Storia di due fratellastri Noah (19 anni) e Jordan (20 anni) con visioni opposte dell’amore che si ritrovano attratti uno dall’altro e costretti a scontrarsi con i loro desideri e le loro paure
Dal testo:
"Ho pensato che una dimostrazione sarebbe stata più divertente...” poi mi avvicino al suo orecchio e proseguo “adesso, o ti occupi del mio problemino o mi lasci andare " abbasso gli occhi per fargli capire a cosa mi riferisco.
Jordan segue il mio sguardo e rendendosi conto delle nostra nudità e soprattutto del mio sesso nuovamente sveglio, si sposta immediatamente diventando tutto rosso "Io non sono come te, non faccio sesso con i ragazzi e poi ... tu sei mio fratello!"
Io mi avvicino nuovamente e parlo a pochi centimetri dal suo viso "Non sai cosa ti perdi... e comunque noi non siamo fratelli, sono i nostri genitori che si sono sposati", poi lo afferro per la nuca e lo bacio con violenza, il mio corpo aderisce al suo facendogli sentire la mia erezione.
Lui mi spinge via con forza, il suo sguardo è un misto di rabbia e dolore "Vaffaculo Noah!”
Io sorrido “Anche per me è stato un piacere”

In una giornata come tante Suga e Daichi stanno tornando a casa mentre Iwaizumi sta cercando di raggiungere Oikawa. Sembra essere tutto esattamente come al solito.
"«Ti ricordi che stasera viene Michimiya a cena?» l'ex capitano della squadra di pallavolo femminile della loro scuola lavora con Daichi, e Suga stringe le labbra a sentirglielo dire.
«No.» gli risponde con un tono più secco di quello che vorrebbe.
Il moro ride «Te l'ho detto più di una volta» gli fa notare «Se tu hai deciso di non immagazzinare l'informazione non è colpa mia» aggiunge ridendo. "
"«Spero sia caduta la linea, o ti giuro che mi incazzo sul serio» gli dice con una calma glaciale.
«Non mi sembra di averti chiesto niente di strano, volevo solo che tu fossi qui quando finivo» gli risponde, ignorando completamente le parole del compagno.
«Stavo finendo di fare dei giri per te» sottolinea quasi perplesso per quello sfogo.
Tooru sa che sta esagerando, sa benissimo che non è colpa di Iwa-chan, che non dipende da lui, sa che in quei giorni è assolutamente insopportabile: ma gli hanno detto che non potrà più giocare al livello di sempre"

Adrian è un ragazzo normale come ce ne sono tanti, a parte il fatto che è gay. Ha ventidue anni, frequenta l'università di scienze naturali, ma non ha la minima idea di cosa fare del suo futuro. Non riesce ad avere una relazione fissa a causa della sua ingenuità e sensibilità, che lo hanno portato a soffrire molte volte, e quando l'ennesimo uomo, che credeva essere il compagno definitivo, gli spezza il cuore prende la solenne decisione di non donarlo più a nessuno. Troppe volte è rimasto deluso, troppe volte è stato ferito, e spinto da una rabbia sorda si impone di diventare freddo e indifferente per proteggersi dai "danni dell'amore". Ma i suoi propositi verranno messi in discussione da un incontro inaspettato che gli cambierà la vita, più precisamente da un giovane avvenente con la pelle che profuma di salsedine, i capelli con strani riflessi bluastri e una voce capace di fargli perdere la ragione. Per non parlare della coda di pesce. Così Adrian scoprirà che forse ciò che cerca non si trova sulla terra ferma, bensì nei più remoti abissi dell'oceano.

«Cos'è quello?» chiese leggermente adirato Asmodeus, scotendo la testa sconsolato, i capelli lunghi ricadevano ad incorniciare il bel volto. Gli occhi scuri guardavano il suo compagno in maniera talmente fredda, probabilmente se avesse potuto lo avrebbe incenerito. Era in quei momenti che si chiedeva cosa gli fosse passato per la testa a scegliere quel tizio come sottomesso, ok aveva un fisico da urlo, muscoli ben definiti e decisamente lì sotto era ben fornito.
Ok, aveva tutto al posto giusto, peccato che fosse pessimo come sottomesso. Era tonto, mai incontrato nessuno tanto scemo quanto Vergull, ma sapeva perfettamente che non poteva pretendere qualcosa di meglio.
I personaggi mi sono stati gentilmente prestati da Nelith affinché io li prenda un po' in giro

Shadow non li disapprovava, tutt’altro. Anche lui aveva giocato con ragazzi del genere, erano un passatempo divertente in mancanza d’altro. Alcuni erano anche molto belli, ma se avesse voluto una donna avrebbe cercato altrove e non lì.
Lui desiderava un uomo.
Desiderava un corpo muscoloso e sodo con il quale giocare. Qualcuno che gli avrebbe tenuto testa e non un esserino gracile che si sarebbe potuto rompere fra le sue mani.
Scritta per il p0rnfest è una raccolta di 4 OS con gli stessi personaggi.

La mano di Garry era ricoperta di sangue. Ib lanciò uno sguardo alla creatura, che stava sgranocchiando la falange di Garry. I denti bianchi affondarono nella carne per rivelare l’osso.
[Future!fic otto anni dopo Memory's Crannies] [Garry/Ib, ça va sans dire] [Violenza, sangue, gorn]

Raphael ha trentaquattro anni, lavora come segretario alla biblioteca comunale e sulle sue spalle grava il peso della perdita della moglie e della figlia, morte in un incidente. Conduce la sua vita estraniato da se stesso, in un susseguirsi di rituali meccanici e sistematici, nascondendo il dolore e la solitudine dietro un sorriso. Ma esso non è così perfetto come crede e Alan, un giovane uragano di diciotto anni, se ne accorge.
Quando ci viene strappata via la persona amata, e con lei il cuore, può questo rigenerarsi un'altra volta? E' davvero possibile tornare a sentire quel piacevole calore nel petto grazie a qualcun altro? E se quel qualcuno fosse incredibilmente simile all'amore perduto, è lecito indugiare nel ricordo elevando la persona in questione a sostituto oppure è meglio dimenticare e cancellare il passato?
[Revisionata]

Vivere per inerzia può essere una scocciatura quanto una benedizione.
Chi vive per inerzia non causa alcun tipo di problema, disturbo o contrattempo a coloro con cui entra in contatto. E’ come se, invece di inciampare su un difetto dell’asfalto e rovinare su un passante, inciampi e cadi giusto accanto a lui: non gli causi alcun tipo di danno, ma intanto sei caduto e, anche se ti sei fatto male, quasi non lo senti, perché sei abituato a vivere per inerzia. E allora ti alzi, ti spolveri, e vai avanti, ed è come se non fosse successo nulla.
Poi arriva il momento in cui semplicemente non puoi più far finta di nulla. Proprio non ci riesci. E il tuo mondo costruito per inerzia sembra crollare come un castello di carte.
[...]
«Io sono gay.»
«No che non lo sei, hai solo bevuto troppo.»
«Ho una cotta per te.»
«Non sai di cosa parli. Adesso va' a dormire, basta vaneggiare.»

I vizi e le virtù dell'Inghilterra dell'Ottocento come non ve li hanno mai raccontati. Nessun filtro, nessuna poesia, i fatti nudi e crudi. Tra scandali e balli di corte, il mondo inglese filtrato dagli occhi di Violet Cavendish, tra gli amori e le convenzioni e l'improvviso fuoco di un duca dagli occhi di ghiaccio.
- Sei bellissima... - sussurrò lui, troppo vicino al suo viso. Violet sentiva gli occhi del ton su di lei, nonostante la sala fosse affollata.
- Non credo che dovreste stare così vicino. - gli disse, a testa alta. I suoi occhi di ghiaccio la perforavano oltre ogni limite: non avrebbe dovuto avere reazioni del genere, William aveva parlato con suo padre, avrebbero dovuto sposarsi. Ma perchè Nicholas si ostinava a procurarle sensazioni del genere?
- La mia presenza ti infastidisce Violet? Lo so che non è così. - insistette lui, soffiandole vicino ad un orecchio e provocandole un brivido lungo la schiena.
- Vi prego di smetterla. - cercò ancora di sottrarsi lei, ma lui le prese una mano.
- Tu mi vuoi. - soffiò. E quelle parole risuonarono come dalle porte dell'inferno.

Magnus scrollò le spalle e si guardò attorno; forse avrebbe potuto infastidire il Presidente Miao, giusto per passare un po’ di tempo, ma sembrava che anche il suo gatto, notando la sua noia, si fosse nascosto. Quel giorno sembrava che tutti congiurassero contro la sua sanità mentale, eppure lo sapevano che, se non aveva nulla da fare, per far passare quei momenti ti tedio e noia, la sua mente escogitava delle grandi idee.
Un’idea! Forse era proprio di quella che aveva bisogno, qualcosa per far passare il tempo, le ore che lo separavano dal suo incontro con Alec. Lo stregone si lasciò cadere sul divano del salotto, quello dove di solito riposava il Presidente. Il mormorio della tv in sottofondo lo distraeva dal suo pensare, dal rimuginare, ma gli bastò uno schiocco di dita affinché questa si spegnesse, per lasciarlo nel silenzio più totale.
Si alzò di scatto dal divano; sicuramente sistemare i suoi vestiti e l’armadio lo avrebbe aiutato a riflettere meglio. Accadeva sempre che, mentre rimestava fra i boa e gli abiti con le paillets, un’idea geniale lo cogliesse; forse era proprio per quello che il suo armadio era sempre una baraonda, troppe idee geniali.

Per i bambini l’amicizia è una cosa sacra: lo sa bene Fabio, che ha passato l’infanzia ad aspettare l’estate insieme a Michele ed Elisa. Quando l’infanzia finisce, però, ogni cosa cambia – l’amicizia diventa amore, a volte, altre volte si trasforma in lontananza.
Dopo anni trascorsi all’estero per mettere distanza tra la propria vita e quella degli amici, Fabio è convinto di avere imparato anche questa lezione, ormai, che niente potrà più ferirlo.
Eppure, tornare a casa significa sempre rimettere in discussione ogni equilibrio.

“Però, Lane, non ti fa schifo pensare di farlo con qualcuno che non sa nemmeno cosa volevi davvero diventare da grande?”
[Scritta per il P0rnfest#6] [Tratta di prostituzione, lettore avvisato, mezzo salvato]

“Parlate?” domandò Frank. Sembrava davvero interessato.
Lui gli lanciò un’occhiata storta. “Scopiamo.”
“E perché non parlate?”
Roger è il giovane custode di una residenza universitaria e Frank è uno studente che gli causerà un po' di grattacapi. O forse no?
[Scritta per il P0rnfest#6]

Quando un servizio fotografico si può trasformare in un gioco erotico.
Quando la mente del fotografo porta lui e il suo modello a sperimentare situazioni molto particolari.
Quando dell'intimo femminile sta meglio ad un ragazzo che a una donna.
Adrien si stava perdendo in tutte quelle emozioni, in quei momenti. Avvertiva il flusso del sangue convergere nel basso ventre, i battiti del suo cuore accelerare.
I suoi sensi erano acuiti dall’eccitazione, dalle parole che Marcus gli sussurrava nelle orecchie.
E poi c’erano quelle mani, che non la smettevano di esplorarlo di toccarlo, di insinuarsi fra la biancheria che aveva indosso.
Sentì le guance andare a fuoco a quel pensiero.
Non aveva idea di come lo avesse convinto a fare una cosa del genere, e non solo per quel servizio fotografico, per quegli scatti che ad un certo punto non avevano più nulla di casto, ma anche per i loro incontri successivi.