{ xxvii : saturnismo }

Bisogna essere artisti e folli, creature di infinita melanconia, con una bolla di veleno ardente nei lombi e una fiamma ipervoluttuosa perennemente accesa nella sensitiva spina dorsale (oh, quanto bisogna dissimulare e farsi piccoli!) per discernere a prima vista, grazie a segnali ineffabili – il profilo impercettibilmente felino di uno zigomo, la snellezza di una gamba appena velata di lanugine, e altri indizi che la disperazione e la vergogna e le lacrime di tenerezza mi vietano di enumerare –, il micidiale diavoletto tra le brave bambine;
- Vladimir Nabokov, Lolita.

“Sto solo scrivendo di personaggi belli, che sono tipo la me che non sono. E un po' te, perché hai un che di talmente poetico che ti ritrovo in ogni cosa” (cit.)

Appassionata di scifi, studentessa di lingue orientali, dipendente da serie tv e romanzi belli e lunghi.
Scrivo sopratutto roba slash, roba sentimentale, perché a dar voce a cose più profonde è pericoloso. Ma mi ritengo alquanto una ~~perfezionista~~.

She's quite a bitch, but you can call her Bitchy McBitch, if you want.

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Lego house.

//piccoli momenti di dolcezza OOC//
“Non sei così stupido come sembri” disse, ridendo un po’ sguaiatamente, gli occhi verdi che brillavano, e le spirali nelle sue iridi che si strizzavano.
“Sembro stupido?” chiese l’uomo, lo sguardo completamente perso e smarrito nei tratti dolci di quel volto. E, sì, per inciso, sapeva di sembrare stupido.
“Quando sei con me sì” disse piano lei, mordicchiandogli il labbro giocosamente.
“Ah, sì?”

Non dimenticarmi.

Non dirmi che sono bella senza trucco, non guardarmi con quegli occhi non tuoi, non fermarti nella folla per sorridermi, non prendermi le mani che tremano dal freddo, non ridere nell’incavo del mio collo, non mantenermi la sigaretta fra le labbra, non carezzarmi la testa come fossi una bambina, non fare capolino fra i miei pensieri all’improvviso, senza un perché, per stracciare e devastare ogni razionalità; ti prego.

Without you I'm nothing.

[..] e sentirmi sulle labbra tutta una dolcezza nuova, e sulla pelle il venticello leggero, e la voglia di sparire fra le sue costole.

Cisti, madama.

- Ultimo capitolo

Le vicende pseudosentimentali di un gruppo d'amiche che stanno imparando a crescere, fra amori, musica e concerti. Fra sogni mai espressi che sembrano diventare realtà, fra i portici di una città e le paranoie di una schizoide protagonista. Tutto sembra banale, e forse lo è, ma è la nostra storia, la storia di chi vorrebbe allungare la mano e toccare la felicità.

Sitting, waiting, wishing.

E poi c'è Auron, che dovrebbe guidarci, ma in realtà si sta trainando alla fine di questa nostra parata. Sono furiosa con tutti loro perché stanno facendo questo volontariamente, ma sono sopratutto furiosa con lui. Che bastardo stoico, che è, spingendoci verso Zanarkand, non importa quanto io possa protestare.

New Year surprise!

"Perché non ti stai godendo la nottata con gli altri?" le chiese; lei si rilassò sapendo che questa volta era una vera e propria domanda, non una provocazione.
"Guardare quei piccioncini aspettare che l'orologio segni la mezzanotte così che possano confessare i loro nebbiosi affari d'amore al mondo non...m'interessa" replicò, gioviale e ironica.
Auron tossicchiò come se conoscesse fin troppo bene la verità dell’affermazione.
'Anche se vorrei qualcosa del genere anche io...’ pensò Rikku...

Warrior's heart.

A lei, lui piaceva un sacco. Un sacco un sacco. E sentiva che in qualche modo anche lei piaceva a lui...ma non l'avrebbero mai potuto scoprire. Perché Auron era morto. E lo era stato per tutto il tempo che lei l'aveva conosciuto.
S'era innamorata di un cadavere. Un cadavere davvero carino, ma ancora un cadavere.
No. Lui non lo sarebbe mai stato - un cadavere - per lei. Lui camminava, lui parlava, respirava, aveva carne e sangue e ossa. E cicatrici.
Era solamente Auron. Sono un meraviglioso disastro di uomo che lei aveva conosciuto nel peggiore dei momenti…

The crawl.

Alzò le mani dai fianchi lattei del biondo e notò l’impronta delle sue dita che era rimasta sulla pelle, un’impronta brutta e rossa.
Quasi per scusarsi, passò le dita sulle vertebre sporgenti di quella schiena bianca.
Lo amava, davvero, lo amava così tanto…Lo amava così tanto da essersi ridotto a una persona orribile.

Probabilmente non faceva neanche ridere...

Quella donna stava flirtando con Tenzou...
Kakashi si crucciò leggermente quando lui ridacchio e si gratto la base del collo in imbarazzo.
Chiuse gli occhi per non vederli, ma una risata acuta risuonò nella sua testa mentre lei era divertita per qualche motivo.
Probabilmente non faceva neanche ridere.

Grief and sorrow.

Deathfic; Pakkun muore.
Vaghissimo accenno Kakasaku.
“È la vita. Siamo tutti parte di questo mondo per un dato lasso di tempo, la mia morte lascerà posto ad un altro cucciolo, e chi ti dice che non sia anche più carino di me?”
“Impossibile” gli occhi del jonin si strinsero “Impossibile”
Il naso di Pakkun si strisciò contro la mano dell’uomo, proprio come in passato.

S-sensei!

Una fanfiction AU in ambiente scolastico su Sakura e Kakashi - un clichè, insomma, ma sempre divertente da leggere e scrivere! :)
Lei, all’interrogazione, portava poesie romantiche e gliele recitava con quei suoi occhi verde smeraldo sgranati.
Così, quando quel giorno era venuta dopo le lezioni per chiedergli una delucidazione, e s’era sporta un po’ di più sulla cattedra dove lui era seduto, Kakashi non aveva proprio resistito.
Ed ora eccolo lì. Respiro pesante. Fronte sudata. Mani tremanti.

20 words of Kakasaku ~

Kakasaku
20 drabble un po' invernali, 20 momenti tra Kakashi e Sakura. Fluff, dolci, divertenti e un po' lime :)
"Quando Sakura gli porge la sua sciarpa, Kakashi non può non pensare quanto la loro relazione sia stramba. Ma la accetta, perché ha il suo odore, e perché lei ha i suoi cavolo di capelli a proteggerle il collo, dopotutto."

Saldati

Kakashi/Yamato fluff!
“Sei ferito? Dove?” chiese con voce allarmata Kakashi, cercando sul volto e sul corpo dell’altro tracce di sangue o di un evidente ferita.
“Kak-”
“Dove.”
L’uomo fece uno schiocco stizzito con la lingua – movenza che prima d’allora Tenzou non gli avrebbe mai attribuito – e prese ad alzargli il maglione attillato da jounin.

Pulp-gulp-sexy stories.

- Ultimo capitolo

Una raccolta di one-shot(s) p0rn, smut, lemon, pwp, lime, insomma a sfondo sessuale e, sopratutto, BellDom.
Non voglio finire in galera, ergo: finte-diciottenni, camuffatevi bene! Eheh.
Enjoy!

Il colibrì.

{Kakashi/Tenzou}
Una notte di mezz'estate, un toc-toc che ti sveglia dai pensieri, un colibrì di legno.
L’avrebbe sempre tenuto con sé.
La Luna riluceva.
Il Vento ascoltava ogni cosa, l’avrebbe raccontato ai viandanti solitari.

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