Skye si era ritrovata sdraiata sul sedile posteriore di una vecchia auto dai finestrini scuri, con un pesante mal di testa e uno zaino nero appoggiato hai piedi. Guardò fuori dal finestrino, notando un paesaggio desertico e immerso nel buio della notte.
Diede una fugace occhiata all’orario scritto sul display sopra la radio. 2:30
Cosa diamine ci faceva in un auto alle due e trenta di notte? E perché avevano appena passato un cartello con scritto “WELCOME TO NEVADA”?

Salve, mi chiamo Francesca ed ho un grande sogno per il quale lotto.
Sono dell'idea che se ci credi davvero e lotti con tutte le tue forze prima o poi i tuoi sogni possono realizzarsi e sapete una cosa? E' proprio ciò che mi è successo.
Ad un certo punto mi ritrovai con i miei più grandi idoli a vivere il mio sogno più grande meglio di quanto mi aspettassi.

Slade glielo aveva promesso,avrebbe vendicato la morte di Shado,gliela avrebbe fatta pagare facendolo soffrire come stava soffrendo lui,anche Oliver avrebbe saputo cosa volesse dire perdere la persona che più si ama.
(Contiene spoilers)

siamo esattamente dopo la 2x13.. cosa succede dopo l'ultima scena.. diamo uno sguardo.. :D 2 capitoli, ma già completa

Oliver e Felicity e l'inizio di tutto...
Era molto preoccupata per Olli, che continuava a darsi la colpe per non essere arrivato in tempo e per non essere riuscito a salvare il suo migliore amico Tommy. Mentre ci pensava, sul suo viso scese una lacrima. Solo lei sapeva quanto fosse stato duro il periodo in cui lui scappò sull'isola per ritrovare se stesso, e di quanto sia stato difficile rintracciarlo e convincerlo a ritornare a casa, e solo lei poteva sapere quanto le fosse maledettamente mancato.

Ok ho deciso di provarci...questa è la mia prima fanfiction Olicity e premetto anche che è da tanto tempo che non scrivo,quindi siate clementi con me...
"Una telefonata riporta la nostra Felicity a fare i conti col suo passato,mentre un Oliver preoccupato porterà i due ragazzi a trovarsi molto più vicini di quanto non lo siano mai stati"

[ Olicity | Valentine's Day | Introspettivo, Romantico, Fluff (Sì, ci ho messo un po' di fluff, che non fa mai male) | 3.206 parole ]
Oliver doveva solo imparare a far entrare Felicity e, anche se aveva paura, doveva farlo.
Per lei
Per lui.
Sarebbe stato rischioso, certo, ma entrambi avevano la consapevolezza che ne sarebbe valsa la pena. Avevano anche la consapevolezza del dolore che avrebbero provato, della paura e del timore che li avrebbe accompagnati da lì a molto tempo in avanti, ma era così che andavano le cose.
L’amore è l’emozione più potente di tutte. E quindi la più pericolosa.

Lei gli si strinse contro, gemendo forte, mentre lui affondava nuovamente.
- Oliver. –
Il nome, un gemito roco.
Le sue mani, sul corpo. I graffi sulla schiena, a far compagnia ad altre cicatrici.
Le sue spinte sempre più forti. Le sue mani ad accarezzarla, deciso, e trovarla.
Si trovò maggiormente sopra di lei, senza fermare le sue spinte, continuando a baciarla. Morderla.
Trovò le sue mani, piccole e sempre veloci sulla tastiera di un computer, e le portò in alto sul capo.
Incrociandone le dita e stringendole.
Voleva rallentare, ma il desiderio – di entrambi – era palese da tempo ormai. Troppo da trattenere.
Si mossero l’uno contro l’altra, con più decisione, mentre il sudore imperlava i loro corpi in quella fredda notte moscovita.
Si fermò solo per un attimo, per guardarla. Vedere sul viso il desiderio che aveva oltrepassato ormai l’argine che si erano posti.
[...]
A sorpresa anche per me...
Questo è quel momento mancante nella mia ff 'Quel che succede in Russia, rimane in Russia'. Quindi spero vivamente vi piaccia. O che per lo meno, sia riuscita nell'intento di farvi provare una qualche emozione.

" La verità però è che lei era andata a Liànyù solo per motivi egoistici; rivederlo, sfiorarlo e farsi sfiorare ancora una volta, con le mani, con gli occhi, con la bocca che le regalava sorrisi preziosi. Per riprenderselo."

"La sua vita era ben oltre lo schermo di un computer.. ben oltre i codici binari e gli antivirus... ben oltre tutto, perchè era entrato a far parte della sua vita. Col suo sorriso da furbo e lo sguardo che
la faceva imbambolare."

-Ciao.- mormorò lui, facendo un passo per avvicinarsi. Lei rimase a fissarlo, le labbra schiuse, la gola secca. Era rimasta senza parole. Aveva smesso di respirare. Il ragazzo non sembrò farci molto caso, al contrario cominciò ad avvicinarsi a lei, piazzandosi proprio davanti all’esile figura della ragazza, sovrastandola con la sua, al contrario, imponente.
-Che cosa ci fa una bella ragazza come te in giro, da sola? - chiese carezzandole la guancia con un dito. Lei si irrigidì sotto il suo tocco. Non era abituata a contatti del genere. Inspirò fortemente cercando, ancora una volta, di calmarsi.
-Mi dispiace, ma non parlo con gli sconosciuti.- disse, cercando di sembrare sicura di sé, cosa che non era. Aveva paura. Sulle labbra del ragazzo si dipinse un ghigno giocoso. Avvicinò il viso a quello della ragazza, sfiorando la sua guancia con le labbra
-Io non sono uno sconosciuto, Erika.- le sussurrò all’orecchio. Lei chiuse gli occhi, inebriata dall’odore di lui. Si stava sciogliendo sotto al tocco leggero del ragazzo.
-Chi sei?- chiese Erika con un filo di voce. Le labbra di lui le depositarono un bacio sotto l’orecchio.
-Io sono.. tutto quello che vuoi.- soffiò sulle labbra di lei,