Levi/Eren | Armin/Erwin
Armin era convinto che fosse un’occasione unica nella vita, ma Eren non vedeva altro che un ulteriore possibilità di fallire. Non poteva uscire niente di buono da un tirocinio in un soffocante ufficio alla Survey Corporation. Ad Eren sarebbe bastato star seduto ed aspettare che quello che restava del suo ultimo anno scolastico gli passasse davanti. Tuttavia, dopo un viaggio in ascensore, Eren si trovò a mettere in discussione quello che credeva di sapere sulla vita e su sé stesso.
*Traduzione dall'inglese di una delle più famose fanfic Ereri*

Hinata viene a conoscenza di un pettegolezzo che viaggia per i corridoi della scuola, riguardante lui e Kageyama.
Spera di pungerlo sul vivo mettendolo al corrente della cosa, ma ottiene un effetto rebound che non si aspetta.

| Trans!Kurapika (FTM) | Canon divergence e what-if? (Gli eventi si tengono un po' prima dell'arco di York Shin e Kurapika ha 18 anni anziché 17) | Chrollo usa una copertura e un altro nome | Kurapika e Chrollo non si conoscono (Ancora) | SPOILER DEI RECENTI CAPITOLI DEL MANGA E DEL PASSATO DI CHROLLO
Kurapika sentiva le guance andare a fuoco assieme alla gola, improvvisamente secca, e avvertiva dei piacevoli, quanto fastidiosi, brividi lungo la schiena. Si domandò allora se l’altro non sfruttasse qualche abilità nen per destabilizzarlo in quel modo, tuttavia era un’ipotesi talmente assurda da risultare ridicola. Piuttosto, preso com’era a seguire quegli occhi immensi, nemmeno aveva realizzato che il giovane avesse preso posto proprio accanto a lui e che sorrideva, con un’increspatura di labbra tale da risultare dolce, delicata.
«C’è qualche problema?» furono le prime parole che gli rivolse, con un tono di voce confortante e piacevole da ascoltare.
L’hunter scosse il capo, ridestandosi dal suo atteggiamento inusuale sbattendo un paio di volte le palpebre. Cielo, aveva appena fatto una figura da idiota.

Akaashi Keiji è un ottimo detective. Sa di esserlo, ne è sicuro. Non è di certo l'uomo più sveglio del mondo, o il più talentuoso, ma sa fare bene il suo lavoro e sa farlo bene da solo, nella calma pacifica dei suoi ritmi e nel professionale silenzio del suo cervello logico. Per questo non è per niente felice quando gli dicono che per catturare il serial killer a cui sta dietro deve collaborare con un partner. Ma se il partner non fosse poi tanto male? Per carità, Akaashi non ne ha la certezza, ma Kōtarō Bokuto non sembra proprio il poliziotto vecchio e viscido che si aspettava di trovare, e anzi forse potrebbe avere qualcosa che Akaashi ha sempre cercato, anche quando non sapeva di farlo.
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BokuAka x Detective !AU

Inui non è elegante come un fuscello, non ha un corpo effeminato e volendo con un cazzotto sarebbe capace di spaccarti il collo, ma Kokonoi crede di non aver mai visto qualcuno stare così bene sui tacchi come Inupi.
La prima volta che gli ha visto portare dei tacchi rosso fuoco credeva fosse impazzito.
Lo guardava con gli occhi come una rana e osservava
quei centosettantasette centimetri di ragazzo portare nel modo più non-calanche del mondo un paio di tacchi a spillo. Che se se solo ci ripensa sente una strana sensazione alle caviglie, pronosticandole già spaccate in due.
Però una cosa è sicura, tutti i suoi ormoni da primo adolescente hanno fatto un salto carpiato nelle sue palle.

« Credevo avessi troppa paura per presentarti, Hawks », la voce bassa del villain riecheggiò nel magazzino, un tono compiaciuto tra le parole taglienti.
Hawks non abbassò la guardia, non ricambiò il sorriso. Rimase serio, guardingo.
« Ho i miei doveri da Hero, non posso dare nell’occhio », la risposta fu secca, concisa.
Le ombre della notte indurivano i tratti di entrambi, tra i due c’erano forse tre o quattro passi di distanza.
Il villain si staccò dal muro, avvicinandosi, le braccia ancora incrociate. Che fosse un segno per mostrare che non avrebbe usato il suo quirk, Keigo non poteva saperlo. Immaginò fosse solo il suo modo di porsi.
Non si fidava di lui, men che meno nel vederlo così divertito, genuinamente curioso.
« Perché il Number Two Hero dovrebbe volersi unire alla League of Villains? Sarò poco sveglio, ma mi sfugge qualche passaggio »

[BokuAka]
Akaashi non beve quasi mai, ma quando lo fa litiga per tutta la serata con i terrapiattisti e si sveglia il giorno dopo nel letto del capitano della squadra di pallavolo che a malapena conosce.

"Me l'ha detto Suga: un orso può divellere la portiera di un'automobile se è in cerca di cibo. Però noi non abbiamo cibo, quindi magari se ne va tra un po'."
Hinata rimase in silenzio. Un silenzio sospetto, così sospetto che fece distogliere a Kageyama lo sguardo dall'orso per puntarlo contro la nuca dell'altro. Era uno sguardo così penetrante che a Hinata parve quasi di sentire il coppino bruciare.
"Noi non abbiamo cibo, vero, Hinata?"
[…]
Hinata schioccò la lingua e si schiarì la voce "Beh" cominciò "in effetti, potrei aver tenuto nello zaino un club sandwich nel caso mi fosse venuta fame questa notte."
"Tu cosa?" urlò Kageyama, facendo girare Hinata per lo spavento.
“Potrei aver…”
“Ho sentito benissimo!”

"Non sono stato mica morso”
“Se ti avessero morso ti avrei già sparato in testa e avrei dato fuoco ai tuoi resti”
Hinata si sentì scorrere da un brivido freddo lungo la spina dorsale. “Sei senza cuore” sibilò.
“È un atto di misericordia” disse Kageyama sistemando meglio la tracolla del fucile sulla spalla, come se niente fosse. Hinata si irrigidì “Almeno non dirlo come se ti facesse piacere l’idea di spararmi in testa”
Lui alzò le spalle e lo guardò con aria un po’ stupita “Non mi farebbe piacere spararti in testa”
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Kageyama e Hinata durante un’apocalisse zombie, ma in realtà è solo una scusa per scrivere del porno.

[Eren/Levi] [Supernatural!AU] [Vampire!Levi] [Servant!Eren]
“Lord Ackerman, i vostri ospiti sono arrivati.”
In piedi, contro la finestra, c’è una figura: è intenta ad osservare la notte e le stelle che illuminano la volta celeste oltre il vetro. Deglutisco nel momento in cui mi rendo conto che si tratta davvero di lui, della ragione di questa nostra visita così lontano dal posto in cui sono cresciuto. Il motivo per cui stasera io non tornerò a casa con mio padre.
L’uomo è di bassa statura e indossa un completo blu di quella che sembra una stoffa incredibilmente pregiata accompagnato da un fazzoletto bianco al collo. Ha capelli neri brillanti che assomigliano alle piume di un corvo, i lineamenti duri e spigolosi e due occhi chiari e penetranti.
Sembra un uomo normale, uno come tanti: un commerciante, un banchiere, qualcuno come me. Compio l’errore di incrociare quelle iridi glaciali e mi rendo conto all’istante dell’immensa autorità celata dietro quel volto. Abbasso lo sguardo con mortificazione, scacciando via quelle stupide illusioni e riportando a galla tutto l’odio e la rabbia che custodisco nel petto da sempre.
“Ben arrivati,” mormora il Lord. "Vi stavo aspettando."

COMPLETA - EreRi / RiRen
Eren Yeager, studente diciassettenne di quinta liceo, ha toccato il fondo. Dopo anni di battaglia contro il suo disturbo di personalità, viene ricoverato nel reparto di psichiatria dell'ospedale di Shiganshina in seguito ad un tentato suicidio. Riluttante all'inizio nel creare un legame con gli altri pazienti, incontrerà uno specializzando dallo sguardo di ghiaccio che catturerà la sua attenzione.
ATTENZIONE!
Questa storia è un'autobiografia, contiene rapporti omosessuali e descrizioni realistiche di disturbi mentali e atti autolesivi. E' sconsigliata la lettura ad un pubblico particolarmente sensibile.
Tutti i personaggi menzionati in questa storia non appartengono a me ma sono di proprietà di Hajime Isayama.

“Smettila, Eren.”
Eren ricordò, quella sera, di essersi innamorato della voce con cui il suo Capitano gli chiese di smetterla.
E poi… di tutto ciò che gli disse in seguito, con le spalle curve e la fronte che quasi toccava il suo petto.
“Se tu fossi stato Armin, o Mikasa, o chiunque altro… non saremmo arrivati fino a questo punto, ti pare?”
Levi Ackerman alzò gli occhi e lo guardò, dichiarando la sua dolorosa ma splendida verità.
In un mondo steampunk, lo Stato di Eldia e la Repubblica di Marley combattono tra di loro usando Golem mortali nati dal fango e tattiche spietate, con Omega che vengono mandati a morire per attrarre gli ufficiali nemici Alfa e ucciderli.
Eren ha lottato per non essere uno di quegli Omega; Levi ha vissuto per inerzia, fino al momento in cui tornerà sentire, a distanza di anni, il suo cuore arrugginito ricominciare a battere.
[Steampunk&Golem&War!AU | Omegaverse!AU; pairing principali: ErwinLevi, LeviErenLevi, YmirChrista; attenzione: tanta sofferenza emotiva]

Mi voltai piano, quel poco che bastava per osservare il nuovo arrivato.
Cominciai dal basso.
Degli anfibi neri erano poggiati sui pioli dello sgabello con indolenza. Sopra quelle scarpe, si snodavano dei pantaloni di pelle nera. All'altezza dei fianchi, una catena di metallo ricadeva di lato, tintinnando di tanto in tanto.
Una camicia anch'essa nera, lasciata aperta sul petto, circondava il busto della persona accanto a me.
Intorno al collo, come anche ai polsi, dei cinturini in pelle nera coperti di piccole borchie contrastavano con una pelle candida.
Spostai lo sguardo di nuovo, ancora più su...
Orecchini disseminati su tutto l'orecchio sinistro, rasatura sulla nuca, capelli nero corvino, un profilo austero e al tempo stesso delicato.
Durò una frazione di secondo, lo scambio di sguardi con un paio d'occhi di un azzurro così chiaro e penetrante da sembrare bianchi.

Il suo viso sembra stanco, smunto. Occhiaie profonde gli cerchiano gli occhi. Il livido sulla guancia è quasi svanito, ma deturpa ancora la sua pelle altrimenti perfetta. I capelli gli sfiorano le spalle, morbidi e lisci. I suoi occhi scivolano in basso, lungo il collo sottile, il petto magro e giù sul ventre piatto. Solleva la maglia lentamente.[...]La sua mano scivola giù, le dita tremano. Esita per un secondo prima di sfiorarsi la pancia. È un tocco delicato, incerto, quasi maldestro. È troppo presto per sentire qualcosa, qualsiasi cosa. Ma lui lo sa. Lo sa che lì c'è una vita, un cuore che pulsa. Gli sembra di essere in un sogno, oppure in un incubo dal quale deve decidere se svegliarsi o continuare a sognare.

[seminarist!Levi x Eren]
Il pesante libro universitario giaceva aperto sul tavolo, nell’angolo più isolato del locale dove era solito fermarsi a studiare. L’essere fuori città assicurava tranquillità a quel posto, anche se quel tipo, il nuovo cameriere, era forse un po’ troppo rumoroso.
Levi sorseggiò la sua bevanda calda, mentre fuori la temperatura era forse a meno di dieci gradi. Il calore gli rilassò i muscoli e gli stemperò la gola, che dopo quella lunga camminata al freddo pizzicava in maniera fastidiosa.
Riprese in mano la matita e tornò a leggere quel noioso ultimo capitolo, tentando di non dare troppo peso a quegli occhi che si sentiva addosso.
Occhi grandi, verdi come non ne aveva mai visti, che di tanto in tanto si posavano neanche troppo distrattamente su di lui. Sono l’ultima persona che dovresti guardare in questo posto, ragazzino.