«Mi guardava imbarazzata,forse anche un tantino sconvolta,ed i suoi occhi avevano preso le sembianze di due “o”.
Ma era trattabile dato che il tizio con cui era quasi andata a letto era il suo professore.
Le sorrisi lasciandola andare a posto.
Non posso negare che una volta che la vidi,il mio sguardo molte volte si posò su di lei,che continuava a guardarmi imbarazzata,spostando il viso ogni qual volta i nostri occhi si incrociassero.
Sarei potuto impazzire grazie a tutte quelle occhiate.»

Eccomi quà con un'altra fanfiction (tanto lo so che non v'importa e.e) e stavolta del tutto diversa.
Il tutto si svolge in una chat di gruppo dei ragazzi (?) o come volete chiamarla.L'idea mi è venuta leggendo una Klaine (li amo vfrefjgjrfegrgjkg).
Come idea è molto carina e diversa da tutte le altre,quindi spero piaccia anche a voi :)
Aggiornerò presto,tanto non è per niente impegnativa a scriverla,anzi.
(Larry|Ziam|Nosh,come sempre lol)
BUONA LETTURA.

«Sono qui, tu dove sei? Mamma mia quanta gente c'è!» Scrissi velocemente a Kyle avvicinandomi alla grande folla.
«Dove sei? Non ti vedo!» Mi rispose immediatamente il mio migliore amico. Mi infiltrai tra le mille adolescenti, riuscendo a vedere una chioma bionda. Mi alzai in punta di piedi e vidi..
«Minchia Kyle! C'è Niall Horan in aereoporto! Cazzo, ora lo stupro!» Scrissi senza guardare lo schermo e cercando di avvicinarmi a Niall. Aveva un cellulare in mano ed un cartello. Stava messaggiando con qualcuno. «Se scopro chi è la troia con cui sta chattando la uccido.» Agguinsi. Niall ridacchiò ed alzò lo sguardo. Incrociò il mio sguardo. Minchia, sono incinta. Alzò il cartello e si avvicinò verso di me. Cercai di mettere a fuoco le scritte sul cartello. Fottuta miopia. Socchiusi gli occhi. 'Aurora sono qui!' MINCHIA. Abbassai lo sguardo e mi trovai Niall a pochi centimetri da me.
«Bè.. ora stuprami e poi ucciditi.»
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All'inizio è un pò triste, ma poi diventa divertente.

Un nuovo messaggio. Da: Anonimo.
“Ciao, ragazza lego.”
Risposta.
Legogirl: “Ciao, Anon.”
Un nuovo messaggio. Da: Anonimo.
“Chiamami pure Solitudine.”
Legogirl: “Come stai, Solitudine?”
Anonimo: “Come se non mi fosse rimasto più niente. Tu, ragazza lego?”
Legogirl: “Persa, credo.”
Anonimo: “Persa dove?”
Legogirl: “Dentro te.”
Anonimo: “Dentro me?”
Legogirl: “Si, dentro te.”
Anonimo: “Cosa intendi?”
Legogirl: “Sono persa nella solitudine, Anon.”
Anonimo: “Posso aiutarti?”
Legogirl: “Aiutarmi a fare cosa?”
Anonimo: “Aiutarti a ritrovare la strada.”
Legogirl: “Sei una specie di angelo custode?”
Anonimo: “Una specie, si.”
Legogirl: “Hai le ali e tutte quelle cose da angelo custode?”
Anonimo: “No, non ho le ali. Ho un cuore.”
Legogirl: “Un cuore?”
Anonimo: “Si, un cuore.”
Legogirl: “E a cosa ti serve, un cuore?”
Anonimo: “Ad amare, è ovvio no?”
Legogirl: “Amare chi?”
Anonimo: “Qualcuno.”
Legogirl: “Tu non puoi amare qualcuno.”
Anonimo: “Perché non posso?”
Legogirl: “Perché tu sei la Solitudine, e nessuno può amare se è solo.”
Anonimo: “Qualcuno da amare io ce l’ho.”
Legogirl: “Si?”
Anonimo: “Si.”
Legogirl: “E chi è?”
Anonimo: “La ragazza lego.”

"All'intervallo, dietro la scuola, nasconditi.
Non dire niente a nessuno, non voglio rovinarmi la reputazione."
Stropicciai il fogliettino.
L'avevo trovato stamattina incastrato nell'anta dell'armadietto.
Poche parole semplici, scritte con una brutta calligrafia, quella classica maschile.
Era scritto su un foglio quadretti bianco.
L'avevo tenuto perfettamente piegato in quattro facendolo diventare piccolissimo e incastrandolo nella bustina in cui tenevo le penne.
Appena lessi alzai lo sguardo.
Un altro scherzo di qualche coglione della scuola che si divertiva a prendere in giro la sfigata.
Dal primo capitolo.