò.
"Tu vai benissimo così, non hai bisogno di essere come me. Altrimenti non ti amerei"
Finalmente il pianto di Lou si calmò, i suoi occhi acquosi si fissarono in quelli di Harry.
"Quindi tu mi vuoi ancora?" soffiò.
Harry sorrise, lo aiutò a sollevarsi. "Avevi qualche dubbio?"
*ATTENZIONE*
-La storia si evolve gradualmente, il rating rosso è relativo solo ad alcuni capitoli.
-Accenni Ziam.

Karen odiava Zayn Malik, con tutta sé stessa. Era la persona più egoista, vanitosa e antipatica che avesse mai conosciuto.
Tanto stronzo quanto misterioso.
Ed era il fratello della sua migliore amica.
**
Cinque ragazzi, il divertimento, il sesso e una scommessa.

Un fiume di parole gli erano passate in mente appena aveva scorto quel ragazzo ed erano rimaste attaccate a ogni curva e piega del suo corpo, come appiccicosi post-it invisibili.
Pallida. La sua pelle era di una pallidezza marmorea ma imperfetta, di rose e di cera, in contrasto con la maglia scura che indossava, così tanto slabbrata da stargli sotto la spalla.
Larry; AU; OS; raiting rosso.

Emma non ebbe bisogno di alzare del tutto lo sguardo per capire chi fosse: soltanto una persona a scuola aveva la pelle ambrata di quella perfetta sfumatura che ricordava il miele, solo un ragazzo era talmente incurante delle regole da fumare a meno di un metro dalla porta d'ingresso e, sopratutto, soltanto dallo sguardo di un ragazzo, Emma, si sentiva trapassata da parte a parte. Non aveva bisogno di alzare gli occhi per incrociare quello sguardo, lo sentiva perfettamente su di sé senza bisogno di vederlo.
* Non c'era niente in lei che esprimesse disordine, o caos, che invece per lui erano parole all'ordine del giorno.