Mi scivolò via una foto, dietro c’era scritto ‘Ash e Zayn per sempre’.
Zayn? Mi ricordavo di quel nome.. Sì. Girai la foto e tutto mi tornò alla mente.

In realtà, per riuscire a guadagnarsi quella vacanza aveva pregato i manager in inglese, francese e persino cinese – magari si era inventato qualche parola, ma questo non lo sapeva nessuno – e dopo due mesi e tredici giorni di tentativi era riuscito ad ottenere i biglietti di andata e ritorno per Firenze.
Ovviamente, non gli avevano permesso di scegliere la meta, sperando che il fatto di conoscere a malapena tre parole di italiano – di cui una era il cognome di un calciatore che aveva scambiato per parolaccia – o l’orario del volo, programmato per le tre di notte, lo facessero desistere, o perlomeno che Niall lo uccidesse.
Ma nemmeno le pentole che l’irlandese gli aveva tirato addosso avevano fatto cambiare idea ad Harry, perché aveva bisogno di staccare per un po’ – era pur sempre il piccolino del gruppo.

-Io penso che ci serva una pausa, io e te siamo troppo diversi, è come se ci stessimo mettendo in una cosa troppo grande per noi.- dico io con gli occhi lucidi e noto il solito luccichìo dei suoi occhi affievolersi ad ogni mia parola.
-Ma a me non serve una pausa, io so cosa voglio, io voglio te.- dice lui prendendomi il volto fra le mani, non resisto alla tentazione di baciarlo e sotto sua grande sorpresa lo faccio. -Cos'è un addio?- dice lui ironico mentre si siede sul letto della stanza.
-No, non lo è, consideralo un arrivederci.- dico io uscendo di lì con le infinite lacrime che mi rigano il volto, vedere i suoi occhi spenti e il suo sorriso inesistente è stato doloroso, molto.

«Non dire sciocchezze», disse aprendo la porta.
Dopodiché non vidi altro che sangue, sangue e cadaveri ovunque.
Rimasi immobile per non so quanti secondi e la mia pelle sembrò perdere colore.
Era una stanza abbastanza grande, buia, riuscivo solo a intravedere dei cadaveri ammucchiati in un angolo, mentre sul tetto ne stavano appesi degli altri.
Sentii la mano di Zayn sfiorare la mia, ma nessuno dei due osava muovere un solo muscolo.
Un uomo si girò verso di noi.
Nessuno dei due riuscì a vederlo in faccia, era tutto buio, riuscimmo a vedere solo la sagoma.
Senza pensarci due volte sbattemmo la porta, correndo via da quel posto.
«Carly?».
«Sì?».
«Quello che abbiamo appena visto rimane tra noi due, non parlarne con nessuno, d’ora in poi sarà il nostro segreto».
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Carly e Zayn.
Storie d’amore, amicizie e un mistero da risolvere.