“Con quanti uomini sei stato a letto, Stiles, in questi ultimi cinque mesi?”, chiede l’uomo, sfregandosi le mani, secco.
Il ragazzo solleva il volto impiastricciato di nero e porta la sigaretta, con mano tremante, alle labbra.
Sorride.
Ma è un sorriso triste.
“Ventidue”.
Peter inarca un sopracciglio, scettico.
“Quasi quattro al mese, Stiles?”.
Il ragazzo si stringe nelle spalle.
“Uno a settimana, circa… Ma a volte era più d’uno in contemporanea…”.
Il suo sorriso è colmo di risentimento e disprezzo.
“Sono stato a letto con ventidue uomini, e in ognuno di loro ho cercato una risposta. Sempre la stessa. Ma non l’ho mai trovata. Ognuno di loro aveva l’uccello dritto quando lo toccavo, lo baciavo, lo leccavo… Eppure…”, la voce di Stiles è talmente triste, che sembra che anche la sua bocca stia per piangere.
O forse lo sta già facendo.
“Mi scopo solo i bei ragazzi, Stilinski. Mi scopo solo i bei ragazzi, Stilinski. Mi scopo solo i bei ragazzi, Stilinski. Mi scopo solo i bei ragazzi, Stilinski. Mi scopo solo…”.
Le parole di Derek sono ancora lì.
Lì.
Ferme nella sua mente.
E nel suo cuore morto.

Il giovane Hale si abbassò e controllò nello spioncino, era Stiles.
Era Stiles che si masturbava.
Derek deglutì, stranito. Cercò di cambiare i pensieri nella sua testa, modellarli in modo diverso da non ricordare la mano di Stiles intorno al suo membro.

Deaton possiede un mobile in cui tiene erbe e intrugli vari, un mobile che custodisce con cura in quanto portatore delle più svariate soluzioni idonee a risolvere ogni problema ma... e se invece di risolvere problemi il contenuto di una certa pozione li creasse? E se, oltre a far ciò, stravolgesse la vita di Derek e Stiles?
Bene, se siete curiosi di sapere il come, il perché e il quando non vi anticipiamo altro augurandovi semplicemente una buona lettura.

Il “che” pesava, un attimo dopo l’altro... come la fede che brillava al suo anulare sinistro.
Un cerchio sottile, di oro bianco, avvolto attorno al suo dito, ora nel vederlo il suo cuore si serrava in una morsa, ed il suo stomaco diventava sempre, sempre più piccolo e dolorante.
Per una settimana Derek non aveva portato la fede al dito, Stiles non aveva detto nulla.
Il “che” ad opprimerlo, il suo, di anello, a serrare il dito sino a soffocarlo, sino a farlo diventare blu, e amaro, come ciò che scorreva nelle sue vene...
Ciascun’occhiata all’anulare libero di Derek era una coltellata nel suo cuore, alle sue viscere oramai sbrindellate...
C’era molto da buttare fuori, da vomitare via, lontano e lontano, ma Stiles non lo faceva mai, e si teneva tutto dentro.
Non aveva detto nulla a Derek, non aveva accennato al “che”, non aveva mimato il “perché” che li avrebbe condotti al divorzio.
Ma, anche se cercava di estraniarlo dal suo mondo, dalla sua vita, dalla sua testa, dal suo cuore, dal suo stomaco, e dalle sue budella, o da ciò che ne rimaneva, il “che” c’era...

Il suono della campanella sorprese Stiles ancora immobile, con lo sguardo fisso su quelle ultime righe che non volevano saperne di cambiare, perché il castano si ripeteva fosse impossibile che sulla carta fossero scritte quelle lettere, sillabe e parole ed era convinto che se le avesse guardate abbastanza a lungo si sarebbero scambiate di posto dando vita a vocaboli dal significato completamente differente.

“ Ed, ma per caso ti stai affezionando a Moby Dick? “ mormorò il biondino ridacchiando e dando una pacca a Edward sulla spalla.
“ Ma che dici James, è lei che viene sempre a rompere le scatole, e appena parlo male di lei mamma mi mette in punizione. Mi tocca fare buon viso a cattivo gioco. “ rispose sbuffando quello che credevo fosse il mio migliore amico.
“ Brutta storia amico mio “ continuò James “ si sarà presa una cotta per te. La prossima volta potremmo usare lei come palla, tanto è tutta grassa, bleah “ disse accompagnando l’ultima parola con una smorfia di disgusto, scoppiarono a ridere e presero a giocare a palla. Io dal mio canto iniziai a frignare come una decelebrata. Contava davvero così tanto essere magra? Sì.
Ora ho diciassette anni, e a causa di questa convinzione, soffro di bulimia

Seconda guerra mondiale. Isola di St. Agnes. Un posto isolato dal mondo. Edward è un giovane prete anglicano, la giovane e intelligente Isabella sarà più che una semplice tentazione per lui, sarà quello che rimetterà in gioco la sua intera esistenza e tutto ciò in cui crede.

Edward ama la mente umana, ama tutte le sue sfumature, ama il suo funzionamento complesso e come influisce sulla vita della gente. Per questo, da poco, si è laureato in psicologia. Ha già un lavoro, in una clinica psichiatrica specializzata in casi molto singolari.
Il più singolare, fra questi, è Isabella.
Isabella è arrivata alla clinica dopo una serie di traumi che le hanno cambiato la vita. Isabella ha paura del bianco che la circonda. Isabella non parla. Isabella ha paura della sua voce. E, quando non parla, il silenzio è la sua voce.
Edward si ritroverà a combattere contro questo silenzio, forse il nemico più acerrimo che per lui possa esistere, per dare a quella ragazza un nuovo barlume di speranza.
Per ridarle la vita che otto anni prima le era stata tolta da un uomo che ancora permane nei suoi ricordi.

"Sudato e ansante si accascia sopra di me, adoro il suo profumo, adoro i suoi capelli ma la cosa che adoro più di tutto in lui è… il suo sesso"
Una relazione diversa dal comune. Passione con la "P" maiuscola è la parola d'ordine tra Bella e Edward che vivranno una relazione puramente fisica ma, a loro insaputa, anche romantica.

Edward e Bella: la coppia perfetta;
Un tradimento;
Lui spia lei, lei ignora lui;
Un incidente;
Un coma;
I ricordi di tutti, tranne che dell’unica persona più importante della vita di lei.
Un viaggio per avere una seconda possibilità;
Un viaggio per dire: Ricordati di me, di noi.
Dal flashback, capitolo 16.
“ Non è vero che odi gli abbracci ” gli disse. “ Odi solo quelli che non sono i miei perché il tuo corpo non si allaccia alla perfezione come fa con il mio. ” Lo guardò negli occhi, sorridendo. 
“ Non sei tu quella convinta che la perfezione non esiste? ”, le chiese cauto lui, con un sorriso che gli incorniciava il viso d’ebano. “ Non sto dicendo che i nostri corpi siano perfetti, dico solo che il mio è difettato nei punti in cui il tuo è perfetto e viceversa, così da poterci incastrare a meraviglia. ” Finì la frase dandogli un bacio sul mento liscio. Allora il ragazzo ci pensò due secondi, ed il suo corpo decise per lui: l’abbracciò più forte, dandogli conferma delle sue parole. ”
La storia non ha niente in comune con il film di Robert :)

" Rob ... " bloccai la sua mano sulla mia carne, e lo pregai con quel nome spezzato dall'emozione. Volevo che non andasse via, che fosse mio anche se fosse stata l'ultima volta.
" Kris ", aprii gli occhi, trovandomi i suoi occhi puntati sulle mie labbra.
" Ti prego. " Nel nostro rapporto, almeno all'inizio, era lui a pregare me affinché quel contatto durasse di più. A quei tempi c'era Mke, c'era il mio senso di colpa, c'era quel contratto che ci impediva certe cose, e poi c'ero io e la mia paura di quei sentimenti troppo grandi. Ed invece lui, lui mi pregava per un bacio fugace, per far si che il tempo di una carezza si allungasse.
Ora era tutto diverso: com'era successo? Quando?

[ Questa storia è ispirata all'omonima trilogia tedesca dell'autrice Kerstin Gier. ]
Isabella Swan è, all’apparenza, una ragazza semplice e normale. Abita – insieme alla sua numerosa famiglia – in un antico palazzo nel cuore di Londra e frequenta la prestigiosa Saint Lennox High School. La sua migliore amica, Angela Weber, è convinta che la sua vita sia più che affascinante, ma Bella non si trova d’accordo. Da quando si è dovuta trasferire a casa di sua nonna, Lady Lillian, la sua vita sembra sensibilmente peggiorata. Lady Lillian comanda tutti a bacchetta; Zia Victoria la considera una ragazzina troppo superficiale e non all’altezza del nome degli Hale; e poi c’è Tanya, sua cugina. Capelli biondi, occhi celesti, impeccabile in tutto quello che fa, prima della classe a scuola e con un sorrisetto sempre stampato in faccia. Ma la famiglia Hale possiede un segreto: da generazioni, infatti, viene tramandato un gene capace di far viaggiare nel tempo. È Tanya la prescelta e Bella non la invidia per niente. Poco importa se Tanya sarà accompagnata, nei suoi viaggi nel passato, dall’affascinante Edward Cullen, l’altro prescelto: capelli castano-bronzei, occhi verdi e sorriso sprezzante… Ma si sa: nessuno sfugge al proprio destino.

Storia seconda classificata al contest “Team Edward o Team Jacob” indetto da Luna Ginny Jackson sul forum di EFP.
Sono passati due anni da quando Edward ha lasciato Bella. Dopo il periodo di prostrazione che abbiamo conosciuto nel secondo libro della saga, Bella trova un modo “particolare” per reagire al suo dolore. La vita va avanti e Bella si trova a frequentare la Dartmouth University grazie ad una borsa di studio. È qui che Edward la ritroverà, scoprendo una realtà che non si aspettava.
Avvertimento OOC per il personaggio di Bella.

“ Io ho sempre avuto il tempo per te! Quando tornavo la mattina presto, quando tornavo in piena notte… e ora vorresti dare la colpa a me? Vorresti dirmi che non facciamo sesso da due anni a questa parte? Oh, guarda, sono incinta di tre mesi! Ma vaffanculo Edward! “
“ Il sesso c’era. Era l’amore che non c’era più “ disse abbassando la voce.
“ E Lauren ti ha dato amore? “ domandai guardandolo negli occhi.
“ Sì. “
“ Allora torna da lei. Addio Edward “

Il destino può cambiare in un momento. Due anime scontrarsi e fondersi in un solo istante, senza preavviso, legate per non staccarsi mai. Non era lei quella che immaginava e quello non era il luogo che aveva in mente. Ma lui la guarderà negli occhi ... e saprà di non essere solo.