Il brutto dell'essere un conquistatore di nuovi mondi è anche questo: climi impervi e imprevedibili.
E quando piove, piove.

"- Chi c'è?! - gridai terrorizzato"... "Un ragazzo. Era nudo." "...i suoi occhi; erano due fiamme intense, e anche i suoi capelli mossi e scarlatti, sembravano bruciare come fuoco." "- Chi sei..? – domandai istintivamente. Il ragazzo non si mosse, sbatté le palpebre e prese a respirare intensamente, mentre i suoi muscoli pronunciati, guizzavano come sotto sforzo. Indietreggiai. “Non è possibile..” pensai, tremando improvvisamente."

Dividere una mansarda con un estraneo è sempre impegnativo. Se però l'estraneo sveglia mezza città alle tre di notte perché facendo sesso grida come un pazzo, ti fa trovare i suoi calzini sporchi nel frigorifero, si dimentica di riciclare la plastica e ha i capelli tinti di rosa, la situazione diventa davvero complicata.
“E tu, Demian,” chiese Leonora “non hai paura di essere solo?”
“Io... no. Solo è chi chiude il suo cuore. Ciò che temo non è di non essere amato, ma di non trovare qualcuno a cui dare il mio amore.”
Il tema di questa storia è la devozione d'amore: quando si dona il cuore a una persona senza chiedere niente, ma proprio niente in cambio. E allora, se un ragazzo speciale ha dimenticato se stesso come in un lungo sonno, esiste qualcuno capace di ricordargli che, oltre il tetto, ci sono ancora le stelle. Perciò non fatevi ingannare dalle apparenze: comincia come una commedia leggera e frivola, ma se le date tempo, diventa molto di più. Come i suoi protagonisti.
[Finora (forse) la mia storia completa più bella]

Quando non si parla la stessa lingua, quando non si hanno le stesse usanze, quando l'odio ci divide, in cosa possiamo trovare unione?

Una Morgan/Reid, semplice. I componenti della squadra, eccetto Morgan e Reid, non prendono il jet per tornare a casa. E per la nostra coppia preferita si presenta l'occasione per smuovere, finalmente, quel rapporto d'amicizia che inizia a stare un pò stretto ad entrambi.

Ma, sicuramente, la cosa più grave fu che, da quella sera, cominciai, lentamente ma inesorabilmente, a innamorarmi di Chris Stewart.

Strike! Osservare Yuu addormentato era certamente una bella visione, ma una piccola vendetta, per il monopolio che aveva sul ventilatore, era praticamente obbligatoria.

Una notte in albergo tra un facoltoso uomo d'affari ed il suo "traduttore".
[ Yaoi - PWP - Tyki x Lavi ]
[ Fanfiction classificata 2° al "First D.Gray-Man Yaoi Contest Fanfic" indetto da 'r a b i; sul Forum D.Gray-man Yaoi Revolution ]

Morgan nutriva il timore segreto che qualsiasi cosa avesse potuto fare non sarebbe mai stata abbastanza, che ci sarebbe stato sempre qualcosa che avrebbe potuto portarlo via da lui. E non riusciva a sopportare quelle emozioni. L’amore che provava per il suo piccolo genio era così vasto e profondo da fargli quasi paura, perché mai in tutta la sua vita aveva provato qualcosa di simile. Solo quel ragazzo esile che stringeva tra le braccia era riuscito a conquistarlo fino a quel punto e ora, a ogni passo, si ritrovava a temere di poterlo perdere un giorno. Cosa avrebbe fatto allora? Morgan non era capace di dare una risposta a quell’interrogativo perché ogni volta che si fermava a riflettere riusciva a scorgere solo un baratro aperto sul vuoto.

Una storia completamente AU in cui Alessandro, appena entrato a Babilonia, scopre di aver ereditato qualcosa che Dario amava più di tutte le ricchezze di Persia

E se Tyki Mikk, quella quarantatreesima notte, non si fosse imbattuto in Daisya Barry, ma in Yuu Kanda?
- Vuoi diventare mio per sempre? –

L'odio è desierio...non sapeva dove aveva già sentito quella frase, ma gli frullava nella testa da tanto tempo ormai...e se lui avesse odiato il tedesco solo perché desiderava il suo corpo?

[M/M] Aspirò avidamente l'aria in lunghe boccate prima di venire rudemente gettato sul pavimento, sbattendo con le ginocchia e i gomiti; l'improvvisa ricomparsa della luce, delle forme precise gli fece chiudere d'istinto gli occhi mentre veniva colto da un'improvvisa emicrania e da una serie di conati di vomito che riuscì a contenere a pelo.

Phobos/Deimos. "Lavoravano insieme da una vita, praticamente da sempre, e ancora non si era abituato al suo modo di fare. Lo irritava quell’aria altera, cinica e perennemente svogliata. Quell’eleganza che stonava con il contesto, quello sguardo distaccato e puntiglioso che si soffermava su ogni singolo, dannatissimo, dettaglio. E quel tono di voce, cortese ed educato. Così profondamente diverso dal suo, basso e roco, simile ad un ringhio. La verità era che Phobos lo metteva in soggezione".