E' impulsivo. E' sbagliato. Perseguiterà Katsuki nei sogni per settimane, mesi, anni. Sarà come una spada di Damocle, soltanto ad un pelo dal tagliarlo via dal futuro che si era immaginato di vivere per tutta la sua vita.
Ma Izuku era disperato, ferito e non c'era altro modo per salvarlo. Non c'era nient'altro che poteva fare. Quindi Katsuki aiuta come può, nell'unico modo che gli riesce, più a lungo che può. Si aggrapperà forte a questo momento, sapendo che alla fine sarà tutto distrutto.
Le cose tra di loro non sono destinate a durare.

Il suo cuore non si spezza per un sentimento non ricambiato, bensì per il contrario.
Le sue labbra sono secche e rigide, plasmate per proferire la perfezione e non per baciare.
Per lui l’amore è quasi impossibile da provare, una menzogna.
Lui non vuole essere messo a nudo di fronte ai miei occhi per permettermi di lambire il volto che si nasconde dietro quella maschera, scoprire le sue ferite più profonde e guarirle carezzandogli l’anima.
Io non sono fatto per una relazione “aromantica” e superficiale: vorrei di più, ma non mi è concesso.
Ritengo di non essere corrisposto, ma continuo a stare al gioco.
Ritengo di essere felice quando parlo con lui, ma sono solo un povero autolesionista innamorato.
Innamorato di un ideale, di “ciò che non potrà mai essere”.

Si sentiva intrappolato in una gabbia, attanagliato dalle sue insicurezze.
Più provava a reagire, più veniva oppresso dagli inganni dei nemici.
Ogni giorno combatteva da solo contro i propri demoni, ogni giorno perdeva un frammento della sua dignità.
Aveva bisogno di certezze, di una ragione per vivere.
Desiderava riscoprire le sue genuine debolezze, le sue innocenti fragilità che lo distinguevano da una bestia, il suo sentimento di solidarietà, la sua fiducia verso il prossimo.
Voleva indietro l’umanità che da tempo era stata sottratta alla sua indole.
Solo lui poteva portarlo fuori dalla prigione del suo orgoglio, solo lui poteva infondergli speranza.
“Non devi lottare da solo. Non sei fatto per questo”.
Erano parole che non avrebbe mai dimenticato. L’aveva giurato… per chi gli stava vicino e per se stesso.

Come è stato detto nel Manga/Anime, Laxus da piccolino era molto fragile, tanto che si è fatto convincere dal padre ad impiantarsi una "Lacrima".
Volevo esprimere come, secondo me, si è potuto sentire sentendo la lontananza e la freddezza del padre nei suoi confronti, dato che l'unico suo obbiettivo era quello di cambiarlo.
L'ho espresso scrivendo questa Song-fic sotto le note musicali di "Monster" di Itchy Daze e con i pensieri del piccolo Laxus.
Spero vi piaccia ^^
Enjoy

Piccola OS tratta dalla fantastica copertina del capitolo 380 >w

“Perchè te ne sei andato, Ace? tu per me sei importante”
Piccola FF su Luffy ed Ace, spero vi piaccia >.< è la mia prima volta

Un bambino allegro, pieno di sogni e speranze è stato vittima delle discriminazioni contro la sua gente. Riconosceva di essere diverso dagli altri, voleva esplorare il mondo che lo circondava per imparare a rispettare le persone ed essere accettato.
Il suo clan venne sterminato pochi anni dopo per avidità e disprezzo. Ricordava i corpi senza vita dei suoi familiari, bruciati ed ammassati a terra come degli appestati, e i loro visi senza bulbi oculari...
"Quegli occhi scarlatti valgono una fortuna".
"Appartenevano ai figli del diavolo!".
Giurò vendetta a costo della vita, diventando un Blacklist Hunter per recuperare gli occhi dei suoi compagni e dare la caccia alla Brigata.
Il Kuruta si era incatenato nella parte più squallida della società, dove gli omicidi erano all'ordine del giorno e dove i frustrati diventavano peccatori.
Stavolta i problemi sorgeranno nella Mafia. In questa guerra Kurapika si renderà conto delle sue scelte sbagliate, dell'odio che lo ha accecato, di essere diventato un criminale.
Si risveglierà la sua parte malvagia e svanirà il suo buon senso. Non potrà contare sull'aiuto dei suoi amici e capirà di aver gettato la sua anima e giovinezza in un baratro dove non sarebbe più arrivata la salvezza.