Una festa, apparentemente innocente, si trasformerà nel loro incubo peggiore.
O forse nel loro desiderio migliore?
dal secondo capitolo: “E se rendessimo la serata più interessante?” domandò ad un tratto Louis, con uno strano sorrisetto dipinto sul volto “Cosa hai in mente, Lou?” chiese Niall, che fino a quel momento non aveva aperto bocca “Gioco della bottiglia” rispose serio, fissando Ashley “E perderci l’intera festa?” lo schernì la bionda “Non se ne parla” l’appoggiò Emily “Paura?” rise Zayn, accompagnato dagli altri. Una botta di adrenalina mi colpì e, senza pensarci troppo, parlai “Giocheremo”. Il silenzio calò nella stanza, tutti gli sguardi erano puntati su di me. Un sorriso trionfante si formò sulle labbra di Harry. Dio, cosa avevo fatto?
storia in stato di revisione.

Ally vive in un piccolo paesino vicino Holmes Chapel, la sua vita è monotona fino a quando un ospite non arriverà in casa sua.
Un ragazzo, 19 anni con seri problemi di droga. Non ha niente, non ha nessuno. Si sente infinitamente solo e la droga è la sua forza, perché c’è sempre per lui.
Ma quando incontrerà Ally e capirà che lei tiene veramente a lui ricomincerà ad essere felice. Ally diventerà la sua forza, Ally diventerà la sua droga.
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Tratto dal capitolo 6:
“Si.” Affermai.
“Si?” Rispose lui confuso. “Cosa significa si?”
“Si, sarò il tuo eco, la tua luce, la tua stella, il tuo usignolo. Sarò qualunque cosa servirà per farti essere felice.” Gli spiegai. Una lacrima cadde dai suoi occhi fino ad arrivare alle sue labbra, che si schiusero in un sorriso perfetto. Lasciò la chitarra sul letto accanto a sé e con un lento movimento spostò la mia sedia, provvista di ruote, più vicino a dove era seduto lui, in modo da poter essere uno di fronte all’altro.
“Sarai anche la mia ragazza?” Mi chiese guardandomi negli occhi.
“Con molto piacere!” Gli risposi avvicinandomi a lui per baciarlo. Ricambiò felice della mia iniziativa e mi abbracciò

"Buongiorno!"
"Mmm..ho fame..prendimi il latte!"
"Alzati! Non sono la tua cameriera!"
Alzò la testa per guardarmi,mi infilai la felpa e preparai la borsa. Lui si alzò prendendo il cartone del latte bevendolo. Glielo strappai dalle mani
"Prendi una tazza! Non voglio i tuoi germi sul cartone del latte!"
Si,sono un pò fissata per la pulizia!
"Sei un'antipatica perfettina!"
"E tu sei un rifiuto della società!"
Liam e Jenny scesero sentendo le urla
"Ok calmatevi. Ora che siamo in 4 dobbiamo vivere civilmente! Giò dì le tue regole!"
Mi rivolsi verso Harry
"Non devi lasciare i tuoi germi sul cibo,non devi girare in mutande,devi rispettare i miei spazi!"
"Okay ora Harry!"
"Non devi fare la maniaca del controllo,non devi dirmi cosa devo fare,non rompermi le palle!"
Lo guardai arrabbiata
"Io vado a lavoro! E quando torno pretendo di trovare la casa come l'ho lasciata!"
Quasi urlai a lui
"Dove vai a lavorare?"
"Ciao!"
Me ne andai senza rispondergli. Era un antipatico e non so come avrei fatto a sopravvivere nella stessa casa con lui!

ATTENZIONE: LA STORIA NON E' MIA, MA E' SOLO UNA TRADUZIONE DEL TESTO ORIGINALE.
I suoi occhi erano scuri, famelici, determinati.
Era evidente che sapeva quanto fosse spaventata mentre un sorriso compiaciuto gli attraversa il volto.
"C-cosa vuoi da me?" Chiese Bella coraggiosamente.
Allora l'afferò per la vita, forzandola contro gli armadietti.
Tutti sentirono, ma nessuno ebbe il coraggio di incrociare il suo cammino.
"Ti voglio."

Sono passati cinque anni da quando la Boy Band più famosa del mondo si è sciolta, dopo cinque anni, Harry non ne poteva più.
Ma ora, cinque anni dopo, lui torna e per una giornalista è l'occasione per poter fare l'intervista del secolo.
Mia Marcus non è mai stata più felice di poter dire al mondo intero di essere una Directioner

«Pronto Em? Mi stai ascoltando?» mi risvegliò lui dai miei pensieri contorti sul suo conto, mentre parcheggiava l'auto nel vialetto di casa mia.
«Cosa? S-sì, ovvio!» risposi io, facendogli praticamente intuire il mio disinteresse verso le sue conversazioni piccanti con la tizia.
Sbuffò e di conseguenza sbuffai anche io, prima di aprire la portiera e scendere dall'auto. [..]
«A chi pensavi?» chiese, curioso.
Giusto Em.. a chi pensavi? A chi potevo mai pensare? Chi è quell'idiota che è sempre e costantemente nella mia testa da almeno due anni? A te, brutto coglione!
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Okay, spero vivamente di appassionarmi a questa nuova ff che sto provando a scrivere e spero appassioni anche voi! Non scrivo una ff da oltre un anno, se vi piace per favore fatemelo sapere attraverso una recensione. Dopo ciò, adios! x

“Ho visto lo sguardo che cerchi di nascondere ogni volta che si accenna al nuoto. Perso e felice” mi interruppe “Lo stesso che avevi questa mattina. Si tratta di decisioni tue. Ma almeno dimmi qualcosa che sia reale”
Il suo tono non accusatorio mi disorientava.
Scossi ripetutamente il capo, incapace di rispondere. Il naso cominciò a pizzicarmi, le lacrime ad inumidirmi gli occhi.
“E se io non volessi essere reale?” ribattei, fermandomi “Quello che voglio è svegliarmi e rivedere Nicholas”
Un sapore salato mi punse la lingua.
Mossi qualche passo in avanti, rivolgendo lo sguardo verso il parco che segnalava che avevamo quasi raggiunto casa.
“Voglio che le cose tornino come prima, come quando la mia vita aveva un senso” la mia voce mi arrivò spezzata alle orecchie “Ma questo non accadrà, Zayn, ed è tutta colpa mia. Solo colpa mia”
Mi morsi il labbro così forte da cominciare a sentire il sapore delle lacrime mescolarsi a quello del mio sangue. Mi fermai ancora una volta, gli occhi fissi in quelli scuri di lui.
“Colpa tua?” distinsi a mala pena la sua voce così fioca.
“Mio fratello, l'incidente" mormorai.

** STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA **
"Non mi pento di essere andato a letto con molte ragazze sappilo, non mi vergogno del mio passato."
"Perchè mi stai raccontando queste cose?"
La ragazza lo guardò dritto negli occhi.
"Voglio che tu mi accetti per come sono e per come sono stato."
"E perchè dovrei? Puoi fare sesso con tutte le ragazze che vuoi."
"Perchè tu saresti l'unica ragazza con cui farei l'amore."

• Tratto dall'ultimo Capitolo, ancora in fase di scrittura. •
"Era bella, una di quelle bellezze che non hanno bisogno dei tacchi e delle minigonne. Era una di quelle belle, ma non quelle con i capelli sistemati e il trucco perfetto, ma una di quelle che non si pettinano e si mettono i maglioni enormi. Era di una bellezza particolare, che anche quando non si curava riusciva ad essere perfetta, anche con il trucco colato e le calze rotte. Era una ragazza solare ma anche con un passato scosso alle spalle. Finalmente era riuscita a superare tutto. Era una di quelle che non ti stancheresti mai di guardare. Era bella, non bella da morire, bella da vivere. Era Madison Reed."

Improvvisamente la mia mente fu invasa da milioni di pensieri. Mi sentii insicura di quel che stavo facendo.
"I-io non so Zayn, non verrei che...", non mi lasciò finire la frase. Mi sigillò le labbra con un bacio carico di emozioni e passione. Mi lasciai trasportare, ricambiai il bacio cercando di trasmettergli tutto quello che provavo.
Si staccò da me, spostò i capelli dal mio viso e poi appoggio delicatamente le sue labbra nell'incavo del mio collo per poi avvicinarsi al mio orecchio, "ti amo Sophie". La sua voce era quasi un sussurro e nel silenzio che dominava la spiaggia, mi sembrò di percepire il battito del mio cuore che accelerava a quelle parole uscite come un respiro dalle sue labbra.
"Tu non hai idea dell'effetto che mi fai", lo percepì sorridere contro la pelle del mio collo. Cercai nuovamente il suo sguardo, mi sollevai leggermente per raggiungere il suo viso, poggiai le mani dietro la sua testa e lasciai che le nostre bocche si unissero ancora una volta: "ti amo anch'io Zayn".

INCOMPIUTA
Quando sentii due colpi alla porta, per poco non cacciai un urlo.
«Chi è?» esclamai.
Non ottenni nessuna risposta.
«Chi è?» chiesi di nuovo; la voce mi tremò un paio di volte.
Non avevo il coraggio di guardare dallo spioncino.
Non rispose nessuno. Mi accasciai a terra, tenendomi la testa tra le mani.
Sentivo il cuore sbattere violentemente contro il petto, il battito mi assordava, mentre le mie gambe iniziarono a tremare.
[...]
«Ti apro» dissi cercando di controllare il tremolio della voce.
Quando spalancai la porta – dopo aver tolto catena, chiavistello e aver dato tutte le mandate possibili – mi ritrovai davanti un Louis stranito.
«Va… va tutto bene?» chiese insicuro.
Seguii il suo sguardo e vidi che stava osservando il coltello che avevo in mano. E il mascara colato sulle guance.
Scossi il capo in modo confuso, per poi annuire decisa e stamparmi un sorriso falso in faccia.
«Benissimo» dissi, sperando non avesse notato la mia voce incrinata.
«Lyn… sei sicura? Insomma… hai un coltello in mano» disse con fare ovvio.
«Oh» mormorai. Dovevo sembrargli una fuori di testa. In fondo lo ero. «Io… stavo cucinando».
«Piangendo?»
Inarcò un sopracciglio.
«Cipolle» dissi in fretta.

"Mi accertai che gli altri fossero nelle grinfie di Cowell in modo da non uscirne e mi diressi verso la camera mia e di Louis .
-Posso?- dissi aprendo la porta. La ragazza si voltò di scatto e mi lanciò uno sguardo assassino.
-Sono venuto per.. "farmi tirare su il morale " - dissi
-Vuoi scopare? Bene. Ma devi tenere la bocca chiusa con Lou. io lo amo-
Mi sedetti sul letto affianco a lei. -Spogliati.- le sussurrai all'orecchio. Lei mi fissò - Che cazzo stai dicendo?-
-Credo che tu abbia capito bene- le risposi .
Iniziò ad arrossire. - Voglio che ti spogli ,ora- si alzò in piedi ed immerse i suoi occhi scuri nei miei. .
-Fallo- le ordinai.
Con le guance letteralmente a fuoco, iniziò a togliersi il top rosso abbondandemente scollato.Sentivo la mia erezione farsi dura all'interno nei miei boxer . Tirò giù anche gli shorts blu allontanandoli con un piede . Cazzo, stavo scoppiando.
Sganciò lentamente il suo reggiseno e lo sfilò gettandolo a terra. Liberai il liquido all'interno dei miei boxer. Porca puttana, mi sentivo un quattordicenne alla prima scopata.
Iniziai ad immaginarmela stesa su di me , che strusciava le sue tette sulla mia faccia..."