[...] Asteria lo prese con delicatezza, facendolo poi scivolare lentamente lungo l’anulare sinistro, finché non raggiunse le dimensioni di una fede. Che la dichiarava sposa e amante dell’uomo a cui aveva donato tutto quello che possedeva. Sentire il familiare peso dell’anello riprendere il suo posto, fu come posizionare finalmente il pezzo mancante di un puzzle incredibilmente complicato.[...]
[PRIMA CLASSIFICATA al contest Porn with Plot V indetto da Matilde di Shabran sul forum di EFP]

La prima volta che la vedi hai l’impressione di averla già vista.
E’ già successo, innumerevoli volte, di imbatterti di nuovo con gente che hai conosciuto in giro per il sud est asiatico.
C’è una strana tendenza a ritrovarsi continuamente anche a distanza di mesi, come con quella Monique che continuavi a incontrare ovunque andassi e quasi pensavi fosse un segno del destino.
Ti sbagliavi, perché questo lo è.

«Devi lasciarmi andare.»
«No! Ti ho lasciato andare quando siamo diventati alleati. Ti ho lasciato andare prima che le orde degli orchi si abbattessero su di noi. Ti ho lasciato andare quando ti ho donato gli smeraldi dei miei antenati. Ti ho lasciato andare ogni volta che ti ho incontrato da allora!»
«Tutti gesti lodevoli da parte tua,» provò di nuovo a ribattere Thranduil, con un distacco nella voce che il suo sguardo, ora basso e fisso nel vuoto, tradiva. «Chiederti di compierne un altro simile suppongo non sia così fuori luogo, dunque.»
Solo un passo lo divideva da lui e Bard annullò quella distanza appena vide la creatura eterna appoggiarsi sulla parte rialzata dell'imbarcazione con l'intenzione di scendere. Strinse la mano sul suo braccio per fermarlo, ma attese che fosse lui a girarsi, cosciente del fatto che avrebbe potuto scatenare anche la sua collera.
«Non questa volta,» sentenziò quando incontrò nuovamente il suo sguardo e lo vide privo di ogni rancore. «Non ti lascerò andare via in silenzio come ho sempre fatto!»

Ispirata da un dialogo con RagazzaAssassina, quindi a lei dedicata
Dubhe e Theana, sole in una stanza. E una candela che si consuma in un angolo.
[DubheXTheana]

Sicilia, fine novembre, un paese non precisato, a metà tra gli anni '70 e '80.
Marianna è un'anima inquieta, arraggiata. Anita viene da Milano, ha gli occhi "giusti" come il mare. Tra di loro, profumo di arance.
«È per me» rispose allora Marianna, stringendosi le gambe al petto. «È ca sugnu tinta.»
Anita sembrò ricercare per un attimo il significato della parola ‘tinta’. Quando lo ricordò, le si avvicinò un poco. «E perché?»
«Perché, perché…» mormorò Marianna, abbassando la testa. I capelli scuri, mossi, le scivolarono sulla fronte. «Perché non sono come te.»

"In un certo senso, il mondo di Victoria stava veramente esplodendo. Stava tremando e si stava frantumando, il tutto per via di un solo bacio."
- Missing moment per la mia storia "I want you so much but I hate your guts. -

“State attenta, Comandante. Non lo sapete che l’odio è fatto con il nostro sangue, la nostra salute, il nostro sonno e due terzi del nostro amore? È un veleno prezioso, siete sicura di volerlo sprecare per un pirata?”

L’intorpidimento di quel corpo era nauseante, il peso delle membra quasi intollerabile e il candore di quella sua pelle bianca, troppo bianca, troppo mortale, un marchio troppo vergognoso perché lei potesse sopportarlo. Così decise di liberarsene. Timidamente stese una gamba che teneva stretta al petto. Il suo piede sottile tastò l’aria dell’abisso.
Attaccata alla spalla le rimaneva un’unica, tenebrosa piuma di corvo.