Dal primo capitolo.
Nell'esatto momento in cui stava schiudendo le labbra per pronunciare la parola d'ordine, un braccio le avvolse la vita, imprigionandola in una presa ferrea.
La punta di una bacchetta le si posò sul collo esercitando una leggera pressione e il respiro caldo di uno sconosciuto le solleticò l'orecchio.
"Visto abbastanza Mezzosangue?".

DAL CAPITOLO 13.
“Hai paura di me Christine?” mi chiese addolcendo la voce e reclinando la testa lateralmente.
“Non mi fai paura” mentii “Lasciami il polso, mi stai facendo male” cercai di mantenere un tono duro per nascondere il reale dolore che provavo al polso. Non gli avrei dato quella soddisfazione.
Qualche secondo dopo mollò la presa e prima che potessi allontanarmi da lui, posò una mano sulla base della mia schiena e a pochi centimetri dal mio viso mi disse:
“Non finisce qui, avrò ciò che voglio…e voglio te”
Inghiottii rumorosamente e lui sorrise beffardo prima di allontanarsi da me. Mi diede le spalle e girò il capo ancora una volta in mia direzione salutandomi aprendo e chiudendo la mano come un bambino, che di innocente aveva ben poco. Non riuscii a muovere un muscolo, restando lì sul marciapiede a guardarlo mentre entrava in macchina e sfrecciava via. Quel ragazzo mi terrorizzava, soprattutto perché non potevo prevedere la sua prossima mossa. Era pericoloso e se volevo continuare a vivere in pace dovevo stargli lontana.

Tratto dal capitolo 7:
-Cazzo ,guardami !- disse lui urlando
-Non posso .- dissi io ripensando a quanto mi spaventassero i suoi occhi
-Merda , Annie fallo!- disse lui continuando ad alzare la voce, io lentamente alzai gli occhi verso di lui, le gambe era come se non reggessero il mio peso. Non potevo reggere quello sguardo.
-Non posso tenerti al sicuro, cazzo guardati ti ho fatto del male con un solo bacio. Annie devi capire che non posso salvare te quando non riesco a salvare nemmeno me stesso.- continuò a guardarmi, sta volta con un tono più calmo ma sempre fermo. Aveva ragione, ero a terra , mi aveva distrutta, e per quanto mi avesse fatto male , ne ero sicura , ero sicura che lui distruggendomi mi avrebbe salvata.

-Non mi avei detto che avevi un fidanzato Charly-
-Non è il mio fidanzato!- uro senza dare il tempo ad Harry di rispondere.
-Allora amico, non avrai problemi se la faccio mia- a queste parole il mio cuore inizia a battere sempre più forte e vedo la mascella di Harry irrigidirsi, stringe i pugni e serra i denti, non l'avevo mai visto così.
-Levati da lei stronzetto, è MIA-

Da un paio di persone mi è stato consigliato di trasformare la mia OS "Chemical Reaction" in una long. Ed ecco qui che mi lancio! E' la mia prima storia vera e propria sugli One Direction, ringrazio chi ha recensito la mia One Shot.
Dal testo:
"Tu hai fatto cosa!?" Gridò la ragazza fissandomi con gli occhi fuori dalle orbite. Ok, non la biasimavo. Entrare in casa sua dicendo: hofattosessoconHarryStylesnelbagnodellascuola, non era decisamente stato il giusto approccio.
"Ho fatto sesso con Harry Styles nel bagno della scuola." Scandii le parole con estrema calma, anche se avevo paura di quello che sarebbe potuto succedermi. Inizialmente Lily si limitò a lasciarsi cadere sul suo letto, poi si mise le mani tra i capelli e mi fissò come se fossi un'appestata.
"Oh, Icy! Non posso lasciarti sola un momento e guarda cosa mi combini!" Mi irritava il fatto che mi chiamasse Icy. Era un nomignolo brutto e cattivo, me l'aveva affibbiato quando avevo piantato il mio primo ragazzo il giorno di San Valentino. Ma, ehi! Avevo tredici anni ed ero una stupida ragazzina immatura.
Recensite, grazie :) E' gratis!

Londra. Anni '80.
Tra il gli ultimi colpi del vero Rock, la scintilla di anarchismo del Punk e la follia degli Hooligans: C'è Lei: Elle, 23 anni, americana; e c'è Lui: Aaron, 26 anni, inglese.
Tratto dal primo capitolo: “Lasciai il sole prepotente di Jacksonville, per incontrare la sua versione timida, nascosta tra le nuvole grigie e spumose. Lasciai la luminosità accecante dell'oceano che si rifletteva sui grattaceli, per immergermi nelle strade fumose e più cupe di Londra. Lasciai quella parvenza di vita, per una vera. Una ventata d'aria fresca, elettrizzante, a tratti assurda e probabilmente un po' romanzata, ma era pur sempre vita e finalmente la sentivo davvero mia.
Tratto dal secondo capitolo: “«Perché le tue parole somigliano più ad una minaccia che ad un invito?» domandai, senza farmi problemi, dando il via libera ai miei pensieri.
«Perché non ho la faccia da bravo ragazzo.»
«Allora te ne rendi conto?»
Lui annuì. «E non è solo apparenza.»”
STORIA SOSPESA FINO A DATA DA DESTINARSI.