«E’ la tua prima volta? Hai paura?» cantilena Nathan. «Preferisci che te lo succhi io?»
Un altro acuto disperato. «Cosa!» Ma quando Nathan gli si avvicina, Warren non indietreggia. «Non dirmi che sei serio, non puoi essere serio, scommetto che me lo vuoi mordere…»
[Collezione di one-shot legate tra loro, scritte per il P0rnfest #9][Linguaggio forte & omofobia]

{Spider-Man/Deadpool}
"Ma a te non importa?" chiese serio. "Tu non sai niente di me, non mi conosci affatto, eppure abbiamo appena fatto sesso"
In effetti durante tutto l'amplesso Wade non gli aveva tolto la maschera, non gli aveva neanche chiesto il permesso di farlo.
Non che gli dispiacesse, non si fidava ancora del tutto ciecamente di lui e anche se glielo avesse chiesto gli avrebbe risposto seccamente con un "no". Ma la cosa lo incuriosiva lo stesso.

{Spiderman/Deadpool}
Tanto tutto questo sarebbe finito. Avrebbero fatto sesso e poi stop. Non si sarebbero più rivisti, o se si fossero reincontrati di nuovo sarebbe stato solo per un team-up o per fermarlo dal sporcarsi le mani di sangue.

WOLFSTAR [Sirius/Remus]
"-Davvero Lupin? Ringhi quando scopi?- lo prese in giro il moro con un ghigno a metà tra il divertito e il compiaciuto.
-Meno parole e più fatti, Felpato- gli intimò il licantropo inarcando la schiena."

I due ragazzi erano come anime perdute in mezzo a una folla che non dava loro alcuna attenzione. Il senso di abbandono li coglieva sin nel profondo del cuore, e forse era per quello che, alla fine, erano arrivati a trovarsi. Strano come sedersi accanto alla mensa un solo giorno li avesse portati a capitare nello stesso letto, nudi e con i corpi intrecciati.
(Deimos x Ethos)

Sentendo le labbra del compagno tendersi in un sorriso contro la pelle della sua gola, John maledisse la sua poca risolutezza perché, per quanto ci provasse, non riusciva a resistere dal farsi coinvolgere nei suoi piani per più di cinque miseri minuti. Ma forse la risposta a quella sua debolezza era tutta lì: come poteva negare qualcosa all’uomo che amava quando si metteva a blandirlo in quel modo così adorabile? John mise due dita piegate sotto il mento di Sherlock e gli sollevò il viso verso il suo, per baciarlo e ottenere così almeno un piccolo risarcimento per quello che lo avrebbe costretto a fare. Il consulente investigativo si arrampicò sulla poltrona, accoccolandosi sul corpo caldo e accogliente del suo John, ricavandosi un nido tra le sue braccia.

Magnus scrollò le spalle e si guardò attorno; forse avrebbe potuto infastidire il Presidente Miao, giusto per passare un po’ di tempo, ma sembrava che anche il suo gatto, notando la sua noia, si fosse nascosto. Quel giorno sembrava che tutti congiurassero contro la sua sanità mentale, eppure lo sapevano che, se non aveva nulla da fare, per far passare quei momenti ti tedio e noia, la sua mente escogitava delle grandi idee.
Un’idea! Forse era proprio di quella che aveva bisogno, qualcosa per far passare il tempo, le ore che lo separavano dal suo incontro con Alec. Lo stregone si lasciò cadere sul divano del salotto, quello dove di solito riposava il Presidente. Il mormorio della tv in sottofondo lo distraeva dal suo pensare, dal rimuginare, ma gli bastò uno schiocco di dita affinché questa si spegnesse, per lasciarlo nel silenzio più totale.
Si alzò di scatto dal divano; sicuramente sistemare i suoi vestiti e l’armadio lo avrebbe aiutato a riflettere meglio. Accadeva sempre che, mentre rimestava fra i boa e gli abiti con le paillets, un’idea geniale lo cogliesse; forse era proprio per quello che il suo armadio era sempre una baraonda, troppe idee geniali.

«È Isabelle. Vuoi che le dica che ero impegnato a fare cose poco innocenti con suo fratello?».
«Se provi a dirgli perché non hai risposto, troverò un modo per vendicarmi!».

Una non corta Malec, che non so come io sia riuscita a scrivere/finire/pubblicare. ATTENZIONE: presenta tematiche Light-bondage.
Dal testo: “Non ti preoccupare” bisbigliò lo stregone arrotolandosi due sciarpe intorno al polso destro “È, tutto sommato, qualcosa di molto innocente.”
Alec non si trattenne dal piantargli in faccia uno sguardo vacuo. “Sei davvero capace di concepire qualcosa di innocente tu?”